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105- Let me go

"Hostage" | Doncaster

Zayn camminò attorno al tavolo e in men che non si dica, arrivò a pochi passi da me.
Appoggiò il suo fondoschiena contro il bordo del tavolo e posò i palmi delle sue mani ai lati del suo corpo, pensieroso.

Quel che riuscii a capire per certo, nonostante l'ansia che pian piano stava offuscando la mia mente, fu che quella sarebbe di certo stata una lunga ed intensa chiacchierata.

Di conseguenza, anche io mi appoggiai al bancone della cucina e strinsi le braccia conserte al petto, aspettando che fosse lui a rompere il ghiaccio.

'Ho pensato a lungo ieri', cominciò, 'potrà sembrarti stupido da parte mia, soprattutto perché spesso siete voi donne a farvi questi complessi...' Si giustificò già da subito e parlò a bassa voce, lasciandomi immaginare quanto complicato fosse per lui.

Di risposta annuii, annuii con comprensione, invitandolo a parlare in tutta calma.

'Ho...abbiamo fatto sesso e tutto questo non lo avevo fottutamente programmato', abbassò il capo e pizzicò il ponte del suo naso, cercando di calmarsi e parlare in maniera comprensibile.

'Da quando programmiamo di farlo?' Inevitabilmente feci una risatina.

Forse, non sapere dove sarebbe voluto arrivare ed attendere con il cuore in gola, mi stava rendendo stupida.

Zayn alzò di scatto il capo, 'non in quel senso!' Rispose con un tono lamentoso, storcendo il naso.

'Allora?' Alzai un sopracciglio, 'uhm...parli del fatto che non hai usato il preservativo?' Tirai ad indovinare, seppur con con un minimo di imbarazzo.

Associandomi a cosa stava farfugliando, quella fu la prima cosa che mi saltò in mente.

Alle mie parole, gli occhi di Zayn si sbarrarono e il suo viso mutò completamente, ritraendo in un istante il vero e proprio terrore.

Capii così che no, purtroppo o per fortuna non era quello a preoccuparlo e semplicemente avevo aggiunto un altro motivo per il quale andare in panico, al suo già avanzato stato di ansia.

Allora scossi la testa, divertita, 'l'ho presa, rilassati...' Lo presi in giro, approfittando di una delle poche volte nelle quali non ero dannatamente io a sembrare pazza.

Le sue narici si fecero scappare un lieve sospiro di sollievo e Zayn lasciò svuotare i suoi polmoni, sollevato.

Improvvisamente, il piccolo lampo di terrore che aveva attraversato i suoi occhi, sembrò sostituirsi con un'espressione seccata, 'potresti evitare di interrompermi?' Chiese.

Annuii di risposta, cercando di trattenere una risatina.

'Quel che voglio dirti è che a me, questa situazione, non piace', sbottò.
La sua affermazione sembrò liberarlo di un'enorme peso ma, quando deglutì e prese un profondo respiro, capii che c'era ancora molto altro da dire.

'Ho già scopato troppe volte con qualcuno soltanto per passare una serata diversa', gesticolò.

Lo vidi riaprir bocca per continuare a parlare ma, quelle parole da parte sua fecero passare a me la voglia di ascoltarlo.

Non sapevo per quale motivo lo facesse o se succedeva senza un preavviso ma, ogni volta quell'argomento tornava a galla, più doloroso di sempre.

Infatti, non appena fece per parlare, lo guardai così male che rinchiuse la bocca e sbuffò, frustrato: 'parlo anche di Janette, esatto'.

Alza gli occhi al cielo, infastidita, e voltai il mio capo di lato, evitando completamente la sua faccia che, in quel momento, avrei preso volentieri a schiaffi.

'Bee', mi richiamò con pazienza, ma con quel tono che sembrava stesse per cedere da un momento all'altro.

Non mi voltai, feci soltanto un lieve verso infastidito e lo incitai a procedere.

'Scopare con te, in quella maniera, non mi piace'. La sua voce sottolineò le parole con te, marcando maggiormente il tono fermo della sua voce, riacquistando così la mia attenzione.

Lo guardai con la coda dell'occhio, cercando di non farmi vedere e di non dargli la soddisfazione di aver catturato il mio sguardo.

'In quella maniera, significa...' Cercai di capire a cosa esattamente si stesse riferendo, una volta per tutte.

Ma Zayn mi interruppe subito, sopraffacendo la mia voce e facendomi morire le parole in gola.

