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59- More

"Hostage" | Bradford

A svegliarmi, quella mattina, furono degli strani rumori che mi fecero spalancare gli occhi.

Mi rigirai nel letto e strinsi gli occhi, quando la luce del sole mattutino mi accecò.

'Oh merda Liam, quella canna non vuol dire niente', udii la voce di Zayn nel sonno ma mi limitai a sprofondare il viso sul cuscino, per evitare di essere abbagliata dalla luce.

'Ancora...?' La voce di Zayn suonò come un lamento, 'che palle, ti sto dicendo che va tutto bene e no, non mi drogo', a quelle ennesime parole alzai di scatto il capo ed appoggiai i gomiti al materasso per vedere se fosse tutto un sogno o se Zayn stesse parlando davvero.

Quando socchiusi gli occhi restai per un attimo a fissare la figura del moro, davanti a me, seduto comodamente sulla scrivania.

Battei numerose volte le ciglia prima di riuscire ad inquadrare per bene il suo volto che, a primo impatto, sembrò spaventato nel trovarmi sveglia: 'Liam, smettila o riattacco immediatamente!' La sua voce si alzò leggermente e i suoi occhi si spostarono da me, verso la porta.

Per quale diavolo di motivo stavano parlando di Zayn e di droga nella stessa frase?

Restai a guardarlo incuriosita tanto quanto preoccupata, con addosso soltanto dei boxer grigi e dei calzini corti, neri, seduto con le gambe penzolanti.
I suoi capelli bagnati e sparpagliati sulla sua fronte mi lasciarono intuire che si fosse appena lavato.

'Con...con, sì con lei vanno bene le cose', lo vidi lanciarmi una rapida occhiata mentre alzava il collo e portava una mano sotto al suo mento, per grattarsi.

Stavano parlando di me e la cosa mi portava a farmi palesemente i fatti suoi, ancora assonnata sul letto.

'Niente Liam, ti ho detto niente' alzò gli occhi al cielo, battendo la mano sulla sua coscia, 'ora posso andarmene a vestirmi?' Domandò con sarcasmo.

'Sì, ciao', lo vidi allontanare il telefono dall'orecchio, illuso che la chiamata fosse terminata, per poi riportarlo al suo posto, con gli occhi già rivolti al soffitto 'sì, okay, ciao Liam!' Alzò la voce alla fine della frase, seccato, e poi sbatté il telefono sulla scrivania, saltando giù da essa.

'Buongiorno', i suoi occhi si proiettarono direttamente su di me, insieme ad un dolce sorriso che dipinse le sue labbra.

Sorrisi di risposta e mi girai sul letto, afferrando il lenzuolo bianco che copriva il mio corpo.
Tornai supina e mi sistemai attentamente il lenzuolo addosso, sedendomi con le spalle contro al muro.

'Di cosa stavi parlando?' Domandai, proiettando lo sguardo sulle mie mani.

Sentii il materasso scricchiolare e con la coda dell'occhio trovai Zayn seduto sul bordo del letto, ma rivolto verso di me.

'Era Liam, voleva sapere come stavo', la noncuranza nella sua voce mi fece intendere che, ovviamente, c'era dell'altro e stava tentando di non dirmelo...

'Mh', mi morsi il labbro inferiore, sospirando.

'Ha qualcosa a che fare con ciò che è successo stanotte?' La sua domanda mi fece alzare il capo, lo guardai per qualche secondo e portai una ciocca di capelli dietro ad un orecchio, 'cosa?'

Mi guardò storto, 'il fatto che tu sia così silenziosa', puntualizzò.

Quella domanda mi fece sobbalzarei il cuore; bastarono semplicemente le sue parole per farmi tornare a pensare a ciò che aveva detto e a ciò che avevamo fatto...diamine, non avevo fatto altro che pensarci tutta la notte.

'Anche io ti amo', mi rimbombavano nella mente facendomi battere forte il cuore, ogni volta, come se lo avessi accanto, con le sue labbra morbide posate sul mio orecchio.

Scossi la testa e cercai di eliminare dalla mia mente quelle parole che, nonostante adorassi profondamente, non riuscivo a smettere di sentire pronunciare, come un eco continuo.

Scossi velocemente la testa e riabbassai il capo, silenziosamente.

'Possiamo parlarne se vuoi'. La sua voce ferma e rassicurante mi fece intirizzire, non era quello a preoccuparmi ma ormai aperto l'argomento erano due le cose delle quali parlare.

