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Twentieth Chapter - Blue eyes

Giaceva ancora lì, nel bel mezzo dello sterco più assoluto. Watery Lane era una, la strada impolverata e neppure ancora asfaltata che l'attraversava era l'altra cosa.

Era tutto uno scenario a dir poco fatiscente, improvvisamente coronava gli spazi da cima a fondo. Tuttavia, non erano questi i veri motivi a renderlo ancor più tale.

Tuttavia, vi era un terzo incomodo che turbava chiunque. Ebbene si, lo faceva più di ogni altrimenti.

Si chiamava guerra, tutti avrebbero riso dinanzi a simile nome se solo avessero prestato orecchio. Tuttavia, Small Heath erabat pugna facta loco eppure chiunque si sarebbe sbagliato se solo avesse osato farlo. 

Small Heath era guerriglia, questa era la guerra. L'ennesima, l'ennesima guerra come se non fosse tuttora bastato.

Inoltre, la Shoah era la più grande piaga umanitaria che adesso incombeva e più della guerra medesima che insieme al suo compagno nazismo aveva portato. Era questa a rendere la faccenda alquanto seria, se non completamente terrificante e nel vero senso della parola. 

Persino il peaky blinder non ci stava più dentro, Oswald ne sapeva una in più del diavolo ma adesso il diavolo la doveva finire di fingersi scacchista. Tuttavia, il più abile stratega di sempre aveva certamente ben altre credenziali e non di certo le sue. 

Questi era Thomas Michael Shelby, nato a Leeds nell'ormai piuttosto remoto 1890. Eppure quel tale non osava mai farlo, chiunque avrebbe continuato a dire che era Hitler l'essere più diabolico sulla faccia della terra ma per il capo di Small Heath era lui. 

Comunque sia stato, erano la medesima cosa. Le due facce di una stessa medaglia, come Himmler ed Eichmann, Heydrich e Rommel, forse anch'egli stesso. 

Aveva forse dimenticato che anch'egli ne sarebbe quanto prima divenuto l'ennesimo responsabile o meglio schiavo di ciò? Glielo si leggeva meschinamente in fronte oltre che su quelle quattro pezze accuratamente ben stirate che adesso gli rivestivano gran parte di carne e pelle, l'avrebbero fatto per un bel po'. 

Aveva forse anche dimenticato che l'Inghilterra non era più la dominatrice sul mondo, il suo vasto impero coloniale resisteva era prossimo anche al declino che quanto prima sarebbe arrivato. C'era una Germania alquanto più perfida che adesso la minacciava, l'avrebbe voluta sua sottomessa. 

Questo era più che evidente ormai e non solo per le bombe che giorno e notte ne tormentavano il Paese al di là della Manica. 

Cazzo! 

Sputava tuttora fuori insieme all'ennesima boccata di sigaretta data, il mento si mostrava al monotono cielo plumbeo inglese dato che anche il sole aveva desistito di assistere allo schifoso scenario. Ignobile, forse questo era l'aggettivo che adesso lo sposava di più. 

Il carro era sparito. Tuttavia, non v'era più traccia alcuna di Moseley e compagnia cantante. 

Neppure si sentiva, neppure nell'aria concimata dell'ovest inglese più infimo e sperduto. Lo zingaro si rialzò e riprese il suo passo felpato ma alquanto deciso.

Prima sistemò il cappello e tolse la fangosa polvere dall'uniforme. Guardò rapido e scrupoloso, andava per forza ripulita.

Tuttavia, la sostanza biancastra si accumulava allorché all'altezza dei ginocchi. Le lacrime ancora scendevano dalle sue iridi di cielo, con un rapido movimento di mano le prosciugò. 

Era quasi come se tutto a un tratto volessero lavare quella sua tanto lurida quanto amata terra da tutto il marcio che intanto incombeva. Non era tuttora finito, anzi semmai era aumentato.

Tutto il mondo era ormai sporco, plagiato.

