Seventeenth Chapter - Abbracciame
(PRIMA DI COMINCIARE CHIEDO VENIA PERCHÉ, AHIMÈ, LA LETTURA DI QUESTO CAPITOLO POTREBBE ESSERE NON ADATTA A CHI NON ACCETTA COSE DI SESSO O ROBA ALQUANTO SIMILE OLTRE CHE AI MINORI ANCHE SE NE SANNO TALVOLTA ANCHE PIÙ DI NOI, GRAZIE!)
In realtà l'uomo che attraeva di più in quel casino non era Shelby, a dire il vero era Moseley e semmai. Tutte stravedevano per lui al punto tale da recitare la parte l'una con l'altra per via di una certa gelosia che non volevano mostrare.
Puntualmente, ogni sera, passava di lì con una bottiglia di Champagne. Ne provava tante e di tutte, ne sapeva una in più se messo in confronto al libro delle posizioni del kamasutra per quanto fosse diabolico e depravato ma la sua preferita era il 69 e più perverso di così, per non parlare degli aggeggini del sesso poi.
Tanto per cominciare ancora, non usava mai alcun profilattico nei suoi amplessi sessuali altrimenti non si eccitava come voleva. Usava perfino dei lubrificanti naturali, a base di olio e talvolta anche cibarie, per esempio una volta ricorse alla panna e alle fragole, un'altra al cioccolato disciolto sulla donna che penetrava e un'altra ancora persino su se stesso, certo che le fantasie di quell'uomo non avevano alcun limite e perchè mai doveva averne, avrebbe detto lui se solo avesse interferito con chi avrebbe visto e cosa avrebbe detto, se solo ciò fosse successo.
Perchè avrebbe dovuto quando era proprio lui la persona più dominatrice del piacere in assoluto e dominata al tempo stesso? Lui dominava la donna ma si faceva dominare dall'emozione che in quegli incontri tanto pruriginosi provava, era decisamente un vero e proprio schiavo dell'atto sessuale ed era persino un feticista di prima categoria ciascuno avrebbe detto.
Era vizioso, non era gay ma amava persino i rapporti gay ma da attivo però. Amava le orge e le cose più inimmaginabilmente possibili.
Era un dio a letto e non solo, egli cercava i posti più in pensabili, tuttavia, per farlo. Era divino nei rapporti pur avendo una nuova moglie al suo fianco e la seconda, per l'esattezza.
Era qualcosa di etereo in politica, abilissimo nel suo parlare. Quella bocca, tuttavia, sapeva tutto e sapeva fare tutto.
Era una bocca divina o addirittura diabolica. Era come se tutto a un tratto il dio greco Dioniso si fosse incarnato in lui, per non parlare di Thor poi.
Eppure un giorno anche Shelby bussò alla porta di Zelda, dopo che quella volta aveva rinunciato perchè non voleva sciuparla non le seppe affatto resistere. Ella sollevava ogni volta il sopracciglio e ormai era più che risaputo o almeno per lei che non avrebbe mai osato di giocarne la carta più preziosa che recava nel suo mazzo avvolto in una mano o ancor più in una manica rimboccata fino al gomito come era solito fare e persino l'ultima volta che era riapparso in scena, dinanzi a lei e in quel luogo, fino al suo ritorno a casa.
Era una sorta di incontro al buio quello eppure certamente lui sapeva a chi stava andando incontro. Ebbero un primo amplesso ma ella stentava nel sapere chi fosse quell'uomo lì pur provando un qualcosa mai provato prima di quel momento lì.
Era di ritorno a casa quando il figlio gli venne incontro abbracciandolo forte come non aveva mai fatto prima di quel giorno, aveva finalmente deciso di rivedere il padre e adesso era il suo turno per tenerlo con sè. Ovviamente, l'uomo continuava a non essere assai presente col figlio dato che in quella dimora difficilmente a lungo restava preso che era dai tanti impegni e dalle tante donne che incontrava eppure certamente poi, solo una era quella che da dopo Grace le aveva donato le migliori soddisfazioni e il suo nome ovviamente era Zelda nonchè la figlia di Lord Walsh.
