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Capitolo 10

POV Dinah

Incredibile quante cose si potessero scoprire in uno dei locale più mal visti della città.

Avevo incontrato un ragazzo, un certo Henry, il quale mi aveva detto di conoscere a chi apparteneva quel tatuaggio.

-È una persona che conosco molto bene, ma non te lo dirò senza che tu faccia qualcosa-.
-Cosa vuoi?-.

-Voglio la fedina penale pulita-.
Sospirai: -Va bene, vedrò cosa posso fare! Ora dimmi a chi appartiene-.
Sorrise, avvicinando la bocca al mio orecchio.

-Ricardo Diaz- sussurrò e poi si allontanò -Si ricordi il nostro patto!-.
Quando se ne fu andato mi rilassai e chiamai un giudice che mi doveva vari favori in modo che si occupasse della mia parte del patto, dopodichè salii in macchina.

Ricardo Diaz… Non mi era nuovo come nome… Forse l’avevo sentito nominare al covo o al lavoro.
Tornai nel mio ufficio e iniziai a fare qualche ricerca negli archivi della polizia.

Dopo ore di lavoro riuscii a trovare qualcosa: aveva dei precedenti per spaccio e commercio di armi illegale, mai stato beccato e nessuna prova contro di lui registrata.

-A quanto pare è un tipo in gamba… Vediamo se trovo qualche informazione personale- borbottai facendo ulteriori ricerche.
-Bingo!- dissi esultando: avevo trovato un indirizzo, probabilmente quello di casa sua.

Il giorno seguente sarei andata ad indagare.

****
POV Laurel

Feci un mezzo sbadiglio e aprii gli occhi, vedendo il posto accanto a me vuoto.

Sospirai, in fondo ci ero abituata, lui si alzava sempre prima di me.
Mi alzai e indossai una camicia grigia e rossa e dei jeans semplici, andando poi in cucina.


-Non credo ai miei occhi, hai preparato la colazione- dissi arrivando nella stanza e trovando la tavola apparecchiata.

-In realtà ho mandato i miei uomini a prenderla nel bar qui sotto, lo sai che sono imbranato a cucinare-.
Sorrisi e gli diedi un bacio.
-Andava bene anche una semplice tazza di caffè- dissi.

Mi diede un altro bacio, dopodichè ci sedemmo a tavola.
-Oggi pomeriggio devo passare tutto il tempo al covo, quindi non potrò studiare altri modi per incastrarlo- dissi addentando una fetta di bacon.

-Capisco… Sai, molti dei miei uomini pensano che io stia diventando troppo buono con te e minacciano di voltarmi le spalle. Posso fidarmi di te?-.

Quella domanda mi sorprese non poco: se poteva fidarsi di me? Io non lo avrei mai tradito, lo amavo troppo, ma non volevo nemmeno tradire i miei amici.

Tuttavia, la risposta mi uscì spontanea: -Certo, non mi sognerei mai di tradirti-.
Lui sorrise e lo baciai nuovamente, sussurrando: -Ti amo-.

Era strano dirlo per la prima volta e onestamente non sapevo nemmeno come avrebbe reagito, sapevo solo che non ce la facevo più a tenermelo dentro.

Lo sentii sorridere sulle mie labbra: -Ti amo anche io- disse e lo baciai stringendolo a me con forza e amore.

Dopo la colazione uscii in strada e mi avviai verso il covo, dove mi sarei allenata e poi avrei aiutato gli altri con la missione.
Quando arrivai l’atmosfera era veramente tesa: al centro della sala c’erano Oliver e Felicity di fronte a Thea e Quentin.

-Che succede?- chiesi avvicinandomi.
-Ho appena detto a mio fratello della nostra relazione- disse indicando se stessa e “mio padre”.
-Oh…- riuscii a dire.

-Tu lo sapevi?- mi chiese Oliver.
-No, ma lo sospettavo- risposi e Thea mi guardò con uno sguardo che diceva: -Grazie-.
-Ti prego Ollie, dì qualcosa- disse la giovane Queen.
Il fratello iniziò a camminare avanti e indietro, finchè non si fermò a pochi centimetri dal detective.

-Sappi che sei ancora in vita perché non foglio fare del male a Sara, ma se fosse per me saresti un uomo morto in questo momento- disse uscendo, furioso.

-Gli parlo io- disse Felicity.
Il resto della giornata passò molto lentamente e con il passare delle ore la tensione non accennava a diminuire.

Quella sera decisi di andare nel mio appartamento: avevo deciso di comprare una mia casa, in modo che “mio padre” e Thea potessero passare più tempo insieme ed io potessi avere un po’ di privacy.

Arrivai e vidi che la porta era aperta: mi misi sull’attenti ed entrai; accesi la luce del soggiorno e la scena che mi trovai davanti era orribile: a terra, sanguinante, c’era Ricardo.
-Oh mio Dio!- dissi correndo verso di lui -Che è successo?!-.

-Si sono ribellati… Henry… Ha preso il comando e ha tentato di uccidermi…-.

-Resisti, chiamo un’ambulanza-.
-No! Niente ospedali, pensaci tu-.
-Ma non so come si faccia!- dissi preoccupata.

-Ti guido io. Tranquilla, ce la farai-.
Annuii e in qualche modo riuscii a portarlo sul letto della camera degli ospiti.

-Resisti, ora ci penso io-.
Annuì e iniziai a cucire.

****
POV Ricardo

Quando Laurel se n’era andata ricevetti la visita di un detective: mannaggia, che voleva quella?!

-Buongiorno, volevo fare qualche indagine- disse lei.

-Ha un mandato? Altrimenti non può entrare- dissi e chiusi la porta.

Passai il resto della giornata a pianificare la mossa successiva.
-Non stai diventando troppo tollerante? La tua ragazza ti sta condizionando- disse Henry entrando nella stanza.

-Cosa stai insinuando? Che io mi sti ammorbidendo?-.
-Non lo sto insinuando, io lo so. Andiamo, sono mesi che le hai assegnato quell’incarico e non l’hai ancora punita per i suoi ritardi nella consegna; con chiunque altro non avresti perso tempo ad accanirti su di lui-.

Si avvicinò a me con aria altezzosa e minacciosa.
-Ci serve un capo che sappia il fatto suo, non ce si faccia mettere KO dalla prima donna che incontra-.
Fece per attaccarmi ma schivai, uscendo dall’appartamento. Fuori, però, trovai altri dei miei uomini pronti a sparare.
Iniziai a correre, ma venni colpito. L’unica cosa che potevo fare era fuggire e c’era un solo posto dove potevo rifugiarmi: l’appartamento di Laurel.


-Ecco fatto- disse Laurel finendo di fasciare la ferita.

-Te l’avevo detto che ce l’avresti fatta- dissi accarezzandole la guancia e raccogliendo una lacrima solitaria -Va tutto bene, sono qui-.

-Cos’hai in mente di fare ora?- mi chiese -Io posso nasconderti qui, ma non so quanto tempo passerà prima che gli altri lo scoprano-.

-Non importa, quando lo faranno saremo pronti ad affrontarli- dissi e la baciai -A proposito, avevi ragione: la tua amica detective è venuta a casa mia stamattina, probabilmente ha scoperto qualcosa su di me-.

-Vedrò di indagare- disse -Forza, riposati! Io sono nella stanza accanto se hai bisogno-.

Se ne andò, lasciandomi solo con i miei pensieri: cosa avevo fatto per meritarmela?


Note:
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊
Bye

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