100- Break me
"Hostage" | Doncaster
Mi guardai intorno.
Le mura della sua camera mi circondavano silenziosamente e i miei occhi vagavano tra di esse; spauriti.
Avevo passato pomeriggi interi in quel posto e, ad essere sincera, fino a qualche ora prima rimpiangevo quei tempi.
Ma non in quel momento.
Sapere che Zayn era in soggiorno e che fosse andato a dormire sul divano, mi faceva male.
Sapere che quel letto dove dormivano insieme era lì, vuoto, per me soltanto...mi faceva male.
E soprattutto trovarmi in quella situazione, a casa sua, con lui così distante e tantissime possibilità di andare a parlargli, mi rendeva instabile.
Non avrei dormito nemmeno per un minuto, quella notte.
Avrei pensato a Zayn da solo nell'altra stanza, a come sarebbe stato se invece non avessimo litigato e stessimo ancora insieme.
Poi mi sarei fatta mille paranoie sul fatto che, nonostante quella fosse una mezza opportunità per andargli a parlare,non lo avevo fatto.
Portai il mio sguardo alla porta dalla quale era appena uscito e presi un profondo respiro, cercando di prepararmi psicologicamente.
Al massimo sarebbe andata male e mi avrebbe risposto in maniera arrogante per la centesima volta.
Non avevo nulla da perdere ormai, se non lui, nel caso fossi rimasta con le mani in mano anche quella volta.
Camminai verso la porta di quella camera e con rapidità abbassai la maniglia, spalancandola.
La prima cosa che i miei occhi incontrarono fu il corridoio scuro davanti a me e le altre numerose porte, chiuse.
Spostai lo sguardo alla mia destra e poi alla mia sinistra, cercando di orientarmi nell'oscuri di quella casa che, quando la luce veniva a mancare, sembrava mutare completamente.
Infondo al corridoio, dove probabilmente vi era il soggiorno, potei notare una flebile luce giallastra.
Mi incamminai verso quella luce, cercando di orizzontarmi grazie a quel misero ricordo che avevo della casa e di non inciampare da qualche parte, finendo per terra.
Camminai per questo con cautela e in punta di piedi, pronta a reggermi in piedi nel caso mi fossi scontrata contro qualche mobile.
Ma fortunatamente, nonostante potessi vedere pochissimo e riuscissi a ricordare poco della disposizione di quell'appartamento, riuscii ad arrivare fino alla soglia che divideva il reparto notte dal soggiorno, sana e salva.
Restai ferma sull'arco della porta e strinsi le mani in due forti pungi, cercando così di non far movimenti bruschi.
Serrai anche i miei denti e, mentre tentavo di regolarizzare il mio respiro e di renderlo inaudibile, spostai lo sguardo difronte a me.
Il portone d'ingresso era esattamente davanti ai miei occhi, non troppo distante.
Alla mia sinistra vi era la cucina, totalmente buia e deserta; mentre alla mia sinistra, sul divano, vi era Zayn seduto comodamente e con lo sguardo proiettato sullo schermo del telefono che teneva in mano.
Non appena i miei occhi incontrarono la sua figura dispersa nell'oscuro, potei sentire il mio battito accelerare a dismisura, senza alcun preavviso.
Trattenni il respiro e spostai lo sguardo lungo il suo corpo e a quel poco che, la luce del display, mi permetteva di intravedere.
Potei notare una coperta piuttosto leggera, appoggiata sulle sue gambe.
Del resto non riuscii a veder altro che il suo petto nudo e quella piccola parte illuminata del suo viso; nonché i suoi occhi e le sue labbra, strette in una linea sottile.
Mi bastò vedere soltanto la sua espressione, quegli occhi concentrati allo schermo e quelle labbra strette con incertezza; per farmi crescere un enorme vuoto al petto.
Era da tempo, ormai, che a causa della nostra discussione non potevo vedere alcun altra espressione da parte sua, se non il suo sguardo perennemente di sfida.
Il mio stomaco sembrava essersi intrecciato nel mio petto ed aver preso il sopravvento su qualsiasi altro organo vitale.
Persino i miei polmoni, di colpo, non furono capaci di catturare abbastanza aria da farmi calmare.
'Zayn'. Le mie labbra si mossero lievemente, chiamando a bassa voce il suo nome, senza alcun permesso da parte mia.
Vidi subito il suo capo scattare ed alzarsi nella mia direzione, mentre i suoi occhi castani, impauriti, fissarono il mio volto.
