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60- Nerfs

"Hostage" | Doncaster

Infilai la chiave nella serratura e lanciai un ultimo sguardo a Zayn, in piedi accanto a me, prima di girare la chiave.

Aprii di poco la porta e dal piccolo spazio potei subito vedere mia madre, con le braccia conserte, impegnata a parlare con mio fratello.
Quest'ultimo teneva il capo chinato verso il basso e sembrava essere mortificato, difronte a mia madre.

A quella vista, spalancai gli occhi e rinchiusi immediatamente la porta con prontezza ed attenzione nello stesso tempo, con l'ovvio tentativo di non farmi sentire..

'C'è mia madre, penso sia il caso di entrare dal retro', dissi a Zayn, guardandomi intorno.

Il moro fece una risatina e seguì il mio sguardo disperso, 'sei sicura di cosa stai facendo?' Aggrottò la fronte e mi guardò intensamente, cercando la sicurezza nei miei occhi.

'Sì.' Annuii e lui alzò le spalle rassegnato, non sapendo cos'altro fare.

***


Zayn si sedette sul bordo del mio letto ed incrociò le braccia al petto, guardandosi intorno, fra i vari mobili bianchi che riempivano la mia camera.

'Qualcosa non va?' Camminai verso di lui, vedendolo piuttosto pensieroso, e non appena gli fui vicino, ne approfittai per sedermi sulle sue gambe e per circondargli il collo con le braccia.

Zayn rispose immediatamente alle mie azioni, cingendomi i fianchi con le sue braccia ed alzando il capo verso di me: 'pensi davvero che dirlo soltanto a tuo fratello vada bene?' I suoi occhi spenti mi guardavano incerti e nonostante la domanda, sapevo che non era quello a preoccuparlo.

'Penso sia ora di riappacificare le cose con lui', abbassai subito il capo al ricordo del nostro litigio e Zayn ne approfittò per schiarirsi la voce con due colpi di tosse.

'Ieri, prima che venissi da te, ho litigato con lui e...' ancor prima che potessi concludere di parlare e di togliermi quell'enorme peso dalla coscienza, Zayn intervenne: 'non c'entro io, vero?'

Sospirai e senza guardarlo neanche, annuii lievemente.

'Fantastico'. Il suo tono ironico e nervoso nello stesso tempo, mi fece agitare maggiormente.

Alzai il capo con uno scatto e sgranai gli occhi mentre il cuore mi batteva furiosamente. 'No, non in quel senso...' lo rassicurai, osservando i suoi occhi seri.

Zayn sollevò un sopracciglio, ancor più confuso e sbuffò piano. 'E allora in quale senso?' insistette scrutandomi a fondo; talmente a fondo da lasciarmi boccheggiante per svariati istanti.

Abbassò gli occhi sulle sue mani e rafforzò la presa delle dita sulla mia vita, con più decisione.

Sospirai crucciata e rilassai le spalle, cercando in quell'attimo dove il suo sguardo non mi bruciava addosso, il coraggio di parlare. 'Nel senso che io volevo chiarire tutto e...' Mi morsi il labbro inferiore e distolsi lo sguardo dal suo capo abbassato per voltare la testa di lato.

'Cioè, stavamo litigando per le solite cose che pensa su di te, ti ho difeso, ho tirato fuori tutto ciò che sentivo di dire e gli ho tirato uno schiaffo...' Emisi un versetto frustrato e feci una smorfia con la bocca, 'ed un calcio nelle palle'. Terminai d'un fiato, liberandomi dell'enorme fardello che covavo nel petto.

Zayn non sembrò avere una grandissima reazione alle mie parole, tutt'altro: restò nella stessa posizione di poco prima e mugolò uno 'mh mh', quasi disinteressato.

'Cosa?' Fissai ancora più attentamente la sua chioma corvina ed aspettai che dicesse qualcos'altro a proposito della mia confessione.

'Stavo pensando a ieri notte...' Zayn alzò lentamente lo sguardo e fermò i suoi occhi nei miei, cambiando radicalmente l'atmosfera, con delle semplici parole.

Non sapevo esattamente perché lo faceva: era solito restare in silenzio quando un discorso lo turbava e passare a tutt'altro argomento...ma mi piaceva farlo.

Restai in silenzio, presa ad osservare quanto le sue labbra fossero belle ogni volta che si inarcavano in uno di qui dolci e lievi sorrisi: 'eri vergine, vero?' domandò, con calma.

Era un discorso delicato, insomma, dover dire 'ero vergine' da un giorno all'altro faceva un certo effetto; soprattutto se mi soffermavo a sottolineare aspetti come quelli che a far l'amore con me, per la prima volta, era stato Zayn, quel ragazzo dal carattere completamente incomprensibile, dall'atteggiamento noncurante dal sorriso difficile e...Zayn.

Alzai gli occhi ai suoi ed annuii con imbarazzo, non osando immaginare a come ci fosse arrivato.

'Ti ho fatto così male?' La sua domanda così piena di timore mi fece scappare un sorriso.

Scossi la testa ed appoggiai il capo contro il suo petto, così da evitare ogni singolo sguardo: 'Le ho cambiate io le lenzuola e sono stato io a vestirti, eri così carina mentre dormivi in braccio a me...' Lo sentii togliere una mano dal mio fianco per portarla sulla mia testa ed accarezzarmi.

Zayn stava per dire qualcosa mentre scostava delle ciocche di capelli dietro al mio orecchio, 'la prossima volta ti piace...', ma qualcuno lo interruppe.

La porta davanti a noi si spalancò di botto, sbattendo contro il muro ed una voce familiare la seguì: 'ah, siete voi!?'

Scattai a guardare oltre alla soglia, dove, mio fratello teneva una spalla contro lo stipite e nel frattempo guardava alle sue spalle, 'mamma, puoi venire!' Strillò.

Mi alzai dalle gambe di Zayn e mi spostai accanto a lui, portando le braccia conserte al petto.

Non sapevo cosa dire o fare: le mie intenzioni erano quelle di parlarne con Louis dopo essermi scusata e di trovare insieme un modo per convincere i nostri genitori ma, visto l'inconveniente, mi ritrovai difronte lo sguardo pieno di domande di mia madre e quello quasi vendicativo di mio fratello.

'M-mamma...' Cominciai, mordendomi il labbro inferiore. 'Lui...ecco, noi...' Feci per dire qualcosa così da toglierle ogni dubbio e da mutare quello sguardo severo dal suo volto, ma Zayn intervenne.

'Sono Zayn, piacere di conoscerla'.

Un colpo al cuore mi fece quasi mancare l'aria: presi un profondo respiro e guardai Zayn passarmi accanto con il suo braccio teso e con un sorriso forzato stampato in faccia.

Arrivò difronte a mia madre e soltanto allora potei vedere il suo sguardo saettare da me al moro, distaccata.

Dopo averlo osservato per qualche secondo, senza lasciar trasparire alcuna emozione, allungò anche lei il suo braccio ed afferrò la mano tatuata di Zayn, stringendola. 'Piacere mio'.

Quando le mani di Zayn e quella di mia madre si staccarono, potei vedere gli occhi azzurri e freddi di mia madre spostarsi altezzoso lungo il suo corpo.

Smise di ispezionare il suo corpo e poi risalì al suo volto, inarcando falsamente le sue labbra rosee. 'Sei tu il ragazzo tatuato del quale mi aveva parlato Andy.' Osservò.

A quell'affermazione sentii il mio petto abbassarsi e le mie narici rilasciare un lunghissimo sbuffo d'aria che ormai, per colpa dell'ansia, trattenevo da quando Zayn aveva aperto bocca.

'Mamma, erano in camera, da soli! La voce stridula di mio fratello aumentò alle parole 'da soli', e il suo scattò lamentoso su di essa, come per cercare sostegno da parte sua.

Infatti, mia madre, come potevo immaginare, distolse immediatamente la sua completa attenzione da Zayn e guardò verso di me con la fronte aggrottata.

'Appunto', puntualizzò, guardandomi con severità. 'Penso sia il caso di parlare in privato', mi fece un cenno col capo, indicando il corridoio alle sue spalle, ed io non potei far altro che annuire, consapevole di come fosse fatta mia madre e di cosa avrebbe sbraitato una volta chiusa la porta alle nostre spalle.





[Zayn Malik's pdv]


Non appena Bee chiuse la porta e se ne andò con sua madre, per poter parlare in privato, quel grandissimo coglione di suo fratello andò a sedersi sulla scrivania e tirò fuori il cellulare dalla sua tasca, con l'ovvio intento di aspettare in silenzio che le due finissero.

Ma non era così che doveva andare, o almeno, non era così che avevo programmato.

Camminai spedito verso di lui e quando arrivai a qualche metro di distanza, portai le mani ai miei fianchi e lo fissai a lungo aspettando che fosse la mia ombra su di lui a fargli alzare lo sguardo.

