109- Fuckin'
"Hostage" | Bradford
Non mi aspettavo grandi cose da parte di Zayn: avevamo già litigato numerose volte ed entrambi sapevamo benissimo che mai le cose sarebbero tornate come prima.
Però, da una parte, per colpa della mia ridicola speranza e dall'altra perché davvero credevo di aver fatto un enorme sforzo nei suoi confronti, in qualche modo credevo che Zayn avrebbe apprezzato ed avrebbe lasciato da parte la sua rabbia nei miei confronti, cambiando atteggiamento una volta averlo tirato fuori da quel casino.
Invece no: durante il ritorno da quel maledetto posto, io ed Harry salimmo davanti mentre Zayn insistette per potersi sedere nei sedili posteriori, da solo.
Non aprì bocca, si limitò a guardare il panorama esterno per tutto il tempo, correre veloce sotto ai suoi occhi castani.
Mentre io e il riccio, ogni tanto, ci voltavamo a guardare cosa stesse facendo o cercavamo qualche stupido pretesto per attirare la sua attenzione, inutilmente.
E quando arrivammo a casa di Harry, luogo dove decise di fargli trascorrere la notte senza troppe storie, Zayn camminò con seccatura verso il corridoio e da lì raggiunse una delle camere vuote di quell'appartamento, rinchiudendosi all'interno.
Capimmo immediatamente che sarebbe stato meglio non tirare troppo la corda e tentare di convincerlo ad interagire con noi; tuttavia mi consideravo già fortunata per averlo convinto a salire in auto.
Harry era seduto sul divano e teneva le spalle rilassate contro la spalliera di esso, rivolgendo la sua intera attenzione alle mie azioni.
Stavo appoggiando ordinatamente il mio giubbetto sulla spalliera di una delle sedie che circondavano il tavolo, visto che le temperature erano letteralmente opposte, all'interno del suo appartamento.
'Penso che a Zayn darebbe fastidio', sentii Harry parlare, dubbioso; perciò alzai prontamente il capo nella sua direzione e lo guardai con confusione, cercando di capire cosa volesse dire.
Lo vidi gesticolare con indecisione ed aprire più volte la bocca prima di parlare definitivamente, 'tu sei qui, lui è nell'altra stanza...' farfugliò, indicando contemporaneamente me e il corridoio alle sue spalle.
'Oh, sì', capii al volo cosa intendesse dirmi con quella frase.
Alzai le spalle e feci qualche passo nella stanza, avvicinandomi con cautela al divano dove era sdraiato: 'non è affatto un suo problema, sinceramente'.
'No?' Aggrottò la fronte, osservandomi mentre mi dirigevo nella sua direzione, 'credevo fosse molto più geloso di te, visto il modo in cui mi ha guardato al parco...' Commentò, perplesso.
In realtà, sì, Zayn aveva letteralmente fulminato Harry non appena i suoi occhi si incrociarono a quelli di suo fratello.
Ma c'era anche da dire che fosse già abbastanza stranito di suo e che come aveva guardato male Harry, aveva guardato il resto delle persone.
Inevitabilmente non riuscii a trattenere una risatina amara e scossi la testa, sedendomi nel frattempo accanto a lui: 'non so quanto possa essere interessato a me, ormai'.
Mi misi in modo da poterlo guardare in volto e conversare con lui in tutta tranquillità, evitando così di rendere la situazione snervante o troppo complicata, tra noi.
Abbassai lo sguardo alle mie mani e leccai avidamente le mie labbra, cercando le parole esatte per spiegargli in poco tempo come stavano le cose.
'Ma in ogni caso non dovrebbe essere un suo problema', dissi rapidamente, credendo potesse bastare per chiarire ogni suo dubbio.
'In che senso...'
Il mio capo si alzò e i miei occhi saettarono a quelli verdi di Harry, pieni di confusione: 'ci siamo lasciati', ammisi.
Un nodo si formò lungo la mia gola al solo pensiero di aver realmente detto una cosa del genere a proposito di me e di Zayn.
Mai avrei pensato di ritrovarmi a parlare con Harry, con lo stesso che probabilmente avrei voluto uccidere, di una cosa così impensata e intima, 'definitivamente', aggiunsi.
Le fini labbra del riccio si schiusero lievemente, assieme ai suoi occhi.
Il suo volto sembrò stravolgersi alle mie parole, 'oh...'
Quella fu l'unica cosa in grado di dire mentre con incredulità mi fissava, e sembrava cercare disperatamente qualcosa con cui rispondermi.
Non volevo metterlo a disagio o creare una situazione complicata e peggiore di quella che già stavo vivendo con Zayn.
Per questo scossi rapidamente la testa e misi le mani avanti, tranquillizzandolo: 'no, non preoccuparti', cercai di dire.
Harry mi guardò con dispiacere. 'Scusami davvero, io non ne avevo la più pallida idea e credevo aveste più o meno...' Prese a parlare con rapidità e con un tono tremolante, simile a quello che aveva nello stesso momento in cui mi confessava tutta la verità.
Era letteralmente fuori controllo, in preda al panico ed incapace di gestire quella circostanza.
E tutto quello stava rendendo le cose difficili anche per me che ero partita con il piede giusto ma che, a metà strada, sentivo il mio viso accaldarsi e i miei occhi cominciare a bruciare.
Vederlo in quelle condizioni per me e per Zayn, motivava alle mie lacrime che ancora non avevo versato, di uscire e di dar il libero sfogo alla mia tanta rabbia interiore.
Decisi così di fermarlo, evitandogli quindi di ritrovarsi a farfugliare cose senza senso ancora a lungo, e tentando di aiutare me stessa a non scoppiare a piangere come una bambina: 'non c'è problema', ribadii, guardandolo con più convinzione.
I miei occhi si fermarono nei suoi e le mie ciglia batterono velocemente, mentre con intensità lo fissavo e cercavo di sembrare abbastanza convincente.
'I tuoi occhi non pensano lo stesso, però', mi fece notare, confermandomi che no, per l'ennesima volta non ero riuscita a nascondere perfettamente cosa percepivo dentro, oltre il mio petto.
'I miei occhi cominceranno presto a collaborare', risi leggermente ed abbassai il volto, sbrigandomi ad asciugare le lacrime che contornavano i miei occhi con il dorso della mia mano.
Era patetico piangere ancora e farlo davanti a qualcuno, sempre; quasi come se da sola non fossi in grado di affrontare le mie paure e tutti i miei più grandi dolori.
Ma non potevo farci niente: non potevo controllare le mie emozioni a prescindere dalle circostanze, dal luogo o addirittura dalle persone che avevo difronte.
Sentii Harry fare uno strano verso di disapprovazione e un'istante dopo, a peggiorare quello che era ormai il mio stato, si aggiunse il tocco della sua mano, delicato, sulla mia spalla: 'ti va di parlarne?'Chiese, comprensivo.
Il suo tono sarebbe già bastato per farmi scoppiare in lacrime, se non avessi alzato le spalle e mi fossi concentrata ad altro, piuttosto che alla sua voce: 'se vuoi..'
'Okay, ascolta'. La voce di Harry divenne immediatamente più ferma e meno docile, quasi come se volesse parlare a fondo di quell'argomento e scovare ogni cosa dalla quale non fosse al corrente: 'tutto questo per aver scoperto che io ti avevo raccontato quelle cose prima di lui?' Chiese.
'Esatto', confermai.
Alzai poco dopo il capo, il giusto indispensabile per poter vedere il suo viso e parlare con lui, guardandolo negli occhi.
Presi un profondo respiro e mi dedicai completamente a ciò che avevo difronte, escludendo il fatto che Zayn fosse poco distante da noi, che Harry tenesse la sua mano addosso a me o qualsiasi altra cosa in grado di mettermi a disagio e farmi rimanere ammutolita.
'Penso che sapere di esser stato all'oscuro di tutto, lo abbia fatto incazzate e portato a tutto ciò', parlai con poca certezza, cercando di trovare una spiegazione plausibile nelle mie stesse parole.
Pensandoci: mai mi ero chiesta come fosse stato possibile scaturire così tanta rabbia e rancore da parte sua, con un solo gesto; un gesto fondamentalmente innocuo a differenza di tanti altri, fatti proprio dal sottoscritto.
Scossi lievemente la testa e distolsi per un attimo lo sguardo dal suo, immersa nei miei pensieri: 'altrimenti non saprei spiegarmi il suo comportamento', conclusi, sospirando.
'Io non saprei spiegarmelo nemmeno così, onestamente', osservò il riccio, facendo scivolare via la sua mano dalla mia spalla, arreso.
'Avrei dovuto dirglielo subito e magari aiutarti anche, evitando di fare un casino con entrambi...' Sbottai; mentre centinaia di ricordi ed errori irrimediabili percorrevano la mia mente, l'uno dopo l'altro, senza alcuna pietà.
Se soltanto fossi stata capace di tornare indietro nel tempo e cambiare le cose, probabilmente avrei comunque seguito Harry e sarei andata poi da Zayn, confessando tutto e sforzandomi a stargli vicino.
'Non importa', Harry scosse rapidamente la testa ed appoggiò la sua mano sul mio ginocchio, tentando di darmi conforto e di non farmi sentire in colpa più di quanto già non facessi.
Ma non potevo farci niente nemmeno in quel caso: con o senza il mio permesso, avrei continuato a credermi una stronza e a concludere di aver fatto davvero troppi casini.
'Mi sento già abbastanza in colpa per averti proposto di raccontarti tutto di nascosto, figurati se devi chiedermi scusa per non avermi aiutato a chiarire con Zayn...' affermò, facendo una risatina sarcastica.
I suoi tanti tentativi di farmi sentire meglio e di annullare ogni mio turbamento, purtroppo, non servivano a niente.
Soprattutto se proponeva affermazioni che non avevano senso, pur di farmi sentire meglio.
'Io ho accettato la tua proposta, tu non c'entri niente', lo azzittii.
Ed era così, senza alcun dubbio.
Un attimo di silenzio avvolse quella stanza, lasciando le nostre bocche chiuse, i nostri corpi immobili e i leggeri respiri di entrambi, irrompere regolarmente quell'odioso velo che era calato tra noi.
'Non capisco', lo sentii borbottare d'improvviso, distruggendo finalmente quell'atmosfera poco invitante che, inconsapevolmente, aveva preso il sopravvento.
