Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

4- Grip

Il biondo alla guida girò le chiavi e frenò a secco non appena raggiunse la meta da lui desiderata.

Eravamo arrivati proprio difronte ad una piccola casa, illuminata soltanto da un vecchio lampione: le pareti erano vecchie e mal messe, mentre all'esterno, un ampio giardino poco curato la circondava.

Durante il tragitto nessuno aveva aperto bocca e in macchina vi era un silenzio tombale simile a quello di qualcuno ancora poco convinto del da farsi.

Se non fosse stato per la radio che involontariamente aveva lievemente smorzato quello strano disagio, probabilmente sarei finita per mangiarmi tutte le unghie a causa dell'ansia.

L'aria calda soffiava dalle tubature dell'auto, sparendosi all'interno, evitando almeno che tremassi durante tutto il percorso.

Il ragazzo biondo era già sceso dall'auto quando l'altro accanto a me, si affrettò a togliere le sicurezze e a spalancare lo sportello.

Arrivò in piedi fuori dalla loro automobile ed afferrò lo sportello, reggendolo aperto: 'scendi e non fare stronzate', ordinò.

Mi fulminò con lo sguardo, scrutò le mie mosse con così tanta attenzione che finché non arrivai a mettere i piedi all'esterno di quell'automobile, potrei giurare di non aver ripreso aria.

E non appena l'aria fresca della notte colpì il mio viso ormai accaldato, vidi la sua mano afferrare prontamente il mio braccio.

Esitai prima di scendere totalmente e mi soffermai a guardare la mano pallida del biondo, stretta sulla mia pelle.

'Fratello, quando ti ho detto di rapire la figlia di quel coglione...' il biondo si rivolse all'altro ragazzo, ma si fermò per qualche secondo a metà, proiettando i suoi occhi chiari su di me: 'non credevo fosse così', concluse, sorridendomi malignamente.

Da parte del moro riuscii ad udire soltanto un leggero sospiro seccato, mentre io mi lasciai scappare un involontario verso di disprezzo nei confronti di colui che aveva appena parlato.

Scesi rapidamente dalla macchina e mi guardai intorno, mentre il biondo chiudeva lentamente lo sportello.

Subito dopo scrollai violentemente il braccio, liberandomi dalla presa del ragazzo che ancora si ostinava a stringermi come se non ci fosse un domani.

Avrei voluto fargli sapere che semmai fossi scappata, probabilmente mi sarei persa da qualche parte di quel quartiere e sarei finita per peggiorare la mia situazione.
E probabilmente avrei cercato altri mille modi per scappare da loro, decisamente diversi dall'idea di correre invano in mezzo alla strada, dove loro avrebbero potuto raggiungermi.

Ma restai in silenzio ed alzai gli occhi al cielo quando la voce dell'altro ragazzo intervenne schietta: 'ho già detto niente stronzate', asserì il moro, scattando ed impugnando immediatamente il mio polso.

Sentii le se dita premere in maniera quasi eccessiva sulla mia pelle, tanto che dovetti mugolare qualcosa pur di fargli diminuire quell'inutile presa.

'Portala dentro'. Ordinò il biondo, lanciando uno sguardo complice all'altro.

Cominciò poi ad incamminarsi verso l'entrata, lasciandoci soli in mezzo al nulla.

E così fu, il moro seguì la sagoma di suoi fratello per qualche istante, con un'espressione piuttosto infastidita; dopodiché cominciò a trascinarmi dietro di se, verso la casa che avevamo difronte.

'Posso camminare da sola!' Mi lamentai, frenando improvvisamente i talloni.

Strattonai contemporaneamente il mio braccio e mi divincolai quindi dalle sue dita, portando entrambe le mie braccia dietro alla schiena.

'Non qui', ribatté, allungando una mano per riprendere il mio braccio.

Ma imperterrita non lo lasciai fare ciò che sperava ed indietreggiai di un passo, impedendogli così di afferrarmi.

'Perché non qui?' Domandai con insistenza, incrociando questa volta le braccia al petto.

Lo vidi sbuffare sonoramente, mentre la sua mascella si rese ben presto in una dolorosa morsa.

'Non costringermi a prenderti con le forze', mi ricattò a denti stretti.

Notai come i suoi occhi divennero di colpo più scuri e profondi, mentre intensamente mi fissavano; come ogni muscolo del suo volto fosse teso, mostrando dei lineamenti severi.

Il suo braccio si allungò ancora una volta nella mia direzione, con poca pazienza, ed io feci lo stesso di poco prima, irremovibile.

E alla mia ennesima mossa sbagliata nei suoi confronti, capii perfettamente di avergli fatto raggiungere il limite di sopportazione.

I suoi occhi si sbarrarono e la sua bocca si aprì nervosamente, pronta per urlarmi contro qualcosa che sarebbe sicuramente stata in grado di farmi cambiare idea.

Così; ancor prima che potesse aggiungere qualcosa di inevitabilmente inquietante, misi su un po' di coraggio e parlai prima che potesse farlo lui: 'mi fa male il braccio!' Mi lamentai, mordendo nervosamente il mio labbro inferiore.

Il moro, o meglio, suo fratello lo aveva chiamato Zayn: sbuffò sonoramente ed alzò per l'ennesima volta gli occhi al cielo, prima di tendere il braccio nella mia direzione e di mostrarmi la sua grande mano tatuata.

'Dammi la mano allora', sospirò.

Quelle parole uscirono dalle sue labbra con un minimo di pazienza nei miei confronti, con quel grande sforzo che sembrò costargli immensamente tanto.

Allungai lievemente una mano, intimorita; ma ero dannatamente spaventata da quel ragazzo e tremavo alla sola idea di sapere cosa sarebbe successo dopo, una volta che le mie dita avrebbero sfiorato le sue.

Percepii il terrore correre lungo le mie ossa e farmi salire il cuore in gola, impedendomi di respirare regolarmente.

Era tutto così fottutamente assurdo e spaventoso che avrei preferito stare per un giorno intero in uno degli uffici di mio padre, in mezzo al suo noiosissimo personale.

'Prendi la mano, avanti'. Insistette.
Mosse le sue dita invitandomi a farlo e ancor prima che potessi pensarci sù, la sua stretta avvolse la mia mano e mi tirò nella sua direzione.

***

Non appena la porta davanti a noi si spalancò, Zayn entrò e mi trascinò oltre la soglia, chiudendo la porta dietro di se.

Il biondo era proprio davanti a noi, con le braccia conserte, ad aspettarci.

'Finalmente' commentò, ricevendo un'occhiataccia da parte di entrambi.

Aveva un sorriso malefico stampato in volto, un sorriso risoluto, e quelle iridi blu sembravano essere completamente fissate sul mio volto.

Odiavo avere tutte le atrenzioni rivolte a me, odiavo essere al centro dell'attenzione più ogni altra cosa, da sempre.

'Sei d'accordo se questa bella ragazza dorme me, stasera?' Il biondo leccò le sue labbra, inumidendole come fa un cane difronte alla sua ciotola di croccantini, e mi sorrise, ancor prima di spostare il suo sguardo in basso, sulla piccola scollatura che avevo.

Non fui in grado di spiegare per l'esattezza quanto mi disgustasse il suo atteggiamento.

Il moro alzò semplicemente le spalle con noncuranza, senza aprir bocca, poi prese a camminare, sorpassando sia me che suo fratello.

La proposta del biondo sembrò esser per lui una delle cose meno interessanti del pianeta.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro