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21- USA


"Hostage" | Leeds

Durante il percorso che distava fra casa mia e l'aeroporto, ricevetti all'incirca dieci messaggi da Louis dove insisteva nel farmi infinite domande.

Ad esempio il primo, nel quale non aveva assolutamente capito niente e mi chiedeva per quale assurdo motivo sarebbe stato Zayn ad accompagnarmi in aeroporto, al posto di Niall.

Tuttavia, una parte molto confusa ed innocente del suo cervello, credeva ancora che io e Niall ci stessimo frequentando e che fosse un bravo ragazzo.

Non mi lasciò neanche un secondo per rispondere, che subito dopo fece arrivò un altro messaggio da parte sua.

Era agitato, preoccupato come non mai e con tutte le intenzioni necessarie per prendere la sua auto e venirmi a prendere.

Risi leggendo le sue parole, ma poi mi affrettai a digitare una risposta, considerando che fosse piuttosto pericoloso quando si agitava, ed avrebbe allarmato tutto il vicinato nel caso non avessi dato segni di vita o fatto qualcosa per rassicurarlo.

Spiegai che Zayn non era altro che il fratello di Niall e che avesse deciso lui di accompagnarmi a causa di un improvviso imprevisto.

So perfettamente che mentii spudoratamente, ma non volevo farlo allarmare ancora e rischiare di ricevere altre domande da parte sua.
Sapevo com'era e sapevo anche che avrebbe continuato a scrivere fino alla fine dei miei giorni se non avesse avuto la conferma che fosse tutto a posto.

Infatti, dopo quelle parole, Louis scrisse comunque altri messaggi, considerando che avevo sentito vibrare il telefono nella mia tasca svariate volte, durante il tragitto; ma decisi di non rispondere e di chiamarlo direttamente quando sarebbe stato il mio turno e poco prima di prendere il volo, per dirgli che fosse tutto a posto.

'Siamo arrivati', enunciò Zayn, con nemmeno uno spiraglio di entusiasmo nella su voce.

Guardai fuori dal finestrino e Zayn svoltò a destra, entrando ufficialmente; mi stupii per la seconda volta della grandezza di quell'aeroporto.
Fuori vi erano moltissime persone che dovevano entrare e molte altre che invece arrivavano in Inghilterra con tollellate di bagagli, pronte ad affrontare un'eventuale vacanza.

'Il tuo volo è alle undici e mezza, credo' mi informò, continuando a cercare un posto dove mettere l'auto.

Annuii distrattamente alle sue parole, considerando che sapevo benissimo a che ora sarebbe stato il mio volo già da prima di comprare il biglietto di andata.
Mi informai attentamente sui vari voli e sulle tariffe per evitare di finire in qualche parte sconosciuta nel mondo.

Zayn girò spazientito tutti i parcheggi per un paio di volte almeno.
E dopo aver gridato contro qualcuno che stava per fregargli l'unico posto libero dopo minuti e minuti di giri, riuscì a parcheggiare un uno scomodo e stretto parcheggio a pagamento.

'Allora?' Mi incitò, spegnendo il motore.

Si girò completamente verso di me, con un falso sorriso in volto.

Probabilmente voleva che lo salutassi, ma d'altra parte, la sua sembrava quasi una richiesta a parlare o un semplice bisogno di farlo.

'Zayn perché mi hai baciata?' Andai al sodo, alzando le sopracciglia con un cenno di speranza.

Non mi pentii di quella domanda, come invece facevo l'ottanta percento delle volte in cui cercavo di essere sincera e sfrontata.

Sapevo di non doverlo chiedere, ma centinaia di domande mi divoravano il cervello e sapevo che non potevo partire per l'America senza aver una risposta almeno per una di esse.

Zayn trattenne il respiro per qualche secondo; sembrò aspettarsi quella richiesta da parte mia.

Ma onestamente, quel lato oscuro e turbato dei suoi occhi che si incupirono, mi lasciarono intendere che probabilmente qualcosa dentro di lui sperasse già nel profondo che non gliene parlarsi.

Abbassò lo sguardo, sbuffando sonoramente.

'Te l'ho detto...' Rispose subito dopo, in tono freddo e vago.

Non osò guardarmi, il suo sguardo sembrò voler evitare per forza il mio.
Forse per questo fissava le sue mani intrecciate, mentre si stuzzicava i polpastrelli con le unghie.