'Cosa?' Gli domandai.
'Perché allora c'è stato qualcosa tra voi, l'altra notte?' Chiese, aggrottando a fronte.
I miei occhi si sbarrarono letteralmente, alle sue parole.
Sentii immediatamente il mio volto prender fuoco dalla vergogna e, le mie labbra, come ogni volta che mi trovavo in una situazione del genere, si aprirono inutilmente.
Tuttavia, non reputavo normale che qualcuno conoscesse dettagli intimi della nostra relazione, senza che io dovessi dir niente.
Harry sembrò notare il mio imbarazzo, vista la sua affermazione così esplicita e seriamente infondata; perciò mi guardò sconcertato e gesticolò animatamente, preso dal panico: 'parlo di quando io e Liam abbiamo fatto quel casino...insomma', scosse velocemente la testa e troncò la sua frase a metà, rendendosi conto di quanto, involontariamente, stava peggiorando la situazione.
'Oh merda, è imbarazzante!' Si lamentò in fine, portandosi le mani fra i capelli. Abbassò il capo e potei tirare un sospiro di sollievo, notandolo nel mio stesso stato.
Lo sentii prendere un profondo respiro mentre, probabilmente, stava cercando di rielaborare qualcosa di concreto nella sua testa, da dire.
'I-io l'ho chiamato per sapere se Zayn gli avesse raccontato qualcosa e Liam mi ha detto di esser stato a casa sua e di avergli detto che...'
'Okay', lo frenai di punto in bianco, prendendo un profondo respiro.
Sembrava abbastanza scioccante già così, figuriamoci se sarebbe andato oltre, narrandomi tutti i dettagli che Zayn aveva raccontato al suo amico, senza un esatto motivo.
Il riccio scattò a guardare nella mia direzione, sconcertato .
'Okay...ho capito', ripetei con calma, annuendo.
La faccia di Harry sembrava volesse dirmi che non avrebbe parlato per il resto della serata, dopo quella figura.
Eppure mi osservava con quel minimo di curiosità ed invito a proseguire che, necessariamente, mi portarono a proseguire e a non badare al fatto che potesse metterlo a disagio: 'non so come sia successo ma è successo', spiegai.
Harry strinse le sue labbra rosee in una linea sottile e mi guardò incerto: 'capisco', commentò, davvero poco sicuro di ciò che stava dicendo.
'Però Zayn dice di aver sbagliato e che non vorrebbe più trovarsi in una situazione del genere', raccontai.
Come ogni volta che mi ritrovavo a parlare di noi e a rivangare i nostri problemi, finivo per allungare troppo il discorso e ad esporre le mie paranoie, sperando di trovare una spiegazione.
'Cazzate', proruppe.
'Cazzate?' Ripetei la sua risposta, cercando di capire a cosa si riferisse.
'Zayn ancora ti ama, figuriamoci se non vorrebbe più venire a letto con te!' Si spiegò, ridendo di gusto.
Capii che la sua fosse una risata sincera quando i miei occhi furono attratti dalle delicate fossette che si crearono ai lati della sua bocca.
'Mi piacerebbe sapere che fosse vero', ammisi, inarcando lievemente le labbra.
Era patetico, ne ero consapevole, ma sentir dire quelle cose proprio da suo fratello, mi faceva battere il cuore; tanto da non permettermi più di controllare le mie mosse.
E sapevo che era pura speranza, pura speranza da parte mia ed un tentativo di rallegrarmi da parte di Harry.
'Zayn ha tutti i buoni propositi per ricominciare una nuova vita, senza di me'. Il mio tono di voce si abbassò lievemente alle ultime parole, dimostrandomi ancora una volta che, dopotutto, mai sarei stata pronta al punto giusto da farmene una ragione.
Harry alzò le sopracciglia e storse la sua bocca, perplesso: 'mah'.
Lo vidi abbassare lo sguardo e posare la mano sulla sua coscia, dove prese a giocherellare con la stoffa dei suoi jeans: i ricci caddero sulla sua fronte e gran parte del suo viso venne coperto dai suoi capelli; impedendomi di esaminare la sua espressione.
Udii uno strano verso da parte sua e poco dopo alzò le spalle: 'io credo che dovrà lavorarci so...'
Di colpo smise di parlare, lasciando la sua frase a metà, ed alzò il capo nella mia direzione, storcendo il naso.
I suoi occhi si assottigliarono e il suo viso sembrò concentrarsi a qualcosa nell'aria, a qualcosa che non era ciò che aveva davanti gli occhi; bensì, qualcosa che riguardava il suo olfatto.
'Lo senti anche tu?' Domandò.
La cosa poteva sembrare alquanto bizzarra e divertente ma, visto il modo in cui mi guardava e continuava ad annusare attorno a se, cercai di imitarlo e di percepire anche io qualcosa.
Morsi il mio labbro inferiore per trattenermi a non ridere e lasciai il mio sguardo addosso a lui, costantemente, provando ad individuare qualcosa dalla sua faccia.
'Odore di fumo', determinò, alzando un sopracciglio. 'Starà consumando interi pacchetti di sigarette'.
Una risatina scappò dalle mie labbra e di colpo riuscii a percepire quell'odore nell'aria; quell'odore al quale non avrei mai fatto caso, senza il suo avviso.
'Lo fa quando è nervoso', lo informai.
Uno strano ghigno prese parte sulle sottili labbra di Harry e sui lineamenti marcati del suo volto, facendomi quasi spaventare.
Mi guardò in maniera così carica di malizia che mi ritrovai a serrare i denti, prevedendo già la mia fine i quei due grandi occhi verdi, puntati sul mio viso.
Ma di colpo, annullando ogni mia stupidissima paura, Harry parlò: 'e questo non ti dice niente?'
Ero tentata a tirare un sospiro di sollievo e a rallegrarmi per non esser stata la prossima vittima di qualche pazzo familiare di Zayn ma, piuttosto, decisi di fermarmi a capire cosa volesse dire: 'dovrebbe dirmi qualcosa?'
'Se è nervoso lo è per te', affermò sfrontatamente, strizzando l'occhio.
Il mio petto si alleggerì all'istante, non appena udii la sua improbabile teoria e capii che non fosse successo niente di tragico.
'Potrebbe esserlo per Louis, per la sua serata andata a male, per essersi fatto convincere a venire qui...' Mi fermai e scossi lievemente la testa, decidendo che avrei fatto meglio a non elencare a lungo le motivazioni di una presunta rabbia di Zayn; considerando che potevano esserne a migliaia.
'Zayn è sempre nervoso...' Conclusi in fine, amareggiata.
'Avanti Bee, lo sai meglio di me!' Mi spronò con voce lamentosa, allargando le braccia.
Aveva la faccia di qualcuno che non avrebbe insistito a lungo prima di passare alle maniere forti.
Per questo pensai che avrei fatto meglio a non dilungarmi troppo e a chiedere invece maggiori informazioni sulla sua idea: 'e anche fosse?' Chiesi.
'Io andrei a parlarci', ammiccò.
'Potrebbe mandarmi a quel paese'. Più che altro era ovvio che lo avrebbe fatto.
Harry aggrottò la fronte e sbarrò i suoi occhi, guardandomi con incredulità: 'e che importa!?' Sbraitò.
Sembrava non voler credere ai suoi occhi, alle sue orecchie e a ciò che stava vivendo in quel momento.
Era davvero convinto di ciò che stava dicendo e mi guardava quasi come se fossi io la pazza, tra i due: come se il fatto che io fossi ancora lì, ferma, davanti a lui, fosse letteralmente improponibile.
Mentre io ero palesemente scioccata da ciò che stava dicendo e dal fatto che, nonostante avessi il pieno controllo delle mie azioni e di ciò che sarebbe potuto accadere, per qualche assurdo motivo, ero quasi tentata di assecondarlo.
***
Non potevo credere a ciò che stavo facendo.
Non potevo credere nemmeno ai miei stessi occhi, ai miei stessi passi, alla mia posizione e al fatto che mi sarei chiaramente cacciata in qualche guaio con la mia piena consapevolezza.
Afferrai la maniglia di quella porta e voltai poi il capo alla mia destra, dove un Harry evidentemente convinto, mi istigava a proseguire e ad entrare nella stanza con dei strani cenni.
Litigheremo.
Quella fu l'unica cosa che pensai e che mi incisi bene in mente mentre, arresa, tornavo a guardare quella tavola di legno che avevo difronte e che mi divideva da Zayn.
Lo avremmo fatto, era tangibile più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Conoscevo me, conoscevo Zayn, conoscevo i nostri caratteri e conoscevo l'andatura di una nostra conversazione nelle circostanze in cui ci trovavamo.
Era un passo azzardato o peggio, era l'ennesima mossa sbagliata che non mi avrebbe portata da nessuna parte e che avrebbe reso tutto meno sopportabile, una volta uscita da quella casa.
Ma per quanto tempo avessi perso a riflettere sulle conseguenze e su cosa dire una volta fatta quella cazzata, non feci in tempo nemmeno e prendere un profondo respiro che, inevitabilmente, la porta si spalancò davanti ai miei occhi.
Udii nello stesso istante i passi leggeri di Harry, poco distanti da me e diretti verso il soggiorno.
Difronte a me, tutto ciò che trovai, fu la quiete totale.
Zayn stava dormendo, il letto era ancora fatto e il suo corpo era disteso su di esso, completamente inerme e rilassato.
Tutto quello che mi venne in mente di fare, fu soltanto sedermi sul bordo del letto con accuratezza e restare immobile ad osservarlo mentre riposava, evitando di svegliarlo.
Probabilmente il destino aveva deciso di collaborare con me, una volta ogni tanto.
I suoi lineamenti rilassati e dolci erano l'esatto opposto di ciò che Zayn mostrava quando era sveglio e sputava rabbia ovunque, su chiunque avesse difronte.
La sua guancia era schiacciata contro il cuscino e i suoi occhi erano beatamente chiusi, chiusi e dispersi in chissà quale altro mondo.
La leggera barba che contornava la sua mascella, le sue labbra carnose e lievemente schiuse, le folte ciglia che incorniciavano i suoi occhi e in fine la sua mano tatuata, nascosta sotto al suo cuscino.
Tutto ciò che lo circondava, in quel momento, era facilmente paragonabile alla calma e a ciò che mai avrei accomunato ad uno come Zayn.