Notai come i suoi occhi seguivano le immagini riportate sul display del telefono e di come i suoi pollici si muovevano rapidamente, ignari che io fossi lì, così decisi di far qualcosa.

'Pensi davvero di far qualcosa con la tua immaturità?' Sapevo di non andare da nessuna parte con il mio tono arrogante ma, per quanto io volessi mostrarmi abbastanza maturo, non potevo far a meno di placare la mia voglia di picchiarlo.

Al suono della mia voce, il castano alzò il capo dal telefono e mi guardò per qualche secondo con un sopracciglio alzato, prima di mutare la sua espressione in qualcosa di malefico.

'Non sarai mica tu a dirmi come devo comportarmi?' Scherzò, posando il telefono sulla scrivania, accanto alla sua gamba.

Continuò a guardarmi scherzosamente, come se volesse prendermi in giro, come se fossi uno stupido idiota...saltò giù dalla scrivania e camminò verso di me, arrivando faccia a faccia, a pochi centimetri dal mio corpo.

I suoi occhi azzurri fissavano i miei, sembravano volessero bruciarmi vivo o fulminarmi con quello sguardo profondo e pieno di rabbia.

'Tu, Zayn, chi cazzo ti credi di essere!?' Un sorrisetto nervoso precedette il suo dito che si puntò sul mio petto.

Mi spinse di poco, il giusto che credeva fosse necessario per farmi barcollare...ma io non feci una mossa, tutt'altro: afferrai con una mano il suo polso e strattonai via la sua mano dal mio corpo, senza staccare gli occhi dai suoi.


[Bee Tomlinson's pdv]


Spalancai la porta della mia camera soltanto dopo aver ricevuto il permesso di mia madre. Odiavo dover stare ai suoi ordini e subire le sue prediche ma, dopo tutto, dovevo per forza farlo se volevo convivere con loro per un'altro giorno.

Era stato abbastanza complicato spiegarle che Zayn si trovava in una brutta situazione con i suoi fratelli e che volesse trasferirsi da Bradford a Doncaster, per evitare di passare dell'altro tempo con loro.

Avevo parlato di piccole complicanze e di caratteri difficili, ovviamente non andai nei dettagli, e le dissi espressamente di essere stata io ad invitare Zayn per fargli trascorrere a casa nostra il poco tempo che occorreva per trovare un posto dove abitare.

Ovviamente, tutto questo dopo averle spiegato passo per passo i motivi e la strada che avevo percorso per arrivare in camera mia, senza farmi sentire.
Dissi di esser passata dalla porta principale ma di non sapere che lei fosse in casa e mi giustificai dicendo che era semplicemente il mio ragazzo, come mio padre le aveva spiegato.

Esatto, il mio ragazzo, Zayn, il mio ragazzo.

Non appena aprii la porta, l'entusiasmo di dire a Zayn che sarebbe potuto restare e che avremmo passato del tempo insieme, così da potersi far conoscere dai miei genitori, svanì.

Lo trovai praticamente addosso a mio fratello: le sue mani lo tenevano per il petto, avvinghiate sulla stoffa della sua t-shirt blu e sembrava lo stesse sbranando con le sue stesse parole, visto lo sguardo sconvolto di Louis.

Non appena sentirono il rumore della porta: Zayn si staccò da lui e strinse i pugni, proiettando il suo sguardo furioso verso di me; mentre mio fratello sobbalzò, allontanandosi da lui e sistemandosi con orgoglio gli abiti acciaccati.

'Testa di cazzo', disse mio fratello, tra i denti.

Lanciò un'occhiata a Zayn con la coda dell'occhio e senza lasciargli dire altro, camminò rapidamente verso di me e mi sorpassò, sbattendo contro la sua spalla contro la mia, ed incamminandosi verso il corridoio.

D'istinto guardai Zayn; era l'unico nella stanza e lo avevo appena beccato con le mani addosso a mio fratello.
Nonostante le varie motivazioni che lo spingevano a farlo, volevo sapere cosa lo avesse fatto incazzare e cosa fosse successo mentre io ero fuori.

Zayn teneva i pugni stretti e guardava di lato, dove non poteva incontrare il mio sguardo.

La sua mascella così contratta e i suoi lineamenti rigidi mi lasciarono intuire che se soltanto non fossi entrata in tempo, avrei rischiato di trovarli in una pozza di sangue e con qualche osso rotto.

'Perché lo stavi picchiando?' Domandai. Non mi avvicinai neanche, lasciai a lui la libertà di muoversi e di venire da me, se avesse voluto farlo.

