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5- Hatred

Zayn Malik's point of view

Salii rapidamente le scale e sparii lungo il corridoio di casa mia.
Mi affrettai a far tutto questo pur di non sentire le tante ridicole affermazioni da parte di mio fratello.

Ero palesemente schifato dai suoi atteggiamenti nei confronti delle donne.

Per carità, non sto dicendo che io fossi chissà quale buon bravo ragazzo; semplicemente mi limitavo a placare i miei ormoni e a non portare a letto  qualsiasi essere vivente possedente di un sesso femminile.

Non ero nemmeno un ragazzo per le relazioni serie, per le parole dolci, per mazzi di fiori e per collanine con il cuore spezzato; ma non ero nemmeno uno di quei tipi che ti lanciano occhiatine, pensando già alle peggiori posizioni da applicare a letto.

Entrai in camera mia e chiusi la porta alle mie spalle: mi gettai poi sul letto a peso morto e mi stropicciai gli occhi con le dita.

Quella sera, più di ogni altra, non vedevo l'ora di andare a letto e rinchiudermi nel sonno più profondo.

Sentivo le porte chiudersi e riaprirsi continuamente, udivo anche strani rumori provenire dalle camere affianco e la sua squallida voce. Intuii che Niall stesse già portando Bee a conoscere la casa.

Ed ero pronto a chiudere definitivamente i miei occhi per potermi rilassare e spegnere finalmente il mio cervello da quella che era stata la mia vita negli ultimi giorni: una vera e propria tortura.

Bee Tomlinson's Point Of View

Il ragazzo biondo mi aveva rinchiuso nella sua camera, girando la chiave prima di uscire e portandola con se, là dove era andato a fare qualcosa di sicuramente più importante.

Ed io odiavo stare negli spazi stretti, rinchiusa, con l'aria che mi mancava e nessuno che potesse dirmi una parola per distrarmi.

Soprattutto in quel caso; sapevo che di certo le intenzioni di quei due non erano buone e che se fossi scoppiata in lacrime, mai nessuno sarebbe accordo a consolarmi e a portarmi via da quella casa.

Però, se dovevo essere onesta con me stessa, avrei preferito rimanere chiusa in quella stanza per il resto della mia vita pur di non rivedere quelle due facce.

Tuttavia, le uniche cose che avevo capito di quella storia erano che in qualche modo centrava mio padre e i suoi soldi; insomma era quella la causa per la quale ero finita nelle mani di due ragazzi con cattive intenzioni.

E per la centesima volta nella mia vita mi ritrovai ad odiare la mia vita, i miei privilegi, il tanto denaro che mio padre aveva accumulato e con il quale ci aveva cresciuto.

'Coglione', lo aveva chiamato Niall, e questo lasciava molto da pensare di quali fossero le loro opinioni a proposito di mio padre.

Mi guardai intorno, con la speranza di vedere una finestra o qualcosa di simile sul quale mi sarei potuta affacciare per prendere un po' d'aria.

E mi rincuorai quando, proprio dietro di me, notai un'ampia finestra occupare gran parte della parete.
Era chiusa. I vetri erano serrati e le serrande non lasciavano intravedere assolutamente niente di ciò che vi era al di fuori.

Mi diressi rapidamente verso di essa e mi sbrigai ad aprire i vetri, nonostante la serranda non mi permettesse di godere al massimo di quel piccolo privilegio.

Posai le mie mani sulla soglia, e godetti per un attimo di quella sensazione di frescura che potevo percepire soltanto da lì dietro.

'Tesoro, cos'hai intenzione di fare?'
Riconobbi all'istante quella voce, quell'accento.

Tuttavia, anche se conoscevo quei due ragazzi da pochissimo tempo e le mie impressioni fossero scarse, nei loro confronti; avevo ben definito i timbri di entrambi, considerando la voce di Zayn più rauca, e quella di suo fratello squillante.

Sobbalzai all'istante, non appena quel suono persuase le mie orecchie, e proprio difronte a me trovai il biondo con un sorriso sornione stampato in volto.

Per qualche secondo sentii il respiro mancarmi e potei percepire la mia pelle sbiancare notevolmente, a causa del poco fiato che avevo in bocca.

Portai una mano sul petto cercando di riprende un respiro piuttosto regolare e lo guardai male, ricevendo soltanto degli sghignazzi da parte sua.

'Se le tue intenzioni sono quelle di scappare...' cominciò, avvicinandosi pian piano a me.

La sua mano si allungò nella mia direzione, con prudenza, intanto che lentamente, passo passo, era sempre più vicino.