Vabbè, comunque... intanto, adesso... andiamo!

Proseguì col sopracciglio sollevato, uno schiocco di lingua sul palato si impose su ogni minima varietà d'espressione che si sviluppò di lì a poco. 

"Fratellino del cazzo, ti ricordi quando tutti noi ti chiamavamo Sergente Maggiore?" anche Arthur era tornato in strada, per tutto il tempo l'aveva osservato e solo a quel punto si era smosso, l'aveva seguitato.

Egli si limitò solamente di annuire, era deciso. Poi, sputò un batuffolo di fumo riprendendo così il suo lungo e cavilloso discorso.

"Quello era il passato e il passato adesso è solo passato, passato! Adesso sono un fottutissimo Hauptsturmbahnführer, ripeto! Un maggiore, specifico!"  si fregò le mani, era deciso e altamente fiero, prossimo allo spelling.
"Cosa? Caro, ti voglio tanto bene ma io non capire... ah, ecco... perfetto, adesso si... bello, cazzo!" l'espressione al che iniziale era tendenzialmente corrugata, faceva quasi ridere.

Letteralmente grottesca, veramente umana. Perdutamente toccante se solo accostata allo scenario che poi ovviamente era quello che era.

"Si, adesso... levati dai coglioni, scusami ma Arthur devo andare... è arrivato il momento!" biascicava sommesso, la voce bassa e sussurrante all'orecchio dell'altro, lo sguardo obliquo e fisso, dritto e acuto, un vero ghiaccio bollente negli occhi di chiunque l'avesse incrociato.
"Certo, è arrivato il momento... cazzo, Signorino... dove siamo arrivati! Beh, stammi bene... ciao, fratello!" l'altro ne replicava ogni singola parola del primo, all'incirca era proprio così.
"Si... Ciao, Arthur!" sbuffò e si abbracciarono per qualche istante, il rumore secco di due pacche sincrone ne seguitarono la prima azione.

Allorché, Arthur tornò alla dimora. L'altro era già all'interno della sua berlina quando questi rincasò, un ultimo sguardo verso l'esterno e la porta si richiuse dietro di sé.

Intanto, il secondogenito si era messo comodo e senza tergiversare aveva acceso il motore. Il suo fare era cadenzato, leggiadro. 

Eppure, era alquanto deciso. Girata la chiave, la sua mano s'infilò all'interno della tasca che recava sul cuore. 

Questa giaceva sotto al cognome che intanto spiccava dal triste colore dell'alta uniforme che adesso calzava, si accinse a frugare. Alla fine, la estrasse insieme a un foglio di carta leggermente ingiallito e perfettamente piegato. 

Iniziò ad aprirlo e quando ebbe finito s'apprestò a leggere quanto questo indicava. Era una lista, una vasta gamma di nomi si sprigionò di lì a poco. 

Alfie ed Edna Solomons, arrivo!

Ovviamente era la lista degli ebrei che doveva catturare quella, l'auto a quel dunque ripartì a tutto spiano. BSA, i suoi occhi di ghiaccio cercavano solo questo. 

Scrittrici dall'Inferno:
(perchè tuttavia cos'altro è questo se non l'Inferno stesso o ancora meglio cos'altro è l'Inferno se non tutto questo che non fa che continuarsi a perpetrare qui? Eh, già!):
Allora, come va? Non credo abbiate aspettato così tanto, mi auguro proprio di no! Questo è venuto corto! Stay tuned che ne vedrete delle belle, il meglio deve ancora venire ma perchè non dovrebbe arrivare solamente a breve?
Comunque, come potete vedere un'ennesima carta musicale che mi sono giocata e la storia che diviene ancora più British con un pezzo di Elton che ne dà voce al titolo oltre che alla foto del suo sguardo attento e a tutto il resto del capitolo. Blue eyes come gli occhi d lui, gli occhi di lui da volto senza di lei. Vederla andare via così, poi! Eh, già!













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