49- I'm Zayn
"Hostage" | Doncaster
[Bee Tomlinson's pdv]
Aspettai per qualche ora che Zayn mi richiamasse. Aveva detto che mi avrebbe cercato lui e non avrei voluto farlo io.
Magari lo avrei disturbato o peggio ancora lo avrei trovato dell'umore sbagliato e lo avrei fatto innervosire. E ancor prima di questo, non volevo sembrare insistente e stupida nei suoi confronti, finendo sempre per essere l'unica a cercarlo.
Perciò, dopo essermi preparata andai in cucina. Era ormai mezzogiorno e i miei genitori erano a casa da qualche minuto.
Non si erano nemmeno scomodati a chiamarmi per il pranzo, nonostante fosse pronto, ma tralasciai e mi diressi a tavola, sedendomi proprio difronte a papà.
'Tesoro, dov'eri?' Domandò mio padre, mangiando un boccone di pollo.
'In bagno', lo ammonii.
Presi la pentola posta difronte a me e preparai il mio piatto in silenzio, sperando che non facessero altre domande.
E come avevo previsto, pranzammo in silenzio e nessuno parlò, tanto meno Louis che sembrava ancora arrabbiato per la discussione della serata precedente.
Gli avevo risposto male e per l'ennesima volta lo avevo offeso, senza che avesse fatto niente per meritarlo.
Gli avrei parlato a breve, ovviamente; aspettavo soltanto che i miei tornassero a lavoro dopo che mamma finisse di lavare le stoviglie e poi mi sarei dedicata a lui per porgli le dovute scuse.
Mio padre era andato in soggiorno a leggere il suo solito giornale e nella stanza non c'era nessun altro che io, mentre me ne stavo seduta sul tavolo e Louis nel posto accanto al mio, ad osservarmi sottocchio.
A volte lo vedevo posare lo sguardo su qualcosa a caso, per non farsi notare.
E improvvisamente, quando pensai a quanto quella casa fosse drammaticamente silenziosa e triste, mi alzai di scatto dal tavolo, udendo il campanello suonare.
Forse era quello uno dei tanti momenti per i quali mi ero trasferita in America.
Il tetto silenzio e la tanta tristezza che invadeva la nostra famiglia non erano affatto il mio genere di posto preferito; ma comunque preferii non pensare a quelle cose in quel momento.
Andai verso la porta mentre mia madre continuava ciò che stava facendo, sentii Louis seguirmi per una buona parte del tragitto fino a quando non arrivò in soggiorno.
Si andò a sedere accanto a nostro padre e mise i piedi sul divano, stringendosi le gambe al petto.
Afferrai il citofono e lo portai all'orecchio, chiedendo chi fosse.
Sentii Louis dirmi di non aprire nel caso in cui non rispondessero ma non gli risposi nemmeno.
Tutt'altro, irrigidii e strinsi fra le mani la cornetta quando la voce profonda di Zayn pronunciò un 'sono io', piuttosto basso.
La riportai al suo posto e pensai che non era una buona idea quella di farlo entrare davanti a mio padre, mia madre e le loro infinite domande.
Sapevano che era un amico di Louis e Zayn non sapeva di trovarli lì, non li conosceva neanche e sentivo che qualcosa sarebbe andato storto.
Di certo, però, non poteva restare là fuori.
Presi un profondo respiro ed aprii lentamente la porta. Mi aspettai di trovarmelo difronte, silenzioso e distaccato come al solito...
Ma cazzo, quando le monotone cose che solitamente non sopporti preferisci che accadano, quel qualcuno ti sorprende.
Zayn mi si lanciò addosso, ignaro di chi ci fosse proprio alle mie spalle: mi prese il viso tra le mani e cominciò a baciarmi con foga, con voracità.
Mi baciava in maniera così profonda che il mio corpo non fu capace nemmeno di reagire e spingerlo via.
Agganciai le mani sulle sue braccia muscolose e ricambiai quel bacio, mentre un mix di emozioni misto fra la paura e la gioia, si scatenarono nel mio petto.