'Puoi già rinunciarci', mugolò con voce flebile, leccando morbidamente il suo labbro inferiore.

Le sue dita sfiorarono la mia guancia, ed immediatamente dei brividi precorsero la mia spina dorsale, a causa del ribrezzo.
Spostò dolcemente, se così si poteva definire il suo tocco, una ciocca dei miei capelli castani dietro al mio orecchio e sorrise subito dopo.

'Non sei nessuno', sbottai.

Afferrai di colpo il suo polso e scaraventai via la sua mano dalla mia faccia, indietreggiando di qualche passo, pur di allontanarmi dal suo corpo.

L'espressione sul suo volto, alla mia azione, fu in qualche modo indescrivibile.
Sembrò rimanere stravolto dalla mia risposta, dalla mia sfrontatezza e dal modo coraggioso con il quale lo affrontai, nonostante fossi tremendamente impaurita.

Osservò attentamente la mia mano prima di salire con lo sguardo, ed inquadrò i miei occhi scuri, a differenza dei suoi.

'Come, scusa?' Domandò con un falso sorriso stampato in faccia, guardandomi.

Nella sua voce non c'era alcun tono di ironia, soltanto un nevrotico sorriso capace di trasmettere terrore.
Parlò con una voce così tanto ferma e gelida che fece raggelare il mio cuore, inevitabilmente.

Ma come ogni volta nella mia vita, seppur fossi la persona meno forte al mondo, non riuscii a controllare il mio carattere impulsivo e non mi lasciai mettere i piedi in testa, lasciandomi scappare ciò che forse non avrei mai dovuto dire.

'Hai capito benissimo!' Cercai di non lasciarmi intimorire, per questo presi un profondo respiro e puntai i miei occhi nei suoi, 'non mi fai paura'.

E quelle parole furono come la goccia capace di far traboccare il vaso, per quel pazzo che forse avevo sottovalutato fin troppo.
Senza che potessi accorgermene, le sue mani afferrarono le mie spalle e mi spinsero brutalmente all'indietro, facendomi cadere a terra, sul freddo pavimento di quella casa.

I miei palmi si posarono istintivamente sul terreno, incapaci di compierà qualsiasi altro gesto, e i miei occhi si alzarono sbarrati al ragazzo che mi stava fissando dall'alto, torreggiando su di me.

'Ripetilo!' Mi provocò ad alta voce, stringendo i pugni.

Ma per la prima volta nella mia vita, forse a causa della situazione nella quale non mi ero mai trovata prima, strinsi le mie labbra e mi tirai su a metà busto, cercando di riprendere le forze.

Lo guardai male per qualche secondo; giusto il tempo di ritrovare il coraggio e di incidere nel mio cervello cosa quel cretino fosse stato in grado di farmi; dopodiché gli urlai contro.

'Sei impazzito o cosa!? Potevi rompermi qualcosa!' Sbarrai gli occhi e cercai lentamente di alzarmi, mente lui continuava a guardarmi.

Mi guardò freddo.

Quello sguardo impassibile e fermo su di me, potrò considerarlo come la cosa più irritante e poco rilassante al mondo.
Così, non appena tornai in equilibrio sui miei piedi, accumulai tutte le forze che avevo in corpo e lo spinsi fortemente per il petto, cercando di allontanarlo da me.

Ma il suo corpo non si mosse nemmeno di un millimetro; tutt'altro.

Alla mia azione sgranò gli occhi e in un attimo mi bloccò i polsi, prendendoli con la sua possente stretta.

'Non provarci, capito?' Ringhiò. Il suo viso era attaccato al mio, così vicino che potei sentire il suo naso sfiorarmi la pelle, mentre con rabbia mi sbattè violentemente al muro.

Mugugnai di dolore, sia per la spinta che per  il dolore che in quel momento mi stava provocando ai polsi, mentre stringeva in una maniera incredibile le mie ossa.

'Non devi provarci mai più', mi impose, stringendo i suoi occhi in due fessure: 'mai più, hai capito!?' Ripetere, alzando la voce.

E non ricevendo alcuna risposta da parte mia, strinse di più forte la sua presa e mi fece gemere dal dolore.

'Smettila, cazzo!' Urlai in fine, esasperata, stringendo forte i denti.

'Lasciami, mi stai facendo male!' Insistetti,  scuotendo le mie braccia e cercando inutilmente di liberarmi da quella stretta letteralmente indistruttibile.

Mentre il biondo risultò irascibile ad ogni mio tipo di lamento, tenendo i suoi occhi nei miei, freddamente e privi di emozioni.