Ora, se solo avesse saputo quell'uomo tutto e per di più che tra i tanti v'era stato anche lui in quel letto che poi non era altro che un letto clandestino per la figlia, come avrebbe accettato la fine che aveva fatto ed era proprio come l'aveva definita Shelby ossia una cortigiana. Scriveva e operava, era tornata persino a suonare il pianoforte e talvolta persino cavalcava.
Era fiorita ed era veramente bella. Quella volta, Thomas le disse persino di lasciare stare ed ella capì che era quello l'uomo che aveva fatto tutto e di tutto, sorrise a quell'idea che egli le porse dinanzi e quel che provò per quello non l'aveva mai provato fino a quel giorno e non solo per il momento di veramente emozionante estasi che il tale più o meno misterioso le aveva donato, lo era eccome si direbbe.
"Frances, Duke, Theresa... sono tornato!" esclamò tutto d'un tratto rincasando finalmente, nella mano destra recava la ventiquattrore del lavoro.
"Duke è uscito con Isaiah mentre ci sono io, papà e non ti va bene lo stesso!" accorse il più piccolo con un anno in più.
"Oh, aspetta... chi si rivede, Charlie!" lo abbracciò e lo prese in braccio, finalmente sorrideva.
"No, aspetta... papino, devo mostrarti una cosa che ci ha regalato Frances!" esclamò il ragazzino poi.
"Oh, caspita... vediamo!" fece a sua volta lui.
"É di là, nella nursery!" indicò il piccolo poi.
"Ok e va bene, nella nursery... andiamo!" concluse l'uomo poi, nell'altra mano il berretto che aveva poco prima levato e i capelli ancora del tutto spettinati, strano per uno Shelby come lui.
Si diressero nella stanza che Frances aveva appena finito di spazzare, era tutto un ordine e un profumo inimmaginabili quando i due uomini di casa Shelby vi entrarono. Era una nuova dimora, alquanto preziosa anche questa dopo che l'altra era stata demolita e dalle sue stesse mani.
L'aveva appena comprata ed era costata davvero un accidenti ma a Tommy, tuttavia, i soldi non mancavano mai anzi semmai crescevano e soprattutto negli ultimi tempi poi. Anch'essa sorgeva nella campagna più sperduta ma stavolta prendeva il nome di Thunder House e sorgeva a pochi chilometri da Birmingham, per di più in direzione nord-est da lì.
"Eccolo lì!" indicava un piccolo panchetto, una scrivania per ragazzi semplicemente della sua età.
"Oh, un diario..." il bimbo annuiva.
"Io ho già scritto nel mio e ora tu scrivi il tuo!" anche il padre lo faceva.
"Ok, si Charlie... papà lo farà e comunque ti ringrazio, Frances ma non dovevi disturbarti..." sorrideva, il sopracciglio alzato per la cosa che gli dava l'impressione di una mera cavolata e l'altra fece spallucce.
Eppure, come rimase da solo, dopo che il pargolo era andato a giocare con un pallone da calcio nelle più vaste praterie esterne e che circondavano la mansione, tutto pensieroso lo aprì e si mise a riflettere, dopo di che abbandonò anche la stanza per dirigersi nel suo studio e afferrò la sua stilografica che pendeva dal taschino della giacca blu che indossava con la sua più puntuale e impeccabile disinvoltura, infine si mise a scrivere.