'Significa non ritrovarti accanto a me la mattina e non poter sentire il tuo corpo nudo contro il mio durante la notte', disse tutto d'un fiato, liberando se stesso ed annullando completamente quel minimo di sicurezza che avevo trovato in me.

Non riuscii a vedere quale fosse stato il suo sguardo nell'esatto momento in cui disse quelle cose ma, d'istinto abbassai il mio capo, mortificata.

La verità era che mai mi sarei aspettata che avesse potuto dargli così fastidio, non ritrovarmi lì la mattina successiva.

'Non so per quale motivo tu te ne sia andata', disse, prendendosi qualche secondo per fare dei lunghi e rilassanti respiri, 'e non so nemmeno perché mi abbia lasciato fare, facendoti scopare così...così...' Lasciò la frase a metà, forse incapace di esporre a voce ciò che realmente lo turbava.

'Non credo ci sia bisogno di una spiegazione', borbottai, infastidita.

In quel momento non avevo pensato affatto come sarebbe stato; se quella sarebbe stata davvero la nostra ultima volta, avrei preferito concedermi completamente a lui e lasciare da parte tutto, a qualsiasi costo.

'No Bee', Zayn mi riprese immediatamente, 'non voglio che il nostro diventi soltanto sesso'. La sua voce si abbassò man mano, fino a diventare bassa e dispiaciuta alla fine della sua frase.

E quelle parole da parte sua furono come girare per l'ennesima volta il coltello nella piaga, aggravando sempre di più la ferita.

La mia testa, come ogni volta in cui non doveva farlo, tornò automaticamente al passato e a proprio a qualche giorno prima.
A quando, prima di fare ciò che mai mi sarei aspettata, aveva gridato come un pazzo ed aveva letteralmente svalutato tutta la nostra relazione, racchiudendola soltanto nel sesso.

Per questo non volevo lasciarmi sciogliere dalla sua delusione e dal suo improvviso ritorno all'umanità.

Se mai lo avessi fatto, sarei finita per accontentarlo per l'ennesima volta e svalutare quel che invece aveva detto, ferendomi nel profondo.

'Beh, in realtà lo hai definito tu stesso così', gli feci notare, amareggiata.

Mi voltai a guardarlo e Zayn teneva il suo sguardo perennemente attento su di me; cosa che, nonostante mi turbasse abbastanza, cercai di prendere a mio favore.

Lo guardai con attenzione ed accumulai tutto il coraggio che avevo in corpo, impedendo a me stessa di cedere e di distaccare gli occhi dai suoi.

'Hai detto cose come 'il sesso tra noi è finito'', alzai le virgolette, citando le parole che proprio prima di spogliarmi e far sesso con me, aveva freddamente urlato.

'Non è così', scattò all'istante, infastidito.

'Invece sì Zayn, lo hai detto tu stesso!' Strillai, 'probabilmente per te è sempre stato sesso', i miei occhi crollarono inevitabilmente e si fermarono poco più in basso, sulla sua felpa, incapaci di sorreggere i suoi, 'soltanto sesso', ripetei.

Il suo modo di rinnegare le cose soltanto nel momento in cui più gli faceva comodo, mi innervosiva abbastanza.

'Sei pazza', lo sentii dire, incredulo, 'non puoi davvero credere che io sia stato con te per portarti a letto'.
La sua voce sembrava volesse smorzarsi da un momento all'altro e sprofondare in un pianto d'isteria.

Rialzai i miei occhi a lui e a quel punto me ne fregai altamente del dolore, dei sentimenti e di tutto ciò che mi fermava: lo guardai.

'Sei stato tu a definire finito il nostro 'sesso', come se non ci fosse mai stato niente di più interessante tra noi', dirlo mi faceva mancare il fiato, quasi come se l'aria che avessi attorno non bastasse per poter creare una frase di senso compiuto ed abbastanza fredda da immobilizzarlo.

'Sai benissimo che non è così', rispose soltanto, impassibile.

'Ma tu lo hai detto', insistei.

'E allora?' Di colpo alzò la voce, ed io sbarrai gli occhi, spaventata dalla sua reazione.

Scattai indietro e lo vidi allargare le braccia, furioso, 'allora dai retta alle cazzate che sparo quando sono incazzato e ti lasci trattare come un oggetto?' Sbarrò gli occhi, ma lo fece continuando a tenerli fermi e persistenti sul mio volto.

Il suo viso era quasi rosso dalla rabbia; così come le vene del suo collo che, a causa delle urla, sembravano volessero esplodere da un momento all'altro.