Allungai una mano nella sua direzione e la intrufolai tra le ciocche scompigliate e corvine dei suoi capelli, spostandoli dal suo volto e sistemandoli all'indietro, dove non avrebbero coperto così tanta bellezza.
Il mio tocco non sfiorò minimamente il sonno di Zayn e la sua posizione; fortunatamente, visto che già avevo tremato all'idea di svegliarlo e di farlo stranire.
Spostai lo sguardo da lui e mi guardai intorno, osservando le mura di quella camera ed accorgendomi dello straordinario ordine che la persuadeva.
La scrivania non faceva una piega: tutto sopra di essa sembrava esser stato messo lì tanto tempo prima e lasciato in balia del nulla, per tanto tempo.
I libri perfettamente incolonnati sulla libreria, in ordine di altezza; rappacificavano il mio cuore come una rilassante serata alla riva del mare.
Quella camera era il preciso esempio di ciò che desideravo a casa mia, se soltanto non fossi stata una ragazza abbastanza disordinata ed abituata a lasciare le cose dove capitavano, senza farmene un problema.
I miei occhi si posarono al comodino poco distante da me e già prima di vedere cosa ci fosse sopra, pensai a qualcosa di altrettanto ordinato e distensivo.
Però, a differenza di ciò che avevo visto fino ad allora, ciò che trovai sopra di esso mi fece spalancare gli occhi e trattenere il fiato per qualche secondo.
Per un attimo mi mancò l'aria.
Accanto ad una lampada spenta e ad un pacchetto di sigarette completamente pieno, vidi una bustina di plastica contenente qualche residuo di tabacco ed una piccola scatola di cartine lunghe, completamente vuota.
Pensai subito al peggio, a ciò che qualunque ragazzo della nostra età fa con delle cartine di quella misura e nasconde in delle bustine trasparenti.
E ad accentuare le mie predizioni su ciò che avevo visto, fu un piccolo posacenere d'acciaio, riempito da un solo mozzicone.
E quello non era il mozzicone di una sigaretta.
Tutto ciò che affollò la mia mente in quel momento, fu indefinito.
In un attimo non fui più in grado di ragionare, di agire in maniera regolare o di far qualcosa di consueto, capace di farmi gestire quella situazione in maniera tranquilla.
Mi piombai senza scrupoli e letteralmente addosso a Zayn: afferrai la sua spalla e la scossi ripetutamente, in preda al panico: 'Zayn!' Strillai.
Non riuscii a descrivere le sensazioni che in quell'esatto millesimo di secondo attraversarono il mio corpo e mandarono in fibrillazione i miei nervi.
Potei soltanto rendermi conto di quanto fossi agitata e preoccupata contemporaneamente, quando Zayn strinse appena i suoi occhi ed affondò maggiormente la testa sul cuscino, infastidito dalla luce.
'Mhh'. Lo sentii gemere, disturbato dai miei richiami.
Soltanto quando diede quel piccolo ed insignificante cenno di vita, potei sentire il mio respiro regolarizzarsi e il mio petto riprendere ad alzarsi ed abbassarsi simultaneamente.
'Cosa cazzo hai fumato!?' Domandai, scuotendo ancora una volta la sua spalla.
Non mi toccava minimamente l'idea di poter avere una reazione negativa o chissà quanto esagerata da parte sua, visto ciò che aveva inalato.
Volevo sapere tutto, rassicurarmi sul suo stato e ricevere dei segnali ancor più significativi da parte sua.
Zayn sfilò la mano da sotto il cuscino e la portò direttamente sulla sua fronte, dove non capii se stesse coprendo i suoi occhi o stesse cercando di alleviare qualche presunto dolore.
Si rigirò nel letto ed evitò completamente la mia presenza, tornando a pancia in sopra, quasi come se avermi difronte e seduta accanto a lui fosse normale e abituale da parte sua.
Osservai attentamente le sue mosse, una volta tornato supino.
Tirò fuori la lingua ed inumidì pigramente le sue labbra secche, strofinando contemporaneamente i suoi occhi: 'lascia stare', biascicò.
La sua voce era bassa, impastata e familiare.
Conoscevo quel timbro sovrastato da qualcosa di molto più grande di lui e maledettamente roco.
Se avevo lontanamente immaginato che le mie fossero state soltanto stupide fantasie, a quel punto, capii di aver pienamente ragione e che Zayn fosse per l'ennesima volta fuori di se.
Per l'ennesima volta in pochissimo tempo.
'Zayn, guardami', lo invitai, con un tono fermo e severo.
Il mio corpo era accaldato, era agitato e teso in maniera esagerata.
Non sapevo per l'esattezza se fosse il fatto di averlo accanto, molto probabilmente sotto effetto di qualche droga, a rendermi nervosa. O se l'idea stessa di non sapere come si sentisse.
Ma il moro evitò completamente il mio stato d'animo, il mio timbro rigido e qualunque cosa avesse intorno, facendo finta di niente.
Proprio come se non ci fossi.
Finì di stropicciarsi gli occhi ed allontanò poi la mano dal suo volto, schiudendoli appena e tentando così di abituare le sue iridi alla forte luce che emanava il lampadario.
Sembrava abbagliato da quella lampadina e focalizzato soltanto su di essa.
Come se tutto ciò che lo circondava si fosse per un attimo materializzato e il suo mondo si fosse concentrato nella luce del soffitto.
'Guardami!' Insistetti, alzando di colpo la voce.
Al mio ennesimo richiamo, la testa di Zayn, con molta calma e svogliatezza, si girò nella mia direzione.
Soltanto allora potei notare i suoi occhi arrossati e cupi, il suo colorito pallido e lontano da quella che era la sua pelle ambrata, poi il suo sguardo disperso.
Mi osservò a fondo, con calma, in silenzio.
'Amore, dovresti calmarti'. Le sue labbra si mossero con indolenza e la sua voce fuoriuscì fiacca, simile ad un basso mormorio.
Ma tutto ciò non impedì al suo tono di sembrare almeno un po' provocatorio e alla sua bocca di inarcarsi lievemente in un sorriso maligno.
Quell'amore, da parte sua, fu un ovvio segno di poca lucidità ma comunque un doloroso tuffo al passato, da parte mia.
Fu come riavere accanto il vecchio Zayn, quello con il quale avevo condiviso momenti bellissimi ed avevo scoperto tutta me stessa, abbattendo barriere che mai avrei pensato di riuscir a distruggere.
Fu come riguardare una vecchia foto insieme; un momento catturato da una fotocamera in un periodo bellissimo e ormai concluso ma che, su quel pezzo di carta, è destinato a restare per sempre, immancabilmente.
Non a caso, una fitta trafisse irreparabilmente il mio stomaco, facendomi tornare in testa il ragazzo di cui ero innamorata e che, senza alcol o droga, mai avrei avuto il piacere di rivivere.
I miei occhi si abbassarono al piumone che ricopriva quel letto e i miei polmoni inalarono un profondo respiro: 'Zayn, per piacere', sospirai, pregandolo di smetterla.
E sapevo quanto fosse complicato farlo obbedire e renderlo serio in un momento in cui il suo cervello non rispondeva delle sue azioni.
'Come vuoi'. Lo sentii parlare con superficialità e, senza nemmeno guardarlo, potei immaginarlo alzare con noncuranza le spalle.
Alzai lo sguardo al suo ed osservai quei capillari rossastri che sfumavano il bianco dei suoi occhi, mentre mi fissava.
Non volevo pensare a fondo a ciò che avevo difronte, a quel che poteva soltanto stringermi lo stomaco in una dolente morsa.
'Dove prendi quella roba?' Lanciai un'occhiata al suo comodino e tornai a guardarlo con severità, 'chi te la da?'
Zayn spostò il suo sguardo dove poco prima avevo indicato e, alzando spropositatamente il suo petto, tornò poi a guardarmi: 'non ti piacerebbe saperlo'.
Scossi nervosamente la testa e i miei pensieri andarono istintivamente alle tantissime volte in cui aveva ripetuto quella frase.
Avrei fatto bene a non pensarci in quel momento, forse.
Decisi di sorvolare anche quell'aspetto e di spostare i capelli dal mio volto, fermandoli dietro alle mie orecchie: 'non mi piace nemmeno vederti così', precisai.
'Non è poi così male'.
La risposta di Zayn non tardò ad arrivare, sarcastica, come sempre in quei momenti.
Intravidi i suoi denti bianchi sotto a quello stupido sorriso, con il quale stava cercando di smorzare la mia serietà.
Lo guardai male, lo guardai con così tanto odio dentro che la mia mascella si contrasse d'istinto, 'sembri un tossico, Zayn'. Parlai a denti stretti, fulminandolo con il solo guardo.
Avrei voluto avere uno specchio per potergli mostrare il suo volto, per potergli far vedere con i suoi stessi occhi, quanto disperate fossero le sue condizioni.
Alle mie parole, le sopracciglia di Zayn si alzarono e i suoi occhi assunsero un'espressione palesemente ironica, 'e chi ti dice che non lo sono?'
'Zayn...' Sbuffai, spazientita.
Non volevo far altro che togliergli quel sorrisetto dalla faccia, mi irritava, mi irritava come qualsiasi altra cosa avrebbe detto.
'Cos'hai in testa!?' I miei occhi scattarono con decisione al suo volto, sommerso dall'incoscienza, e lo fissarono con pietà, 'che cosa ti sta succedendo, Zayn?'
La rabbia crebbe dentro di me come possenti fiamme.
Zayn, in quell'esatto istante, era per me pura e nutriente benzina.
Dov'era finito quel ragazzo determinato che tanto lottava contro le sbagliate abitudini di suoi fratello?
Chi era colui che avevo difronte? Chi era colui che costantemente si sballava, opponendosi completamente a quella che era la sua opinione di una volta?
Potei percepire le mie iridi bruciare ancora e la mia bocca seccarsi secondo dopo secondo, sguardo dopo sguardo.
Ma non permisi alla mia debolezza di farsi avanti ancora una volta, davanti a qualcuno che probabilmente avrebbe dimenticato tutto dopo qualche ora.
Chiusi i miei occhi e mi voltai verso un punto indefinito della stanza, distogliendoli da quell'espressione incomprensibilmente snervante e riaprendoli poi difronte alla spalliera del letto; una cosa qualsiasi sulla quale mi sarei concentrata per scacciare le mie lacrime.
