51- A date
"Hostage" | Bradford
'Cosa sono queste?' Zayn spostò del cibo sul bordo del piatto con una faccia piuttosto schifata ed io ridacchiai, finendo di masticare.
'Sono ostriche', spiegai.
Lo vidi alzare un lato del suo labbro superiore per poi allungarsi e prendere il piatto della frittura al centro del tavolo.
'Sono buone, provale' gli feci un inutile cenno col capo mentre, con una faccia perennemente schifata, metteva dell'altro cibo sul suo piatto.
Scossi la testa ormai arresa e continuai a mangiare le cose che avevo nel piatto.
'Comunque, ho capito male o hai prenotato una stanza?' Chiesi.
Presi la bottiglia d'acqua frizzante al centro del tavolo e ne versai un po' sul mio bicchiere nel frattempo.
'Hai capito bene' rispose Zayn, con la bocca piena. Continuò a masticare e dopo aver deglutito il pesce che, a quanto sembrava, gli faceva anche abbastanza schifo, continuò: 'voglio passare la notte con te'.
A quelle parole riportai la bottiglia al suo posto e concentrai il mio sguardo su di Zayn, che se la spassava nel selezionare il cibo nel suo piatto, come un bambino.
'Cosa?' Domandai.
Avevo capito bene ma forse era lui quello a non aver capito niente.
Zayn alzò improvvisamente lo sguardo al mio ed inarcò un lato della sua bocca, guardandomi con fare malizioso.
Non sorrisi per niente, anzi, socchiusi gli occhi e lo guardai ancor più intensamente.
'Come sei pallosa' cantilenò, alzando gli occhi al cielo.
Di tutta risposta allungai un braccio sul tavolo e feci arrivare la mia mano proprio accanto al suo piatto. Zayn abbassò caoticamente lo sguardo e quando lo fece, alzai il dito medio.
'Che stronza sei...' Commentò, rialzò lo sguardo al mio ed io mostrai un sorriso soddisfatto, pensando di aver vinto.
Ma quando andai a ritirare la mano per riprendere a mangiare, quella di zayn mi afferrò il polso ed improvvisamente la stessa faccia vittoriosa che avevo io poco prima, l'assunse zayn.
Sbarrai gli occhi facendogli cenno di smetterla, visto che eravamo in mezzo a dell'altra gente; ma zayn sembrò evitarmi completamente con un sorrisetto sghembo.
Tirò il mio polso e portò la mia mano proprio sotto ai suoi occhi. A quel punto lo vidi osservare la mia mano ed io cominciai a tirare, facendo in modo da lasciarmi andare.
La forza di zayn era ovviamente superiore alla mia, mi teneva con superficialità e nel giro di qualche secondo addentò il mio dito medio.
A quell'azione non potei far a meno di guardarmi intorno. La gente proseguiva nel mangiare e nel chiacchierare con disinvoltura, e ringraziai Dio per questo.
Ritornai a Zayn che aveva praticamente stretto i suoi denti candidi intorno al mio dito e riprovai invano di riprendere la mia mano.
'Sei idiota?!' Ringhiai. 'Siamo in un ristorante e questa cosa è fottutamente imbarazzante,' dissi fra i denti.
Mi guardai per l'ennesima volta intorno, con la coda dell'occhio, e dopo essermi assicurata di non aver attirato l'attenzione di nessuno, mollai un calcio a sotto al tavolo, sperando di coglierlo.
Colpii il tavolino ed imprecai mentalmente per il dolore.
Vidi zayn trattenere una risatina e poi fece scivolare fuori il mio dito dalle sue labbra, fino alla punta della mia unghia, che mordicchiò.
'La prossima volta ci penserai' ghignò, riappoggiando la mia mano sul tavolo.
Ritrassi immediatamente il braccio e continuammo a mangiare come niente fosse successo.
Soltanto, evitai ogni discorso od ogni cosa che potesse provocarlo visto che quella sera, i suoi ormoni, sembravano essere alterati.
Verso metà della serata fu zayn ad intraprendere un discorso: oltre alle varie volte che ci eravamo consultati per scegliere le portate, sembrò voler parlare con me di qualcosa che non fosse cibo.
'A proposito di Harry', portò il bicchiere pieno di vino fra le sue labbra e ne bevve un sorso. 'Non voglio che tu ti preoccupi di lui'. Il suolo tono freddo mi fece rabbrividire più delle sue stesse parole. Riappoggiò il bicchiere sulla tovaglia rossa del tavolino e poi si leccò le labbra, senza guardarmi.
'Come posso non farlo!?' Chiesi. Il modo in cui strillai sembrò più un desiderio di picchiarlo.
Lo vidi alzare gli occhi al mio viso mentre si portava un boccone di spaghetti in bocca, per poi riabbassarli, sospirando.
Masticò in silenzio e soltanto pochi secondi dopo rispose, senza guardarmi ancora.
Sembravo stupida, cercavo il suo sguardo in ogni istante ed ogni volta che lo vedevo aprir bocca volevo vedere i suoi occhi nei miei per essere sicura che non stesse mentendo.
Era una specie di sicurezza ormai, sapevo che così facendo non avrebbe mentito ed avrebbe detto tutto, per questo volevo le sue iridi nelle mie.
'Puoi benissimo farlo', rispose.
Aggrottai la fronte leggermente seccata. 'Ma se tutto questo è iniziato per Harry...' Le parole mi morirono in bocca e restai un attimo in silenzio per riflettere.
D'altronde Zayn non sembrava fosse nemmeno così tanto interessato.
'Vuoi lasciarlo morire?' Domandai.
Mi resi conto della crudeltà della domanda soltanto quando lo vidi alzare il capo con velocità.
'No'. Guardò oltre alle mie spalle e prese un profondo respiro, 'voglio semplicemente che tu sia fuori da questa storia'.
Quelle parole mi fecero sussultare il cuore.
Ero un misto tra la rabbia e la tristezza.
Forse dovevo essere contenta di vederlo preoccupato per me e per il fatto di volermi tirar fuori da un casino, ma dall'altra mi sentivo come esclusa da qualcosa che riguardasse lui e la sua vita.
Restai in silenzio e mi sforzai a trattenere le lacrime; era stupido a prescindere, piangere per una questione del genere non aveva senso.
Finii di mangiare il mio piatto di spaghetti e Zayn finì a ruota dopo di me.
La cameriera passò a prendere i piatti sporchi e dopo averli caricati nell'immensa colonna che teneva fra le braccia, ci chiese se gradivano qualcosa da bere o del dolce.
Quando Zayn finì di bere il caffè che aveva ordinato, ci alzammo ed andammo a pagare.
Insistetti come al solito per pagare una parte del conto, soprattutto in quel caso, ma Zayn non mi ascoltò neanche. Pagò tutta la cena ed anche la camera che aveva prenotato: mi distrassi anche per evitare di sentire la quota.
Una delle cameriere ci accompagnò in camera: salimmo le numerose scale e percorremmo un vasto ed illuminato corridoio, prima di raggiungere la nostra porta.
'Ecco a voi'. La ragazza bruna spalancò la porta ed io entrai subito dopo di Zayn.
Lo vidi guardarsi intorno e poi voltarsi verso la cameriera, ancora ferma sulla soglia della porta. 'La chiave?' Chiese.
La ragazza sembrò scuotere la testa, distratta.
Fece un enorme sorriso e dalle mani nascoste dietro alle sue spalle, porse una chiave.
***
Mi sedetti sul letto e mi abbassai per slacciare le scarpe.
Nel frattempo Zayn, in piedi difronte a me, era preso nel togliersi i pantaloni.
La camera era molto grande: il letto matrimoniale era coperto da delle lenzuola blu e di fianco ad uno dei comodino, vi era una poltrona.
Proprio difronte al letto, un giocante specchio rifletteva l'immagine della stanza e agli angoli di essa, vi erano delle alte lampade di luce.
'Sembravi piacere alla cameriera...' Considerai, posando le scarpe al lato del letto.
Sentii una risatina da parte di Zayn e non aggiunsi altro. Mi alzai dal letto e mi voltai dandogli le spalle, per scostare le coperte.
Quando finii di aggiustare le lenzuola ai piedi del letto, presi uno dei due cuscini e lo sistemai come ero solita metterlo per dormire.
Avevo delle strane abitudini che se soltanto non potevo rispettare, finivo per passare la notte in bianco.
'C'è qualche problema se la cameriera fosse interessata a me?' La voce di Zayn mi fece quasi sussultare.
Non mi voltai nemmeno a guardarlo, finii di fare tutto e mi sedetti sul letto, sospirando. 'No, alcun problema Zayn.'
Mi sdraiai e mi girai su un lato, il lato opposto a quello in cui si sarebbe girato Zayn, giusto per evitare di guardarlo. 'Infondo chi sono io per essere gelosa'. Aggiunsi.
Lo sentii fare il giro del letto e poi sedersi sul materasso. 'Sei gelosa?'
Non risposi a quella domanda, mi allungai per afferrare il lenzuolo accantonato ai piedi del letto e mi coprii un po' il corpo.
Nel frattempo sentii Zayn sdraiarsi alle mie spalle e dopo essersi evitato un paio di volte nel letto, parlò ancora: 'cosa non va bene?' Domandò.
A quella domanda persi qualche secondo per riflettere su ciò che davvero non andava fra noi.
Non c'era una cosa precisa, spesso vedevo tutto andare nel verso sbagliato.
'Non va bene tenermi con te per placare le tue voglie da comune ragazzo di ventidue anni' dissi, in tutta tranquillità.
Era doloroso dirlo, purtroppo, ma certe osservazioni da parte sua mi portavano a pensare soltanto quello.
'Non ti tengo con me per questo' la sua risposta arrivò più veloce di quanto immaginassi.
'Certe osservazioni da parte tua non mi fanno pensare ad altro...' Soltanto allora mi ricordai del mio telefono nella tasca dei pantaloni: lo tirai fuori e lo posai sul comodino.
Zayn non rispose, ero felice di averlo ammutolito. Sapevo di aver ragione in quel caso, o meglio, più che ragione avevo il diritto di pensare ciò che pensavo.
Dopo qualche minuto di silenzio, Zayn si rigirò nel letto e sentii il materasso abbassarsi dietro di me. 'Non ti tengo per ciò che hai detto' sentii il suo braccio posarsi sul mio fianco.
'Ah no?' Mi girai e tornai supina sul letto, per poterlo guardare. Lo guardai diritto negli occhi e Zayn si affrettò a distogliere lo sguardo prima di parlare.
'Ho accettato di non toccarti per farti capire che davvero, voglio capire cosa provo per te e che non mi interessa soltanto il tuo corpo'. Gli presi il viso con una mano e gli alzai il capo, obbligando a tenere i suoi occhi difronte ai miei.
'È così difficile capire cosa provi per me?' Domandai. Potei immaginare la mia faccia arrossire per la domanda e per l'esplicità.
Zayn annuì velocemente e si passò la lingua tra le labbra. 'Più di quanto credi'.
A quella risposta non aggiunsi altro: accarezzai la sua guancia con il pollice e sfiorai quella barba fine che, ogni giorno, riempiva sempre di più la sua mascella.
Hostage: 14/08/2014
Fui svegliata dal suono del mio cellulare.
Socchiusi gli occhi, assonnata ed allungai un braccio per afferrarlo, sopra al comodino.
Quando lo portai davanti ai miei occhi, faticai a leggere il nome scritto sul display, ma dopo qualche secondo riuscii a focalizzare senza problemi il nome di 'Louis'.
'Pronto?' Dissi, portandolo all'orecchio.
'Bee, dove sei?' Chiese con calma.
Mi guardai per un attimo intorno cercando di ricordare la serata precedente e poi spostai lo sguardo sul mio petto, dove Zayn dormiva.
Mi accorsi di aver un braccio attorno al suo collo e che la sua mano mi stringeva il fianco.
'Sono con Zayn' dissi, scossi la testa per riscuotere i miei pensieri e poi continuai. 'Siamo andati in un ristorante e poi ci siamo fermati a dormire', spiegai.
'Oh'.
Non seppi descrivere il suo tono, non capii se fosse sorpreso o in parte dispiaciuto.
'Non oso immaginare' aggiunse, subito dopo sentii uno strano verso da parte sua, forse disgustato.
Sapevo come la pensava su di Zayn, non gli piaceva affatto e se solo non ci fosse stato niente tra me e lui, sarebbe stata l'ultima persona ad entrare in casa nostra.
Lo rispettava soltanto per me e gliene ero grata.
'Non devi immaginare niente', lo ripresi con un tono freddo.