Per un attimo mi mancò il respiro.

Percepii una tremenda fitta di dolore invadere il mio stomaco, mentre un nodo di terrore cresceva lungo la mia gola.

Deglutii rumorosamente, cercando di rimuovere quel pesante macigno che si era posato sul mio petto e che costantemente mi stava facendo mancare l'aria.

E quando sul suo volto si stampò un lieve sorriso, come se stesse per fare qualcosa che da tanto aspettava, la porta alle nostre spalle si spalancò di colpo, fermandolo.

'Cosa diavolo stai facendo!?' A quella voce, il sorriso di Niall sparì improvvisamente dal suo volto e quell'espressione maligna mutò immediatamente in qualcosa di più furioso ed incontrollato.

Si voltò caoticamente, senza lasciare minimamente i miei polsi, ed incrociò lo sguardo di suo fratello.

Zayn non esitò e fece qualche passo svelto verso di noi, probabilmente vedendo quale fosse la situazione e rendendosi contro che la cosa stesse degenerando più del dovuto 

'Non mi sembra ci fosse questo nel nostro patto', lo rimproverò il moro, arrivandogli di fianco.

Non appena gli fu abbastanza vicino, afferrò la sua spalle ed impugnò fra le dita la stoffa della sua maglia, strattonandolo nervosamente all'indietro.

Finalmente le sue mani abbandonarono il mio corpo.

'Voglio capire cosa cazzo ti salta in mente!' Gli urlò contro, la sua voce diventò improvvisamente più stridula e fredda.

Il biondo sembrò aprir bocca per ribattere, ma ancor prima che potesse farlo, Zayn lo spinse prontamente all'indietro e strinse le sue mani in due pugni: 'cretino!'

E senza dire altro, si voltò furiosamente verso di me e scrutò attentamente il mio corpo, assicurandosi che fosse tutto apposto: 'devi stargli alla larga', asserì.

Le sue parole mi fecero aggrottare la fronte, senza che potessi minimamente controllare la mia bocca, 'mi ha sbattuta a terra!' Esclamai, sbarrando gli occhi. 

Pensare che mi aveva esplicitamente detto di evitare suo fratello, quando, fino a poco prima mi aveva liberamente lasciata andare con lui; mi faceva ribollire il sangue nelle vene.

'Non mi interessa', mi azzittì, il suo capo si voltò nuovamente verso il corpo inerme di suo fratello e lo fulminò con lo sguardo: 'non voglio avere a che fare con la giustizia per colpa del tuo poco controllo', lo rimproverò.

'Ne avrete a che fare comunque', intervenni.

Di certo, se per avermi tirata fuori dai guai e per avermi liberata dalle cattive intenzioni di suo fratello, si aspettava che lo avessi ringraziato e che poi avrei assecondato tutti i suoi piani; si sbagliava di grosso.

'Ecco!' Esclamò il biondo, indicandomi, 'continua pure a difenderla!' Provocò suo fratello, facendo un prepotente cenno col capo.

'È solo ciò che vi siete cercati!' Ribattei, 'pensi che una volta fuori da qui ve la lasci passare liscia!?' Una risatina scappò involontariamente dalle mie labbra, mentre il mio sguardo non tralasciava minimamente alcun dettaglio del suo volto altezzoso e colmo di presunzione.

'Finitela!' La voce di Zayn aumentò a dismisura, improvvisamente, facendoci scattare nella sua direzione.

Il suo volto aveva assunto un colorito piuttosto rossastro, e le vene crebbero lungo il suo collo, prorompenti: 'siete due fottuti bambini!'

'Oh certo Zayn', il biondo scosse agitatamente la testa e lo prese in giro, facendo una risatina: 'prenditela pure con me', lo sfidò.

'Con chi diavolo dovrei prendermela!?' Sbraitò.

'Sei ridicolo, Zayn', osservò: i suoi occhi azzurri vagarono sul volto cupo di suo fratello e non smise per un istante di  mantenere quel sorrisetto sghembo sulle sue labbra: 'portala pure nella tua camera, lì sarà al sicuro!' Lo provocò.

'Voglio andare a casa', affermai.

I miei occhi cominciarono a bruciare inevitabilmente, non appena il mio cervello immaginò quale potesse essere l'atmosfera a casa, in mezzo alla mia famiglia, con mio fratello, a raccontare le nostre esperienze.

Ma senza alcuna pietà, Zayn mi guardò con i denti stretti e scosse la testa: 'non andrai da nessuna parte'.

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