Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Twenty-fourth Chapter - Bang, Bang!

Intanto il barbuto era giunto a destinazione.

"Oh, cazzo? Chi mi può mai volere in questa merda di posto?" si chiese Alfie guardandosi attorno, si girava i pollici in continuazione per quanto dall'ansia in preda fosse.
"É per voi sporchi ebrei, Signor Solomons..." a quel dunque il boss londinese arricciò il naso.
"É già tanto che L'ho portata fin qui non crede e che dire, intanto oltre che ovviamente già darle del "Lei" perché si ricordi che quelli come Lei non lo meritano affatto... è salvo, basta e avanza non trova?" le braccia conserte del nazista che intanto faceva avanti e indietro per tutto il perimetro della stanza, la sua voce echeggiava sghemba e lo fece altrettanto la continua lingua che sovente ne mitragliava il palato, i suoi atteggiamenti prettamente carini mostrati fuori da quella struttura erano tutti semplicemente come una mera messinscena dinanzi agli occhi di Shelby.

L'ebreo soffiò il naso all'indentro, il gelo era assai e anche all'interno di quel fatiscente abitacolo che però in confronto alla baracca in cui alloggiava pareva e addirittura poco un albergo a cinque stelle di Londra, il Savoy di Covent Garden per essere più precisi. *

Ecco, esattamente lì per lì di quel tipo. Ridicolo, ridicolo pensarlo ma era effettivamente così.

"Ah, che pensava? Uff, che La sposavo? La frociaggine alloggia là alle mie spalle, sempre se vuole per non essere come il solito scortese..." indicava la baracca aldilà della finestra apparendo patetico come non mai, era questo d'altronde Schaffer "Che dice? Nell'attesa gradisce un Brandy e una partita a scacchi? Come può vedere non mordo mica, non sempre a meno che non fosse donna di mio gradimento quella che dovrei vedere dinanzi a me, cosa che magari qui così fosse..." rideva ancora, un sigaro in mano mentre prendeva posto alla scrivania che era la sola cosa che occupava il centro della stanza "Su, avanti... si accomodi anche Lei e che ne dice anche di questo?" Fece spegnendo il prospero appena poco prima afferrato per accendersi quel affare tanto dannato ma amai come lui, il fiammifero per completare l'ennesimo atto teatrale del tedesco finì per terra e ancor più come per specificare sotto il tacco del suo anfibi sinistro, il ticchettio rimbombò per tutto l'ambiente e pareva cosa alquanto simile di un inchino ma era ormai più che ovvio che non lo era affatto.
"Sono sposato!" precisò l'altro contrariato e non accettando nulla, con brevi gesti glielo fece capire e proprio papale, lo fissava di continuo e senza proferirvi alcunchè, tuttavia, non si era mai visto un Alfie così.

Era quasi come se avesse smarrito persino le sue più impeccabili doti da puntuale stratega quell'uomo lì, esattamente come a tutte le altre cose.

"Lo era? Ah e mi dica, io non c'ero quando L'hanno presa... si, a proposito... chi è quella che intendiamo per moglie?" Il sopracciglio sollevato del Colonnello fece si che Alfie ritornasse come prima, un tempo ormai remoto e che chissà se fosse mai tornato, magari un giorno ma chissà se l'avessero mai estratto vivo da lì.

Tuttavia, ancora ignorava il suo punto di svolta prossimo come giammai avrebbe potuto mai osarsi di immaginare. Stavolta sembrava tornare il malavitoso di un tempo, il barbuto digrignava i denti ma cercava di nasconderlo invano ed era un'altra stranezza che vi preservava.

"Stia tranquillo, Le ripeto più esplicitamente che non la azzanno mica... non qui, ovviamente... è terra nostra ed è sacra, che magari non ci vede nessuno certamente è vero ed oltretutto a nostro vantaggio, poi non ho armi e inoltre ancora come per finire non mi sembra assai carino, ho il coltello dalla parte del manico e anche questo è poco ma sicuro ma non avendo armi con me non mi sporco le mani di merda ebrea..." stavolta anche l'altro usò lo sproloquio e a ogni secondo che passava diventava sempre peggio, decisamente una tortura ma ovviamente solo ascoltarlo,

Il tutto veniva cadenzato dal fumo che lo soverchiava. Tuttavia, quell'uomo era un vero e proprio bullo di burlone.

Era questo il Colonnello Schaffer, d'altronde. Alfie non vedeva la moglie Edna dal momento in cui era giunto al campo, non erano passati assai giorni eppure per i due tanto legati e da sempre quali erano vi pareva letteralmente un'eternità, lo pareva sempre e in tempi buoni, in tempi cattivi simili a questi ultimi che vi correvano esattamente qui doveva esserlo sicuramente di più e non di poco poi.

Intanto, l'uomo dagli occhi scuri faceva spallucce e intanto attendeva.