'Non riesci a dormire?' Mi chiese, spostando lo sguardo lungo il mio corpo e risalendo poi, fino ai miei occhi.
'N-no io, in realtà...' Abbassai il capo e la confusione regnò totalmente nel mio cervello, impedendo a quest'ultimo di ragionare normalmente.
Improvvisamente non sapevo più formulare una frase corretta e sensata.
Morsi il mio interno guancia e, presa dal panico, alzai di colpo la testa, 'ho freddo', mentii.
Fu la prima cazzata che mi passò per la mente e, forse, nonostante avessi attivato ben poco i miei neuroni, non sembrava esser andata così male.
Alla mia affermazione che, stranamente, sembrò esser quasi convincente, Zayn alzò le sopracciglia e mi guardò con incertezza.
'Vuoi una coperta?' Tentò, prendendo sotto ai denti il suo labbro inferiore.
'Una coperta!?' Ripetei le sue parole con incredulità, aggrottando la fronte 'no!' Esclamai subito dopo, lasciandogli comprendere che no; non era quello ciò che mi aspettavo dicesse.
La mia risposta piuttosto scandalizzata, sembrò mettere in difficoltà Zayn, più del dovuto.
Infondo non era stupido e mi conosceva bene; sapeva quali erano le mie intenzioni e cosa mi aspettassi da parte sua.
Semplicemente preferiva fingersi confuso e far finta di non sapere cosa volessi sentirmi dire; giusto per farmi sentire a disagio e non abbassare il suo orgoglio più di tanto.
Ma sapevo come prendere il coltello dalla parte del manico e capovolgere la situazione, fino a disintegrare totalmente il suo autocontrollo.
'Sai cosa voglio, Zayn'. Lo guardai diritto in volto con decisione, nonostante potessi definire ben poco i tratti del suo viso.
E infatti, qualche istante dopo, lo sentii deglutire e prendere un profondo respiro, 'non credo che questo genere di cose siano permesse tra due semplici conoscenti, Bee'. La sua voce risuonò fredda nell'aria, quasi come sentire un fitto vento gelido attraversarmi le ossa.
Non poteva averlo detto davvero, non poteva averci definiti conoscenti.
Non poteva assolutamente averlo fatto.
Strinsi i pugni ai lati dei miei fianchi e lo feci così forte, da sentir le mie unghie spingere dolorosamente contro il palmo della mia mano.
'Abbiamo fatto sesso quando eravamo ancora dei "conoscenti", Zayn'. Gli ricordai, rendendo più tagliente il tono della mia voce alla parola da lui citata poco prima.
'Era diverso', rispose subito, scuotendo la testa.
'Io ero innamorato di te e...' Guardò un punto infondo alla stanza, con rammarico, 'e...e tu lo eri di me', concluse bruscamente, mordendo nervosamente il suo labbro inferiore.
'Io sono innamorata di te, Zayn'.
Sentii i miei occhi riempirsi di lacrime e cominciare a bruciare, man mano.
Sentirlo parlare al passato quando si trattava dei nostri sentimenti, era decisamente un colpo al cuore.
Zayn non rispose, semplicemente restò a fissare il fondo della stanza con uno sguardo cupo e disperso, senza far alcuna mossa.
Potei vederlo batter ciglio, forse, ma i suoi occhi restarono successivamente immobili ed inanimati verso la parete.
'E per te?' Domandai, deglutendo la poca saliva che mi restava in bocca, 'per te è tutto passato?' La voce mi si spezzò alla fine della frase e serrai immediatamente i miei occhi, tentando di trattenere le lacrime.
'Il passato è sempre passato', rispose lui, con fermezza.
Se soltanto avessi dovuto spiegare quale fosse stato il suo stato d'animo in quell'istante, non sarei riuscita a farlo.
Presi un profondo respiro e distolsi lo sguardo da lui, freddo ed impassibile, 'parlo dei tuoi sentimenti, Zayn', sottolineai.
'I sentimenti non passano come il tempo, Bee'. Lo sentii dire rapidamente, in qualche modo, deluso.
Non capii esattamente se fosse per colpa della mia domanda o se per il fatto che no, non aveva smesso di amarmi; ma in ognuno dei casi, il suo tono frustrato non risultò abbastanza importante tanto quanto quel che aveva appena detto.
Presi un profondo respiro e feci qualche passo all'interno della stanza, dirigendomi verso il divano.
Non volevo infastidirlo o sembrare davvero una rompi palle; ma ormai avevo fatto abbastanza, avevamo detto troppo ed entrambi sembravamo intenti a non parlare per il resto della serata.
Arrivai al bordo del divano e, nello stesso istante in cui mi chinai per sedermi accanto a lui, potei notare le sue iridi castane spostarsi nella mia direzione.
'Posso dormire con te?' Domandai a bassa voce, posando le mani sulle mie ginocchia.
Zayn riportò velocemente i suoi occhi altrove, lontano dal mio viso e dai miei, che lo osservavano.
Lo vidi alzare il petto e prendere un profondo respiro; un respiro di autocontrollo, evidentemente.
'Sì', rispose soltanto, sospirando in fine.
***
La luce giallastra e soffocata della lampada al lato della strana, illuminava il soggiorno per quel poco che bastava.
Circondai il suo torace con il mio braccio e mi strinsi a lui, portando il mio intero corpo a combaciare contro la sua schiena.
Zayn si tese: lo sentii portare le braccia conserte al petto e rimanere immobile su un fianco.
Quel contatto intenso con Zayn, fece salire una fortissima scarica di brividi lungo la mia spina dorsale.
Ogni mio muscolo si distese sotto al calore protettivo della sua pelle.
Mi mancava poter stringere i suoi fianchi e poter appoggiare il mio mento sulla sua spalla, immergendomi nell'odore familiare che emanava il suo corpo.
Presi un profondo respiro e riempii totalmente i miei polmoni del suo odore, facendomi scappare un inevitabile sorriso, in fine.
'Bee', la sua voce pacata richiamò la mia attenzione, facendomi tornare improvvisamente alla dura realtà e a tutto ciò che mai avrei pensato sarebbe successo quel giorno.
Strinsi istintivamente il suo corpo e feci un lieve mugolio, di risposta.
Sentii il braccio di Zayn muoversi sotto la coperta e subito dopo, percepii la punta delle sue dita sfiorare il dorso della mia mano, delicatamente.
Quel minimo contatto da parte sua, fece accapponare la mia pelle calda, inevitabilmente.
'Cosa c'è?' Bisbigliai.
'Niente', rispose lui. Alla sua risposta però, lo sentii togliere velocemente la mano e riportandola a penzolare fuori dal divano.
'Mi piaceva', dissi di colpo.
Le parole scapparono con sincerità dalle mie labbra, quasi come se la mia testa fosse diventata un optional e la mia bocca, una cosa a parte.
Da parte sua però, forse come previsto, non udii alcuna risposta.
Soltanto si mosse piano, tirando le sue braccia un po' più vicine al suo petto.
Mi mancava poter parlare in maniera decente ed affrontare una normale chiacchierata senza litigare o punzecchiarci.
Ma ormai era diventato quasi impossibile sperare in qualcosa del genere.
Mi mancava anche poter sentire il suo tocco addosso: le sue mani cercare il mio corpo e le sue labbra sulle mie, ansiosamente.
Tutto era diventato così dannatamente remoto e surreale che, se soltanto mi fossi impegnata a ricordare ciò che eravamo, non mi sarei mai capacitata di esser finita in quella squallida situazione.
Tolsi il braccio dal suo fianco ed appoggiai la mia mano sulla sua spalla, sospirando.
Mi mancava anche il suo corpo, ogni nostra intima cosa.
E perché no, mi mancava anche fare l'amore con lui e sentirlo gemere dal piacere; dal piacere che soltanto io e le nostre notti insieme, potevamo donargli.
Avrei dato la vita per rivivere uno di quei momenti, una di quelle volte in cui non esisteva nessuno se non noi due e dove i suoi occhi non si staccavano dal mio corpo.
La mia mano scivolò lungo la sua schiena, senza alcun motivo o preavviso.
Tracciai ogni singolo centimetro della sua spina dorsale con il palmo della mia mano e, lentamente, arrivai fino all'elastico dei suoi boxer.
Soltanto allora potei dire di esser tornata in me.
I miei occhi si sbarrarono di colpo e il mio corpo si irrigidii, forse incredula delle mie stesse azioni.
Potei giurare di sentire il mio cuore perdere qualche battito quando, la poca lucidità che aveva raggiunto il mio cervello, mi fece notare dove stavo tenendo la mia mano.
Era davvero imbarazzante da parte mia e, soprattutto, dovevo dire di non esser abituata a trovarmi in quella situazione con qualcuno.
Anche se quel qualcuno era Zayn, il mio ragazzo, lo stesso che forse più di chiunque altro conosceva le parti più delicate del mio corpo.
Rimasi paralizzata.
'Anche a me piace', la sua voce suonò senza alcun cenno di malizia, d'improvviso, rauca.
E allora il mio cuore si fermò letteralmente, assieme al tempo.
Improvvisamente, tutto sembrò bloccarsi e tacere attorno a noi, lasciando che quell'ondata di silenzio ci travolgesse ancora.
La mia gola si seccò e il mio corpo divenne rigido, inanimato e in qualche modo, ingestibile.
Restai immobile, quasi come se non riuscissi più a comandare i miei muscoli e a smuovere le mie ossa.
Sentii il braccio di Zayn muoversi sotto le coperte e la sua mano raggiungere la mia, ferma sul suo fianco.
La afferrò ed io strinsi la mia in un pugno, mentre Zayn cominciò a guidarmi dalla sua schiena fino al suo inguine.
Lì, le sue dita si intrecciarono con le mie e la mano di Zayn aprii completamente il mio palmo, facendomi tornare a toccare appieno il tessuto morbido dei suoi boxer.
A quel punto seppi cosa fare: non mi importava più dello scopo principale per il quale ero uscita dalla sua camera ed ero andata da lui.
Non mi importava cosa fosse quello che stava succedendo e se fosse tutto un segno di riavvicinamento o meno.
L'adrenalina prese il sopravvento sulle mie azioni e su tutto ciò che mi rendeva fino a poco prima stabile.
In quel momento, tutto ciò che volevo era lui.
Feci scendere la mia mano fino al centro delle sue mutande, senza alcuna richiesta, e tastai l'indurimento che le riempiva leggermente, fino a stringere il suo membro tra le mie dita.
Era eccitato, forse quello era il motivo del suo silenzio e della rigidità che invadeva il suo corpo; e mi piaceva sapere che riuscivo ancora a far quell'effetto su di lui.
'Oh, merda', lo sentii imprecare sotto voce, distendendo lievemente le sue gambe sotto alle coperte.
Di tutta risposta, la sua mano strinse il mio polso e mi invitò a muovermi, spingendomi con impazienza verso l'alto.
Lo assecondai, senza lasciarglielo chiedere due volte salii fino a toccare la pelle della sua pancia e mi liberai poi della sua presa.
Da lì scesi, feci calare le mie dita fin sopra l'elastico dei suoi boxer e lo alzai, infilandomi con cautela sotto di esso.
Arrivai così a contatto con la
pelle bollente delle sue zone intime; la punta delle mia dita sfiorò delicatamente tutta la sua lunghezza, fino alla punta, facendolo gemere dolorosamente.
Nel frattempo puntai l'altra mano sul divano e mi tirai su, arrivando quasi sopra di lui, così da poter vedere il suo viso.
Soltanto allora potei notare i suoi occhi socchiusi e i suoi denti bianchi stringere il suo labbro inferiore, vogliosamente.
La sua bocca era arrossata, evidentemente dai tanti morsi che la torturavano, pur di non lasciarla parlare.
Mi chinai leggermente verso il suo viso ed avvicinai le mie labbra al suo orecchio, provocatoriamente: 'lo vuoi?' Domandai, muovendo appena le dita sulla zona pulsante sotto ai miei polpastrelli.
Zayn gemette soltanto: le sue dita afferrarono avidamente il mio avambraccio da sotto le coperte e mugugnò contemporaneamente qualcosa di incomprensibile, incapace di proferire parola.
'Perché stai mandando a puttane tutto questo?' Domandai ancora al suo orecchio, con un tono di voce leggermente più provato, sta volta.
Potei percepire le corvine ciocche dei suoi capelli solleticare la mia fronte.
Ovviamente lui non rispose; forse le tantissime vibrazioni che stavano attraversando il suo corpo, aveva seccato la sua bocca.
E se dovevo essere sincera, in quel momento, nello stesso istante in cui dopo tantissimo tempo lontano da lui, ero finalmente attaccata al suo corpo, non m'importava affatto di ricevere una risposta.
Se tutto sarebbe servito per sfogarmi e sentirmi meglio una volta lasciata quella casa, non avrei avuto problemi a farlo.
Scesi con il viso lungo il suo collo ed attraversai la sua clavicola, arrivando poi fino alla sua spalla muscolosa.
Una volta lì, posai le mie labbra contro la sua pelle ambrata e lasciai un soffice bacio su di essa, 'mi manchi, Zayn', ammisi subito dopo.
Parlai pianissimo, dissi quelle parole con un filo di voce ma lo feci con tutta l'onesta che avevo in corpo.
Appoggiai la mia guancia contro la sua spalla e presi un profondo respiro, filando contemporaneamente la mano dall'interno dei suoi boxer: 'mi manchi tanto', ripetei, riportandola sulla sua pancia.
Non capii cosa fu a provocarlo, ma potei sentire il corpo di Zayn rilassarsi sotto di me ed un leggero sospiro scappare dalle sue narici.
La sua mano smise di stringere le coperte e con lentezza raggiunse la mia, ferma sulla sua pancia piatta.
Percepii i polpastrelli delle sue dita lambire delicatamente il dorso della mia mano, trasmettendomi la sua calma.
E subito dopo, quasi come se in un attimo fosse tornato alla realtà e l'orgoglio lo avesse devastato di nuovo, Zayn scattò ed afferrò la mia mano.
La tolse rapidamente dal suo corpo e con un movimento fulmineo si alzò su dal divano, arrivando a sedersi sul bordo di esso.
'Credo...credo che tu abbia frainteso tutto questo, Bee'. Lo vidi scuotere leggermente la sua testa e portare poi le mani sulle sue ginocchia, 'non è così che deve andare', aggiunse, strofinando le sue gambe.
'Eppure è andata così', gli ricordai, deglutendo in seguito.
Sarei voluta sembrare ferma ed impassibile in quel momento; tutto quello che volevo era dimostrarmi forte e non una stupida bambina, pronta a scoppiare a piangere davanti ai suoi occhi.
Perché si, quello era ciò che volevo fare sin da quando avevo messo piede in quella casa.
Chiusi per un attimo gli occhi e presi un profondo respiro, tentando così di controllare le mie reazioni e tutto ciò che il mio corpo era pronto a fare, pur di reagire sinceramente.
'Volevi tutto questo, tu stesso hai ammesso di volerlo, Zayn'. Per un attimo la mia testa ripercorse le immagini del suo volto completamente disperso nel pieno di una crisi ormonale e nei suoi gemiti, nelle sue lamentele, in tutto ciò che dimostrava ancora una volta di aver bisogno di me.
'Ero solamente preso dalla situazione', rispose con fermezza, sminuendo ogni singola cosa.
Vidi le sue mani stringersi in due pugni, fermi sulle sue cosce.
E sforzandomi ancora un po' di più, riuscii ad intravedere il suo volto cupo e tratto, tratto come una morsa.
'Stai mentendo a te stesso, Zayn'. Insistetti.
La mia non era auto convinzione, semplicemente lo conoscevo, conoscevo le sue reazioni e il motivo di ogni suo singolo e stupido atteggiamento.
'Non sto facendo un bel niente!' Alzò eccessivamente il tono della sua voce, scattando in piedi dal divano.
'È finito il sesso tra noi', a quelle parole, le sue vene si gonfiarono a sproposito lungo il suo collo e Zayn si voltò verso di me, infuriato: 'è finita la voglia di coinvolgerti nella mia vita ed è finita anche la mia pazienza, ora!' Sbottò.
I suoi occhi erano sbarrati, erano pieni da rabbia e iniettati nei miei come due calamite disposte a bruciarmi viva.
Il suo petto prese ad alzarsi ed abbassarsi irregolarmente, una volta finito di strillare.
Ero letteralmente, completamente e fottutamente sconvolta.
I miei occhi erano strabuzzati ormai, non ero semplicemente spaventata e stupita dalla sua reazione; ero del tutto stravolta.
Non avevo fiato, non avevo coraggio e non avevo le forze necessarie per ribattere, in quel momento.
Quelle parole, quella sua tensione scaricata addosso a me fu come un completo lavaggio del mio cervello.
In quel momento, il mio respiro accelerò, il mio cuore prese a pulsare rapidamente nel mio petto e il mio stomaco sembrò capovolgersi totalmente.
Non mi aveva affatto ferita, mi aveva miseramente uccisa.
Per questo forse, non fui capace di far niente.
Non riuscii a reagire, non riuscii a muovere un dito o a formulare una frase al dieci percento sensata, nella mia mente.
Strinsi le mie labbra ed annuii semplicemente, abbassando poi il capo.
'Capisco'. Bisbigliai.
Ma in realtà non capivo, non capivo niente di tutta quella merda.
Nulla di quel che era diventato il nostro rapporto mi era chiaro; forse perché era fondamentalmente finito?
Udii i suoi passi nella stanza.
Quello fu l'unico suono che seguì le mie parole, parole che probabilmente non si era nemmeno sforzato a comprendere.
'Scusami'.
Potrà sembrare una voce pentita, a prima impatto.
Alzai leggermente il capo e cercai di intravedere la sua figura attorno a me, senza sfamare vedere da lui.
E stranamente qualcosa sembrò esser a mio favore, finalmente, quando riuscii a trovarlo con la coda degli occhi, appoggiato con il fondoschiena al tavolo della cucina.
'Non importa', mormorai, 'comincerò ad abituarmi a questa tua decisione'. Annuii leggermente a me stessa, più che a lui, ed alzai del tutto la testa, mostrando i miei occhi ai suoi, senza alcuna paura.
Infondo erano quelle le mie emozioni, era quello il mio stato: se i miei occhi erano rossi e spenti, non potevo farci niente.
Se parlavo con una falsa decisione e cercavo di rassicurarlo senza alcuna certezza, non potevo farci niente.
Era semplicemente quella la mia situazione, senza alcuna finzione.
Mai lo avrei dimenticato, mai mi sarei fatta una ragione, mai mi sarei abituata all'idea di non vederlo mai più, di non sentire la sua voce, di non percepire il suo odore, di non lasciarmi stringere dalle sue braccia...
Mai avrei accettato tutto quello, di punto in bianco, pronta ad andare avanti e voltar pagina.
Il viso di Zayn era scavato, era così magro e spento mentre osservava il mio che, per un istante, temetti di non resistere e corrergli incontro ad abbracciarlo.
Era uno stronzo, era inevitabile ammetterlo; ma era Zayn, era quello il suo carattere e non potevo rimediare alla sua testardaggine.
Se aveva quello in testa, a meno che il suo cuore non cedesse, mai avrei spostato le sue idee.
Ma il suo viso non mentiva, i suoi occhi dispersi non mentivano, le sue gote scavate dalla barba e le sue labbra screpolate.
Lo vidi leccare avidamente le sue labbra e spostare lo sguardo dal mio, innervosito.
Si guardò attorno e si fermò poi a guardare il frigorifero alla sua destra, portando le braccia conserte al petto.
'Le mie scuse erano per averti gridato contro, Bee', borbottò, evidentemente deluso dal suo stesso comportamento.
Conoscevo quello sguardo irritato e quel tentativo di svincolare la mia attenzione addosso.
Alzai le spalle ed anche io scesi giù dal divano, sedendomi sul bordo di esso è portando la mia visuale sul pavimento.
'Cosa?' Lo sentii domandare.
Alla sua domanda alzai la testa e lo trovai a guardarmi, confuso.
Forse il mio modo di evitarlo e fingermi disinteressata lo infastidiva?
Lo infastidiva provare quel c'è lui faceva provare agli altri, costantemente?
'Niente, non c'è problema, smettila di parlarne e basta, va bene?' Dissi tutto velocemente, spazientita.
Nemmeno io capii cosa fosse stato a farmi rispondere in quella maniera; probabilmente la pressione e l'ultima conversazione mi avevano scaldata abbastanza.
Appoggiai i gomiti sulle mie ginocchia e mi presi la testa tra le mani, sospirando.
Non volevo che finisse così per l'ennesima volta, distaccandoci sempre di più, portandoci davvero a diventare due perfetti sconosciuti.
'Bee'. La voce di Zayn, pacata, mi richiamò, 'vieni qui, dai'.
La sua richiesta fece crescere un minimo di speranza in me.
Se fino ad un secondo prima volevo andarmene a piangere a casa e non vederlo difronte a me, in quel momento mi venne voglia soltanto di alzarmi ed assecondarlo.
Alzai la testa e sbattei velocemente le ciglia, cercando di non crollare proprio in quel momento.
'Vieni?' Le braccia di Zayn si allargarono e la sua testa mi fece un cenno, invitandomi a raggiungerlo.
E non seppi spiegare cosa accadde al mio cuore, in quell'istante.
Non seppi spiegare cosa dentro di me si scatenò, portandomi a saltare in piedi come una molla e a corrergli incontro.
Ma lo feci, mi piombai tra le sue braccia ed avvolsi il suo petto con tutta la forza che avevo in corpo, nascondendo il mio viso sull'incavo del suo collo.
Un istante dopo, le mani di Zayn si posarono con incertezza sui miei fianchi e le sue dita si avvinghiarono attorno al tessuto della mia maglia.
Era tutto davvero strano; ma quell'abbraccio fu come un piccolo nodo al filo che ormai, da tempo, si era spezzettato in centinaia di parti.
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