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50- Stranded Wires.

"Hostage" | Doncaster

Zayn era quasi nudo con soltanto dei boxer grigi addosso. Era seduto sul bordo del mio letto.

Lo vidi stringere le sue labbra in una linea sottile e battere la mano sul materasso, facendomi cenno di sedermi.

In quell'istante non pensai più di tanto a cosa volesse fare, mi mossi soltanto.
Era difficile riacquistare fiducia nei suoi confronti ma ci stavo mettendo l'anima.

Andai verso di lui scollegando la mia mente dal mio corpo e non appena mi sedetti al suo fianco, Zayn si sdraiò con la schiena sul letto.

'Vieni sopra le mie gambe' disse, mentre con i gomiti faceva forza per portare il suo intero corpo sopra al letto.

'Perché?' Mi girai a guardarlo, confusa: scrutai il suo corpo sdraiato supino sul mio letto e poi salii con lo sguardo fino al suo volto.

'Perché devi soltanto darmi una mano,' rispose, allungò un braccio verso di me e mi afferrò il polso, tirandomi verso di se. 'Giuro che non ti toccherò minimamente, ho capito che non vuoi' cercò di assicurarmi, annuendo.

Mi tirò ancora ed uno sguardo implorante si fece spazio sul suo volto; così lo accontentai.

Strattonai la mia mano, liberandomi dalla sua presa e mi alzai in piedi.
Andai difronte a lui e, dopo averlo guardato in faccia per qualche secondo, presi tutto il coraggio che avevo in corpo e decisi di lasciarmi andare.

Salii a cavalcioni su di lui e quando andai a sedermi intorno al suo bacino, come ero solita fare, le mani di Zayn mi bloccarono, afferrandomi i fianchi. 'Più giù' strizzò l'occhio, guidandomi con le mani all'altezza delle sue cosce.

'Non ha senso ciò che stai facendo' lo guardai diffidente.

Pensai che così facendo avrei capito cosa volesse fare, ma una risposta abbastanza fredda arrivò poco dopo da parte sua, azzittendomi. 'Lo dici tu'.

Mi prese il viso tra le mani e sorrise dolcemente, tirandomi delicatamente verso di se.

Chiusi gli occhi e gli presi i fianchi quando Zayn fu abbastanza vicino da poter unire le nostre labbra, ma la sensazione che percepii fu leggermente più delicata del solito.

Sentii la sua lingua accarezzare lentamente il mio labbro inferiore, ricalcandone la forma.

Centinaia di brividi mi percorsero la spina dorsale e senza il mio volere strinsi le dita attorno ai suoi fianchi, facendolo mugolare.

Ripercorse svariate volte le mie labbra con quel movimento, inumidendo con la punta della sua lingua la mia bocca ed io mi godetti ogni istante di quel momento a dire poco fantastico.

'So che non vuoi far l'amore con me' sussurrò sulle mie labbra. Con i pollici mi accarezzò le guance mentre lentamente si scostava dal mio viso.

Sbattei più volte le ciglia quando lo sentii lontano da me e lo guardai diritto negli occhi, aspettando che parlasse.

'Non voglio farti credere che il mio scopo sia quello' disse. Non potei far a meno di abbassare lo sguardo alle sue labbra che si muovevano sciolte, mentre ancora mi accarezzava le guance con i polpastrelli.

'Quindi mi aiuterai soltanto.' Concluse.

Il suo pollice mi accarezzò il labbro inferiore, muovendolo sotto al tocco delle sue dita, ed io restai immobile, con gli occhi stretti, fino a quando non tornò con la schiena sul letto.

Soffermai il mio sguardo sulle ali tatuate sui suoi pettorali ed osservai il ritmo dei suoi respiri, restando in silenzio.

'Non ho intenzione di portarmi a letto un'altra ragazza che non sia tu, né tanto meno di bere litri di alcol per rilassarmi' disse, a quelle parole, alzai di scatto lo sguardo al suo volto.

Lo vidi sorridere ed io, non potei far altro che aggrottare la fronte, invece. 'Hai intenzione di fare qualcosa lontanamente somigliante al sesso che io, sicuramente, non conoscerò?' Chiesi, alterata.

Zayn fece una risatina alle mie parole, e si portò una mano dietro alla testa. 'No, niente che tu non conosca, tesoro' ridacchiò.

'Allora?' Domandai ancora.

'Allora niente, non far domande' ordinò. L'altra sua mano si staccò dalla mia gamba ed andò a posarsi sulla sua pancia.

Osservai i suoi movimenti; tuttavia, da quando la sua mano tatuata si era posata in quel punto, potevo dire di aver capito tutto.
Le dita di Zayn si infilano sotto all'elastico dei suoi boxer e di volta in volta, l'intero dorso tatuato si nascose sotto al tessuto grigiastro.

Alzai gli occhi al suo viso, soltanto un attimo, un attimo per accorgermi delle sue iridi marroni ferme ansiosamente su di me, e poi mi affrettai a tornare con lo sguardo dov'ero prima.