'Ti fai trattare così per dispetto!?' Continuò a gridare, invitandomi a dar un segno di vita.

'Non mi hai trattata così, Zayn'.
Parlai d'impulso, risposi senza pensare e senza soffermarmi troppo a ciò che avevo appena detto.

Forse perché il mio carattere non mi permetteva di accettare la cruda realtà o forse ancora perché era troppo doloroso da ammettere a me stessa che sì, quello era stato sesso, sesso e soltanto sesso.

E no, non aveva niente a che vedere con ciò che eravamo una volta e ai rapporti che avevamo nella nostra intimità, quando stavamo insieme.

Deglutii rumorosamente: i miei occhi presero a bruciare, a bruciare così tanto che dovetti sbattere più volte le ciglia, cercando di alleviare quell'immensa voglia di scoppiare in lacrime: 'i-io volevo soltanto averti un'ultima volta', balbettai.

Presi un profondo respiro e tirai su col naso, respingendo quel debole ed insopportabile lato di me, che mi portava a sembrare davvero troppo fragile, per tenere testa a qualcuno.

'Sono stata io a volerlo', affermai convinta, indicandomi, 'se l'abbiamo fatto come due ragazzi che si conoscono in discoteca e passano la notte insieme, beh...' Mi guardai per un attimo intorno, cercando una conclusione adatta e non troppo ridicola da aggiungere: 'beh, va bene', conclusi.

Zayn sembrò ascoltarmi: restò fermo ed ansimante difronte a me, pronto per sentirsi dire l'ennesima cosa che non gli sarebbe piaciuta.

Infatti, come da copione, non appena finito di parlare e di esporre la mia opinione, Zayn scosse rapidamente la testa.

'Bee, eri la mia ragazza' si portò la mano al petto, 'non ho mai fatto niente di quel che ho fatto con te, con qualcun'altra'.

Stava parlando sinceramente, stava parlando con quello che si poteva definire il cuore in mano.
I suoi occhi lucidi dalla rabbia e il suo petto che si alzava ed abbassava rapidamente erano il semplice riflesso della sua onestà, in quell'istante.

'E mai mi sarei permesso di finire su una credenza e scoparti soltanto per sfogare le mie voglie', aggiunse, impassibile.

Le sue parole, dette con così tanta freddezza e poca vulnerabilità, colpirono come l'ennesima lancia il mio stomaco, rendendo fitto ed insopportabile il dolore che attraversava il mio petto.

'Non importa Zayn', scossi lievemente il mio capo ed intrecciai i miei occhi nei suoi che, quasi sicuramente, si aspettavano tutt'altra risposta da parte mia: 'davvero Zayn, lascia stare...' Sospirai, abbassando poi gli occhi al pavimento.

Quel che volevo in quel momento, era soltanto chiudere quella discussione e smetterla di infierire su ciò che mi aveva già fatto abbastanza male.

Zayn scosse per la milionesima volta il suo capo e fece una risatina, svalutando totalmente le mie parole.

'Non puoi capire', lo sentii parlare con tensione, proprio come se volesse spaccare qualcosa nello stesso preciso istante, pur di farmi comprendere cosa avesse in testa.

'Capisco invece', scattai e puntai il mio sguardo sul suo volto, convinta, 'so che avresti voluto andasse diversamente', spiegai.

'E non sono l'unico a credere che sarebbe dovuto andare diversamente', ribatté.

Quel che aveva appena detto, con o senza il mio consenso, era qualcosa che infondo credevo veramente e che non avrei mai potuto evitare.

A partire dalle sue carezze mancate mentre mi sfilava gli abiti di dosso fino ad arrivare ai suoi baci inesistenti mentre con davvero poco amore mi faceva sua.

Tutto sarebbe dovuto andare in maniera diversa e tutto mi era mancato fottutamente tanto.

Ma nonostante mi ritrovassi appieno nelle sue parole e in tutto ciò che assillava la sua mente, non avrei mai voluto dargli la soddisfazione di aver ragione.

Mi ritrovai a fissare il pavimento in silenzio, immersa nel mio stato di trance e nei miei numerosi pensieri contorti.

Di colpo riscossi la mia mente da quelle stupide cose alle quali avrei potuto benissimo pensare in un altro momento e, tornando ad insistere sulla mia falsa opinione, guardai Zayn.

'Era questo ciò che volevo', mentii e i miei denti si strinsero, come ogni volta che finivo per dire una cazzata alla quale nessuno avrebbe potuto credere. 'sentirti mio un'ultima volta...soltanto questo volevo', annuii in maniera così finta che persino un muro sarebbe riuscito a scorgere la verità oltre alle mie iridi.

