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No Trouble No Party

Hola!
Prima di iniziare con il capitolo voglio ringraziare tutti per il vostro sostegno: Give you heart a break ha ricevuto tantissime visualizzazioni e, nonostante il numero delle stelline sia più o meno sempre lo stesso, questo per me significa tantissimo!
Mi piacerebbe che passaste a dare un'occhiata alla mia nuova storia, si intitola Love In The Dark e per ora c'è solo il prologo...vi aspetto!

Ps: la ragazza in alto è Meghan, che ne pensate?
Ps2: non uccidetemi per questo capitolo, please❤️

2 anni prima

Non pensavo che saremmo mai arrivati a tanto.
Quando lo avevo conosciuto, quando per la prima volta il suo sguardo aveva incrociato il mio, non avrei mai creduto che un giorno saremmo riusciti ad incatenarli per sempre.
Derek mi era sembrato il solito cattivo ragazzo a cui tutte vanno dietro, quello freddo e menefreghista, possessivo ma anche geloso della sua libertà.
E in effetti lo era stato, mi aveva fatto male e mi aveva fatto desiderare di non averlo mai incontrato, ma poi era cambiato tutto.
Aveva toccato il fondo quella notte di Capodanno, ma poi aveva cominciato a risalire verso vette mai esplorate prima e aveva dimostrato di tenerci a me in un modo che non sapevo neppure gli appartenesse, mi aveva dedicato tutto ed aveva imparato a comprendermi, ad accettarmi, a vivermi.
<< A che pensi? >> mi domandò quel giorno di fine estate mentre ce ne stavamo stesi sul mio letto dopo un interessante pomeriggio trascorso tra le lenzuola.
Gli accarezzai il viso, incredula di fronte al fatto che qualcosa di così perfetto potesse essere mio.
<< A quanto sei bello >> gli sussurrai quindi, spostando la mano lungo la mascella squadrata e le labbra piene, sulle quali posai un veloce bacio.
Ma tanto veloce non fu, perché Derek mi incatenò tra le sue braccia trascinandomi sopra di sé ed approfondendo quel leggero sfioramento di labbra.
Erano passati quasi sette mesi dal giorno in cui mi aveva finalmente dichiarato i suoi sentimenti e, da allora, eravamo diventati un ingranaggio perfettamente collaudato.
Derek sapeva ciò che mi piaceva, ricordava che adoravo il Mc Donald's e non sopportavo il sushi, conosceva il tipo di film che gli avrei sicuramente bocciato se me l'avesse proposto, aveva imparato a memoria i gesti che mi faceva piacere ricevere in pubblico e baci ai quali invece mi concedevo solo tra le quattro mura della mia stanza.
Ed io sapevo cosa voleva lui, il modo per fargli saltare i nervi e poi ricucirgli le ferite, avevo capito come farlo impazzire anche solo con una carezza, come gestire la mia gelosia, le mie parole e quei miei attacchi di impulsività che tanto lo infastidivano.
Pezzi di puzzle di dimensioni diverse, in qualche modo c'eravamo incastrati.
E si sa: quando unisci due parti sbagliate, staccarle diventa un'impresa.
<< Voglio farmi un tatuaggio >> mormorò, accarezzandomi con la punta delle dita il seno nudo.
<< E cosa vuoi tatuarti? >> gli domandai quindi, colpita da quell'improvviso desiderio, mentre lasciavo che le mie labbra si poggiassero alternatamente sul suo collo e sulla sua spalla.
Derek mi strinse di più a sé, continuando a sfiorarmi con la delicatezza di un pittore con la sua tela.
<< Qualcosa insieme a te >> rispose con naturalezza << Qualcosa che ci rappresenti >>
Non seppi cosa ribattere sul momento, stupita al massimo da quella proposta.
<< Ne sei sicuro, amore? Guarda che è un marchio per la vita >>
Lui sorrise, il sorriso più bello che gli avessi mai visto.
<< Per l'appunto >> esclamò poi.
<< Anche se un giorno ci lasceremo >> sussurrò ed io adorai quel suo se così pieno di promesse << Io vorrò comunque ricordarti come la ragazza che mi ha insegnato cosa fosse l'amore e che a sua volta l'ha capito grazie a me >>
Mi baciò, un bacio leggero che però era pieno di parole dette e non.
<< Vorrò tenerti sotto la pelle Allegra Grigori, qualsiasi cosa succeda >>

*

Oggi

La festa di Natale della squadra di football è da sempre uno degli eventi più attesi dall'intero corpo studentesco il che, in una cittadina come la nostra abituata a festeggiare praticamente ogni giorno, è abbastanza indicativo.
Ciò che distingue questa serata da tutte le altre non è però l'insostituibile presenza di fiumi d'alcol e distese d'erba, né la musica particolarmente ritmata e stimolante o la presenza di persone nuove ed interessanti.
Ciò che distingue questa serata è la terribile tradizione del vischio, la possibilità per chiunque di baciare la persona dei suoi sogni.
Uno degli organizzatori è infatti solito passare l'intera serata con un ramoscello di vischio in mano, cercando sia le coppie reali che quelle più improponibili e costringendole a baciarsi davanti a tutti.
Io l'ho sempre odiato questo gioco, causa di innumerevoli litigi tra me e Derek, ma chissà perché tutti gli altri sembrano invece adorarlo.
E sembrerò una stupida, ma quest'anno un po' lo adoro anch'io al solo pensiero che, magari, quell'inutile ramoscello potrà far sì che le sue labbra sfiorino nuovamente le mie.
Non lo vedo dal giorno del gelato, poco più di una settimana, e devo ammettere che la voglia di sentirlo è andata crescendo sempre di più ogni ventiquattro ore.
Ma, come Sam ha cercato di farmi notare, Derek sta tirando un po' troppo la corda ed io devo cercare di non farmi trascinare via.
Devo tentare di fargli capire che non può giocare con me a suo piacimento ma, sebbene sia ancora arrabbiato e deluso, deve comunque avere rispetto di ciò che sono e di ciò che è stato tra noi.
E solo in quel momento, solo quando sentirò davvero di avere una possibilità con lui e di potermi fidare dei suoi sentimenti...solo allora mi sentirò finalmente in grado di dirgli la verità.
<< Ehi >> una voce mi risveglia dai miei pensieri, proprio l'ultima che in questo momento avrei voglia di ascoltare.
Mi volto a fronteggiarlo nonostante non mi senta assolutamente pronta.
<< Josh >> scandisco.
Ha il viso perfetto solcato da una ruga di nervosismo, i capelli biondi tirati all'indietro per l'occasione in un modo che lo rende più adulto ed elegante.
Non sembra nemmeno lui con questa camicia nera e questo pantalone dello stesso colore, uno stile del tutto diverso dalla sua solita nonchalance, dalle sue felpe larghe e i suoi ricci voluminosi.
Non sembra nemmeno lui così lontano da me, così impacciato nell'esprimersi.
<< Ho bisogno di parlarti >> mi dice e so che il suo desiderio è sincero, ma ho anche paura di qualsiasi cosa possa dirmi.
Annuisco quindi senza rispondere, invitandolo con lo sguardo a seguirmi verso l'angolo più interni della sala, l'unico punto in cui la musica è tanto bassa da consentirci di parlare, ma c'è anche abbastanza gente così da non restare davvero soli.
<< Dimmi >>
Sospira pesantemente.
<< So che la mia parola non vale nulla in confronto a quella di Derek >> premette << Ma voglio che tu conosca anche la mia versione dei fatti >>
Ed io che ha ragione, eppure non ho il coraggio di ammetterlo ad alta voce.
<< Quella sera ero così ubriaco che avrei potuto provarci anche con una sedia >> inizia ed io non so se prenderla o meno per un'offesa << La mia ragazza mi aveva mollato ed ero completamente fuori di me.
Non sapevo neppure chi fossi, te lo giuro, e neppure me lo ricordavo il giorno dopo: ho rimosso tutto esattamente come hai fatto tu.
Quando poi ti ho conosciuta, qualche mese fa, non avevo idea che fossi la ragazza con cui non ricordavo neppure di averci provato anni prima, così ho iniziato a legarmi a te partendo da zero, com'era normale che fosse >>
Parla con una spontaneità che rende difficile non credere alle sue parole, non dargli anche solo il beneficio del dubbio.
<< Poi c'è stato quel pomeriggio in cortile in cui Derek ti ha detto di starmi lontana e tu l'hai schiaffeggiato >> continua << Ed è solo quando ho rivisto lui che ho capito:avevo sempre sentito parlare di Derek Atwood come di una leggenda, ma non c'avevo mai parlato e mai l'avevo avuto così vicino.
Poi lui mi ha urlato contro e allora mi sono ricordato di quando me le aveva date di santa ragione anni prima, a quella festa >>
Si gratta il capo con nervosismo, lo sguardo che tenta di evitare il mio.
Ed io non so che dirgli, mentre ho la sensazione che qualcuno ci sia fissando dall'altra parte della sala.
Così mi volto appena e scorgo l'immagine di Sam, mezza nascosta tra la folla, concentrata a non perdere neppure uno dei movimenti del ragazzo accanto a me.
Ed è solo in quel momento che ricordo della sua cotta e dell'aiuto che ho promesso di darle, ma è in quello stesso momento che il mondo inizia a girare troppo velocemente perché io possa seguirlo.
Accadono troppe cose in quel momento, una indipendente dall'altra ma tutte indipendenti da me.
Josh continua a parlare, però io non sento ciò che dice perché sono troppo concentrata a guardare l'ingresso dove la figura di Derek ha appena varcato la soglia.
La sua mano è stretta a delle dita piccole e titubanti che non ho mai visto prima, il suo corpo affiancato da una ragazza dai lunghi capelli neri ed il sorriso imbarazzato.
Entrano con disinvoltura, lui che saluta tutti spensierato ma che che non riesce a mollare la presa su di lei che invece lo segue, arrossendo per chiunque gli si presenti davanti.
Ed io odio rendermi conto di quanto sia bella, di come riesca ad attirare lo sguardo su di sé nonostante indossi semplicemente un jeans e un maglione, poco meno di un filo di trucco sugli occhi.
E odio quando il vischio viene spostato sopra di loro e Derek, come se non avesse minimamente pensato che io possa essere qui a guardarli, le accarezza il viso con le dita e la bacia come se avesse paura di rovinarla, con una dolcezza che ormai io non ricordo neppure più.
<< Ally, mi stai ascoltando? >> e, sempre in quell'istante, Josh attira nuovamente la mia attenzione.
Boccheggio leggermente, colta in flagrante nella mia distrazione.
<< Ti stavo dicendo che solo quando ti ho persa mi sono reso conto che...>>
Ma non saprò mai di cosa si sia reso conto, perché in quello stesso momento il vischio si sposta su di noi.
Ed io so che Derek mi sta guardando.
So che la sua bambolina si starà chiedendo chi sia quella ragazza dai capelli rossi che lui tanto fissa.
E quindi aggiungo l'ennesimo sbaglio alla mia infinita lista.

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