'Non so più cosa fare con te, Zayn', sospirai, arresa.
Restammo in silenzio per un interminabile tempo che, in un'altra situazione, avrei ben definito in dieci secondi.
Un tempo nel quale Zayn non aprì bocca ed evitò del tutto le mie parole; così come quando da lucido fingeva di non sentire qualcosa al quale non avrebbe voluto rispondere.
'Sai cosa si prova nel fumare una canna?' Udii la voce di Zayn, improvvisamente, alle mie spalle, intenta a proseguire in qualcosa che sicuramente non avrebbe avuto un senso.
Non risposi, non pensai nemmeno al senso della domanda, mi limitai soltanto a scuotere la testa e ad aspettare che continuasse il suo discorso, spazientita.
Lo sentii sospirare: 'vuoi provare?' propose.
Non mi soffermai molto sull'assurdità della sua richiesta: considerai soltanto che se fosse stato lucido avrebbe fatto una sceneggiata al solo vedermi fumare una semplice sigaretta.
Di nuovo scossi la testa e feci due colpi di tosse, schiarendomi la voce.
'Non sai cosa stai dicendo, Zayn'. Dissi e sentii la mia voce carica di frustrazione perché, infondo, infondo alla mia pazienza nell'ascoltarlo e tentare infinitamente di farmi perdonare da lui, ero davvero stanca di sopportare le sue cazzate.
Zayn sospirò nuovamente e prendendomi di sorpresa, invece di proseguire nel suo discorso, allungò una mano verso di me ed avvolse le sue dita attorno al mio polso.
Scattai e posai il mio sguardo sulla sua mano stretta attorno alla mia pelle, saldamente.
Dei brividi di freddo fecero accapponare la mia pelle al solo, improvviso, contatto.
Lo sentii tirarmi nella sua direzione, verso il suo corpo, verso qualcosa di molto più forte e potente di me; verso chi sapeva convincermi, verso chi sapeva completamente gestirmi.
In un rapido movimento mi ritrovai a sedere a cavalcioni su di lui, sostenendomi con il solo tocco della sua mano aperta sul fondo della mia schiena.
Irrigidii all'istante, non appena i nostri bacini si sfiorarono e si scontrarono l'uno contro l'altro.
I suoi occhi si immersero nei miei come magneti, come se quel contatto tra noi lo avesse reso cosciente di ciò che stava facendo, almeno per un attimo, almeno per un'occhiata.
Deglutì.
'Al primo tiro senti già di aver meno problemi', disse.
Quelle parole, dette da qualcuno che creava continuamente problemi e sembrava impegnarsi nel farlo, sembravano quasi stupide.
Lo vidi fare una risatina amara e sprofondare la testa contro il cuscino, chiudendo per un attimo gli occhi: 'al secondo tiro vorresti soltanto fare il terzo per star bene', procedette.
I suoi occhi si aprirono un secondo dopo, mostrando un'espressione leggermente meno nevrotica e piena di rancore.
Mi guardò con intensità: con uno sguardo complice e sollecitante, quasi come se stesse cercando conferma nei miei occhi apparentemente dispersi.
Annuii rapidamente, mostrando interesse.
L'altra sua mano si posò delicatamente sulla mia coscia ed accarezzò la mia gamba, trovando uno strano conforto in quel contatto.
I suoi occhi distolsero l'attenzione dal mio viso e si dedicarono totalmente ai movimenti delicati della sua mano, che presero a scendere fino al mio ginocchio.
Restò ad osservare quelle delicate carezze per un po', silenziosamente, fino a quando non passò la lingua in mezzo alle sue labbra, inumidendole per l'ennesima volta: 'e al terzo...' esitò prima di parlare, risalii con la punta delle sue dita fino alla mia coscia e prese un profondo respiro: 'al terzo ti ho di nuovo in testa'.
Il mio respiro si fermò.
Se quella fosse soltanto la fantasia che l'erba sviluppava nel suo cervello, beh, persino una droga leggera ce l'aveva con me e si divertiva a giocare con i miei sentimenti.
Decisi così di non pensare troppo a cosa sarebbe successo se avessi seguito il mio istinto ed avessi deciso di aiutarlo a sbloccare la sua tensione; raccolsi tutto il coraggio che avevo in corpo e mi chinai su di lui, prendendo il suo viso tra le mie mani.
Lo costrinsi poi a rialzare il suo sguardo al mio, alzando il suo volto.
La mia mente ormai vagava da sola, inutilmente, e il mio cuore aveva preso il pieno possesso di ogni mia singola azione, pompando con irregolarità.
I nostri visi erano vicinissimi, l'uno difronte all'altro.
A dividerci restavano dei danatissimi centimetri che mi permettevano di percepire l'odore forte del suo fiato, persuaso da ciò che aveva fumato.
Era un odore strano, un'odore che mai avevo percepito quando arrivavo ad avere contatti così ravvicinati con Zayn. Un odore che quasi mi portava a non riconoscere la persona che avevo difronte. Un odore che non era il suo.
Ma ciò che più desideravo era lui, la persona che in quell'istante sembrava bramarmi con il solo sguardo, come faceva un tempo.