'E dimenticarmi per sempre?' Domandò, guardandomi diritto negli occhi.

La sua domanda mi prese di sorpresa: mi irrigidii per un attimo, facendo crescere in me quella strana ed insopportabile sensazione di vuoto che tanto detestavo.

'Ed andare avanti', lo corressi.

Intravidi un mezzo sorriso sulle labbra di Zayn, qualcosa di nevrotico a primo impatto, 'un modo carino per  dirmi di sì', osservò, distogliendo la sua visuale dal mio volto.

Non sapevo dove volesse arrivare, ma valutai comunque la sua affermazione e mi costrinsi a non rifletterci troppo, concludendo che avesse ragione.

'Cos'altro dovrei fare?' Chiesi, confusa dalla sua reazione.

D'altronde era soltanto lui quello ad insistere e a mandar tutto a puttane, giorno dopo giorno.

E se si aspettava di vedermi single e dispiaciuta a vita, poteva benissimo cominciare a ricredersi e a cambiare i suoi fantastici piani.

Aveva rivoluzionato quello che sarebbe dovuto essere il mio breve viaggio in Inghilterra in visita ai miei genitori, esatto, ma la vita sarebbe continuata a prescindere, con o senza la sua presenza.

E non avrei permesso che continuasse in maniera disgustosa a causa sua.

'Niente', rispose serenamente, alzando le spalle, 'è giusto così', annuì, comprensivo.

Ma le sue parole e la sua comprensione, sembravano volessero convincere più se stesso che me.

'E vorrai ricominciare con qualcun altro immagino', presuppose poi, stringendo nervosamente le sue labbra, l'una contro l'alta.

'Se dovesse capitare, anche con qualcun altro Zayn, sì', annuii e spostai una lunga ciocca dei miei capelli dal mio volto, fermandola dietro all'orecchio.

'Giusto', valutò, chinando il capo.

Difronte a me potei vedere soltanto la folta chioma dei suoi capelli corvini e nient'altro mentre, con irrequietezza, infilava le mani nelle tasche dei suoi jeans.

'Con qualcun altro e con la mia felpa', mormorò subito dopo, rialzando il suo capo nella mia direzione.

Le sue iridi marroni osservarono il mio viso con superficialità e scesero poi lungo il mio corpo, come per farmi notare ciò che mai avrei pensato avesse catturato la sua attenzione.

Imbarazzata, afferrai le maniche della sua felpa e strinsi il loro tessuto con le mie dita. 

Abbassai lo sguardo e cercai di nascondere il colorito leggermente più rosso delle mie guance, causato da ciò che si era appena rivelata una pessima figura.

Ma diamine, mai avrei pensato se ne accorgesse o, ancora peggio, mai mi sarei preoccupata della mia felpa dopo essermelo trovato in casa senza preavviso.

Se soltanto avessi previsto il suo arrivo, avrei semplicemente evitato di indossarla.

'Non c'è problema, puoi tenerla', cercò di rassicurarmi con fermezza, mentre con dei passi lenti ed incerti, avanzava verso di me.

Potei notare l'ombra della sua figura torreggiare su di me, sempre di più, facendo diminuire secondo dopo secondo, le possibilità di aver un contatto visivo con me.

Mai lo avrei guardato negli occhi così da vicino dopo così tanta vergogna.

Ero lì difronte a me, in piedi a pochi passi dal mio corpo.

E la tensione cresceva attraverso i miei muscoli e al mio cuore, agitato ed ormai ingestibile.

I nostri respiri smontavano l'aria, sentivo il suo profumo intorno a me nonostante l'odore delle sigarette sopraffacesse quello familiare e nostalgico della sua pelle.

Probabilmente stava fumando molto, negli ultimi tempi.

Non mi sentivo così nervosa a causa della nostra vicinanza, da tempo; di solito, l'ansia e il panico erano una mia perenne caratteristica, sì, ma non da quando Zayn aveva smesso di essere il mio rapitore.

E detestavo dovermi sentire in quel modo a causa di qualcuno che ormai non provava o sperava in qualcosa di più intenso tra noi.

Detestavo sentirmi in quel modo per Zayn, uno Zayn che faceva parte del passato e che mai avrei riavuto.

Così decisi di non parlare e, senza alcuna motivazione, alzai la testa e puntai i miei occhi diritti nei suoi.

