𝟝. Caldo
In Belgio, a fine Agosto, è piuttosto caldo. Forse troppo, come crede Iris che guarda le seconde prove libere dal box color arancio del paddock.
Le cuffie le stanno facendo sudare in maniera imbarazzante le orecchie e ancora non è riuscita a rimediare una qualche canottiera leggera della scuderia, quindi le tocca tenere la t-shirt anche con queste temperature.
I capelli lunghi raccolti in una coda alta e i pantaloni a pinocchietto sono l'unica fonte di freschezza dell'outfit.
"Come va? Tutto bene?"
Una voce familiare riecheggia da dietro le spalle della ragazza. Iris si gira, sorridendo a Carlos Oñoro, il cugino di Carlos Sainz.
"Tutto bene a parte il caldo asfissiante. A te?"
"Bene dai. Non ho avuto modo di vederti per niente questi giorni, devi essere super impegnata."
"Già... Anche tu non scherzi però, sempre in giro."
"Un pilota come mio cugino non si gestisce mica da solo." Ridacchia e si appoggia con i gomiti sulla scrivania. "Come va a Madrid?"
Iris annuisce, senza alcuna parola che possa continuare quel discorso. La tecnica funziona infatti e i due si limitano a guardare gli schermi in silenzio.
La Ferrari era già andata benone nelle prove della mattina e si stava confermando anche in quelle del pomeriggio.
Le Racing Point hanno avuto alti e bassi, se da una parte Pérez aveva fatto il quinto posto davanti a Verstappen nella mattina, nel pomeriggio aveva il motore K.O. come aveva già fatto Stroll in mattinata.
"Le Racing Point il prossimo anno andranno alla grande. E le Williams torneranno a salire di classifica, certo non quarte o quinte, ma almeno non saranno fisse diciottesime e diciannovesime."
Sussurra il manager tra le labbra strette. Iris gli rivolge uno sguardo interrogativo.
"Come puoi dirlo?"
"La Mercedes interverrà di più in termini di motore. E forse anche altro."
"Mh..." mugugna poco convinta la spagnola.
Il silenzio tra i due si mantiene finché Carlos e Lando rientrano alla fine della sessione e si precipitano, ancora grondanti di sudore, nel motorhome.
"¡Hola Chica!" (Ciao ragazza!) Urla in spagnolo il pilota nell'orecchio dell'amica, che salta subito per aria.
"Eres un necio, Carlos." (Sei uno stupido, Carlos.)
"Per favore niente spagnolo. Vi scongiuro." Scongiura il pilota inglese.
"Va bene, tranquillo." Taglia corto immediatamente Iris, rivolgendo un'occhiataccia a Carlos.
"Ti sei divertita qui al box?" Lando afferra la bibita e la sorseggia velocemente.
"Diciamo. All'inizio sì, a lungo andare ho cominciato a schiumare per il caldo."
"Immagina noi sotto la tuta, il balaclava e le varie cose..." borbotta Carlos, prendendo una bottiglietta d'acqua a differenza del compagno di squadra.
"Lo so, lo so. A ognuno la sua croce."
La giornata prosegue abbastanza tranquilla, dopo interviste e foto, tutto il team si ritrova in hotel per concedersi il meritato riposo.
Iris non fa in tempo ad uscire dalla doccia che le squilla immediatamente il cellulare. Allarmata per la telefonata inaspettata, prende di fretta un asciugamano e si cinge il corpo goffamente.
"Pronto?" Risponde con il fiatone mentre cerca di coprirsi e non prendere freddo.
"Oh hey, ciao. Sono Diego. Come va?"
La ragazza sospira. Di tutti i suoi amici, Diego è quello che ha l'insolita capacità di chiamarla nei momenti meno opportuni: a riunione, mentre dorme, durante un lavoro... Insomma proprio quando lei non dovrebbe o non potrebbe rispondere con calma.
"Diciamo bene. A te?"
"Benone. Senti, ho un consiglio da chiederti."
"Spara. Velocemente o mi prende un raffreddore."
"Ok ok. Meglio Milano o Venezia?"
"Per che cosa?" Bofonchia confusa lei.
"Viaggio romantico."
"Uh-uh. Abbiamo della carne sul fuoco qui, eh?" Canzona la ragazza.
"Non eri tu quella che aveva detto di fare velocemente?" Ribatte imbarazzato il biondo.
"Certo, scusa. Comunque Venezia a mio parere. Poi vedi tu il fattibile."
"Grazie. Selena apprezzerà ciò che hai fatto."
"Di nulla." Ride e scuote la testa. "Sempre disponibile per voi."
I due si salutano e Iris getta sul letto il telefono mentre provvede a prende un altro asciugamano per i capelli.
In quel momento bussano alla porta della spagnola, ma prima che lei risponda la persona è già dentro.
Carlos entra e solo in un secondo momento nota le condizioni di Iris e provvede subito a fare dietrofront.
"Cretino, non sono mica nuda. Puoi entrare."
"Volevo dirti che Carlos, mio cugino, ha organizzato uno shooting domenica dopo la gara, robe promozionali del brand di abbigliamento McLaren."
"Ottimo. Un secondo e sono subito da te."
La ragazza corre in bagno a mettersi il pigiama e torna da lui, trovandolo con il cellulare in mano, estremamente concentrato.
"Che fai?"
Iris si butta a peso morto accanto all'amico, fissandolo e cercando di captare informazioni dal suo schermo del telefono.
"Niente in particolare. Vedo cose su Instagram."
Sulla home del social network scorrevano diverse foto, i tre quarti di Formula Uno e il resto foto di conoscenti ed altro.
"Come fa a piacerti questo sport?" Domanda Iris sottovoce.
"Come dici?" Il pilota spegne lo schermo del telefono e le rivolge l'attenzione.
"Dico... Nonostante sai i rischi e le conseguenze... Come fai a continuare a correre? Come continua a piacerti anche se sai tutti i risvolti negativi? Che sono poco trascurabili direi."
Lo spagnolo si allunga vicino a lei, entrambi guardano il soffitto. Lui prende un gran respiro e appoggia le mani sull'addome.
"Non lo so. Forse non ho mai pensato a un'alternativa nella vita. Da quando ero piccolo dico sempre che voglio fare solo e soltanto questo, quindi... Credo che non riesco ad immaginare altro oltre questo lavoro. Senza Formula Uno... Forse sarei incompleto, vuoto."
Iris lo guarda, senza ricevere però uno sguardo di ritorno. Arriccia gli angoli della bocca in un'espressione poco sicura.
"Sì ma... Tutti i rischi, i sacrifici... Non è ancora uno sport del tutto sicuro. Insomma, c'è gente che è morta per questo. Non ci pensi mai?"
"Sì che ci penso. Ricordi il mio incidente di qualche anno fa?"
"Sì. Ed è anche per questo che ti sto chiedendo queste cose. Ci sei già passato. Perché continuare?"
"Perchè... Non lo so. Può sembrare una risposta banale ma semplicemente non so spiegarlo. Ci sono emozioni, sensazioni che si scatenano ogni volta che corro, che guardo macchine correre, che non sono spiegabili."
Carlos sospira forte e poi riprende la parola.
"Ogni volta che metto il casco, sposo sia il successo e la soddisfazione che il pericolo di morire o farmi male sul serio. Però quando penso a me che faccio altro per mestiere, penso al nulla. Non ho mai pensato ad altro che fare questo nella vita."
Iris sorride, in modo genuino e spontaneo. Vederlo così preso dalla causa, così appassionato, la faceva sorridere. In ogni scelta della nostra vita ci sono i pro e i contro, dopotutto. Non poteva biasimarlo per il fatto che stesse realizzando il suo sogno.
"Scusami, sono noioso, lo so."
"Macchè, tranquillo. Mi fa piacere vederti così... Mh, non saprei dire. Completo. Sei in pace con te stesso quando parli del tuo lavoro."
Carlos gira il volto verso di lei.
"Lo sono. E lo sarai anche tu."
Il pilota le afferra la mano, stringendola forte e poggiandola sul suo petto muscoloso. Iris lo abbraccia stretta, strusciando la testa per accoccolarsi meglio.
"Sì, ma così con i capelli bagnati mi fai un macello sulla maglietta."
Bofonchia poco dopo lui, sospirando e facendo ridere la ragazza.
Il giorno successivo nel paddock c'era decisamente più movimento. Oltre alle prove libere e qualifiche della Formula Uno, c'era anche la gara della Formula Due.
Il circuito di Spa era uno dei piu gettonati e amati dai piloti insieme a quelli storici e cittadini. Tutti erano elettrizzati, eccitati.
"Musona." Lando dà un colpetto sulla spalla della fotografa, mettendosi poi accanto a lei.
Iris guarda negli schermi l'inizio del Q3. Visto che Carlos e Lando si sono qualificati 17° e 12° nessuno dei due prenderà parte allo sprint finale delle qualifiche.
"Che hai?" Chiede subito l'inglese, ricevendo soltanto delle spallucce come risposta.
"Io vorrei rimanere a guardare la gara di Formula Due visto che non ho altre interviste o rotture di scatole per oggi. Resti con me?"
"Sì dai. Carlos rimane?"
"Vado a chiederglielo. Aspetta qui, mi raccomando."
La gara di Formula Due stava per iniziare e i tre seguivano il tutto nell'hospitality della McLaren. Erano tutti incollati particolarmente allo schermo, mentre Iris non riusciva ad essere frizzante come tutti.
Aveva un brutto presentimento.
La gara inizia, tutti esultano, tifano. Si interrompono poco dopo di colpo, facendo un sussulto di sorpresa misto a orrore.
"Terribile incidente tra due partecipanti, stiamo cercando di capire chi sono i due coinvolti..." urla la telecronaca, mentre le altre auto non coinvolte nell'incidente continuano a correre.
"Cazzo..." sussurra a denti stretti lo spagnolo, rimanendo fisso con lo sguardo sul televisore.
"Speriamo non sia successo niente di grave..." sbuffa Norris mentre si porta una mano dietro la nuca.
L'unica che non si esprime per niente è Iris. Non ha mai visto una cosa del genere da così vicino, a qualche metro da lei. Così vicino e lontano allo stesso momento.
Gli urli di entusiasmo iniziali si trasformano in sussurri e imprecazioni, la preoccupazione e la paura da padrona nei locali del paddock.
"I due piloti coinvolti sono Juan Manuel Correa e Antoine Hubert. Vi faremo sapere al più presto notizie, sperando che non sia successo niente di grave. Per ora bandiera rossa."
Il giornalista conclude lo scarno resoconto riguardo l'incidente con un tono sommesso e debole.
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