La sua lingua inumidiva sempre di più le mie labbra, mentre sembrava divorare ogni centimetro della mia bocca.
Era bello sapere che non fosse arrabbiato con me ed era bello ritrovarselo difronte, con soltanto la voglia di baciarti.
Udii un profondo gemito soffocarsi fra le nostre labbra mentre con i pollici stringeva le mie guance, impedendomi di far un singolo movimento.
Sembrava un bacio destinato a finire come voleva lui, era una di quelle volte nelle quali potevi far qualunque cosa, ma se lui voleva quello, quello finiva per essere.
Anche per questo non osai nemmeno fermarlo, non ci pensai neanche fino a quando due colpi di tosse non mi fecero spalancare gli occhi.
In un batter d'occhio Zayn si staccò da me e sbarrò gli occhi, puntandoli alle mie spalle...su chi lo aveva appena interrotto.
Lo vidi serrare le sue labbra in una linea sottile e poi spostò il suo sguardo in giro per la stanza, come se non fosse successo niente.
'Piacere, Andy' mio padre lo guardò dalla testa ai piedi, ridacchiando, mentre Zayn riportò immediatamente il suo sguardo su di lui.
Inutile dire quanto i suoi occhi fossero spalancati, era incredulo quando imbarazzato ed infatti pronunciò il suo nome sotto voce. I
'Lui...lui è...' Cercai di dire qualcosa pregando mio padre di non parlare ancora, ma mi bloccai, non sapendo cosa dire... Come definirci?
Spostai lo sguardo su Louis e capii di dover fare tutto da sola quando lo trovai con gli occhi puntati sul pavimento e con il viso appoggiato sul palmo della sua mano, disinteressato.
'Ora capisco perché sei rimasta in Inghilterra' papà si alzò dal divano con una espressione incuriosita e si incamminò verso di Zayn, prendendosi si il labbro inferiore tra il pollice e l'indice.
'Come hai detto che ti chiami?'
Osservai Zayn e lo vidi puntate gliocchi su mio padre, eccessivamente più alto di lui.
Lo vidi innervosirsi immediatamente quando gli arrivò difronte in tutta la sua altezza e quando il suo sguardo persistente, ormai, non poteva evitarlo in alcun modo.
Si infilò le mani nelle tasche dei jeans, 'Zayn' ripeté, con un tono leggermente più alto.
'Zan?' Mio padre aggrottò la fronte e lo guardò con ancor più curiosità.
'Zayn', no, non sarebbe finita bene.
'Zayn?' La testa di mio padre si inclinò di lato, ispezionandolo ed io mi morsi il labbro inferiore, trattenendomi a non ridere.
'Si, Zayn... Piacere' rimasi sorpresa nel vederlo allungare il braccio verso mio padre, se pur con incertezza, lo fece.
Papà gliela strinse con orgoglio e sorrise, scuotendo la sua mano.
'Sei davvero un bel ragazzo' osservò, continuando a fissarlo in quel modo che qualunque padre guarda il ragazzo di sua figlia.
Peccato che nel mio caso non era così.
Mi sarebbe piaciuto presentare Zayn ai miei proprio come il mio fidanzato, quel qualcuno che aveva deciso di condividere la sua vita con me, donandomi tutto se stesso... Ma ero finita per farli conoscere per sbaglio, in un momento sbagliato e con false speranze da parte di papà.
Quando mi ripresi dai miei pensieri anche gin troppo malinconici, fui sorpresa nel ritrovarli a parlare.
'Questi tatuaggi del cazzo se li fa anche mio figlio' lo indicò alle sue spalle e Louis alzò lo sguardo, forzando un finto sorriso.
'Davvero, hanno un senso?' Chiese. Afferrò il polso di Zayn e portò il suo braccio proprio sotto ai suoi occhi, studiandolo.
'Nel mio caso sì...' Disse Zayn, guardando mio padre che con la testa china, non smetteva di osservare i disegni.
'Ah, e quali sono i significati?' Chiese ancora.
