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101- Cruel

"Hostage" | Doncaster

Sarei restata tra le sue braccia forse per il resto della notte, a costo di non dormire e di passare l'intera nottata in piedi, con le braccia avvolte intorno al suo corpo.

Ma a staccarmi prima di quanto avessi calcolato, furono le mani di Zayn che mi allontanarono lievemente.

Mi allontanò il giusto indispensabile per guardarmi negli occhi ma, reggere il suo sguardo in quel momento, fu l'ultima cosa che avrei voluto fare.

Abbassai il capo e posai le mani sul suo petto, sospirando.

Sentii così la sua mano abbandonare il mio fianco e due dita posarsi sotto al mio mento, dolcemente.

Alzò il mio viso e i suoi occhi si intrecciarono con i miei, senza alcuna alternativa.

Zayn scostò una ciocca dei miei capelli dal mio viso, portandola dietro il mio orecchio.

Appoggiò la sua mano sulla mia guancia e si chinò verso il mio viso; si chinò abbastanza da farmi percepire il suo leggero respiro contro la mia pelle.

I miei occhi non si staccarono dai suoi, in quell'interminabile momento.
I suoi guardarono le mie labbra: sembrarono bramarle e poi, come se tutto il mondo si annullasse attorno a noi; mi baciò.

Il mio petto esplose letteralmente di gioia.

Il tocco delle sue labbra sulle mie fu tenero e delicato: mi baciò con calma, con quella calma tale che ti permette di assaporare ogni singolo secondo di quel bacio.

Il suo profumo, il suo sapore, il suo tocco...improvvisamente, tutte quelle sensazioni mancanti riempirono i tasselli vuoti del mio cuore.

La sua mano si spostò dal mio fianco e si posò anch'essa sul mio volto.

'Questo è permesso?' Le sue labbra si staccarono per qualche secondo, il tempo di pronunciare quella frase ansiosamente, poi ripresero a baciare le mie labbra e a scendere lentamente, fino alla mia mascella.

Istintivamente inclinai il collo e permisi alle sue labbra di proseguire con quei piccoli ed umidi baci, lungo il mio collo.

'Per me è tutto permesso', risposi, ma non riuscii a parlare con voce ferma visto che, nel giro di qualche secondo, la mia voce si spezzò a causa delle lacrime e dei tanti brividi che riusciva a lasciarmi, lungo la pelle.

'Non ti ho negato mai niente', continuai, singhiozzando.

Percepii il tocco delle sue labbra fermarsi alla base del mio collo e le sue mani afferrare saldamente i miei fianchi, 'forse è così', commentò, ansimante.

Ma non aggiunse altro, ben presto dimenticò le mie parole e riprese a correre lungo il mio corpo con la sua bocca, quasi come se lo desiderasse da troppo tempo.

Le sue labbra arrivarono alla bretella del mio reggiseno ed iniziò a mordicchiarla, impaziente. Raggiunse poi il bordo della mia maglia con le sue mani: la sfilò rapidamente da sopra la mia testa, affrettandosi a scoprire il mio reggiseno nero, come sempre davvero poco affascinante.

Mi guardava attentamente, i suoi occhi erano socchiusi e le sue mani ben ampliate toccavano ogni parte della mia schiena.

Non staccava il suo sguardo dal mio giusto per vedere ogni singola reazione che avevo al suo tocco; evidentemente era gratificato nel trovarmi eccitata per merito suo.

Avevo la bocca asciutta e respiravo a fatica, mentre lui sembrava volesse spogliarmi con gli occhi e porre fine a quella lunga e dolorosa tortura.

Non ne avevo idea, non ero più in grado di poter giudicare le sue reazioni per certo, ma sembrava alquanto compiaciuto nel vedermi in quelle condizioni;le sue labbra semiaperte lasciavano piccole vampate mente fissava il mio viso, gratificato.

Potei rendermi conto del suo vero e proprio stato, soltanto quando le mie mani si allungarono verso di lui e le mie dita sfiorarono involontariamente l'elastico dei suoi boxer, per la seconda volta.

Era già fin troppo preso dalla situazione, la sotto: sorrisi e lui si morse nervosamente il labbro inferiore, distaccando l'attenzione dal mio viso.

'Cosa c'è?' Domandai divertita, continuando a guardarlo mentre cercava in tutti i modi di nascondere il suo involontario imbarazzo, difronte alla mia sfrontatezza.

