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Twenty-third Chapter - Everything I do, I do it for you

Ridevano, due ragazze ridevano. La Kapò le squadrava minacciosa a non finire, la mandibola dura e le labbra ridotte a una mera linea, persino la mascella era alquanto pronunciata. 

Senza trucco pareva più vecchia di quanto già non fosse. Quella donna era proprio un'arpia, forse non aveva neppure cinquant'anni ma con quelle luride vesti e il fazzoletto sul capo parevano tremendamente di più. 

Il viso rugoso e maculato eppure tuttora manteneva una certa presenza ma non solo in quanto severità, quel volto era particolarmente tarchiato come la stazza che lo sorreggeva. Sarà stata bulimica forse o cosa?

Con quegli scarsi sostentamenti sembrava alquanto assurdo vederne una corporatura e tenace simile in quel di Buchenwald. Le guardava di sottecchi, occhiate storte oblique non concedevano repliche alcune.

Sonore, bastavano senz'altro. Senza troppe moine o parole da aggiungere, queste gridavano più degli stessi movimenti o frustate che era solita dare.

Se ne stava lì senza dire niente, come una boia ma la mazza era in un angolo. I polsi candidi della donna erano accartocciati e posati sui fianchi altrettanto prosperosi. 

Quella spilungona non era affatto aggraziata. Intanto, erano passati due notti e due giorni da quando erano entrambi partiti ma Zelda e Thomas non si erano ancora incontrati. 

Se ne stava lì, la ragazza, appollaiata sulla tavola di legno macerata a fissare un soffitto altrettanto in pessimo stato. L'umido e le ragnatele, la calce colava per via di un'acqua-piovana sempre più crescente e mancava, tanti erano i calcinacci che presenziavano in quell'ambiente malmesso pur essendo ancor nuovo.

Scese di lì chiamata da una vicina di "letto" e nonchè Edna, Edna Solomons per essere più chiaro. Le due incrociarono gli sguardi e si sorrisero, poi si vennero incontro e si abbracciavano. 

Entrambe avevano le lacrime agli occhi per la tanta impotenza che la situazione arrecava. Nell'abbracciare l'altra le sue iridi scure si posarono sul suo braccio e quel numero per quanto insignificante fosse risuonava più di tutto, più del colorito particolarmente olivastro che la caratterizzava.

Questa era Edna, Zelda non era un numero e non capiva ancora perchè, una nuova volta era Shelby? Come poteva essere lui, assurdo pensarlo arrivato fin lì data la tanta distanza che lo divideva da Birmingham.

L'una o l'altra località che sia stata, non aveva alcuna importanza visto che sempre di cloaca a cielo aperto si trattava. Le medesime baracche ne dicevano tutto.

Sapeva che Thomas avesse stretto un certo legame di business con il capo-nazista inglese ma non poteva mai osare d'immaginare che il suo ruvido eco fosse giunto sin lì o che meglio addirittura egli stesso si trovasse lì. Intanto, dall'altra parte del campo, l'uomo dagli occhi di ghiaccio era tutto d'un pezzo.

Se ne stava lì con entrambi i gomiti posati su parte della balaustra che cingeva la colonna di controllo, le braccia talvolta incrociate e quando non lo erano era semplicemente perchè uno dei due l'aveva sollevato intento che era nella sua ennesima fumata, per cos'altro se no? Il gomito in quel frangente carezzava la balaustra e sia la mimetica oltre il legno macero di quella barricata ruvido come il medesimo tono, il medesimo umore e il medesimo cuore.

Era solo e lo sguardo distratto, poteva mai osare immaginare che la ragazza tanto desiderata sarebbe riapparsa dinanzi alla sua visuale di lì a poco? A quel punto, gli occhi del boss si riaccesero.

Tirò una boccata di fumo decisa una volta allontanatane la sigaretta dalle sue carnose labbra, dalla rabbia. Intanto le sue iridi la seguivano ancora.

"Schaffer!" si grattò la gola.
"Ja, Shelby... ich bin alles für dich... Si, Shelby... sono tutto per te..." avanzò l'altro dalle sue spalle una volta essersi sentito chiamato in ballo, Thomas non fece una piega e il suo sguardo di ghiaccio era tuttora chino sul campo ma stavolta si smuoveva qua e là, la sua prospettiva e il suo obiettivo erano decisamente cambiati, nel suo mirino non c'era più Zelda che era ormai andata ma più che altro un uomo alquanto ruvido dal nome di Alfred Solomons appunto.
"Lo vedi quell'uomo laggiù, alla mia sinistra? Quello che viene sgridato da Schumann!" indicava la figura ripiegata su se stessa, cosa del tutta insolita per il boss di Camden Town.
"Ja, Hauptsturmbahnführer... denn? Si, capitano... allora?" il naso arricciato di quest'ultimo, se lo soffiò all'indentro poi e con una mano se lo strofinò rapido prima di smettere, prima di tornare nella posizione precedente.
"Lo voglio da me, immediatamente... digli di che c'è qualcuno che gli deve parlare e subito, di andare..." si raschiò di nuovo la gola "di seguirmi, no... cioè, ecco... di farsi trovare nella mia stanza, ovviamente non dirgli che è la mia ma solo ovviamente qual è soltanto, anzi nel palazzo... no, cioè... nell'archivio, spero non ci sia pure Moseley al momento..." terminò il discorso, l'altro fece quanto detto.