'Oh no, ma dimmi... Ha intenzione di far qualcosa per Harry piuttosto che spendere soldi per una camera d'albergo?' Quella domanda mi fece stringere il cuore.
Chiusi gli occhi e presi un profondo respiro, per trovare le parole giuste ma Louis mi precedette ancora. 'Se deve proprio scoparti, posso offrirgli anche il mio letto'.
'Non succede niente fra noi'. Quella volta alzai la voce e mi ritrovai a guardare Zayn, per assicurarmi di non averlo svegliato.
'Smettila di dirlo, va bene?' Chiesi. Mi aspettai una risposta ancora più arrogante da parte sua, come era solito fare, ma dopo le mie parole, sentii soltanto il suono di chiusura.
Aveva riattaccato.
***
Zayn chiuse a chiave la macchina e poi fece il giro dell'auto, per raggiungermi.
Era mattino presto, Louis aveva chiamato verso le cinque e Zayn si era svegliato subito dopo, dicendo di volersi alzare.
Per questo finimmo di far colazione alle sei e mezza e per quando prese la macchina, guidò e tutto, si fecero le sette.
L'aria era fresca ed un leggero venticello penetrava attraverso le nostre ossa, nonostante ci fosse un immenso sole.
Zayn mi venne accanto con l'ovvio intento di invitarmi a seguirlo, e così feci.
Eravamo scesi all'interno dei parcheggi di un enorme centro commerciale e camminammo uno dietro l'altro fino a quando non raggiungemmo l'entrata.
Arrivammo davanti alle porte scorrevoli ed esse si aprirono automaticamente davanti a noi, mostrando l'immensa folla di gente che era lì di mattino presto, per gli acquisti.
Feci qualche rapido passo e mi affiancai a Zayn. Quando gli fui vicina, non sapevo se seguire il mio istinto e di fare ciò che la mia testa aveva deciso di fare.
Ma senza pensarci su a lungo, allungai una mano ed afferrai la sua, calda.
Sentii una stretta poco convinta da parte sua, all'inizio, ma dopo aver girato il capo verso di me e di avermi vista con lo sguardo rivolto al suolo... Strinse fortissimo la mia mano.
'È stato strano dormire con te in un albergo' osservai, coronando a fissare le mie scarpe.
Lo sentii girarsi verso di me con il capo e poco dopo rispose, 'beh sì, la prima volta ti ho rapita in un albergo'. A quel ricordo sorrisi involontariamente ed un senso di nostalgia mi invase il cuore.
Era patetico provare nostalgia di un rapimento, ma avevo incontrato Zayn, i suoi errori, le sue cazzate...ma anche una persona a me speciale.
'Se tornassi indietro?' La mia domanda non aveva una scopo preciso... Soltanto, volevo sentirlo parlare di noi.
Zayn svoltò un angolo nel centro commerciale e superammo moltissimi negozi d'abbigliamento, gioiellerie ed anche alcuni negozi di elettronica; trovando alla nostra destra, infiniti negozi per bambini.
'Se dovessi tornare indietro non farei tutta questa merda per Harry'. Quelle parole furono come un cazzotto allo stomaco, forse per il fatto di Harry o forse per il 'non voler fare tutta questa merda'; tutto sta che voltai il capo alla mia sinistra e fissai dei peluche, delle bambole e molto altro per non iniziare a piangere.
Camminammo per qualche altro metro sorpassando negozi che, in tutta onestà, non capii neanche cosa vendessero.
E quando la mano di Zayn mi tirò leggermente, invitandomi ad entrare in uno dei tanti piccoli negozi schierati ai nostri lati; fui costretta a voltare il capo per vedere dove mi stesse portando.
Girai i tacchi e lo seguii, trovandomi davanti ad un enorme e ripeto, enorme, negozio per bambini.
Una grande scritta colorata, esposta sopra di noi, attirò la mia attenzione: sudi essa vi era scritto 'Toys center', in diversi colori e, alla fine della scritta, un pupazzo a forma di orso.
Entrammo e ai nostri lati vi erano numerose decorazioni per esterni. Decorazioni per bambini ovviamente, che variavano da casette in plastica, ad altalene.
Un piccolo cancelletto si aprì proprio davanti alle nostre gambe ed davanti a noi trovammo infinite corsie divise per il sesso, l'età ed il genere di giocattolo.
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