'Mi ami davvero come hai detto?' Parlai talmente piano che riuscii a rendermi conto di quanto silenzio ci fosse all'interno di quella stanza, in quel preciso momento.

'Sì'. Soltanto un sì, ma detto con sicurezza.

Presi un profondo respiro per rielaborare le cose nella mia mente, ma Zayn mi interruppe, parlando. 'Non so come abbia fatto a non capirlo fino ad ora...' Lo sentii muoversi sul letto ma non feci una mossa e restai zitta, ad ascoltarlo.

'Forse neanche ora so cos'è l'amore ma sono certo che tutto ciò che sento quando sto con te, basti per chiamarlo così', due mani mi afferrarono il viso, lo sentii cercare di alzare il mio capo verso il suo e lo accontentai, guardandolo negli occhi.

Zayn era in ginocchio di fianco a me e mi teneva il viso mentre i suoi occhi mi squadravano rassicuranti, come se volessero accertarsi che non avessi dubbi.

'Capito?' Domandò, annuendo.

Non potei far a meno di sorridere, per rassicurarlo: aspettavo quelle parole da davvero troppo tempo ormai e forse, ciò che aveva detto, era più di quanto sperassi.

'Ora vado a vestirmi, così potrò riaccompagnarti', disse.
Annuii ancora una volta, senza aggiungere altro, e Zayn scese dal letto, camminando verso la porta e dirigendosi velocemente verso il bagno.

Non appena Zayn uscì dalla stanza, mi rigirai sul letto e scostai via le coperte dal mio corpo, accantonando le sul fondo del letto.

Un leggero brivido mi percorse la schiena, facendomi rabbrividire.
Intrecciai le braccia al petto così da coprire il mio corpo ancora nudo ed abbassai lo sguardo alle mi cosce, coperte da un tessuto di cotone nero.

Dovetti riguardarmi addosso più volte prima di capire che l'unico indumento che indossavo, erano i boxer neri, estremamente larghi, di Zayn.

Non ricordavo neanche di averli indossati; non ricordavo assolutamente niente di tutto ciò che era successo dopo quelle parole da parte sua.

Scesi dal letto con ancora le braccia contro il petto e proiettai lo sguardo sul pavimento dove, ancora lì dalla notte precedente, il reggiseno e le mie mutande giacevano.

Raccolsi rapidamente il reggiseno e me lo allacciai sulla pancia così che mi restasse facile infilarlo, dopodiché mi incamminai nella stanza alla ricerca dei miei abiti.

Mi vestii con le stesse cose avevo indossato per andare da Zayn il giorno prima e mi legai i capelli in un'alta cosa di cavallo, con un vecchio elastico che tenevo al polso da tempo.

Dopo essermi conciata in maniera abbastanza decente, uscii dalla sua camera e mi diressi con calma in cucina con l'unico scopo di prendere un bicchiere d'acqua.
Camminai con le punte lungo il buio corridoio, attenta a non fare rumore, ed una volta arrivata in soggiorno, allungai il collo per vedere oltre alla porta aperta della cucina, per assicurarmi che non ci fosse nessuno.

'Oggi se ne va?' Una voce impastata e piuttosto bassa mi fece sobbalzare.

Portai una mano al petto e strinsi gli occhi, prendendo un profondo respiro: da quel che potevo ricordare, quel timbro poteva essere soltanto di una persona.
E non di Niall, non era la sua solita voce maliziosa e piena di cattiveria, ma quella di Harry, soltanto, più strana.

Mi voltai lentamente per guardare in faccia la persona che aveva appena parlato, e quando mi girai abbastanza da poterlo vedere, dovetti socchiudere gli occhi per guardarlo con ancor più concentrazione.

Quello non poteva essere Harry.

Era seduto comodamente sul divano in pelle, difronte alla televisione che però sembrava spenta.

Anche lui, lui come Niall e Zayn aveva un'occhio completamente contornato da un livido violaceo.

I suoi capelli ricci, sempre ben curati, erano spettinati e disordinati sulla sua fronte come quelli di qualcuno impegnato a fare altro da settimane, piuttosto che pettinarli.

Cercai di collegare il cervello alla mia bocca e di ricordare la sua domanda: 'sì...cioè, credo...io...' Non riuscivo a formulare una frase di senso compiuto.

I miei occhi erano impegnati ad ispezionare il suo corpo così magro, la sua pelle così pallida e trascurata...sentii un dolore al petto, ma non uno di quei dolori oggettivi che ti procurano dolore fisico.

Un dolore interno, quasi come dei sensi di colpa.

'Merda, se ne va prima di quanto immaginassi', commentò, con un sorriso amaro.

Seduto su quel divano, non avevo neanche perso tempo a vedere cosa stesse facendo.
Soltanto quando lo vidi portare una bottiglia di vetro verde alle sue labbra, capii perché la sua voce fosse così incrinata e le sue occhiaie così evidenti.

'Perché fai tutto ciò?' La domanda mi scappò spontaneamente.

Non avevo mai avuto la possibilità di chiederglielo di persona, nonostante fosse una delle mie domande più frequenti.

Mi pentii subito dopo per aver parlato, ma tuttavia, a parte le svariate maledizioni che mandai alla mia abitudine di non pensare prima di parlare...camminai verso di lui, incurante.

'Tutto ciò cosa?' Le sue labbra si inarcarono in maniera falsa, uno di quei sorrisi messi a caso subito dopo aver alzato le spalle, 'bere?' Domandò, leccandosi il sapore di liquore sulle sue labbra.

Aggrottai la fronte e impiantai i miei talloni a terra, impedendo a me stessa di far un'altro passo verso di lui.

'Fumare?' Chiese ancora, continuando a mostrare quelle inquietanti fossette.

'Lo faccio perché mi piace farlo Bee, Zayn perché scopa?' Il suo sopracciglio si alzò ed io arricciai il naso, sorpresa da quella domanda inaspettata.

'Scopa perché gli piace farlo', lo vidi strizzare l'occhio e poi riabbassare lo sguardo al boccale della sua bottiglia, scuotendo la testa.

Avevo intuito perfettamente il significato della sua frase, sapevo cosa volesse dirmi, ma sapevo anche cosa comprendesse il rapporto tra me e Zayn e non mi lasciai ferire.

Fece un altro lungo ed interminabile sorso prima di appoggiare la bottiglia fra le sue gambe e di stringerle, 'quello di stanotte è stato un addio come si deve alla sua vecchia casa?' Strinse le braccia al petto, scherzando ancora.

Non mi sprecai neanche a rispondere, soltanto, mi morsi il labbro inferiore e mi costrinsi a non parlare.

'Che c'è, hai urlato così tanto da finire la voce?' Alla fine di quella frase, una profonda risata scappò dalle se labbra e con divertimento batté le mani, continuando a ridere.

Era pessimo, era disgustoso tutto ciò che stava dicendo e se soltanto non fossi stata certa che non fosse Harry a parlare ma l'alcol, sarei scoppiata in lacrime.

Come poteva quel riccio sempre solare e pieno di voglia di vivere, essere arrivato a rispondermi così?

Deglutii rumorosamente e proiettai il mio sguardo sul pavimento in legno che ricopriva il suolo della loro casa.

'Perché ha preso una decisione così drastica?' Me lo chiedevo, non credevo semplicemente che fosse stanco di Niall.

Erano vissuti nella stessa casa per anni ed aveva sopportato cose peggiori di litigi e grida.

'Non credo debba essere io a dirtelo', lo sentii dire.

Quella risatina che seguiva le sue risposte quando era ubriaco, non era affatto divertente.

Non riconoscevo lo stesso Harry che incontravo a casa mia o al ristorante, quando uscivo con Louis; tutt'altro.
Avevo sempre pensato che i loro caratteri fossero troppo diversi per considerarli tre fratelli e in quel momento, come non mai, riconobbi il riflesso di Niall nella sua voce, nei suoi occhi estasiati e persino nelle sue parole.

Alzai lo sguardo al suo e puntai i miei occhi nei suoi, verdi, 'c'è qualcos'altro sotto?', lo guardai con titubanza e quando lui alzò le spalle per confondermi ancora di più, una voce alle mie spalle ci interruppe.

'Cosa dovrebbe esserci, scusa?' La voce quasi incazzata di Zayn.

Scattai immediatamente a guardare nella direzione dalla quale stava parlando ed aprii bocca per inventare una scusa qualsiasi, ma lui mi precedette.

Venne verso di me con le sopracciglia aggrottate e uno sguardo furioso, quasi rabbrividente.

'Penso che dovremmo andare, no?' Si fermò a metà strada, a poca distanza da me, e lanciò un'occhiataccia alle mie spalle, dove c'era Harry. 'Con te parleremo dopo'. Lo avvisò, con ancor più freddezza.

"Hostage" | Doncaster

Durante tutto il tragitto Zayn non aveva aperto bocca: eravamo saliti in auto e Zayn mi aveva costretta a seguirlo, tirandomi per il polso.
Quando salì in macchina, sbatté lo sportello con così tanta rabbia che mi lasciò intuire quanto fosse irritato.