Erano centinaia le emozioni e le motivazioni per le quali scappare e fingere di non averlo mai conosciuto, in quel momento.

Odiavo anche il modo in cui morivo dalla voglia di ammirare il muro piuttosto che il suo volto, ogni fottuta volta che ci trovavamo in quella situazione.

Strinsi così i denti ed assottigliai lo sguardo su di lui, immobile e decisa.

Portai la mia mano all'altezza della sua testa e, senza alcun ripensamento, la intrufolai tra i suoi capelli e tra le folte ciocche corvine, scompigliandole. 

Molto probabilmente, in un altro momento mi sarei chiesta cosa mi fossi bevuta.

Scesi poi a sfiorargli una guancia con il palmo della mia mano e potei percepire la sua pelle ruvida, a causa di quel sottile accenno di barba.

Zayn chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dal mio delicato e rilassante tocco, sospirando pesantemente.

I suoi occhi chiusi e quel minimo di vulnerabilità da parte sua, fecero in modo che l'adrenalina e tutto il coraggio nascosto nel fondo del mio corpo, venissero a galla contemporaneamente.

Mi alzai sulle punte e portai il mio viso a pochissimi millimetri dal suo, facendo scontrare i nostri irregolari respiri.

I miei polpastrelli accarezzarono delicatamente sulla sua guancia e scesero fino al suo collo, con sensualità.

Questo mi eccita, ad esempio'. Le labbra di Zayn biascicarono quelle parole, mentre le sue palpebre si schiusero lievemente, mostrandomi il luminoso colore dei suoi occhi.

Le sue mani afferrarono all'istante i miei fianchi e salirono proprio sotto la sua felpa, dove la stoffa del top che avevo addosso non arrivava a coprire la mia pelle.

'Ed è questo che vorrei evitare', mormorò subito dopo, passando la lingua tra le sue labbra ed inumidendole.

Un sorrisetto sghembo dipinse involontariamente la mia bocca, senza alcun preavviso.

'Evitalo allora', lo sfidai.
Contemporaneamente posai entrambe le mie mani aperte sul suo petto ed appoggiai la mia fronte sulla sua, rendendogli il gioco molto più difficile.

Percepii le sue dita  stringere la pelle della mia schiena, come per trattenere una sua eventuale reazione alla mia provocazione.

'Giochi sporco', mi fece notare, abbassando gli occhi ed indicandomi con lo sguardo i nostri corpi attaccati, letteralmente uniti l'uno contro l'altro, senza pudore.

Soltanto il suo petto era leggermente distante da me, a causa delle mie mani su di esso.

Ma rimediai subito anche a quella cosa, stringendo il morbido tessuto della sua maglia tra le mie dita ed attirandolo ancora un po' a me.

I suoi occhi scattarono e tornarono a guardare i miei, immobili ed ingenui, proprio come se non stesse succedendo niente.

'Non credi che già siano andate abbastanza a puttane, le cose?' Domandò, corrugando le sopracciglia.

Il suo tono era confuso, era un misto tra la totale confusione e l'incapacità: alla voglia di non pensare a quali potrebbero essere state le conseguenze e mandare davvero tutto a puttane o a quella di ragionarci su e comportarsi in maniera matura.

Ma non mi importava di vederlo in bilico tra due cose completamente diverse; anzi, avrei fatto di tutto pur di farlo cadere in tentazione e di farlo sprofondare dalla parte meno ragionevole.

'Credo che sei libero di staccarti da me ed andartene come se niente fosse', ribattei tranquillamente, proprio come se non fosse un uomo con gli ormoni impazziti e con pochissimo controllo fisico.

Ad aggiungersi a quelle tantissime cose che lo costringevano bloccato lì, arrivò anche una delicata spinta da parte del mio bacino, contro la sua zona più debole.

E gli occhi di Zayn si serrarono nello stesso istante in cui le nostre intimità si scontrarono, desiderose.

'Non è così che si fa', gemette.

L'eccitazione prese il sopravvento e le sue mani scesero sul mio fondoschiena, mi strinsero e mi attrassero maggiormente a se, schiacciandomi contro il suo torace.

Sembrava volesse avermi completamente addosso, completamente sua ed avvinghiata ad ogni centimetro della sua pelle.
Ma nello stesso momento, il suo cervello sembrava combattere un'invincibile guerra, con la speranza di controllarsi e di ritrarre ogni sua voglia.

'E non è nemmeno così che si rifiutano le cose', mormorai contro le sue labbra, istigandolo.