Lui si innervosì all'istante e rialzò lo sguardo a me, strizzando gli occhi e respirando profondamente, come se stesse cercando di sopportarmi; odiava gli interrogatori o qualsiasi cosa che lo facesse parlare di lui, era ovvio ormai.

'Era soltanto per provare'. Borbottò con fare seccato, come per cercare di accontentarmi.

Non volevo sembrare una stupida davanti ai suoi occhi, ma alle sue parole, una smorfia di disgusto si stampò comunque sulla mia faccia mentre dentro di me qualcosa sembrò crollare letteralmente.

Zayn sorrise forzatamente dopo aver notato la smorfia sulla mia faccia, come per lasciarmi intendere che per lui fosse un discorso già chiuso.

Infatti poi riabbassò lo sguardo alle sue mani e restò in silenzio, aspettando che il tempo passasse così, come se non ci fosse altro da dire.

'Ma provare cosa, Zayn?' Domandai,  con un cenno di confusione nei miei occhi.

Automaticamente mi innervosii, immaginando già quale sarebbe stata la sua risposta: 'e non venirmi a dire che non hai mai baciato qualcuno!' Strillai, decisamente seccata.

'No, infatti', commentò, sotto voce.

'E allora!?' Sbottai, ancora più forte.

Ma nello stesso istante, quando ero ad un passo dal tirargli fuori le parole di bocca; ad interrompere quella conversazione così stranamente fuori luogo fu il cellulare di Zayn, che squillò prontamente da sopra il cruscotto, e lui ne approfittò immediatamente per distrarsi ed afferrarlo.

Guardò il display e sembrò cambiare improvvisamente espressione, quando lesse il nome della persona che lo stava chiamando.
Le sue sopracciglia si aggrottarono e il suo volto assunse dei lineamenti decisamente più rigidi e seri.

'Niall', rispose freddamente, portando il telefono all'orecchio.

Non potevo sentire cosa stessero dicendo dall'altra parte, né tanto meno sarei stata nella posizione di far domande a proposito, una volta chiusa quella telefonata.

Per questo mi concentrai sulla faccia di Zayn e sulle sue parole, cercando di comprendere cosa stesse succedendo.

'Cosa!?' La sua voce si alzò, stridula, e i suoi occhi si sbarrarono. Lo vidi ascoltare attentamente cos'altro avesse da dire per poi scuotere la testa, divertiti: 'oh no, ho già deciso', ammiccò.

Passò qualche secondo tra la sua prima risposta e quella successiva; e in quei pochissimi istanti maledissi chiunque non avesse inventato i cellulari con il viva voce impostato.

'Non mi farai cambiare idea', minacciò.

'Cazzo Niall, siamo quasi finiti dietro le sbarre e continui a voler tenere una diciottenne in ostaggio!?' Sbraitò subito dopo, probabilmente senza nemmeno lasciargli il tempo di ribattere.

'Sì, certo...' lo assecondo, 'lo fai per tuo fratello o soltanto per infilarti nelle sue mutande?' Chiese in tono ironico, forse smentendo ciò che il biondo aveva appena detto.

I miei occhi vagarono altrove, dopo averlo sentito pronunciare quelle parole.

Per quanto Zayn mi avesse appena difesa, qualcosa dentro di me sembrò sentirsi in soggezione all'idea di essere l'argomento di qualcuno ed il desiderio sessuale di qualcun'altro.

Non fui capace di distinguere perfettamente quali furono le mie emozioni e ciò che turbò la mia mente, dopo quelle parole; ma fui certa di non riuscire a sostenere ancora il mio sguardo sul suo volto.

'Di cosa stai parlando?' Domandò improvvisamente Zayn, con un minimo di serietà.

Di punto in bianco, la sua voglia di scherzare e di sostenere strettamente le sue decisioni, sembrò diminuire a dismisura.

'Avranno sbagliato qualcosa...' parlò con il fiato contro, con sorpresa, e si fermò quasi a metà per ascoltare cos'altro avesse da dire suo fratello.

In altre circostanze non avrebbe mai perso tempo ad ascoltare le sue stupidissime affermazioni.

'Non è possibile', affermò impassibilmente, tornando composto sul suo sedile.

Senza che potessi trattenere minimamente il mio istinto, scattai a seguire le sue azioni, notando un brusco spostamento d'aria.

Con fretta posizionò il suo telefono nell'altro orecchio, per afferrare le chiavi con l'altra mano.

'Quindi adesso sei da lui?' Chiese, cercando di auto controllarsi.

Lo notai riprendere svariate volte l'aria dal naso e passare la lingua tra le sue labbra, mentre giocherellava con il portachiavi. 

'Arrivo'. Zayn chiuse la chiamata a metà e lanciò il telefono là da dove lo aveva afferrato, mettendo in moto la macchina.

Il suo volto era sbiancato, era totalmente mutato in qualcosa di terrorizzato e pronto a scoppiare in un pianto di inserita.

Ero abituata alle sue iridi marroni che mi mettevano soggezione, ma quella volta, per qualche strano ed ignaro motivo, mi spaventavano nel vero senso della parola.

Aveva gli occhi iniettati di sangue e in qualche modo le sue mani quasi tremavano, mentre stringeva saldamente il volante.

Qualcosa doveva essere andato storto ma nessuna parte di me aveva la minima intenzione di aprir bocca e chiedere cosa fosse successo.

Probabilmente nessuno, difronte alla sua figura rigida e nervosa, sarebbe stato in grado di far domande.

Lanciai semplicemente un'occhiata al l'orario scritto proprio dietro al volante; valutando che fosse l'unica cosa adatta da fare per smorzare il tempo e mantenere la calma.

E quando i miei occhi spaventati lessero l'orario, mi arresi all'idea che ormai il volo avrebbe deciso di non aspettarmi.

***

"Hostage" | Bradford

Durante il tragitto avevo accumulato parecchio coraggio e la mia agitazione fu in grado di portarmi ad aprire bocca, diversamente da come avevo previsto.

Non a caso riuscii a chiedere più e più volte dove fossimo diretti e cosa fosse successo di così dannatamente grave da portarlo a non farmi partire più, come tanto desiderava fare.
Ma lui si limitava a chiedermi silenzio e a pregarmi di non obiettare alle sue parole una volta che saremmo arrivati.

Notai un certo nervosismo in lui, uno strano stato di quiete e concentrazione nei suoi occhi: come se si stesse preparando un discorso o meglio ancora, come se stesse cercando una soluzione, man mano che il  suo piede pigiava sull'acceleratore.

Dopo aver guidato a lungo in una strada a me sconosciuta, Zayn arrivò esattamente al centro della città e percorse con lentezza il traffico, fino a quando non imboccò una strada che non avevo mai visto.

'Stiamo andando da te?' Domandai, con un cenno di impaccio nella voce.

Sapevo che non fosse la strada per arrivare casa sua, ma la paura mi stava divorando e volevo sentirlo almeno parlare, convincendomi che non sarebbe successo niente e che potevo fidarmi ciecamente di lui.

Avevo paura che mi rispondesse male o che si agitasse e concludesse per andare su tutte le furie; e la mia mente era già troppo presa a pensare al bacio che mi aveva dato e alla sua bocca sulla mia, insaziabilmente, mentre tra noi accadeva ciò che probabilmente non sarebbe mai dovuto capitare tra un rapitore e chi si poteva considerare la sua vittima.

E non ero affatto capace di sostenere anche in litigio o delle risposte poco carine da parte sua.

Zayn annuì e mi guardò con la coda dell'occhio, prima di parlare.
'Conosci Harry, esatto?' Chiese conferma, stringendo le mani sul volante e ricomponendosi nel frattempo sul sedile.

Annuii caoticamente e lo fissai con uno sguardo piuttosto malfidato per qualche secondo, mentre lui si ostinava a serrare la mascella senza staccare gli occhi dalla strada.

'Non farò niente di male', ribatté con seccatura.

Probabilmente si accorse che lo stavo letteralmente ispezionando e quasi pensai mi avesse letto nella mente, prima di parlare.

Restai in silenzio, infondo leggermente soddisfatta, e riportai il mio sguardo all'esterno del finestrino, lasciandomi scappare un leggero sospiro di sollievo.

Osservai con concentrazione quelle vie sconosciute e quei paesaggi circondati da enormi edifici che affiancavano la strada.
Guardai attentamente ogni negozio o locale che passava sotto ai miei occhi, fin quando la macchina di Zayn non si fermò difronte ad un enorme palazzo, assicurandomi di non essere finita in mezzo a qualche bosco.

Slacciò con fretta la sua cintura e spense contemporaneamente il motore della macchina, senza aprir bocca.

Capii allora che eravamo arrivati e mentre lui sistemava le chiavi nelle tasche dei suoi jeans chiari e spalancava contemporaneamente lo sportello, continuavo a chiedermi se fosse il caso di seguire i suoi movimenti o se restare ferma al mio posto.

Forse per qualcuno poteva sembrare ovvio il fatto che sarei dovuta scendere, visto che lui aveva fatto lo stesso, ma onestamente non avevo alcuna intenzione di sopportare le sue lamentele o la sua faccia seccata, nel caso non avessi dovuto raggiungerlo.

'Scendi?' Mi richiamò da dietro il finestrino, non appena sbatté lo sportello.

E fortunatamente, almeno per quella volta, ogni mio tormento risultò inutile ed io annuii rapidamente.

Non mi lasciò neanche il tempo di rispondere, anzi, a dir la verità se ne fregò completamente della mia risposata e camminò spedito verso il portone d'ingresso.

Lo vidi bussare in lontananza, per poi sporgere il suo volto verso il citofono, pronunciando svogliatamente il suo nome.

Aveva intrufolato le mani nelle tasche dei suoi pantaloni e teneva lo sguardo basso, alle sue scarpe, mentre io lo raggiungevo sperando che non aprissero prima che potessi arrivare.

Non appena arrivai accanto a Zayn, la porta in acciaio fece uno strano rumore e si spalancò davanti ai nostri occhi, mostrando dietro di essa un biondo dagli occhi dispersi e parecchio confusi.

Spostai la coda dell'occhio verso di Zayn e deglutii rumorosamente quando vidi gli occhi ghiacciati del biondo seguire il mio sguardo, con persistenza.

Subito dopo, senza nemmeno lasciare il tempo a Zayn di spostare la sua visuale, Niall si spostò spazientito al lato della porta e ci fece cenno di passare.

Non appena fummo dentro, udii la porta sbattere e Niall ci raggiunse alle nostre spalle, senza dire una parola.

Mi guardai intorno, spaesata, e portai le braccia dietro alla schiena cominciando a torturarmi le unghie.

Qualunque cosa intorno a me sembrava essere spaventosa e tremendamente sconosciuta ai miei occhi.

'Dove sta?' Domandò con freddezza il moro, guardando suo fratello alle sue spalle.

'In camera', lo informò.

A quelle parole, smisi immediatamente di osservare quelle mura bianche arredate dai mobili moderni e scattai a guardare accanto a me, là dove sentii qualcuno afferrarmi il polso e portare la mia mano lungo il mio fianco.

Abbassai lo sguardo, incerta su chi fosse la persona che aveva appena avuto un contatto con me; ma non appena riconobbi la mano di Zayn, mi rilassai e lasciai che continuasse ad armeggiare, cercando di afferrarmi.

Sentii Niall sbuffare sonoramente, probabilmente innervosito dal tempo che stavamo perdendo; e Zayn si sbrigò ad intrecciare le sue dita con le mie, cominciando poi a tirarmi dietro di se.

Camminammo lungo un vasto e deserto corridoio, decorato soltanto da quadri appesi alle pareti, poi svoltammo a sinistra e sentii Zayn, stringere leggermente più forte la mia mano.

Soltanto allora percepii il calore della sua pelle e l'agitazione attraverso quel tocco deciso e chiaramente scosso.

Camminammo per qualche secondo, qualche secondo di pura angoscia, dopodiché arrivammo difronte ad una delle tante porte in legno, ovviamente chiuse, e Zayn puntò i suoi talloni a terra.

Prese un profondo respiro e si voltò nella mia direzione, nascondendo il suo labbro inferiore sotto alla stretta dei suoi denti.

In quel momento era vulnerabile, vulnerabile ed intimorito come non lo avevo mai visto prima.

Lo vidi aprir bocca, ma subito dopo le sue labbra si rinchiusero per qualche ambiguo motivo.

Abbassò lo sguardo alle nostre mani ancora unite, intrecciate con fervore: perse qualche istante ad osservarle con distacco, prima di rialzare gli occhi e sciogliere completamente la nostra stretta.

Deglutì: 'le analisi di Harry non sono andate per il meglio, Bee'.

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