Who Remembers and Who Doesn't
3 anni prima
Allegra's POV
Stupida.
Stupida. Stupida. Stupida.
Non riuscivo a pensare ad altro, non riuscivo a definirmi in maniera diversa.
Come avevo fatto a credere davvero che uno come Derek potesse avere una relazione seria?
Come avevo potuto continuare ad insistere nonostante le sue paure e la sua insicurezza?
Mi aveva avvisata, mi aveva detto che non ne era in grado e che non sapeva come comportarsi.
Ed io, stupida appunto, avevo provato a fingere che sarebbe stato semplice, che bastasse desiderarlo con tutta me stessa affinché lui facesse lo stesso.
Ma la verità è come una via principale piena di traffico che, anche se provi costantemente ad evitare, prima o poi dovrai percorrere per forza.
Ed io, su quella strada, avevo appena avuto un incidente così grave da segnarmi probabilmente per sempre.
Non perché non avessi mai pensato a quanto fosse assurdo che uno come lui volesse una come me, quanto piuttosto perché era stato Derek stesso a cercare di convincermi del contrario.
Mi aveva ripetuto milioni di volte quanto ci tenesse, aveva odiato le mie paure e condannato le mie azioni impulsive ogni volta che mi lasciavo trascinare dal parere altrui.
Devi fidarti di me mi aveva detto.
Ed io, come una stupida, mi ero fidata davvero.
<< Oh andiamo Ally, non puoi mica passare tutta la serata seduta qui! >>
La voce di Sam mi riscosse dai miei pensieri riportandomi alla realtà, quella miscela imperfetta di immagini che non avrei voluto vedere ed emozioni che avrei preferito non provare.
Eravamo per l'ennesima volta ad una festa organizzata da Mattew, il capitano della squadra di football, il primo evento sociale a cui prendevo parte da settimane.
Avevo infatti trascorso i primi venti giorni di Gennaio nell'apatia più totale, uscendo solo per seguire le lezioni ed aggiornare le mie amiche su quanto fossi immensamente depressa.
Proprio come in quel moment, che me ne stavo seduta su un divano di pelle sintetica a guardare la vita scorrere intorno a me nella sua espressione più frenetica ed incoerente: una festa di liceali.
Inutile descrivere il numeroso gruppo di persone tutte intente a ballare, ridere, bere e fumare in compagnia: tutto ciò che mi serve ricordare di quella sera era quanto quello scenario mi riportasse alla mente la festa di Capodanno, quella a cui non avevo potuto partecipare ma che mi aveva comunque in qualche modo sconvolto la vita.
E, proprio come a Capodanno, avevo il timore che Derek sbucasse da un momento all'altro e prendesse per mano una ragazza a caso, portandola in una camera al piano superiore e consumando con lei chissà quale rapporto.
Non l'avevo ancora visto quella sera.
Non avevo ancora incontrato il suo sguardo, ma già immaginarlo mi stava dando fin troppi problemi.
Come il non riuscire a rispondere alle mie amiche che cercavano di coinvolgermi nel loro divertimento.
Come il fissare incessantemente la porta sperando di vederlo arrivare da un momento all'altro.
E poi, dopo quella che mi parve un'ora, finalmente entrò
Ed allora i miei problemi non furono più soltanto ipotesi.
<< Perché non ci beviamo qualcosa? >> proposi a Sam, la quale cercò di non dare a vedere l'immenso stupore provocato dal mio improvviso risveglio.
Chloe ci abbandonò praticamente subito, gettandosi tra le braccia del suo pseudo-fidanzato Seth.
Stando alle parole della mia amica infatti, il ragazzo aveva passato il capodanno semplicemente con gli amici perché troppo preso da lei per poter anche solo considerare un'altra ragazza.
Io non ci credevo, ovviamente.
E non stavo generalizzando il tradimento di Derek su tutto il genere maschile, ma uno come Seth non mi avrebbe mai convinta, in nessun caso.
Fu poi il tempo a darmi ragione, ma questa è un'altra storia.
Mi incamminai dunque insieme a Lea e Sam verso il tavolino degli alcolici, seguendo i loro consigli per miscelare i diversi liquidi di cui non avevo alcuna conoscenza.
Brindammo all'essere single e buttammo giù tutto d'un sorso, al che sentii bruciarmi la gola. E non solo.
Anche la mia schiena bruciava, lacerata da quello sguardo così insistente.
<< Derek ti sta fissando >> mi disse Lea d'un tratto, credendo forse che non me fossi accorta.
Annuii semplicemente, versandomi un altro bicchiere.
<< E sta venendo qui >> aggiunse poi Sam mentre tentavo di mandare giù il sorso.
Potei percepire la sua presenza dietro di me prima ancora che parlasse, semplicemente per la scia di profumo che mi avvolse prepotentemente, ricordo di un tempo troppo vicino per essere sbiadito nella mia mente.
<< Smettila di bere, lo sai che non reggi >>
Non mi voltai: non volevo parlargli ma, soprattutto non volevo guardarlo perché sapevo che mi avrebbe fatto male.
Mi faceva sempre male, ogni volta.
<< Penso che dovresti farti i cazzi tuoi >> Sam rispose al posto mio, sempre pronta ad attaccare quando qualcuno a cui teneva le sembrava in pericolo.
Derek allora allungò una mano a sfiorarmi la spalla.
<< Allegra >> disse, ma scacciai subito via quel contatto come se mi avesse dato la scossa.
<< Allegra >> ripetè quindi lui << Possiamo parlare? >>
Sam stava per rispondergli ancora, quando il ragazzo decise di fare la prima mossa.
<< Da soli >>
Io non risposi neppure stavolta, ma ero convinta che mi conoscesse e che sapesse quanto valore davo a quel silenzio, quanto la gola mi si ghiacciasse ogni volta che mi sentivo in difficoltà.
Erano giorni che cercava di parlarmi, giorni che evitavo i suoi messaggi e qualsiasi suo tentativo di avvicinamento, che fosse a scuola oppure in chat.
Mi aveva tradita ed io gli avevo risposto con il silenzio, l'arma più potente che avessi.
E, anche se forse era semplicemente la mia immaginazione da ragazza involontariamente ancora innamorata, sembrava che quello gli facesse più male di qualsiasi offesa.
<< Penso che non se la senta >> rispose dunque Lea al mio posto, precedendo la nostra amica che avrebbe certamente usato un linguaggio meno educato.
Lui non disse più nulla, ma sono quasi certa che scrollò le spalle, avviandosi poi verso i suoi amici sparsi in mezzo alla pista.
Mi dispiaceva, mi dispiaceva da morire.
Ma non avevamo niente da dirci.
<< Un altro brindisi? >> esclamai quindi, riempendo il bicchiere per la terza volta.
Lea mi guardò quasi preoccupata, mentre Sam sembrò fin troppo entusiasta della cosa.
<< Agli stronzi! >> urlò a quel bicchiere.
<< Al girl power! >> a quello dopo.
E << Ad Allegra! >> a quello dopo ancora.
Così brindammo fino a quando la bottiglia finì, ignorando i continui inviti di Lea a smetterla e ad andare a ballare insieme agli altri fino a quando la ragazza, scocciata, decise di lasciarci lì da sole.
Brindammo fino a quando la vista mi si annebbiò e la testa cominciò a girarmi pesantemente, mentre Sam non doveva stare molto meglio di me a giudicare dal suo viso così pallido.
<< Vado in bagno a vomitare! >> mi annunciò infatti, correndo poi verso il piano superiore.
Ed io avrei voluto seguirla, ma ero così ubriaca da non reggermi neppure più in piedi.
Così mi avviai verso il divano su cui avevo passato l'inizio di quella serata, quello in finta pelle che aveva accolto i miei pensieri su Derek, e sperai che prima poi Chloe o Lea sarebbero venute in mio soccorso.
Le luci della stanza mi infastidivano ad un livello che non avrei mai creduto possibile, la musica mi rimbombava nella testa e l'alcool sembrava girarmi nello stomaco come i vestiti in una lavatrice durante la centrifuga.
Stavo decisamente male.
Eppure, per quanto la vista non mi aiutasse, vidi chiaramente una figura maschile venire nella mia direzione.
Non era Derek, però me lo ricordava terribilmente: aveva la stessa andatura molleggiata, la stessa naturale disinvoltura.
Non ricordo come fosse vestito, ma i suoi capelli ricci e biondi ero certa che non li avrei mai dimenticati.
Si sedette accanto a me come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
<< E tu chi sei? >>
<< A...a >> avrei voluto rispondergli, ma la mia mente era completamente disconnessa.
Scoppiai a ridere.
<< Non lo so >>
Lui sorrise divertito.
Era ubriaco, lo si evinceva dalla puzza del suo alito oltre che dall'espressione stordita.
<< E tu invece chi sei? >> riuscii poi finalmente a chiedergli tra un attacco di ridarella e un altro.
<< Mi chiamo Josh >> rise anche lui.
Portai una mano ad accarezzargli i capelli, completamente incosciente di ogni mio gesto.
<< Sei molto bello, Josh >> credetti poi di sussurrare, ma dal suo sorriso avrei potuto dedurre di aver praticamente urlato.
<< Ed io sono bella secondo te? >> gli domandai poi, stavolta a metà tra il riso e la tristezza.
Era come se la mia mente e la mia lingua avessero un canale di conduzione tutti loro, come dovessi per forza esplicitare a parole qualsiasi cosa pensassi.
<< Molto >> rispose lui, improvvisamente serio, avvicinandosi poi a me e portandomi le mani sulle gambe scoperte.
<< Sei molto bella >> mi sussurrò all'orecchio, lasciando poi che le sue dita scivolassero sotto al vestito.
Voleva davvero fare una cosa del genere lì, in mezzo a tutta quella gente?
<< No, fermati >> gli intimai mettendo per un attimo da parte le risate.
Ma lui non si fermò.
<< Sssh, non ci vede nessuno >>
E provò nuovamente ad approfondire quel tocco, questo fino a quando il suo corpo non fu completamente sbalzato via da una figura appena sopraggiunta.
Credo che Derek gli avesse appena dato un pugno, ma non ne sono sicura.
Da quello che mi è stato raccontato, se le diedero di santa ragione.
Ma Derek non volle mai dirmi il perché il giorno seguente avesse tutti quei segni sul volto e io non lo capii mai.
Del resto io, di quella sera, non ricordo assolutamente nulla.
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