La sua mano accarezzava lentamente la sua lunghezza ancora intrappolata sotto ai boxer e ad ogni movimento, le sue dita stringevano sempre più forte quella che, rapidamente, divenne in erezione.

Continuò con quel movimento fino a quando un profondo gemito non scappò dalle sue labbra.

Mi sbrigai ad alzare lo sguardo al suo viso e mi sentii avvampare quando lo trovai con gli occhi socchiusi verso l'alto e con le labbra strette in una linea sottile.

Allungai una mano con titubanza verso il rigonfiamento sui suoi boxer e mi accorsi di star quasi tremando.

'Fallo, fa ciò che vuoi' le parola di Zayn scapparono come un lamento e mentre con una mano aumentava il ritmo, l'altra la posò sulla mia coscia.

Lo sentii stringere fortissimo le dita attorno alla mia pelle e proprio quando stavo per mettere da parte l'imbarazzo, una voce mi fermò.

'Bee, dove sei?' La voce di mio fratello proveniva sicuramente dalla cucina.

Sbarrai immediatamente gli occhi e
ritrassi le mani. 'È Louis!' Cercai di non urlare, parlai fra i denti e balzai giù dal suo corpo.

Zayn subito dopo di me saltò su dal letto e corse a raccogliere i suoi jeans.

Mentre io sistemai la mia maglia per non destare sospetti a Louis, Zayn infilò i pantaloni.

'Io vado, tu vieni dopo e dì che eri in bagno' affermai; era l'unico modo per non farlo permeare male.

Zayn non mi degnò di una risposta, sospirò nervosamente continuando ad allacciare la cintura dei pantaloni. Lo lasciai fare e decisi di raggiungere mio fratello per inventare qualcosa.

Quando afferrai la maniglia, per aprire la porta, Zayn alle mie spalle intervenne, facendomi voltare verso di lui.

'Come posso presentarmi in queste condizioni?' Indicò le sue gambe ed io abbassai lo sguardo alla sua erezione, ancora evidente sopra ai jeans.

Sentii le mie guance prender fuoco e mi morsi il labbro inferiore, rialzando lo sguardo a lui: 'copriti'.

Detto ciò mi affrettai a girarmi e ad aprire la porta. Era abbastanza imbarazzante la situazione in se e parlarne non migliorava di certo le cose.

Mentre percorrevo il corridoio, udii nuovamente Louis chiamarmi ed io accelerai il passo per arrivare in soggiorno.

'Bee, vieni che c'è anche...' Stava strillando ancora quando varcai la soglia.

Lo trovai seduto sul divano e non appena mi diva, si ammutolì all'istante. Sorrise soltanto ed io ricambiai, spostando lo sguardo accanto a lui, dove il suo amico riccio era seduto.

Quest'ultimo si passò una mano fra i capelli e li scompigliò, mostrando uno dei suoi più belli sorrisi. 'Volevo dirti che c'era Harry', continuò mio fratello.

Ero felice ma nello stesso tempo preoccupata. E non soltanto perché nell'altra stanza ci fosse Zayn, ma anche perché ricordavo gli ultimi fatti che erano successi fra Harry e Zayn, fra Harry e Niall e mi faceva contorcere lo stomaco. Sembrava un ragazzo così solare e buono che immaginarlo far casino con Niall per indispettire Zayn, mi faceva ribollire il sangue.

'Ciao' dissi, sorridendo. 'Nell'altra stanza... Cioè, in bagno c'è...' Volevo avvisarlo di Zayn e sperare che così facendo se ne sarebbe andato, per evitare di vederlo ma non riuscii a concludere la frase che Zayn spuntò alle mie spalle.

'Zayn?' Harry lo guardò di fianco a me inarcando un sopracciglio ed io sentii il fiato mancarmi.

'Cosa ci fai qui?' Zayn mi sorpassò di qualche passo ed aggrottò la fronte.

'Io?!' Harry si indicò, sbarrando gli occhi. 'Forse tu, cosa ci fai qui!' Rise istericamente.

Mi allarmai subito nel vederlo così pieno di ironia nei confronti di suo fratello e scattai a guardare Zayn, che aveva già stretto fortissimo la mascella.

'Stanno insieme, no?' Mio fratello intervenne al fianco del riccio e lo ringraziai mentalmente per non aver detto qualcosa contro di Zayn, stranamente.

Peccato che si limitasse a parlare in base a ciò che aveva sentito dire a mio padre e che non fosse la verità quella.

'Da quando?' Il riccio spostò lo sguardo tra me e Zayn, piuttosto confuso. 'Da quando ci pare' Zayn al mio fianco guardò malissimo suo fratello.

Quest'ultimo fece un verso di disgusto e poi distolse lo sguardo, indignato.

Sentii la mano di Zayn vagare al mio fianco, alla ricerca di qualcosa. E quando le sue dita sfiorarono il palmo della mia mano, mi afferrò e mi tirò attirò a se. 'Stavamo appunto uscendo'. Concluse.