Karl Schaffer, queste le sue credenziali, era un uomo tutto fare oltre che di un'importanza assoluta. Era temibile e temerario al tempo stesso, al modo giusto se non tremendamente esasperato ma era forse meglio non dirlo o si sarebbe adirato.

Non faceva differenza, certo, anche perchè chiunque se ne sarebbe e quanto prima accorto poi. Scese dalla colonna senza battere ciglio ed era alquanto strano per uno senz'altrettanti scrupoli come lui, erano i soli a presenziare come due nani sulle spalle di un gigante, la torre di controllo ovviamente si direbbe al punto.

Ad ampie falcate vi si avvicinò, raggiunse i due. Il tedesco ancora ingiuriava l'ebreo.

"Alt, Scheiße! Stop, merda!" il suo tono era alquanto risoluto "Hast du verstanden? Hai capito?" il tono irruente e minaccioso, volgare e un tono alquanto alto e pieno di disprezzo, il giudeo annuiva senza replicare.

In che razza di mondo era mai finito? Alfie, tuttavia, era vero che non era un santo ma in quel luogo non poteva nemmeno più contare e questo per lo meno l'aveva capito bene, lo sapeva e glielo si leggeva, in fronte.

In fronte che aveva così aspramente perso ogni sfumatura di dignità.

"Schumann!" venne interrotto poi dal colonnello.
"Schaffer, jetzt... kann ich keine Attenktion dir geben, so Tschuss... mein Freund! Schaffer, adesso... non posso darti alcuna attenzione, quindi arrivederci... amico mio! " cercava di liquidarlo.
"Es ist sehr important, ich wurde sehr bald machen.... É molto importante, farò abbastanza presto..." continuava ancora l'altro.
"Ok, schnell... Ok, forza..." sbuffò.
"Lascia stare quest'uomo... me lo prendo io in custodia, si Schumann... adesso, basta..." l'altro arricciò il naso.
"Dici sul serio, oh... mi meraviglio di te... Schaffer, sei uno dei peggiori... cos'hai che non va, mi stupisci... sei per caso impazzito, non è da te... lo ami? Nah, sei eterissimo tu dopo tutto!" sghembo presto come non mai.
"Si, sono serio... Schumann, vai nella baracca delle donne che si erge alle mie spalle, è un mio ordine e fai presto, prego perchè io sono superiore a te..." risoluto e superbo come non mai, l'altro fece quanto ordinato e a ogni passo e secondo che avanzavano, ovviamente si allontanava sempre più.
"Senta, Signor...." Solomons era come completamente meravigliato, nessuno di quei maledetti crucchi gli si era rivolto in un modo simile prima d'ora.

Sapeva di alquanto accomodante, piuttosto umile. Sollevò lo sguardo prima chino sui suoi piedi con la massima sommissione e adesso si ritrovò improvviso con l'indirizzarlo verso la figura.

Tuttavia, gli occhi smeraldi dell'uomo brillavano nell'uggia più indomabile del posto. Annuì, poi.

"Solomons, Sissignore... mi dica..." sbuffò poi, balbettava.
"Vada nell'archivio, è per Lei... ripeto, qualcuno ha bisogno di Lei..." lo esortava l'altro con queste parole.

Intanto, Schumann era di già giunto alla baracca di Zelda. Eppure quest'ultima naturalmente tuttora mancava.


Scrittrici dall'Inferno (non poi così tanto):
E dove si sarà mai cacciata? Come potete vedere anche se dopo un po' come promesso sono di nuovo più e che mi sto interessando anche d'altro ma comunque state attenti che la storia si fa più fitta e proprio come la foresta dei libri che vi troviamo qui e comunque, solita domanda, come va?
Ed eccovi un indimenticabile Bryan Adams al posto della colonna sonora e del titolo, oggi mi sparo lui. E ora sta a voi pensare un riferimento in riguardo, vediamo? Sopra un'altra immagine storica del campo ma stavolta dall'alto.



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