Le mie parole lo fecero irritare maggiormente, lo capii quando vidi le sue braccia spostarsi ed andare a intrecciarsi l'una con l'altra, al petto e da come il suo petto si alzò per accumulare aria, con l'intento di calmarsi.

Sospirai rassegnata e pensai a lungo prima di parlare ancora; il giusto indispensabile per formulare una frase che lo avrebbe fatto parlare tranquillamente e non urlare come un pazzo.

'Mia mamma ha detto che puoi restare', tentai.
Avevo paura di parlargli quando era così nervoso, non perché potesse farmi qualcosa, ma semplicemente perché litigavamo così spesso che evitarlo non sarebbe stato una cattiva idea.

Lo vidi alzare il capo verso di me, impassibile, e nascondersi nervosamente il labbro inferiore sotto ai denti, prima di riabbassare lo sguardo.

'Se non vuoi restare per mio fratello, capisco...' Forse era meglio non parlare, ma lo feci d'impulso, senza rendermene conto.

'Lo voglio'. Quella fu la sua unica risposta, fredda, ma incisa.


***


Mio padre versò del vino nel suo bicchiere e poi riprese la forchetta argentata fra le mani, per infilzare qualche foglia di insalata.

Zayn al mio fianco mangiava piuttosto a disagio ma si sforzava a farlo visto l'entusiasmo che aveva messo mia madre per apparecchiare la tavola a quello che ormai considerava 'il fidanzato di sua figlia'.

'Come mai hai deciso di trasferirti?' La voce di mia madre interruppe l'interminabile silenzio che ormai si era creato e tutti alzarono lo sguardo a lei, compreso Zayn, che in qualche secondo sembrò impallidire.

Lo osservai preoccupata, ma lui deglutì rumorosamente e poi rispose con tranquillità; 'Beh, non mi piace abitare con i miei fratelli...' alzò le spalle.

Di quella risposta, mia madre non sembrò essere completamente convinta, infatti fece una strana espressione per poi riprendere a mangiare, facendo finta di niente.

'Come si chiamano i tuoi fratelli?' Mio padre, insistente come al solito, guardò Zayn difronte a lui e sorrise aspettandosi una risposta.

Una risposta che, però, da parte del moro, tardò ad arrivare.
Lo trovai con lo sguardo immerso nel suo piatto e a giocherellare con un pezzo di pollo, trascinandolo da un lato all'altro del piatto.

'Harry e Niall', fu Louis a rispondere.

Scattai a guardarlo e sentii lo sguardo di Zayn, accanto a me, fare lo stesso, notevolmente sorpreso.

'Harry, il mio amico...' Continuò mio fratello, rivolgendosi a mio padre. 'Ah, il riccio!' Rispose lui, sbarrando gli occhi entusiasta.

Louis annuì e mio padre spostò il suo sguardo curioso di nuovo su di Zayn, insieme a quello di mia madre. 'Quel ragazzo è davvero tenero, come mai non andate d'accordo?'

Il moro, che ormai non poteva evitare i loro sguardi, si morse ansiosamente il labbro inferiore e prese un profondo respiro.

'Lui è...è diverso da me', rispose, a bassa voce.

I suoi occhi così persi e tristi, la sua voce così delicata e le sue braccia tese, quasi come se il suo corpo fosse improvvisamente irrigidito; confermavano quello che ormai da tempo pensavo: Zayn non aveva scelto di dimenticarsi di Harry da un giorno all'altro e no, non erano i motivi elencati da lui quelli che lo avevano spinto ad andarsene e a smettere definitivamente di aiutarlo.

Non era semplicemente stanco delle loro cazzate, come diceva lui; Zayn non si sarebbe mai stancato di aiutare Harry nonostante tutto.

Bastava fissare per un attimo le sue iridi marroni per capire quanto lui stesso fosse deluso dalle sue parole e non serviva altro per capire quanto mortificato fosse, nei suoi confronti.

C'era dell'altro, ormai per me era ovvio, e non potevo far altro che scaricare le colpe su qualcuno da me conosciuto.

Allungai una mano sotto al tavolo e la appoggiai sulla sua gamba.
Mi bastò toccarlo per percepire la sua tensione.

Il mio tocco sembrò però sembrò non passare inosservato da lui: Zayn si lasciò scappare un profondo sospiro liberatorio ed appoggiò le spalle sullo schienale della sedia, per abbassare il suo sguardo alla mia mano, che lo stringeva.

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