"Hostage" | Bradford

'Ti piacerebbe far cena insieme a me?' Mi girai di scatto verso di Zayn e lo guardai incredula, mentre guidava lungo la strada trafficata ed illuminata soltanto dai lampioni.

I fari delle altre macchine riflettevano suoi suoi occhi facendoli brillare.

Non udendo alcuna risposta da parte mia, il moro ai girò un attimo per guardarmi e sorrise dolcemente. 'Parlo sul serio, vuoi o non vuoi?' Chiese, prima di tornare alla strada.

Ovvio che volevo.
Se mi avessero messo a disposizione soltanto una stanza o un giorno di vita avrei desiderato passarlo con lui, anche passandolo semplicemente a parlare.

'Ma... I soldi Zayn...' Lui capì cosa stavo cercando di dire e infatti intervenne, senza lasciando concludere. 'I soldi? I soldi lasciali perdere.' Disse.

Lo vidi girare il manubrio per sorpassare qualcuno e poi premere più forte il piede sull'acceleratore.

Non sapevo cosa dire. Non volevo fargli spendere soldi anche se lui mi pregava di non pensarci. Non volevo togliere una delle piccole possibilità che aveva per salvare suo fratello.

Feci per parlare, quando Zayn mi precedette. 'Se stai pensando ad Harry, smettila di farlo perché sono stanco di limitare la mia vita per qualcuno che non lo merita'.

Era impazzito. Lo guardai come se alle sue spalle fosse spuntato un mostro ma lui non fece una mossa.

Okay, era arrabbiato con lui per ciò che aveva fatto e, a quanto aveva cercato di dire, avevano anche litigato... Ma non poteva parlare così.

'È la tua rabbia a parlare Zayn, non tu' dissi. Vidi le sue mani stringere ancora più forte il manubrio mentre sulla sua faccia non mutava alcuna espressione.

'So quanto tieni ad Harry, te ne pentirai'. Continuai. 'Anzi, anche io parlerò con papà per questa cosa e tu dovrai collaborare'.

La sua lingua passò fra le sue labbra carnose, inumidendole e lo sentii prendere un profondo respiro dal naso.

Si stava agitando, era evidente, ma non importava.
Non potevo permettergli di comportarsi così per poi pentirsene quando la sua rabbia sarebbe svanita.

'Harry ha fatto un enorme cazzata' cercai di spiegare, 'fumare erba nelle sue condizioni non gli fa bene ma la sua malattia va comunque curata.' Mi girai a guardare fuori dal finestrino e vidi le macchine correre dall'altro lato.

Era snervante non ricevere risposte da parte sua, ma era fatto così. Non volevo rischiare di farlo incazzare e di farlo urlare contro di me, per questo non insistetti.

Restammo in silenzio, entrambi.
Mi concentrai al rumore della strada, delle macchine ed appoggiai la tesa contro il finestrino.

Restammo così per almeno dieci minuti, dieci minuti di un silenzio quasi rilassante; fino a quando la voce di Zayn non mi fece tornare alla realtà.

'Pronto?' Mi girai a guardarlo mentre teneva il telefono contro il suo orecchio. 'Sì, sono Zayn Malik' restò un attimo in silenzio, forse ascoltando la voce dall'altra parte.

'Sì, z-a-y-n' sbuffò, scandendo ogni lettera del suo nome. 'Vorrei prenotare un tavolo ed una stanza per stanotte'.

Quando sentii quelle parole mi venne quasi voglia di picchiarlo, possibile che doveva fare sempre di testa sua?
Ma, nonostante fosse una cosa che avrebbe potuto evitare però, la rabbia venne subito sostituita dalla felicità.

Era inutile nasconderlo, ero comunque la persona più felice del mondo.

***

Quando scendemmo dalla macchina fui colpita da un vento gelido, nonostante fosse ancora estate.
Mi strinsi nelle spalle e portai le braccia conserte al petto, raggiungendo Zayn dall'altra parte.

Quando gli arrivai vicino mi circondò i fianchi con un braccio e mi attrasse a se, camminando verso l'ingresso.

Il ristorante si chiamava 'the shard', all'esterno, un'enorme scritta verde, luminosa, era appesa sopra di esso.
Esattamente sopra alla scritta vi era un altro piano, quello dove vi erano le stanze per dormire.

Si potevano vedere le numerose porte che portavano all'interno di ogni stanza. Per il resto, non riuscii a notare altri particolari di quel posto vista la rapidità dei nostri passi.

Entrammo all'interno e quando le porte scorrevoli si chiusero alle nostre spalle, Zayn lasciò il mio corpo infreddolito e mi prese la mano.

Un uomo calvo, sulla quarantina, era immobile su un angolo della stanza, con le braccia alle spalle e con un sorriso cordiale stampato in volto.

'Buonasera signori' fece un gesto col capo e noi ricambiamo in sincronia, entrando all'interno del ristorante.

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