Non udii alcuna risposta da parte sua, ma lia sfacciataggine sembrò turbare abbastanza il suo carattere perennemente controllato ed impassibile.

Senza aggiungere altro, le sue mani scesero perdutamente fino al mio sedere ed arrivarono alle mie cosce che, con forza, cercò di sollevare.

Decisi così di non prolungare troppo e di non rischiare di spazientirlo; così acconsentii alle sue azioni e gli saltai in braccio, agganciando le gambe attorno al suo bacino.

Potevo sentire la sua erezione pulsare sotto alle mutande, potevo percepire tutto il suo calore.

Zayn prese a camminare ed io mi aggrappai impulsivamente al suo collo, avvolgendolo con le mie braccia.

Non riuscii subito ad intuire dove fossimo diretti, sentii soltanto i suoi rapidi passi e subito dopo, il freddo marmo della cucina fece accapponare la mia pelle, improvvisamente.

Mi appoggiò al banco ed ampliò rapidamente le mie gambe, infilandosi tra di esse.

Seduta davanti a lui ero esattamente alla sua altezza, avevo il suo stomaco difronte e le sue mani aperte e tatuate massaggiavano caldamente le mie cosce.

Alzò un attimo il suo sguardo al mio, cercando la mia complicità; ma inarcò subito le sopracciglia, notando un'espressione sofferente da parte mia.

'Non...non vuoi...', parlò a fatica, cercando di sopraffare l'eccitazione che invadeva il suo corpo; i suoi occhi furono attraversati da un rapido lampo di terrore.

Ma io interruppi bruscamente la sua voce, con decisione: 'voglio', dissi, annullando ogni sua singola incertezza.

Le labbra di Zayn si inarcarono lentamente in un sorriso e subito dopo si schiusero per bisbigliare qualcosa di indecifrabile; qualcosa che onestamente non riuscii a capire.

E non volevo farlo preoccupare o far prendere il sopravvento a quella minima parte cosciente di lui; non volevo che si fermasse e che tutto restasse a metà, come se niente fosse mai stato fatto.

Portai così le braccia dietro alla mia schiena ed afferrai il gancetto del mio reggiseno; a fatica.
Il poco spazio che avevo alle mie spalle, a causa delle credenze, non mi permetteva di muovermi liberamente; ma riuscii comunque a sganciarlo con le dita.

Quando esso cadde a terra, Zayn leccò avidamente le sue labbra e prese un profondo respiro mentre, con delicatezza, posò l'indice sul mio petto, tra i miei seni.

Un mugolio soffocato scappò dalle mie labbra e Zayn morse il suo labbro inferiore, cercando di trattenere un'evidente risatina.

Vista la mia maledetta vulnerabilità, Zayn tracciò una lunga linea tra l'incavo dei miei seni e lambì ogni centimetro della mia pelle, raggiungendo l'ombelico.

Centinaia di emozioni si scatenarono nel mio corpo, alla sua azione. Centinai di emozioni indescrivibili.

Il suo tocco leggero e provocatorio fece accaldare il mio corpo più del dovuto e le mie mani si agganciarono istintivamente al marmo gelido del bancone, facendo contrasto con il mio corpo bollente.

Senza dire una parola, si avvicinò ancora un po' a me e premette la sua durezza sulla mia coscia, facendomi percepire il desiderio che, ogni secondo di più, aumentava nelle sue vene.

Mi sentii irrigidire a quella sensazione, sapevo di star diventando rossa in viso ed era una delle cose che più detestavo del mio carattere.

Ma ad odiare quella reazione spontanea del mio corpo, in quel momento e in quella circostanza, sembrai essere soltanto io.

Zayn afferrò le mie ginocchia con entrambe le mani e strattonò il mio corpo verso l'esterno, accostandosi sempre di più alla mia intimità e facendo così scontrare i nostri punti più sensibili, attraverso i tessuti dei nostri abiti.

Le sue gradi mani gli permettevano di manipolarmi come voleva, era quasi nudo difronte a me e lo scontro dei nostri corpi non lo lasciarono di certo indifferente.

E a testarlo totalmente furono i suoi occhi che, colmi di piacere, si chiusero in due sottili fessure.

Lo sentii agganciare le sue mani sulle mie cosce ed attaccarsi completamente a me.