Alzai lo sguardo a Zayn e mi venne un colpo al cuore trovandolo con gli occhi al cielo. Si sarebbe stancato a breve e lo sapevo, non era così espansivo con tutti.
'Eh?' Insistette papà.
'Non tutti ci tengono a dirlo' intervenni, richiamando l'attenzione di mio padre. Mi guardò un attimo perplesso e poi si girò verso di Zayn, lasciando il suo braccio.
'Sei di qui?' Domandò, notai come cambiò discorso preso alla sprovvista. Era sempre così sicuro di se che trovandosi nella situazione nella quale, io, sua figlia, lo aveva corretto, si sentiva a disagio.
Zayn aprì bocca per rispondere quando mio padre si voltò verso di me, evidentemente non molto interessato alla domanda posta poco prima: 'da quando state insieme?' Chiese.
'Noi...noi non...' Cercai lo sguardo di Zayn, non sapendo ancora cosa dire e lui capii il mio disagio. 'Qualche mese, no?' Mi guardò sorridendo.
Sentii il sangue gelarsi nelle mie vene, era così forte ciò che aveva detto che non riuscivo a capacitarmene nonostante fosse una bugia.
Passammo una mezz'oretta a parlare in soggiorno con mio padre: aveva praticamente fatto un interrogatorio a Zayn e lui, anche se con seccatura, aveva risposto a tutte le domande senza lamentarsi.
Quando arrivò mia madre, salutò Zayn con un sorriso, convinta fosse amico di Louis e poi richiamò suo marito e suo figlio per andare ad accompagnarla a lavoro.
***
'È simpatico tuo padre' Zayn era appoggiato con una spalla al frigorifero mentre io rigiravo le uova nella padella.
Mamma mi aveva pregato di lasciar cena pronta a Louis quando sarebbe tornato, così decisi di accontentarla.
'Davvero?' Lo guardai con la coda dell'occhio e lui fece una risatina, portando le braccia conserte al petto.
'È un po' impiccione, lo so, ma ti assicuro che mia mamma è peggio' lo informai.
Non sentii alcuna risposta da parte sua, così mi voltai a guardarlo e lo trovai con il labbro inferiore sotto ai suoi denti e con gli occhi fissi su di me.
Sorrisi imbarazzata e feci per far finta di nulla, quando lui parlò, richiamando la mia attenzione. 'Ero venuto per tranquillizzarmi' disse.
Mi accigliai subito, ricordando che aveva chiuso il telefono di fretta e che mi aveva praticamente baciata senza un fine, davanti a mio padre.
'Ho litigato con Harry'. Abbassò lo sguardo. La sua voce fredda mi fece intendere che non voleva parlarne a lungo.
'Baciarmi ti tranquillizza?' Tornai a fare ciò che stavo facendo, fingendomi poco interessata.
'Ti piacerebbe sapere che i tuoi baci mi tranquillizzano?' Non mi aspettavo quella domanda e nemmeno quella malizia nella sua voce.
'Si'. Dissi soltanto.
Restammo in silenzio per qualche minuto e Zayn parlò di nuovo con la sua voce calda, facendomi quasi immobilizzare.
'Ho pensato che sarebbe carino uscire...' Lo guardai e lui si passò una mano sul suo braccio, impacciato.
'Usciamo?' Chiesi, ovvia.
'No'. I suoi occhi si posarono sulla padella e sul l'olio bollente che friggeva.
'Non ti capisco', spensi il gas ed aprii lo sportello proprio sopra alla mia testa. Mi dovetti alzare sulle punte per prendere un piatto, vista la mia altezza. Quando stavo per afferrarlo come ero solita fare, la mano dal dorso coperto di tatuaggi di Zayn, mi precedette, afferrandolo.
Tornai con i piedi a terra e presi il piatto che Zayn mi stava porgendo, proprio sotto ai miei occhi.
Lo ringraziai sorridendo e poi lo posai sul bancone, misi le uova nel piatto e lo portai in frigorifero.
Tornai sulla cucina, presi la padella sporca e la portai nel lavandino.
Aprii l'acqua calda ed intanto che essa scorreva lungo le tubature, ripensai a cosa dire.
'Se papà ti conoscerà bene potremmo parlargli della situazione di Harry e...' Zayn mi interruppe ancor prima che potessi finire di parlare.
'Non voglio parlare di lui per ora', disse con calma.
'Ha una malattia seria non dovremmo perdere tempo' cercai di insistere, mentre con la spugna insaponavo la padella unta d'olio.
Sentii da parte sua un profondo sospiro e poi parlò ancora, con tono autoritario. 'Non mi interessa'.
Scattai a guardarlo ma come mi aspettavo stava già guardando altrove, con la schiena appoggiata contro il tavolo.
'Sei impazzito?' Chiesi. Non stava
dicendo sul serio, non era da lui.
Sapevano entrambi quanti tenesse a suo fratello.
'No, non voglio parlarne ora e basta!' Zayn si irritò immediatamente, sapevo che non tollerava le persone insistenti.
Fece il giro del tavolo e strinse i pugni ai lati dei suoi fianchi.
Finii di fare ciò che stavo facendo in silenzio e quando finii di lavare tutte le cose, riaprii uno sportello e misi al loro posto le stoviglie.
Feci per rinchiudere lo sportello, quando il tocco di due mani mi fece rabbrividire.
Le mani di Zayn mi afferrarono i fianchi da dietro e lo sentii scostare la mia maglia con le dita, toccando la mia pelle nuda.
Sentii il calore del suo respiro solleticarmi delicatamente la pelle del collo e subito dopo, cominciò a lasciare dei baci umidi lungo di esso.
Inclinai il capo a quella sensazione e posai le mie mani sulle sue.
Lo sentii mordicchiare la mia pelle e far scorrere la punta del suo naso lungo il mio collo, ad ogni bacio.
Mi rilassai completamente, dominata dai suoi baci, dalle sue labbra, dalla dolcezza che utilizzava nel succhiare piccole parti della mia pelle.
Irrigidii leggermente, non appena percepii che con le sue dita fredde stavano allentando il nastro dei pantaloni della mia tuta, e li stava facendo scendere lungo i miei fianchi.
'Zayn, abbiamo già parlato di...' La mia o c'è si soffocò il un gemito quando succhiò ancora più forte la mia pelle.
Sentii i pantaloni scivolare lungo le mie gambe fini a cadere sul pavimento, lasciandomi in intimo sotto ai suoi occhi.
Sentii la punta della sua lingua sfiorare la pelle da lui arrossata e poi le se mani risalirono lungo i miei fianchi.
'So ciò che hai detto, rispetto le tue decisioni ma ora devi aiutarmi' la sua voce uscì come un sussurro è una delle sue mani scivolò sulle mie mutande, facendomi intirizzire.
'Zayn, non voglio che succeda ora'. Cercai di fermarlo con le parole, perché qualsiasi azione mi era impossibile.
Posai le mani sul bancone, incapace di reggermi, e Zayn fece scivolare le sue dita fra le mie cosce.
'Non è vero che non lo vuoi' sussurrò al mio orecchio. Sentii le sue labbra addentare con dolcezza il lombo del mio orecchio e tirarlo verso di se.
'So ciò che voglio'. Ribadii. Portai la testa all'indietro e posai la nuca sulla sua spalla.
'Ho bisogno di rilassarmi' Zayn posò il mento sulla mia spalla e sentii le sue dita premere contro le mie mutande.
'E sono sicuro che tu vuoi lo stesso'.
Detto ciò, le sue mani abbandonarono il mio corpo per un attimo e poi mi ripresero i fianchi, incitandomi a voltarmi.
Quando fui faccia a faccia con lui, le sue mani sollevarono il mio corpo ed io agganciai le gambe al suo bacino.
Avvolsi le braccia sul suo collo e Zayn mi strinse a se, cominciando ad incamminarsi lungo in corridoio.
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