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First Chapter - Once upon a time...

9 febbraio 1914

Zelda era ancora piccola quando lasciò il borgo in cui era nata. Aveva appena otto anni quando abbandonò la località di Guildford per trasferirsi nei pressi di Small Heath.

Eppure il suo sguardo vispo era sempre presente, astuta e maliziosa anche in tempi innocenti di ingenuità. Sembrava strano ma era decisamente tutto vero, vivere in quell'angolo tanto remoto di Birmingham era una caduta di stile ma non per lei che era abituata a tutto.

Eppure era vissuta in un certo ambiente che aveva ben poco a che vedere con quella realtà, vissuta nella perenne bambagia ma lei non demordeva. Era tremendamente aperta, socievole malgrado la immancabile e infantile timidezza che comunque la costernava.

Era cresciuta tra i libri di avventura, la stessa che ella creava. Questo era qualcosa che aveva ben poco a che vedere con quella strada che costeggiava la seconda città del Regno di Giorgio V.

Eppure, fortunatamente, il suo spirito si fondeva bene con la filosofia del posto in cui di recente era malcapitata. Era un posto insano e quello era vero ma in un certo modo non aveva perso quello stato di perseverante libertà che tanto amava.

L'odore dei cavalli era sempre presente, non v'erano pianoforti ma vi erano comunque quegli animali per cui assai stravedeva a farle compagnia. Del resto, era come suo padre che adesso la ospitava in casa.

Costui era un uomo premuroso e con un animo alquanto senza scrupoli, aveva deciso di escogitare il piano della sua cattura a insaputa della madre che in quel momento non si trovava nella tenuta in cui la stessa fanciulla era nata. I due non andavano più d'accordo da tempo ma la vendetta gli ardeva il corpo.

Tuttavia, il Signor Walsh era da sempre stato un conte avventuriero anche se ultimamente il vento pareva non spirare assai in suo favore. Il nobiluomo, per quanto così sembrasse, era caduto in bassa fortuna.

La sua era una personalità tutto fare, amava le scommesse e quelle equestri in modo alquanto particolare. In effetti, aveva preso già da un po' lezioni presso la scuderia più grande del quartiere, il guardiano era un'anima piuttosto semplice e ospitale, il suo sorriso sottile era sempre stampato sulle labbra malgrado la vita difficilmente facile che conduceva come d'altronde tutti coloro che abitavano quel tratto di territorio suburbano pullulante di slums.

Curly, questo era il suo nome, era perfettamente un uomo di altri tempi. Era un misto tra Ollio e Churchill, con la sua robustezza e sciatteria era sempre e comunque una brava persona.

Il berretto chino sul calvo capo, l'orologio zincato gli cingeva il prosperoso grembo e che dire? Era decisamente una forchetta a tavola e non solo, un certo appetito non gli concedeva mai tregua.

Era un uomo che tuttavia aveva avuto un'esistenza abbastanza dura, la sigaretta a labbra serrate era la sua più abitudinaria routine di sempre. Oltre a questa e a Tempesta, tra tutti i cavalli era il suo preferito, c'era un altro anziano uomo a fargli spesso compagnia.

Entrambi esercitavano il frustrante lavoro del pescatore eppure chissà come non erano affatto i soliti poveracci che si avvistavano in paese. Erano rimasti scapoli entrambi, quello si che era purtroppo vero.

Eppure il secondo non era assai brutto e in effetti era proprio lui a non aver voluto trovarsi in una situazione simile a quella di un mero matrimonio combinato. Eppure c'era una donna che gli era stata tanto a cuore, una sola ma che purtroppo era già e per di più infelicemente sposata.

Era una zingara irlandese, come lo stesso d'altronde. Una povera donna passata a miglior vita poiché per via dell'amore aveva compiuto l'estremo gesto ovvero quello del suicidio fatale.

Solo così costei aveva deciso di farla finita con tutti, gettarsi giù lasciandosi carezzare dalle acque del Gran Canale era forse per lei la migliore soluzione a tutto, le parole del pescatore furono inutili e labili, non ci fu decisamente verso per impedirglielo di fare. Il marito l'aveva sempre ignorata, non era mai presente a meno che da ubriaco fradicio fino a che un giorno non decise di prendere la sua via.

Fu esattamente quel vespro che la fragilità la spinse verso quella decisione, la stessa anni addietro del padre Thomas. Prese l'auto del primogenito e lasciò la località di Leeds presso cui viveva, la destinazione era tutt'altro e per così dire vicina, prima di abbandonarsi alla Madonna Nera in cui credeva ne aveva percorsa di strada.

Charlie Strong aveva visto tutto e ne era rimasto ancora più infranto, erano cose che tuttavia non aveva ancora digerito. La sua improvvisa scomparsa era più indigesta del fish e fries che era solito gradire durante il pranzo domenicale.

Erano cose che neppure il suo più vicino Curly sapeva, Charlie difficilmente apriva il suo cuore. Tutta-fiata, questa era una buona cosa.

Dopotutto, Coventry Road non era il posto ideale per confessarsi, chiunque avrebbe origliato di gran lunga e spifferato tutto ai quattro venti. Inoltre, i due anziani amici non erano assolutamente ben visti dagli abitanti del quartiere.*

Erano considerati dei veri criminali e adesso anche il padre di Zelda era uno di loro e se ne vantava tanto, non era di certo un grande orgoglio se non per la maggior parte di uomini che vivevano al tempo e contemporaneamente in quello spazio. Già, in Inghilterra avevano un nome ben preciso.

PER TUTTI ERANO I SUDDETTI

"PEAKY BLINDERS"!

Scrittrici dall'Inferno:

Allora, che ne dite?
Quella è la piccola Zelda al maneggio, quello magari è un gattino passante di lì.

*Coventry Road era ed è tuttora una vera via di Birmingham e più precisamente di Small Heath. É forse una delle vie più famose e storiche del quartiere. É una strada lunga e si collega benissimo in un punto con quelle che già sappiamo Watery e Garrison Lane.

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