Prese a muoversi sul mio corpo, provocando dei movimenti erotici. Le nostre intimità si sfioravano con fervore così come i nostri petti, ed ogni volta, il mio corpo rabbrividiva letteralmente.

La voglia di far l'amore con lui e di metter fine, almeno per un istante, ai tanti problemi che affioravano la nostra coppia; aumentava ogni secondo di più, assieme al desiderio di arrivare al sodo e di unire i nostri corpi, facendo di essi una cosa sola.

All'ennesimo scontro dei nostri corpo, un forte gemito scappò dalle mie labbra e di colpo appoggiai le mani sul suo petto, allontanandolo bruscamente da me.

Lo scansai dal mio corpo con brutalità a causa della mia eccitazione, ma il mio unico scopo era quello di dargli una mano a liberarsi dei vestiti.

Allungai la mano verso di lui e quando, per la centesima volta, le mie dita sfiorarono il tessuto tirato dei suoi boxer, Zayn trattenne il suo respiro.

Lo sentii irrigidire e restare in mobile per tutto il tempo; tutto il tempo che ci misi a prendere coraggio e smetterla di sembrare una stupida ragazza confusa.

Abbassai di poco i boxer con ancora le mani tremolanti e riuscii ad intravedere il suo inguine.

A quella vista, come se per me fosse la prima volta che il corpo di Zayn si presentasse nudo difronte ai miei occhi, ritrassi le mani ed addentai nervosamente il mio labbro inferiore, alzando lo sguardo a lui, supplicante.

Era stupido comportarsi in quella maniera con lui, con lo stesso che fino a qualche giorno prima aveva il libero arbitrio del mio stesso corpo; ma non potevo farci niente, se a lui la nostra lontananza lo aveva reso ancor più lunatico e stronzo, beh, quella erano le mie conseguenze.

Zayn mi guardò per qualche istante negli occhi: le sue iridi castane non erano soltanto dei pozzi immensi e pieni di goduria, in quel momento.
Il suo sguardo, in qualche modo, sembrò comprendermi.

Annuì lievemente, come per farmi consolarmi e lasciarmi credere che non ero davvero una cogliona, poi, con tanta malizia quanta quella di ogni volta che finivamo in quelle condizioni; abbassò lo sguardo alle mie gambe.

Le sue mani si spostarono sui miei fianchi e presero il bordo dei miei pantaloni. Percepii le sue dita sfiorare con o senza il suo volere la mia pelle sotto gli abiti e subito dopo, i suoi occhi si rialzarono a me, esitanti.

'Abbracciami', mormorò, facendomi un rapido cenno col capo, 'avanti', mi invitò.

E senza dubitare a lungo delle sue intenzioni, agganciai le braccia attorno al suo collo e nascosi il mio viso contro il suo petto nudo, staccando di quel poco necessario il mio corpo dal bancone e lasciandomi sfilare tutti gli indumenti restanti.

Sudava e la sua pelle ambrata era lucida, il suo petto si alzava ed abbassava mentre il suo volto chinato fissava il mio corpo, non appena tornai a sedermi sotto al suo sguardo, completamente spoglia di ogni singola cosa.

Ancora stretto fra le mie gambe, lasciò stare ogni cosa e senza chiedermi ancora l'ennesima cosa che evidentemente non avrei fatto, abbassò da se le sue mutande e restò completamente nudo davanti a me.

'Ora siamo pari', affermò sorridendomi, posando le mani sulle mie spalle.

Deglutii a vuoto e tentai di non sembrare una perfetta deficiente quando la distanza tra noi diminuì totalmente e portò il suo naso a sfiorare il mio.

'Siamo pari', ripetei a pochi millimetri dalle sue labbra, passando la lingua tra le mie.

Zayn strinse gli occhi e li riaprì un'istante dopo, alzandoli al cielo: 'il tempo non ti ha fatto dimenticare come provocarmi, Bee', ammise, afferrando il suo labbro inferiore e trattenendo così una risatina.

'E nemmeno a te', passai lo sguardo lungo il suo corpo, soffermandomi ad ogni singolo strato pulito della sua pelle, e risalii poi ai suoi occhi, con sensualità, 'da come vedo', conclusi.

La risposta di Zayn, come di copione, risultò assente.

Si allontanò da me con superiorità ed appoggiò le mani sulle mie cosce nude, accarezzando con i suoi pollici il loro interno.

E a quel punto seppi cosa fare; scambiare qualche parola con lui ed aver acquistato del coraggio, mi permetteva di agire in modo sensato e di riprendere in mano la situazione, senza alcuna incertezza.

Abbassai lo sguardo da lui, giusto per evitare eventuali cali di controllo da parte mia, ed appoggiai la mano sul rigonfiamento che ormai sembrava voler esplodere sotto ai suoi boxer.

Nonostante la stoffa e la pochissima possibilità di fare grandi cose, cinsi la mia mano attorno al suo membro e sfiorai quel tessuto già bagnato, facendolo mugolare.

'Oh, finalmente...' Lo sentii gemere e rilassare spropositatamente il suo corpo, sotto al mio tocco.

Il suo petto prese a muoversi velocemente facendo tratteggiare la sua voce e, quando rialzai appena lo sguardo al suo volto, potei notare le sue labbra strette e i suoi occhi attenti ad ogni singolo movimento della mia mano.

Volevo davvero accontentarlo ma era più forte di me; mi piaceva vederlo in quello stato, mi piacevano i suoi respiri forzati e le sue labbra doloranti, amavo prendermi gioco di lui e poter dominare la sua vulnerabilità, una volta tante.

Continuai a toccare il tessuto, percorrendo tutta la sua lunghezza e facendolo sussultare ogni volta: lo sentivo sempre più teso sotto a me e sentivo il calore pervadere la sua pelle ed ogni parte del suo corpo.

'L-le tue mani sembrano fatte su misura per me, Bee'. Il suo respiro affannato sembrò esser stato sostituito da dei veri e propri ansimi, a quelle parole.

Feci una risatina a quelle parole e, nonostante la situazione non mi permettesse di essere sarcastica al massimo, non potei far a meno di rispondere: 'le mie mani sono davvero piccole, Zayn'.

Lo sentii vibrare, evidentemente divertito dalla mia risposta, 'non credo ci sia bisogno di rispondere per azzittirti, Bee'. Parlò quasi con il fiato corto, ma pur di non smentire il suo modo di essere così modesto, lo fece comunque.

Le sue mani già sudavano sulle mie cosce e man mano,

'Credi di no?' Di colpo smisi di avvolgere la sua lunghezza e di procurargli piacere.

Rialzai lo sguardo al suo e soltanto allora, Zayn, infastidito, scattò a guardarmi.

I suoi occhi si strinsero e divennero due linee sottili, mentre la sua bocca si inclinò di un lato; mi guardò con così tanta sfida che per un'istante credetti volesse polverizzarmi: 'vuoi una dimostrazione pratica?' Domandò, compiaciuto.

'Se non ti dispiace...' Alzai le spalle e, giusto per buttare ancora benzina sul fuoco, con una mossa fulminea abbassai i suoi boxer e lo liberai da ogni singolo tessuto lo stesse costringendo a star fermo.

Non appena la sua intimità fu svincolata da ogni cosa, si avvicinò del tutto a me, attaccò le sue mani ai miei fianchi e si strusciò sul mio corpo, tenendomi immobile.

Era eccitato, più di sempre; probabilmente non lo avevo mai visto in quelle condizioni.

Forse a causa delle mie provocazioni, forse dall'astinenza dei nostri corpi o peggio ancora, dalla tantissima voglia di annullare quella situazione di intesa e rompere il ghiaccio.

Le sue labbra rosse erano bagnate di saliva e i suoi occhi erano lucidi; mi fissava, era attaccato a me e sentivo la sua erezione pigiare contro il mio interno coscia.

Sospirai e, mettendo da parte quella piccola barriera di orgoglio che avevo creato tra noi, sfidandoci a chi sapeva far soffrire di più l'altro, avvolsi le braccia attorno al suo collo.

Nascosi per la millesima volta il mio viso addosso alla sua pelle e lasciai un umido bacio sul suo collo.

Un bacio che si trasformò in una spinta, una spinta decisa e colma di nostalgia.

Irrigidii all'istante e ritrassi tutti i miei muscoli: un lieve dolore persuase il mio bacino e mi fece stringere i denti, quasi come fosse la prima volta.

Le sue mani mi stringevano i fianchi e le mie braccia stringevano lui, quasi come se non ci fosse un domani.

E sarebbe sembrata una perfetta riunione se non fosse stato per il mio comportamento ed il mio viso, completamente attaccato al suo torace; mentre il suo corpo cercava di compiere dei movimenti calmi e precisi dentro di me.

Non vedevo niente, sentivo soltanto i suoi respiri affannati attraverso il suo petto e il battito del suo cuore, aumentato a sproposito.

Delle lacrime rigarono il mio viso mentre, silenziosamente, cercavo di sopportare quel dolore persistente, da lui provocato.

'Merda...' Il suo tono era sovrastato dall'eccitazione, ma poteii sentire un piccolo spiraglio di preoccupazione, da parte sua.

Probabilmente, le mie reazioni lo avevano portato a capire che qualcosa non era andato nel verso giusto.

Infatti, non appena cercai di aprir bocca e lasciargli credere che fosse tutto apposto, lo sentii prendere il sopravvento e spostare le mani dietro alla mia schiena: 'ho...ho fatto davvero troppo forte', cercò di scusarsi.

Percepii i palmi delle sue mani accarezzare la mia schiena con quella comprensione tale che, per un qualche secondo, sembrò mancarmi il fiato.

'I-io non...' Afferrò il mio corpo e tentò di divincolarsi dalla mia presa, 'io non l'ho fatto di proposito', spiegò, allontanandosi il gusto necessario dal mio corpo.

I suoi occhi erano lucidi, erano pieni di terrore e sembravano volessero implorarmi pietà, quando mi guardò.

'Sono così stupido', commentò, scuotendo la testa, 'è così tanto tempo che io non...' La sua mano andò ad infilarsi tra i suoi capelli ma, ancor prima che potesse farlo, gliela presi e lo costrinsi a guardarmi negli occhi, in silenzio.

La sua mascella si tese, evidentemente a causa dei suoi denti che, come ogni volta che cercavo di troncare i suoi impulsi, si stringevano spropositatamente tra loro.

'Non è colpa di nessuno...' La mia voce tremava: forse impaurita di quale sarebbero state le conseguenze, o forse a causa delle lacrime che qualche istante prima solcavano il mio volto.

Tutto sta che lo guardai attentamente negli occhi e, nonostante sapesse anche lui che niente di ciò che era successo, era stato fatto apposta, il suo sguardo sembrava volermi chiedere scusa.

Annuii e per una volta, forse, ero io quella a volerlo rassicurare.

Posai le mani sul suo petto ed aprii maggiormente le gambe ai lati del suo corpo, accogliendolo completamente in me: 'voglio farlo', ammisi, annuendo di nuovo.

Di tutta risposta, lo sguardo sconcertato ed incerto di Zayn sembrò sostituirsi con un minimo di convinzione e una delle sue mani si posò sul mio viso, mentre con l'altra afferrò il mio fianco.

La sua spinta fu calma e delicata: un gemito di piacere scappò dalle sue labbra mentre le mie gambe si strinsero ai lati delle sue.

Mi guardava e il suo pollice lambiva dolcemente la pelle della mia guancia; cercando di mettermi a mio agio.

Sapeva di non poter far molto vista la sua eccitazione, ma provò comunque a sorridere mentre con tranquillità tentava di muoversi al mio interno.

Salii con le mani dal suo petto, fino alle sue spalle, e provai ad aiutarlo con le spinte: protesi il mio bacino e puntai il suo sguardo godente, cominciando a compiere anche io dei movimenti.

Accarezzavo il suo petto e le sue spalle in sintonia alle nostre spinte, cercando di evitare il contatto della sua bocca, così da non far troppi movimenti bruschi.

Ed anche lui non si era mosso di un millimetro, pur di evitare di causarmi ogni minimo dolore; e per questo lasciava dei veri e propri gemiti dal profondo della gola, per sfogare il suo piacere.

Voleva baciarmi, voleva muoversi, lo sentivo dalla tensione dei suoi muscoli e dal suo respiro che pian piano si accorciava.

Tolse le mani dal mio corpo e scese nuovamente a toccare le mie gambe strette attorno al suo bacino: le ampliò di poco e cercò di aumentare le spinte, così da poter entrare completamente in me.

Alla sua mossa, mi lasciai scappare un lieve mugolio di dolore che, a causa dei precedenti problemi di percorso, lo fece quasi sobbalzare.

'Vai'. Annuii con convinzione, evitando di farlo cadere di nuovo in paranoia.

Alla mia affermazione, mosse i suoi fianchi e riprese a spingersi al mio interno, simulando dei movimenti rotatori.

Il dolore che mi procurarono quei movimenti, mi fece intrufolare le mani fra i suoi capelli e mi portò a stringere i denti tanto da non sentire più nessun rumore.

Le sue mani risalirono dai miei fianchi fino al mio seno, il quale iniziò a palpeggiare; e le sue labbra arrivarono ansiosamente alle mie.

Ogni nostro gemito si soffocò in quel tanto desiderato bacio e, ad ogni sua spinta, riuscivo a sentire sempre meno fastidio: le sue mani su di me mi aiutavano ad aumentare il piacere e dopo un po', anche io riuscii a smettere di avvinghiare le dita tra le ciocche dei suoi capelli.

Dopo una decina di minuti, il dolore cominciò a dissolversi gradualmente e riuscii a regalare un sorriso a Zayn che, per un attimo si fermò sulle mie labbra.

Le sua mani smisero di accarezzare il mio seno e scivolarono sulle mie cosce: le alzarono delicatamente e, riprendendo a baciare le mie labbra, fece agganciare i miei polpacci ai suoi fianchi.

Una volta avermi messa come tanto desiderava, le sue mani mi sollevavano dal poco accogliente marmo e mi accolsero tra le sue braccia, facendo aumentare notevolmente la soddisfazione da parte sua.

Sentii uno strano calore al basso ventre prendere il completo posto del dolore e gemetti ancora più forte, quando lo sentii affondare in tutta la sua lunghezza dentro di me.

Staccò le sue labbra dalle mie e, come avevo fatto io fino a poco tempo prima, nascose la sua testa sull'incavo del mio collo, cercando di riprendere fiato.

Lo sentii fare dei passi e, senza nemmeno darmi il tempo di chiedermi dove fossimo, potei rendermene conto sentendo la parete fredda alle mie spalle.

Sentii la mia schiena attaccarsi completamente al muro e la voce di Zayn cominciare a pronunciare il mio nome, ripetutamente, nello stesso tempo.

Del calore stava invadendo le nostre intimità, lo sentivo scivolare facilmente dentro di me, con delle spinte decise e finalmente piacevoli per entrambi.

'Oh merda', strinse le dita sulle mie gambe e mi spinse maggiormente al muro, penetrando dentro di me ancora con più forza, 'avrei preferito non...'

La sua frase fu interrotta da dei gemiti affannati e gutturali, che anticiparono il suo orgasmo quasi agonizzante.

Venne dentro di me con delle spinte lente e sensuali; sembrava volersi godere appieno le ultime volte nelle quali i nostri corpi erano un tutt'uno, come una volta.

E alla sua ultima spinta, leggermente più forte, le mie labbra gridarono il suo nome e il suo corpo mi spinse violentemente contro la parete, facendomi arrivare al culmine.


Avevamo raggiunto l'orgasmo, lui prima di tutti, ma arrivammo al massimo del piacere insieme, come facevamo sempre tempo prima.

Zayn mi fece scendere a terra con cura e prese un profondo respiro quando, a contatto con la cruda realtà, si ritrovò ad osservare i nostri corpi nudi nella sua cucina ed ormai distaccati.

Io stavo quasi tremando: ritrovarmi a guardarlo in quella che era una normale situazione mi stava agitando parecchio.

'Okay', mormorò, 'è successo', aggiunse subito dopo, infilando una mano in mezzo alle scompigliate ciocche dei suoi capelli.

Li tirò indietro dal suo volto e si voltò di spalle, spostando lo sguardo tra i nostri abiti appallottolati a terra.

Si chinò, quando intravide le mie mutande proprio sotto ai suoi occhi, poco distanti dalla mia maglia.

Li raccolse entrambi e, quando tornò in piedi, restò di spalle per qualche secondo, con lo sguardo fermo su di essi.

E dopo qualche istante perso a riflettere su chissà quale cosa stesse affiorando la sua mente, si voltò verso di me.

Le sue labbra si inarcarono in un tenero sorriso e, alzando le spalle, porse gli abiti stropicciati nella mia direzione, portandoli sotto ai miei occhi.

'Questi sono tuoi', affermò, abbassando poi lo sguardo.

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