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𝟙𝟛. Bisogno

"Bel lavoro ragazzi!" Esclama al rientro al box dei piloti il cugino di Carlos. "Domani si parte sesto e ottavo, complimenti."

Iris sorride, di fianco a lui, mentre lo spagnolo si toglie sorridendo il balaclava e Lando afferra subito una lattina di Coca-Cola.

"Ma tu tiri avanti con quella robaccia?" Indica la lattina la fotografa.

"Sono un ragazzo energico, vivace, sempre in movimento. Necessito di questa bevanda, altrimenti non avresti un Lando così attivo."

"A volte servirebbe un Lando più calmo..." ridacchia Carlos, appoggiato da Iris.

"Mi raccomando ragazzi, vi aspetto più tardi per scegliere le foto della giornata. Ok? Fate presto a cambiarvi."

"Sì signore!" Carlos mima il saluto militare e si dirige svelto al suo motorhome, seguito da Lando che corricchia.

Iris si siede ai piccoli tavolini dell'hospitality McLaren, segnando i codici delle foto più papabili per essere pubblicate e messe a disposizione per la scuderia e i vari sponsor.

Un foglietto di carta arrotolato, però, arriva in picchiata sul suo taccuino, dal nulla. Lei lo prende e lo apre, leggendo cosa c'è scritto.

"Guarda alla tua destra, hermosa."
Dice il biglietto, con tanto di faccina sorridente.

La fotografa si gira, trovandosi Daniel Ricciardo con uno dei suoi sorrisoni stampati in faccia, dall'altra parte dell'asfalto, abbastanza lontano dall'hospitality della scuderia.

Iris si alza ridendo, prendendo tutte le cose e dirigendosi verso l'australiano.

"Potevi anche avvicinarti un secondo e chiamarmi." Ride la ragazza, incrociando le braccia al petto.

"Era più originale così. E poi ogni mio movimento potrebbe essere interpretato male dalla stampa. Sai come funziona."

"Lo so, lo so. Lando e Carlos ne parlano sempre. Allora, cosa devi dirmi?"

"Beh, in quale hotel alloggi?" Daniel allarga le braccia, con un'espressione stranamente sconcertata.

"In che senso, scusa?" Alza un sopracciglio lei.

"Come faccio a venirti a prendere per andare a cena insieme se non mi dici il tuo hotel?" L'australiano fa spallucce, fingendosi innocente.

Iris ridacchia imbarazzata, distoglie lo sguardo. Sta dando per scontato la sua risposta affermativa.

"Non ti arrendi mai, eh?" Sorride poi Iris.

Daniel diventa improvvisamente serio, la fissa negli occhi.

"Non facilmente almeno. Dai Iris, se non me lo dici tu, lo estorcerò a Lando o a Carlos."

"Va bene, va bene. Ti scrivo l'indirizzo in direct di Instagram."

"Perfetto, passo alle otto con il taxi. Non tardare mi raccomando."

Daniel strizza l'occhio e se ne va, sorridente. Iris non riesce a distogliere lo sguardo dal pilota della Renault.

Carlos, pulito e profumato, arriva dall'amica e si accorge subito della direzione del suo sguardo. Capisce quasi subito a cosa, o meglio, a chi, sono rivolti gli occhi. Rimane in silenzio accanto a lei, seguendo anche lui Daniel nella folla del paddock.

La fotografa si gira poi verso lo spagnolo.

"Cosa c'è che non va? Perché stai qui in silenzio?" Domanda poi, stufa di aspettare sue parole.

"Niente, aspettavo che tu mi dicessi cosa fare. E cercavo anche di capire perché stavi guardando Daniel, a dirla tutta."

Iris fulmina l'amico con lo sguardo mentre torna al tavolino dell'hospitality.

"Come hai capito che guardavo lui?"

"Non che ci fossero altre grandi presenze in quella direzione in quel momento. Cosa è successo? Ti ha dato fastidio? Ti ha detto qualcosa?"

"No, no, assolutamente. È stato gentilissimo, come sempre. Non mi ha detto granché, non preoccuparti."

Carlos annuisce in silenzio, non indaga. Quando Lando arriva, procedono subito a completare il lavoro di oggi.

"Stasera non portatemi a mangiare sushi che sennò vomito." Mette in chiaro l'inglese quando i tre sono al tornello di uscita.

"Ah scegliete quello che volete voi due, io stasera non ci sono."

Carlos si gira di scatto, Lando strabuzza gli occhi.

"Digiuno?" Domanda il più piccolo.

"No, vado a cena fuori."

"Con chi?" Incalza subito Carlos.

"È importante saperlo?" Risponde leggermente offesa lei.

"Uh hai accettato l'invito di Daniel?" Sorride Lando, beccandosi un'occhiata di fuoco da parte di Iris.

"Scusa." Aggiunge poi sottovoce e allontanandosi dai due spagnoli.

"Ecco perché guardavi lui prima." Dice quasi ammiccante il pilota.

"Sì, mi ha invitata a cena e io ci vado. Perché sembri dubbioso su questa cosa?"

Carlos fa spallucce, poi scuote la testa.

"Non sono dubbioso. Ma potevi dirmelo sin da subito. Non c'è niente di male."

Iris abbassa la testa, imbarazzata e si sente in colpa. Stavolta è lei quella nel torto.

"Scusami. Pensavo ti potesse dare fastidio dato che tra te e Daniel c'è una specie di..."

"Rivalità?" Continua lo spagnolo.

La ragazza annuisce, lui sorride genuinamente.

"Forse in pista sì, ma fuori no. Siamo due normali conoscenti. E se uscire con lui stasera ti fa stare bene, non ho niente in contrario. Sai che la mia priorità ora è questa, farti stare bene. Con o senza Daniel."

"Grazie. E scusami."

"Non devi ringraziarmi. Ma se succede qualcosa, qualsiasi cosa, che non ti sta bene, dimmelo e gli spacco la faccia."

Iris ride, esce dai tornelli e segue i due piloti fino all'hotel.

Non appena la ragazza esce dalla porta dell'hotel per andare incontro al pilota australiano che l'aspetta fuori dal taxi, lui fa subito una faccia sorpresa e la squadra.

"Apprezzo il fatto che tu abbia messo un tailleur giallo solo in mio onore."

"Solo coincidenze. Era l'unico vestito elegante che avevo in valigia per questo weekend."

"Io non credo siano coincidenze. Comunque, andiamo a cena, ho talmente tanta fame che potrei mangiare anche il tavolo se non andiamo subito."

Iris ride e sale sull'auto, seguita da Daniel.

Carlos osserva la macchina andare via, girare l'angolo e sparire dal suo campo visivo. Lando, steso sul letto, continua a guardare lo schermo del cellulare, ma sa benissimo cosa sta fissando fuori dalla finestra il suo compagno di squadra.

"Starà bene, Carlos." Dice poi l'inglese.

"Lo spero. Non mi fido molto di Daniel, non lo conosco bene."

"Lo so, ma ammetti che è proprio quello di cui ha bisogno Iris in questo momento."

Carlos torna a sedersi, sbuffando.

"Ha un disperato bisogno di un Daniel Ricciardo che la porta a cena il sabato a Sochi? Non credo che il dottore gli abbia prescritto questa medicina." Ironizza lo spagnolo.

Una maglietta arrotolata su se stessa gli arriva subito in faccia dopo quella frase e lui scatta verso Lando, con uno sguardo confuso e irritato.

"Finiscila. Non intendo questo e lo sai bene. Intendo qualcuno che sorrida, che la faccia divertire, che la distrae dalla routine e dal lavoro."

"Noi non bastiamo, scusa? Si diverte con noi, mi sembra."

"Carlos. Qualcuno oltre noi sarebbe meglio. Non può rimanere ancorata così al team e a noi perché tu hai paura per lei."

Carlos sospira, va verso il frigo bar e afferra una bottiglietta d'acqua, senza però aprirla. Scuote la testa in disaccordo.

"Non è ancora stabile. Ho paura, sì. Perché Daniel è bravo e simpatico, ma è tutt'altro che stabile. Se si spinge troppo in là con qualsiasi cosa, finirà per peggiorare la situazione. E io non voglio questo."

"Ma non succederà-"

"Basta, chiudiamo qui la conversazione per favore. Ne abbiamo parlato fin troppo." Carlos interrompe subito il ragazzino, sedendosi sul letto e sorseggiando l'acqua.

"Come vuoi." Sussurra quasi Lando, capendo che è inutile continuare a parlargli in quel modo. Dopotutto la testardaggine dello spagnolo è famosa nel paddock.

"Buonissima questa carne, ho fatto bene a seguire il tuo consiglio." Annuisce Iris dopo aver mandato giù un boccone della carne ordinata per cena.

"Avevi dubbi? Guarda che sono un buongustaio io." Ridacchia Daniel dal canto suo, soddisfatto di aver fatto centro.

"Oh, scusami allora, Chef Daniel." Lei alza gli occhi al cielo fingendosi seccata, l'australiano ammicca esageratamente e entrambi scoppiano in una fragorosa risata.

"Posso domandarti una cosa? Sul serio però."

Adesso la fotografa fissa l'altro, che si pulisce subito la bocca e si rimette a sedere bene prima di annuire.

"Perchè ci tenevi tanto a invitarmi a cena?"

"Perchè volevo conoscerti, tutto qui. Mi sei sembrata subito una ragazza a modo, simpatica, carina. Perchè non conoscere meglio una persona che già a primo impatto sembra così piacevole?"

L'australiano fa spallucce, Iris abbassa la testa con un mezzo sorriso sulla faccia. Non si aspettava minimamente una risposta del genere.

"Non credo sia così piacevole conoscermi, mi dispiace deluderti sin da subito."

"Non importa. Non mi deludi affatto, non devi preoccuparti su che idea mi ero fatto di te o cose del genere."

Iris lo scruta a fondo, cerca di capire dove vuole arrivare.

"Daniel, davvero. Non sto vivendo uno dei miei migliori periodi nella vita ora e pensare che tutto può cambiare all'improvviso di nuovo... Non so se ce la faccio. Scusami, non volevo rovinare la serata così, io-"

"Hey hey calma." Il pilota allunga la mano per prendere la sua sul tavolo e le sorride teneramente. "Non hai rovinato niente. Ma sappi che qualsiasi cosa ti serve da oggi in poi, puoi contare su una persona in più. Anche se ci conosciamo da soli due giorni, mi farebbe piacere sapere che posso aiutarti se serve."

"Perchè? Perché vuoi conoscermi e offrire il tuo aiuto, così, a caso, al buio? Senza sapere chi sono io?" Iris scuote la testa, Daniel cerca il suo sguardo.

"Perchè il mio istinto dice che ne hai bisogno e che vale la pena fare così. E il mio intuito non sbaglia mai, sul serio."

La ragazza ritrova finalmente il sorriso, colpita dalle parole del pilota, che si ricompone subito e la invita a finire la cena, così da andare a fare una passeggiata.

Iris scende dalla macchina, seguita da Daniel che congeda il taxi, per poi continuare per la sua strada a piedi.

"Grazie di tutto. Davvero. Mi serviva una serata così." Lei lo guarda, mentre l'altro mette le mani in tasca e la osserva.

"Grazie a te. Anche io avevo bisogno di una serata così. Senti, questo è il mio numero, in caso vogliamo sentirci qualche altra volta, ok?"

La spagnola prende il bigliettino in mano e lo mette nella borsetta nera, annuendo.

"Allora, ci vediamo domani in pista."

L'australiano saluta con un cenno della mano, aspettando che Iris entri nell'hotel e ricambi il saluto, per poi andare verso il suo hotel.

La spagnola entra in camera, cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare nessuno. Ma non appena muove la maniglia, sente la porta della camera di fronte la sua aprirsi e si gira di scatto, pronta a tutto.

Carlos, spettinato e in pigiama, la sta osservando ancora insonnolito.

"Tutto bene con Daniel?"

"Sì. Tutto benone. Stai tranquillo."

"Sicura? Guarda che se è successo qualcosa-"

"Carlos. È tutto ok. Puoi andare a dormire."

Iris risponde fredda, infatti si accorge di come l'amico annuisce leggermente colpito dal tono. Poi lo chiama di nuovo e lui si gira in un nano secondo. Gli sorride, intenerita dal fatto che si sia svegliato per controllare come stava.

"Grazie per esserti preoccupato per me, Carlos. E mi dispiace di averti svegliato."

Il pilota McLaren sorride, si mette una mano nei capelli e torna dentro.

"Tranquilla, conta su di me."

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Ma quanto è caruccio Carlos? Anche Daniel però merita eh... 🥰

Bando alle ciance, è da tanto che non scrivo le note autrice su questa storia, quindi...

Team Carlos o Team Daniel? Sarà tutto fumo e niente arrosto o può nascere qualcosa?

Hum. Staremo a vedere.

Continuate a seguire la storia per saperlo e fatemi sapere cosa ne pensate della storia, dei personaggi, dei vari rapporti, della copertina nuova... Di tutto! Qualsiasi cosa volete insomma. 😂

A presto! ❤🏁

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