Quando arrivammo al parcheggio di casa mia, Zayn spense il motore della macchina e si girò verso di me, facendomi trattenere il fiato.

Abbassai lo sguardo e lo posai sulle mie mani, restando in silenzio.

'Non voglio che tu parli con lui', asserì, 'non avrò più niente a che fare con loro, e neanche tu'. La freddezza della sua voce mi fece quasi spaventare.

Mi voltai con il capo a guardare fuori dal finestrino e strinsi gli occhi, 'quindi fanculo Harry?'

Da parte sua ricevetti un sospiro seccato, 'fanculo Harry, fanculo tutto Bee', era esausto, era ovvio.

Niall non gli lasciava via di scampo ed oltretutto, dopo tanta fatica per aiutare suo fratello, ci si era messo anche lui stesso ad ostacolarlo.

Presi un profondo respiro per rilassarmi prima di rispondergli, ma Zayn posò la sua mano sul mio ginocchio e mi accarezzò con il pollice, sospirando.

'Va bene...' Mugolai.

Mi girai ed abbassai lo sguardo per guardare la sua mano ferma sulla mia gamba, delicatamente.

Zayn non rispose, spostò la sua mano dalla mia gamba e la portò verso il mio viso dove, con due dita, mi alzò il mento.

'Non prendertela', sussurrò, una volta che i nostri occhi si incrociarono.

Inarcò le labbra in un tenero sorriso e poi si chinò verso di me, socchiudendo gli occhi. 

Posò un dolce bacio sulle mie labbra e poi si staccò a pochi centimetri dal mio volto, per guardarmi negli occhi. 'Hai qualcosa da dirmi?' Mormorò, abbassando le sue iridi verso le mie labbra.

Sorrisi e senza dire altro mi passai la lingua fra le labbra, inumidendole.

'Lo fai apposta?' Domandò.

Feci una risatina e scossi la testa: 'perché dovrei, i tuoi ormoni non sono abbastanza agitati così?' Alla mia affermazione cercai di trattenermi a non ridere ma Zayn, con le nocche di una mano mi accarezzò dolcemente il viso, mentre io lo guardavo con le labbra dischiuse, incapace di compiere alcun movimento.

'E tu li calmi fottutamente bene', sussurrò sulle mie labbra.

Parlò con tanta malizia che potei considerarla la maniera più sporca che avessi mai sentito.

Non risposi, rimanemmo così per un tempo che a me sembrò lunghissimo: lui che fissava le mie labbra ed io che osservavo il suo viso scolpito dai tratti orientali.

Nessuno dei due aggiunse qualcosa fino a quando, lui, annullò definitivamente la distanza tra i nostri corpi, posando le sue labbra sulle mie in modo dolce e leggero.

A quel punto mi lasciai andare completamente, dischiusi le labbra e permisi alla sua lingua di entrare e di giocare con la mia.

I nostri sapori vennero uno al contatto con l'altro, e risentirlo dopo tutto ciò che era successo la serata prima, mi fece quasi scoppiare il cuore.

Avevo in qualche modo paura che qualcosa fosse cambiato tra noi, ma non fu così.

Zayn fece scendere le sue mani dalle mie guancie ai miei fianchi, cingendoli come solo lui sapeva fare, stringendomi e facendomi sentire protetta tra le sue braccia, un'altra volta.

Le mie di braccia invece, avvolsero il suo collo in modo possessivo, mentre le mie mani si insinuavano tra i suoi capelli nei, stringendoli.

Con una mano si staccò dal mio fianco e mi spostò di lato un ciuffo di capelli, accarezzandomi la guancia contemporaneamente la guancia.

Le sue labbra sembra stessero aspettando quel bacio da troppo tempo, nonostante la serata precedente fossimo andati oltre uno stupido bacio...

Ormai ero rimasta senza fiato, ma non avrei mai fatto niente per annullare quel dolce contatto che si era creato tra le nostre labbra.

Purtroppo però, ancor prima che potessi essere io a fermarlo, Zayn riportò entrambe le mani ai miei fianchi e si staccò da me, ansimante.

'Merda', riuscì solo a dire.

Feci un mezzo sorriso e Zayn riprese un profondo accumulo d'aria dalle sue labbra arrossate, 'se restassi qui potrei avere questo ogni secondo...' Non sembrò essere una domanda, più che altro un'osservazione.

Mi guardò compiaciuto ed io feci scivolare le mani fini al suo petto, divertita.

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