Il tempo intorno si era fermato. Tutto era sparito, come ogni volta.
Zayn abbassò il suo sguardo alla mia bocca e passò con smania la lingua tra le sue labbra, inumidendole, prima di annientare ogni minima distanza tra noi due e di premerle contro le mie.
Prese a baciarmi con dolcezza, a modellare le nostre bocche come sempre terribilmente sapeva fare, procurandomi migliaia di brividi lungo tutto il corpo.
La sua lingua accarezzò il mio labbro superiore, chiedendomi disperatamente di approfondire quel contatto costante e colmo di eccitazione da parte sua; un'eccitazione accentuata dalle sostanze che probabilmente correvano nel suo sangue.
E io sorrisi beffardamente nel bacio, negandogli l'accesso.
Lo sentii gemere insoddisfatto e spostare ingordamente i palmi delle sue mani sul fondo della mia schiena, spingendo il mio corpo contro il suo, insistentemente.
A quel punto, le nostre intimità si scontrarono e la forte spinta di Zayn mi lasciò percepire quanto la sotto desiderasse andare oltre, più di ogni altra cosa.
La sua dura erezione premette conte il mio centro e il mio sorriso crebbe.
Con lui, ogni più piccolo tentativo di prendere il sopravvento, si autodistruggeva in un istante, senza neppur darmi il tempo di rimediare.
'Bee', ringhiò contro le mie labbra, mentre le sue mani vagavano sulla mia schiena alla disperata ricerca del bordo di quella famosissima felpa che, ormai, sembrava esser diventata l'indumento più inutile al mondo.
Sobbalzai quando le sue mani scivolarono sotto il tessuto caldo, accarezzando lentamente la mia spina dorsale.
Onestamente credevo che i suoi sensi fossero leggermente meno furtivi e rallentati a causa di ciò che aveva fumato e dalle sue conseguenza.
E la mia sorpresa nel sentirlo agire con così tanta esperienza, sembrò piacergli particolarmente; rise sommessamente, prendendo in vantaggio ciò che la mia impreparazione gli aveva dato per infilare la sua lingua nella mia bocca.
Un fremito percorse il mio corpo e le sue dita continuavano ad accarezzare la mia schiena, esplorando ogni centimetro della mia pelle.
Presa dalla situazione, arrivai al punto in cui non desideravo altro che aumentare il contatto tra i nostri corpi e sentirmi più vicina a lui; magari prendendo il sopravvento.
Feci scivolare via le mie mani dal suo viso ed avvolsi le braccia attorno al suo collo, alzandomi dal suo corpo.
Finalmente torreggiai sulla sua figura ed un senso di piacere persuase il mio corpo, come se desiderassi avere il pieno controllo su di lui più di ogni altra cosa al mondo.
Però, seppur quella posizione sembrava esser di gradimento ad entrambi, Zayn fece scendere le sue mani lungo il mio fondoschiena ed afferrò il retro delle mie cosce, stringendomi leggermente.
'Non vorrai fare tutto da sola', mormorò contro le mie labbra, addentando gentilmente il mio labbro inferiore.
Colsi al volo il suo segnale ed ebbi la conferma di tutto ciò che avevo presupposto quando, inevitabilmente, sentii il corpo di Zayn muoversi sotto di me, mentre i suoi denti tiravano il mio labbro verso il basso, provocatoriamente.
Mugolai e decisi di accontentarlo, seguendo i suoi movimenti.
In un attimo mi ritrovai nella posizione opposta, con le spalle piantate a terra e con l'intera schiena distesa contro il materasso; mentre il moro riprese in mano la situazione, strisciando su di me.
Le sue braccia bloccarono letteralmente il mio corpo sotto al suo, impedendomi ogni singolo movimento, e la sua bocca si separò dalla mia, pronta ad assaporare il mio corpo.
Le mie mani afferrarono istintivamente la sua nuca, seguendo così ogni suo movimento.
Sapere che il suo cervello fosse quasi completamente annebbiato e guidato dal solo effetto di qualcosa a me estraneo, mi preoccupava.
Ad azzerare i miei pensieri negativi, percepii subito dopo il tocco delle sue labbra sulla mia mascella, umido e delicato.
Non mi diede nemmeno il tempo necessario per prendere un profondo respiro e di realizzare la cosa che, impaziente, prese a lasciare dei baci ad ogni millimetro della mia pelle, l'uno dopo l'altro.
Scese con ardore, con una velocità tale che i miei occhi si chiusero per qualche secondo e si spalancarono l'istante dopo, quando lo sentii mordere la pelle della mia clavicola, prima di succhiare avidamente il piccolo lembo arrossato.
La pelle d'oca iniziò a ricoprire interamente il mio corpo.
Tutti i sensi sembravano essersi moltiplicati man mano, sia da parte mia che dalla sua.
Tutto ciò che Zayn faceva, mi rendeva mentalmente instabile e dannatamente vulnerabile da ogni sua singola carezza; persino la più banale.
Non appena finì di succhiare quel punto da lui stuzzicato, mi accarezzò lievemente con la sua lingua bagnata e gemette a bassa voce, arrivando con una mano tra le mie gambe e procedendo nella sua interminabile tortura.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro