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Yeosang
Dopo aver eseguito il mio numero accettai i complimenti del pubblico e andai dietro le quinte. Lì c'era il mio compagno ad aspettarmi, mentre si guardava allo specchio e controllava che i "vestiti" che aveva indosso fossero okay.
«Hai spaccato lì fuori!»commentò lui quando mi vide apparire nel suo riflesso e si voltò per sbattermi il pugno sulla spalla nuda e sudata.
«Sono andato un po' fuori tempo durante la seconda parte...»commentai iniziando a prendere il suo posto e sedendomi su una delle sedie girevoli del camerino, per poi prendere una boccetta di struccante e iniziare a togliermi il trucco che aveva iniziato a colare per il sudore.
«Nessuno se ne è accorto, erano tutti impegnati a fissarti le gambe.»aggiunse per poi darmi uno schiaffo su di esse, coperte solo da dei boxer neri di pelle e dei calzettoni neri che arrivavano a metà polpaccio, adornati di catene e borchie.
«Fottiti, Mingi!»urlai quando lo vidi allontanarsi dalla mia postazione soltanto perché era arrivato il suo turno.
Era proprio lì che ci eravamo conosciuti noi due, sul nostro posto di lavoro. Erano ormai due anni che facevo lo stripper in quel locale, da quando avevo lasciato scuola precisamente (considerando che ero stato bocciato in terza media).
Mi era sempre piaciuto ballare e, data la situazione economica penosa che avevo a casa, il mio migliore amico mi aveva detto almeno un centinaio di volte di sfruttare questa passione dato che a quanto pare ero anche capace a metterla in atto.
E così mi ero trovato di fronte a quel locale. Il primo con cui avevo legato era Mingi: i suoi capelli blu attiravano l'attenzione del pubblico come lo facevano i miei rosa da quasi due anni a quella parte.
Continuai a struccarmi e iniziai poi a prendere i vestiti puliti dal borsone. Non avevo più esibizioni quella sera perciò potevo tornare finalmente a casa. Misi la mia roba all'interno di una sacchetta in cui c'erano i miei trucchi e miei accessori, e poi tirai fuori la felpa bianca che mi aveva prestato il mio migliore amico quel giorno insieme a dei miei jeans. Indossai il tutto, facendo attenzione a non sporcare la felpa, e poi presi un asciugamano da passarmi sui capelli ancora imperlati da delle gocce di sudore.
Mi guardai allo specchio e sospirai. La mia vita era così, mettermi in mostra non mi aveva mai imbarazzato nella mia vita, fortunatamente mi ero sempre sentito abbastanza a mio agio col mio corpo e non avevo mai avuto problemi quindi a mostrarmi a degli sconosciuti.
Mi voltai e feci la solita strada per uscire dal dietro le quinte, attraversando corridoi strettissimi e andando incontro ad altri ballerini e aiutanti della scena.
Arrivai nell'atrio, dove un lungo balcone percorreva l'intera parete del locale e su cui erano poggiati bicchierini vari, mentre i clienti chiacchieravano e ridevano tra loro, godendosi lo spettacolo di Mingi con una ragazza del pubblico.
L'aveva attirata sul palco e aveva messo in pratica il suo solito show: quello della sedia. La metteva seduta su di essa e lui le se muoveva intorno, senza mai toccarla o sfiorarla, mostrando quello che lui voleva che si vedesse e dando vita ad una tensione sessuale che in realtà era inesistente dato che lui era gay.
Ridacchiai quando si strappò il pantaloncino nero, rimanendo solo con un boxer di paillettes dorate e le sue solite scarpe da ginnastica bianche.
«Hey Yeosang!»disse uno dei baristi attirando la mia attenzione. Mi voltai verso di lui e notai che era quello che conoscevo di più e con cui ormai mi vedevo tutti i giorni.
«Sai se per caso...ce l'ha ancora con me?»mi chiese lui e io sapevo benissimo di chi stava parlando.
«Credo di si, ma secondo me gli sta già passando. È fatto così.»cercai di tranquillizzarlo e lui si passò la mano tra i capelli neri prima di sospirare.
«Puoi dirgli che mi dispiace? Non sapevo gli avrebbe dato fastidio.»continuò poi e io semplicemente annuii a quelle parole.
«Glielo dirò. E tra l'altro io sono dalla tua parte.»aggiunsi e lui sorrise, facendo poi roteare una bottiglia con un liquido all'interno in quella maniera sexy ed abile, come solo i barman sapevano fare.
«Grazie.»mi rispose semplicemente e io afferrai uno shottino sul tavolo e gli lasciai qualche moneta.
«Non c'è di che, Seonghwa.»risposi e poi girai i tacchi e percorsi la strada verso l'uscita del locale proprio nel momento in cui la musica si era fermata e la folla aveva iniziato ad applaudire.
Uscii allora da quel posto e avvertii subito l'aria fredda tipica di gennaio sbattersi sul mio viso. Respirai a fondo quel vento invernale che mi creò uno stacco improvviso dal caldo dell'interno del locale, per poi mettere le mani in tasca.
Nel momento stesso in cui lo feci sentii il mio telefono vibrare, segno che mi era arrivato un messaggio.
Io e Hongjoong eravamo migliori amici dai tempi del liceo, nonostante lui fosse un anno più grande. Era stato bocciato in primo superiore ed in secondo superiore ed era finito nella mia classe. Era stato il primo (e l'unico) con cui avevo legato e una volta che entrambi ci eravamo trovati avevamo preso ad uscire insieme e in un modo o nell'altro ci eravamo trovati così: adesso vivevamo insieme in un piccolo appartamento al centro, io facevo lo stripper e lui lavorava come barista, anche se non nello stesso locale in cui lavoravo io, ma semplicemente ad un bar in cui si faceva colazione la mattina.
Accelerai il passo per tornare il prima possibile a casa, dato che avevo una cosa da fare e quando arrivai mi limitai semplicemente a suonare al citofono. Hongjoong mi aprì senza nemmeno chiedere chi fossi, era un suo vizio questo e fortunatamente non era mai capitato che aprisse a gente a caso.
Il nostro appartamento era al secondo piano perciò non mi degnavo nemmeno di prendere l'ascensore: più facevo le scale e più rimanevo in forma, secondo me e il mio cervello bacato.
Bussai alla porta e qualche secondo dopo mi venne aperta, facendomi trovare un Hongjoong già in pigiama e con lo spazzolino da denti in mano.
«Ce l'hai fatta.»borbottò mettendoselo poi in bocca e iniziando a strofinare, dirigendosi verso il bagno per non sporcare il pavimento della sua saliva e del dentifricio.
«Mi sono fermato a parlare col tuo ragazzo.»gli risposi a tono, posando poi il mio borsone per terra per togliermi il cappotto e prendere un bicchiere d'acqua che aveva lasciato sul tavolo ancora apparecchiato per la cena.
«Quante volte dovrò dirti che non è il mio ragazzo?»chiese retoricamente lui dall'altra stanza e da quello che avevo capito stava proprio in quel momento sputando il tutto nel lavandino.
«E io quante volte dovrò ripeterti che arrabbiarti perchè è un barista di un locale di stripper non è un motivo valido per cui interrompere la vostra conoscenza?»usai il suo stesso tono quando dissi quelle parole e poi portai la borsa nella mia camera, con ancora il letto sfatto da quella mattina stessa.
«Seonghwa è un coglione, lo sai meglio di me.»disse poi affacciandosi sulla mia camera quando ebbe finito di lavarsi i denti.
«Sarà pure un coglione ma di certo non decide lui di dover indossare solo un fiocchetto al collo quando lavora. Non puoi essere così geloso.»cercai di fargli capire ancora mentre iniziavo a togliermi i vestiti per prepararmi.
«Non sono geloso, solo che vorrei che quel ben di Dio sia riservato solo a me.»continuò allora e io alzai gli occhi al cielo.
«Beh, io sono dalla sua parte. Mi ha chiesto di parlarti ed è quello che ho fatto. Ora se non ti dispiace, vai a dormire così io posso fare ciò che mi riesce meglio.»finii io di parlare e questa volta fu il suo turno di alzare gli occhi al cielo, staccandosi poi dallo stipite della porta e allontanandosi dalla mia stanza.
«Non fare troppo rumore anche stanotte, qui c'è qualcuno che la mattina deve svegliarsi presto.»lo sentii urlare dalla sua stanza per poi avvertire la chiusura della sua porta. Ridacchiai ricordandomi benissimo le serate precedenti e poi mi alzai dal letto per chiudere la porta e terminare di spogliarmi di tutti gli indumenti, fino a quando non mi ritrovai completamente nudo.
Mi diressi verso il mio comodino ed afferrai il mio computer portatile, accendendolo e attivando come prima cosa la fotocamera. Entrai come mio solito su quel sito a me fin troppo conosciuto e poi cliccai sul mio account. Feci i soliti passaggi che ormai facevo tutte le notti dopo il lavoro, e in poco tempo mi ritrovai in diretta live, in attesa che una ragazza o un ragazzo entrassero nella mia "chiamata". Sistemai poi il computer ai piedi del letto e io mi misi in ginocchio dal lato del cuscino, fissando la telecamera in modo che non mi si vedesse in faccia.
Facevo lo stripper ma dovevo arrotondare in qualche modo e dato che, come ho già detto, non mi sento affatto in imbarazzo col mio corpo, perchè non sfruttarlo?
Non mi reputavo un porno-attore, dal momento che mon avevo mai recitato in un film porno, ma mi piaceva toccarmi con qualcuno attraverso uno schermo, l'idea che qualcuno mi desiderasse e non potesse toccarmi mi eccitava da morire, perciò dopo la prima volta che lo ebbi fatto, non smisi. Ero riuscito ad incrementare il mio guadagno e a permettermi qualcosa in più grazie al mio "secondo lavoro" e di questo, nonostante non ne andassi fiero, dovevo esserne grato.
Una ragazza entrò nella telefonata, con il viso tagliato dall'inquadratura, dato che probabilmente non voleva farsi vedere, ma a cose del genere ero piuttosto abituato. Mi era capitato di rado di non poter vedere con chi stessi parlando e sinceramente poco mi importava, per me bastava vedere i soldi che salivano nel mio conto bancario.
Tornai a me, iniziando a vedere sin da subito la mano della ragazza abbassarsi verso la sua intimità. Ghignai e feci la stessa cosa, preparandomi alla mia solita serata.
«Hey bellissima, vuoi giocare con me?»
Dato che sono una persona piuttosto strana e mi anticipo sempre i capitoli da pubblicare posso dirvi che già ho finito di scrivere questa storia e che ho preso a scriverne un'altra lol. Non so perchè ma mi andava di dirlo fiandowbd
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