'Mh', uno strano verso da parte sua, fu l'unica risposta alla mia affermazione.

L'unica risposta prima di salire con le sue mani lungo la mia schiena e di baciare le mie labbra avidamente, incapace di reggere ancora a lungo così tanti stimoli da parte mia.

Esplorò ogni centimetro della mia pelle, facendo crescere un lieve brivido lungo la mia spina dorsale.

E le sue labbra si modellarono perfettamente con le mie, come se la terra sotto ai nostri piedi ci avesse abbandonato ed entrambi fossimo caduti nel vuoto, lontano dal mondo, lontano dalle discussioni e lontano da chi eravamo veramente.

Potevo sentire il sapore della sua bocca, i suoi denti sfiorarmi e la punta della sua lingua spingere lievemente ad ogni bacio, sempre di più, impaziente di schiudere le mie labbra.

'Mi concedi questa vittoria?' Domandai ansimante, tra un bacio e l'altro, trovando il pochissimo fiato necessario per farmi udire da lui.

Alle mie parole, le labbra di Zayn si inarcarono maliziosamente e mi ammutolirono subito dopo, posando l'ennesimo bacio sulle mie labbra.

Ma quello non fu un bacio come gli altri; fu un bacio fugace, un bacio rapido ed intento a proseguire a lungo, lontano dalle mie labbra.

Un bacio capace di sostituire delle parole, una risposta, una risposta probabilmente positiva.

Non a caso scese verso l'angolo della mia bocca, verso la mia mascella, inevitabilmente; lasciando delle delicate ed umide scie di baci ad ogni singolo millimetro della mia pelle.

Mi piaceva sapere di quanto controllo avessi sul suo corpo, involontariamente.

Con o senza impegno riuscivo ad annullare ogni sua dannata paranoia o preoccupazione, facendolo contraddire alle sue stesse parole e facendolo finire addosso a me, insaziabilmente.

Il tocco delle sue labbra calde sul mio corpo, ancora una volta, dolcemente, faceva scatenare migliaia di emozioni all'interno del mio petto, oltre il mio basso ventre...ovunque riuscissi a percepire piacere.

Lasciai il tessuto della sua maglia e posai i palmi delle mie mani sul suo petto, stringendo fortemente le mie palpebre.

Godetti di quella sensazione in silenzio, immobile tra le sue braccia ed intenta a cambiare posizione o a seguirlo altrove, ovunque lui volesse arrivare.

Gettai la mia testa all'indietro, accogliendo le sue labbra lungo il mio collo.

E così, incapace di agire in altro modo, le mie mani scivolarono rilassate lungo il suo torace, raggiungendo i suoi pantaloni.

Una volta lì, impacciata sul da farsi,  infilai le mie dita oltre all'elastico di essi ed afferrai il bottone dei suoi jeans.

Avrei voluto liberarlo, slacciare i suoi pantaloni stretti e dar il libero sfogo alla dura erezione che spingeva imperterrita contro la mia coscia.

Ma tutto ciò che stava accadendo là sopra, dove la sua lingua accarezzava insistentemente il mio collo, mi rendeva totalmente instabile.

Le labbra di Zayn, alla mia azione, sembrarono immobilizzarsi all'istante, proprio sulla base del mio collo.

Così come le sue mani che con foga perlustravano ogni lembo della mia schiena; si bloccarono.

Smisero di donar brividi al mio corpo e  scivolarono via dalla mia schiena, rapidamente, raggiungendo le mie dita, ferme ancora ai bordi dei suoi pantaloni.

Lo sentii afferrare fortemente i miei polsi ed allontanare le mie mani dal suo corpo, del tutto.

Zayn si tirò indietro e i suoi occhi si incatenarono con i miei in maniera così intensa che fui incapace di aprir bocca o di agire in qualche modo.

'Non ancora'. Affermò freddamente.

I suoi occhi si abbassarono alle nostre mani unite, o meglio, alle sue dita strette sui miei piccoli polsi.

Osservò le sue mani mentre mi guidarono fino ai lati dei miei fianchi e una volta lì, lasciarono stare i miei polsi, liberandomi dalla sua prepotente presa.

'Non farmi fare altre cazzate Bee, per favore'.

I suoi occhi non mi guardarono neanche mentre le sue labbra scandirono quelle parole, con calma.

L'unica cosa che riuscii a percepire oltre a quello sguardo mancato e a quelle parole devastanti, fu il suo supplicarmi dolorosamente.

La sua voce sembrava volesse pregarmi.

Pregarmi di lasciarlo andare.

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