"Birmingham, 9 ottobre 1935
Caro diario,
sembra strano per uno soprattutto come me che lo vede un po' solitamente e insolitamente stupido, puerile e donnesco al tempo stesso eppure lo faccio. Ho delle cose da dire, da confessare e per un Shelby come me devi sapere che non è proprio cosa di consueto accingersi nel farlo, dopo che uno come me non si fida mai di nessuno e nemmeno della sua ombra, soprattutto di questa e proprio lo direi ma devo dire anche che era da tanto tempo che non mi capitava cosa simile, un qualcosa di energico come quello che ho appena passato stanotte e, ahimè, lasciato poco fa. Non dico che provo, l'amore che ho provato per Grace ma è comunque una luce in fondo al tunnel per la vita mia che specialmente negli ultimi tempi non faceva che andare sempre più a rotoli verso l'Inferno ormai anche se non è una novità per uno come me. Ricordo che sono tante le donne che ho avuto, chiunque voglia la ottengo ma poche mi hanno fatto sentire vivo e stavolta è successo un'altra volta, la quarta. La prima è stata Charlotte, la zingara prima della guerra, poi Sophie, la crocerossina che mi soccorse in Francia rivista presto, poi Grace, la cameriera del mio pub e adesso Zelda, la ragazza del posto più inappropriato per lei e me ne rammarico alquanto assai per ciò. Quella ragazza, a parte per la sua provenienza cortese ormai da tempo lontana, è una brava ragazza e non è affatto adatta per un luogo di quelli, figuriamoci per l'uomo per cui lavora e lo dico soprattutto per lei e non per il fatto mio. Mi prendo a schiaffi se solo penso che avrei potuto già sottrarla e da tempo o almeno poco fa e non l'ho per niente fatto. Adesso mi viene in mente un ricordo di lei poco più che bambina quando mi scoprì nel mio letto con Sophie e scappò ma io da vero scemo come il mio solito più assoluto quale poi è non capii il vero perchè. Devo confessarti che già allora mi piaceva, in fondo mi è sempre piaciuta ma dubito che abbia capito che ero io oggi altrimenti non sarebbe successo quanto di più è successo in realtà. Del resto, le brave ragazze è vero che si sentono attratte da uno come me ma le vere ragazze ne prendono la larga perchè altro all'infuori del sesso non ho niente da offrire. Questo pensano e in parte è vero ma stavolta, ahimè, devo anche dire che non è del tutto andato così. Detto questo, ho detto tutto e devo dire che adesso hai conosciuto anche tu l'odore che emano io. È ancora lei mischiata al colonia muschiato, al whisky irlandese e infine che insieme non vanno più via ma ancor più il primo vorrei che non lo faccia più mai.
Un abbraccio,
felice di esserti boss."
Scrittrici dall'Inferno:
Ops! Allora già vi ho detto che era un capitolo alquanto azzardato e il che non lo trovate tutti voi un po' così? Come va? Finalmente una scena con i nostri amici! A parte Moseley, mai visto uno Shelby come lui che si accinge in una pagina di diario! Un uomo così superficiale come lui, così anche quelli come lui nutrono in qualche senso e a modo loro dei sentimenti! Oggi ho scritto anche qui e assai ma perchè ve l'avevo detto anche la volta precedente e cioè giusto ieri che ne avreste viste delle belle nel capitolo dopo e infatti così è stato. Certo, la parte di Moseley è stata tutta improvvisata adesso perchè di quella non ne avevo proprio le idee chiare. Certo, questo è solo un antipasto perchè dal prossimo e ve lo giuro entriamo proprio nel succo della storia ovvero la seconda parte nonchè la più importante che poi altro non è che quella della guerra. Se finora si è visto poco movimento, è proprio qui che Shelby si farà riconoscere pure per quel che di più vero è, ovvero un mostro efferato ma anche e per finire fortemente umano. Certo, un po' sempre a modo suo.
Sopra la foto dei dintorni della nuova casa e la canzone scelta stavolta è napoletana ed è la mia canzone preferita per eccellenza, non ne metterò mai italiane ma neppure partenopee oltre che recenti, solo questa perchè è proprio bella e la vedo per loro.
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