"Wo bist du, Mein Freund... Scheiße... Dove sei tu, amico mio... merda..." sbuffò l'altro impaziente come non mai, un tocco secco sulla scrivania per via della forte e noiosa attesa che intanto lo attanagliava, di tanto intanto si lasciava oscillare su di quella poltrona girevole che ne accompagnava il tavolo e che adesso lo sorreggeva, la pelle nera che la rivestiva era quasi tutta mangiucchiata dalle tarme e quel che vi rimaneva di più integro era solo spugna ocra malcomposta.

Intanto Zelda era giunta dall'altra parte del campo quando si sentì afferrare per un braccio.

"Oh, chi si rivede! Vieni qui, gratis rende meglio!" sghignazzò una voce improvvisa.

Era Moseley, chi poteva mai essere altrimenti? Ella sollevò il mento e lo sguardo a sinistra, proprio verso il punto giusto da cui provenivano quelle sghembe e altrettanto malvagie parole.

"Oswald, lasciami stare!" si dimenava lei.
"Puttana ebrea, non mi sfuggi..." ridacchiava ancora costui.
"Non lo sono..." tuttavia, la temerarietà della ragazza non aveva limite alcuno.
"Ma tua madre, si... altra puttana ebrea, che pensi? Cara, Zelda... io so tutto di te!" schiocca la lingua sul palato prima di spifferare l'ultima parte della sua battuta, a quel dunque ella gli sputò in faccia.
"Ah, si è proprio così che stanno le cose? Puttanella dal sangue blu ormai infangato, vieni qui... ho capito io come vanno le cose..." ridacchiava ancora e, con massima veemenza, aumentò i suoi intenti.

Bisognava assolutamente scrutarne la mimica di quell'uomo ora che le aveva sollevato la gonna e addirittura da dietro, poi per finire iniziò a baciarla e a palparle tutto.

"Infangata si ma da te, semmai..." a quel dunque ella grugnì.
"Cosa?" le parole della giovane erano come linfa provocatoria per Moseley.
"Moseley, io non ho paura di te!" sentenziò la donna come per terminare, l'afferrò per i capelli proseguendo nelle sue azioni.
"Ahi, così mi fai male... però!" Zelda, tuttavia, era come un cavallo sbrigliatamente indomato, s'agitava la sua voce in coro al suo corpo.
"Avevi detto di non temermi, ma va ma che se tutti hanno paura di me..." la burlava ancora.
"Io spaventarvi di te? Secondo te? Avrei più paura di un lupomannaro semmai, mostrandoti così dimostri ancor più di essere un coniglio senza palle!" l'altro aumentava più la presa.
"Ah, si? È proprio così è decisamente così che stanno le cose? Benissimo, continua così che mi fai ancora di più eccitare..." ella nel frattempo annuiva e questi proseguì.

Spiacente per lui che ovviamente non riuscì a metterne in chiaro completamente i suoi disegni più iniqui e tutto per quel colpo di pistola che si udì alquanto quasi improvviso. Di chi mai si poteva trattare?

Un'ombra passante nel frattempo di lì apparve e scomparve con la medesima sagacia, tuttavia, come sempre. Ne aveva tristemente origliato tutto e la gelosia impetuosa l'aveva condotto fino a questo gesto estremo.

Si trattava di Thomas, chi se no? Eppure il suo più immancabile fare intimidatorio era riuscito anche in quel momento e con un uomo come Oswald Moseley che se la diede a gambe.

Con lui, tuttafiata, non era mai successo. La ragazza rimase improvvisamente sbigottita, le lacrime dagli occhi sovente sgorgavano ancora.

Si guardò attorno senza realizzare niente di nulla, non sapeva dove andare inginocchiata che si ritrovò. Eppure si girò da una parte all'altra estremamente incredula e non solo una semplice volta.

Scrittrici dall'Inferno(e di Buchenwald, ovviamente!):
Eccomi dopo tanto tempo, come va? Comunque abbiamo visto un po'? Thomas ci tiene proprio a questa povera creatura ma non ha proprio il coraggio di risvelarsi direttamente a suoi occhi e che dire? Eh (e schiocco la lingua sul palato anch'io stavolta), gli uomini sono sempre uomini. Maledetta me che li credevo più coraggiosi quelli di un tempo. Ahimè, no. Ormai è più che certo e risaputo che mi sbagliato, sono tutti la stessa cosa perchè gli uomini non cambiano e proprio mai. Opperò, aspettate perchè prossimamente ne vedrete proprio delle belle e di già a partire dal prossimo capitolo.
La canzone che mi sparo adesso è di Dalida dal titolo Bang, Bang! Si riferisce allo sparo repentino. Vi anticipo una foto dei capitoli a venire.
*Savoy è un hotel piuttosto "in" di Londra.



Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro