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New Year's Eve

My corner:
Hola chicos! Chiedo scusa per questo ritardo immenso, ma purtroppo in questo periodo dovrete abituarvi a ricevere i capitoli un po' più lentamente...non posso dirvi ancora nulla, ma voi auguratemi buona fortuna!
Anyway, questo capitolo è davvero importante e non vedo l'ora di leggere i vostri commenti.
Fatevi sentire perché mi siete mancati davvero tantissimo.

Samantha's Point of View

La guardavo lì, al centro della sala a ballare con Lea, e mi chiedevo come facesse a non crollare, come avesse fatto a restare in piedi per tutto quel tempo.

Aveva raccolto quegli indomabili ricci rossi in uno chignon non troppo ordinato, così che qualche ciocca le cadeva sul viso come sempre decorato da innumerevoli lentiggini.

Indossava un abito argento lungo più o meno fino a metà coscia, stretto al punto giusto da evidenziarle il sedere ma non da far notare la sua seconda scarsa di seno, appariscente abbastanza da renderla visibile ma non troppo da risultare volgare.

Era perfettamente equilibrata, un mix dell'effervescenza che l'aveva sempre contraddistinta ma anche della timidezza e della riservatezza che ormai conoscevo a memoria.

Sembrava spensierata, rideva come se nulla avesse importanza se non la canzone dalle cui note si stava facendo trasportare.

Ma non era così, non c'era niente di equilibrato, niente di spensierato e niente di cui ridere.

L'avevo sempre e solo potuto immaginare, ma adesso lo sapevo.

Allegra Grigori, quella che conoscevo, era morta mesi prima.

E ciò che vedevo di fronte a me era solo il fantasma di ciò che provava ad essere, una mera rappresentazione di ciò che aveva perso.

Tutto ciò che diceva, ogni pensiero e ogni gesto, tutto era frutto di uno sforzo immane che cominciava al mattino non appena schiudeva le palpebre e terminava nel momento in cui, ogni giorno, si ritrovava a piangere tra le quattro mura della sua camera.

Aveva un macigno sul cuore che le pesava più di quanto avrebbe mai potuto sopportare.

Più di quanto, al suo posto, avrei potuto sopportare io.

<< Sam >> una voce interrompe il flusso dei miei pensieri, l'ultima che avrei razionalmente voluto udire ma anche l'unica capace di smuovere qualcosa dentro di me.

Mi volto e Josh è lì, ancora più bello di quanto questi giorni senza vederlo possano avermi fatto ricordare.

Indossa un semplice jeans a vita bassa e una camicia blu con il colletto abbottonato fino all'ultimo, il pomo d'Adamo che risalta maggiormente e che sembra tentarmi, pulsando ogni volta che deglutisce.

Ma non posso lasciare che i miei sentimenti mi rendano ridicola ancora una volta.

Ho già negato ciò che provo la notte di Natale, devo solo riconfermare quell'ammissione con l'atteggiamento più disinteressato che io riesca ad ostentare.

<< Ehi Josh, come te la passi? >> gli sorrido quindi, sforzandomi più che posso per non saltargli addosso.

Lui fissa il suo sguardo nel mio, indeciso sul da farsi.

Ma ormai ho imparato a conoscerlo e c'è una sola cosa di cui sono assolutamente certa.

Non mi crede, affatto.

<< Ti sei incantato? >> provo quindi a rincarare la dose, accompagnando la battuta ad un leggero pugno sul braccio che però lui sfrutta per artigliarmi il polso con una mano.

<< Smettila >>

Sento la pelle andarmi a fuoco nel punto esatto in cui mi sta stringendo, i suoi occhi che tentano di scovare qualcosa dentro di me che non so neppure cosa sia.

Abbasso lo sguardo, completamente impotente di fronte a tanta sincerità.

Che cosa vuole che gli dica?

Faccio per scacciare la sua presa, ma in risposta mi stringe più forte.

<< Che cazzo vuoi? >> sbotto quindi, ma non basta.

Non basta comportarmi da strafottente o sfoggiare un sorriso indifferente.

Non basta più.

<< Smettila di fingere che non t'importi, di scappare, di guardarmi con freddezza e di indossare questa dannata maschera >> è arrabbiato ma non lo mostra, parla invece con una calma quasi disarmante, un tono così duro da fare più male di qualsiasi urlo.

<< Smettila di essere la Samantha che tutti si aspettano, quella sarcastica e disinvolta, quella a cui importa solo di bere e divertirsi, che non sa cosa siano i sentimenti e ha paura di scoprirlo >>

Mi guarda come credo che nessuno m'abbia guardata mai, come se volesse andare oltre il sorriso che ho sempre sfoggiato e l'ironia dietro cui mi sono sempre nascosta.

Lascia che il mio braccio gli scivoli man mano dalle dita e, venuta meno la sua stretta, ho paura che non riuscirò più a mantenere l'equilibrio.

Ho paura che questo ragazzo stia diventando la dipendenza che ho sempre cercato di evitare.

Perché non mi è mai importato di non riuscire a fare a meno della Vodka o delle Malboro, non ho mai avuto problemi a dichiarare di non poter stare senza la discoteca o il divertimento.

Ma è sempre dipeso tutto da me.

La dipendenza da un'altra persona invece, quella non l'ho mai neppure presa in considerazione, troppo spaventata all'idea di qualcosa che non dipendesse esclusivamente da me.

<< Sam >>

Josh si avvicina quasi impercettibilmente, ma non mi sfiora neppure con lo sguardo.

<< La ragazza che ho conosciuto, quella che mi piace terribilmente, non è quella che vedo adesso >> ammette << A me piace la Samantha che mi è stata accanto dopo la sbronza della festa di Seth, quella che dopo aver fumato insieme si è messa a riflettere con me sul senso della vita, quella che ha protetto e capito la sua migliore amica anche senza alcun motivo, quella che mi ha fatto da spalla per portarmi a letto un paio di tipe ma poi, in realtà, era l'unica con cui volessi davvero andare, anche se non avevo il coraggio di provarci >>

Ho ascoltato tutto il suo discorso, eppure è la prima frase quella che mi è rimasta scolpita tra i pensieri.

La ragazza che mi piace terribilmente.

Dio.

Come faccio a dirgli che provo lo stesso?

Come faccio a vincere questo orgoglio che mi tiene legata a sé?

Non ha più senso avere paura di un rifiuto: a Josh non piace Allegra, non gli è mai piaciuta.

A Josh piaccio io, per quanto possa continuare a sembrarmi assurdo.

<< E se c'è anche solo una piccola parte di te che prova lo stesso, allora dovresti smetterla di nasconderti >> continua a mantenere un tono serio e deciso, ma è come se la sua voce risultasse vagamente più dolce.

Mi paralizzo, incapace di proferire qualsiasi parola.

Che cosa fai quando hai ciò che vuoi ad un passo da te, ma troppa paura di afferrarlo?

Come la superi l'ansia per ciò che non conosci, per ciò che potrebbe essere, per ciò che dipende solo ed unicamente da te?

L'unico ragazzo che tu abbia mai desiderato è lì davanti a te.

E ti vuole.

E tu allora...

<< Dieci! Nove! Otto! Sette! >>

Il conto alla rovescia comincia, il 2017 ti sta dicendo addio e ti sta pregando di non sprecare l'ultima possibilità che è riuscito a regalarti.

<< Cinque! Quattro! Tre! >>

Il ragazzo di fronte a te non proferisce parola, estraneo a tutta quell'euforia.

Lui non vuole l'anno nuovo, non aspetta il 2018.

Lui aspetta te.

<< Due! Uno! >>

E tu, inconsapevolmente, hai sempre aspettato lui.

Così decidi di smetterla con tutte le tue paranoie, con tutta l'ansia e le paure, ti butti in qualcosa che non dipende da te.

Ti fidi, ti affidi.

<< Zero! Auguriiii! >>

Ti sporgi a baciarlo come se non avessi voluto altro per tutta la vita, le vostre labbra che restano unite mentre un anno saluta l'altro e mentre, per la prima volta, il tuo cuore deve adattarsi ad un nuovo ritmo.

Il suo.


Qualche ora dopo

Allegra's Point of View


L'orologio segna le quattro e, ora che le persone più superflue cominciano a lasciare la stanza, mi sembra finalmente il momento giusto per iniziare a bere qualcosa.

Non mi andava infatti di ubriacarmi e mettermi in ridicolo davanti a degli sconosciuti che avrebbero potuto prendermi in giro o, peggio ancora, approfittarsi di me.

Adesso però il salone di casa di Matthew inizia a svuotarsi, così come le menti della maggior parte degli invitati, quasi tutti già brilli o giù di lì.

Lea è scomparsa insieme al suo ragazzo già da dieci minuti, Chloe e Seth sono assenti da così tanto tempo che è quasi come se non ci fossero mai stati davvero, mentre sono certa di essere risuscita a scorgere tra la folla, ore fa, Sam e Josh più vicini che mai.

Spero davvero che siano riusciti a mettere le cose in chiaro, finalmente.

Nonostante i miei gesti possano aver lasciato intendere il contrario, sono invece sempre stata la loro prima supporter, pronta a sostenere Josh e a non far crollare le sue certezze anche dopo il rifiuto della mia amica.

Sam è così, lo so io e ora lo sa anche lui: si nasconde perennemente dietro una corazza di diffidenza e menefreghismo, ma in realtà ha perso la testa per il biondino già da molto prima che tutti noi ce ne rendessimo conto.

E Josh dal canto suo non è stato da meno, sebbene il mio egoismo mi abbia accecata per così tanto tempo.

E non vedevo il modo in cui in una stanza piena di persone cercava comunque sempre lei, come necessitava del suo appoggio anche per una semplice battuta, come tra di loro si fosse creata una complicità che a parole sarebbe difficile descrivere.

Sono contenta, lo sono davvero.

Ma lo sono un po' meno quando, avviandomi finalmente verso il tavolo degli alcolici, incontro Derek.

Non che non m'aspettassi di vederlo, ovviamente.

Del resto è stato qui tutta la sera, appiccicato alla sua perfetta fidanzata dai capelli fluenti e il sorriso smagliante.

Dovrei sinceramente smetterla di pensare a quanto disperatamente io la invidi, ma la verità è che non trovare Meghan accanto a lui, anche se solo per un attimo, mi fa in qualche modo sentire meglio.

<< Ehi >> gli dico quindi, avvicinandomi più di quanto in questi giorni io abbia osato fare << Meghan è andata via? >>

Lui non mi guarda neppure, troppo preso a scolarsi un bicchiere di Jack Daniel's.

Deglutisce, rispondendomi solo dopo essersene versato un altro.

<< L'ho accompagnata io >> spiega, metodico e serio << Aveva il coprifuoco alle quattro >>

Annuisco, incapace di commentare quella sua freddezza, ma ricevendo subito dopo l'ennesimo gelido sguardo.

<< Non fingere che ti stia simpatica >> scandisce e il suo fiato sa già di alcol.

Scuoto la testa.

<< Non sto fingendo Derek, Meghan mi piace davvero >> ammetto per la prima volta di fronte alla sua espressione perennemente arrabbiata.

Provo a cercare nel suo sguardo un minimo della dolcezza che ho sempre conosciuto, ma non c'è più nulla di noi in questi occhi bui.

Non c'è più il ragazzo disinvolto e non troppo serio che mi ha fatta innamorare, non c'è più la ragazzina sorpresa dalla vita e dall'amore.

Anzi, forse quest'ultima c'è.

Ma non sono io.

<< Sono contenta che tu sia felice >> gli mento, ma non totalmente.

Insomma, io voglio davvero che Derek possa sorridere di nuovo.

Solo che vorrei lo facesse con me.

Sono davvero così egoista come il suo atteggiamento tenta di convincermi?

<< Oh, ma sta' zitta! >> sbotta, cogliendo delle mie parole solo ciò che gli fa più comodo.

Come tutti. Come sempre.

<< Non te ne frega un cazzo di me >>

E si ritorna sempre sulle stesse frasi, sulle stesse convinzioni sbagliate ma così radicate da sembrare insuperabili.

Se non gli piangi davanti dopo un rifiuto, se non gli ripeti ogni volta che lo ami, se non riesci a dirgli la verità perché sai che potrebbe ucciderlo...allora non t'importa.

Non è possibile che tu abbia semplicemente paura, che tu non abbia neppure la forza di aprir bocca.

Non ti importa e basta.

Non m'importa e basta.

E dovrei smetterla di provare a spiegarmi: non mi crede nessuno. Non mi crederanno mai.

Quindi gli volto le spalle, scappando per l'ennesima volta da un problema che ormai non posso più risolvere.

E sto davvero per andare via, quando quelle parole cominciano a farmi così male che ho bisogno di buttarle fuori, tanto intense e dolorose da bucarmi le ossa.

<< Sei innamorato di lei? >>

Derek fissa il suo sguardo nel mio e si porta nuovamente un bicchiere alle labbra.

Sta bevendo troppo, ma in questo momento non importa a nessuno dei due.

In questo momento ho solo bisogno di sapere se sta per uccidermi o meno.

E lui sta solo cercando di calcolare quanto male la sua risposta potrà farmi.

Perché è questo quello in cui siamo più bravi io e lui.

Farci male a vicenda.

<< Non ancora >> mormora, indeciso su quanto affondo far penetrare la sua lama.

<< Insomma, mi piace davvero moltissimo e credo che... >>

<< E allora perché non gli hai detto nulla di me? >>

Il silenzio.

Ma io ho bisogno di una risposta, forse ancora di più rispetto a quanto ne necessitavo prima.

Ho bisogno di sapere quanta importanza rivesto ancora per lui.

E posso spiare tutte le chat del mondo, ma l'unico modo per scoprirlo davvero è chiederglielo.

Derek sbuffa, le spalle che salgono e scendono a ritmo con il suo fastidio.

Non mi risponderà, lo so già, lo percepisco dal modo in cui il suo sguardo tenta invano di eludere il mio, il suo respiro che diventa vagamente irregolare.

E allora vado via, perché per quanto io abbia bisogno di risposte non sono intenzionata a pregare nessuno.

O forse perché, in cuor mio, non voglio davvero sapere cosa ha da dire.

Non voglio sentirmi dire che non valgo più niente, che ha omesso quella parte della sua vita perché non ha alcun significato.

Così cammino a larghe falcate fino al giardino sul retro, sedendomi su una delle sdraio più appartate, semi-nascosta dagli alberi tutt'attorno a me.

Afferro una Malboro dal pacchetto rinchiuso nella mia borsa, lasciando che almeno la nicotina riesca a ristabilire dentro di me l'equilibrio che non riesco più a trovare.

E non voglio che Derek mi trovi o che chiunque altro venga ad ascoltare i miei sfoghi: voglio soltanto fumare in pace.

Ma sono più di dodici mesi che non succede assolutamente nulla di ciò che vorrei.

E quindi lui è di nuovo di fronte a me ed un attimo dopo è seduto sul mio stesso angolo di mondo.

Ora che siamo all'esterno e la fioca luce della luna ci illumina riesco a scorgere veramente il suo viso, i cui particolari mi era prima nascosti dalle luci stroboscopiche.

Ha gli occhi rossi per via di ciò che ha bevuto e sicuramente fumato, l'espressione completamente differente da quella dura che mi ha mostrato fino a pochi minuti fa.

<< Non le ho detto di te perché... >> prova a dire, ma le parole gli muoiono in bocca per quanta fatica fa.

Fisso lo sguardo nel suo e aspetto con pazienza questa verità, anche se domani sarà probabilmente troppo ubriaco per ricordarsene.

<< Non gliel'ho detto perché avevo paura >>

<< Di cosa? >>

<< Di te >> ammette, più sincero di quanto sia mai stato negli ultimi mesi.

So che è l'alcol ad avergli provocato questo sbalzo d'umore e quest'improvvisa voglia di dire la verità, eppure non riesco a non approfittarne.

Il bisogno di sapere è più forte della mia morale.

<< Che significa? >>

Sbuffa, ma stavolta in maniera quasi tenera.

<< Avevo paura che Meghan capisse che provo ancora qualcosa per te >> spiega, al che il mio cuore sembra fermarsi << Insomma, lei mi piace ma tu... >>

E non riesco a non interromperlo.

Da quando sono tornata ho sempre pensato di non riuscire a sopportare le cattiverie nei miei confronti, ma la verità è che le belle parole mi risultano molto più difficili da ascoltare.

<< Io ti ho fatto del male >>

Lui annuisce, ma si avvicina anche pericolosamente a me.

<< Lo so >> porta una mano verso di me e, anche se gli trema, riesce comunque ad accarezzarmi il viso << Ma io mi fido di te, Ally.

Non te l'ho mai detto, ma mi fido di te e so che devi aver avuto un motivo per lasciarmi così >>

Mi viene quasi da piangere per ciò che dice, per quelle parole così vere pronunciate dopo così tanto tempo.

E, mentre io sento il mio mondo ricomporsi pian piano, Derek si avvicina sempre di più.

Non c'è Meghan in questo momento, ci siamo io e lui.

E vorrei poter dire che non ci sono neppure il mio senso di colpa e il mio dolore, ma quelli in realtà non mi abbandoneranno mai.

Però c'è lui, c'è il ragazzo che amo da anni e che aspetto da mesi, c'è la persona che più mi odia e - forse - più mi ama al mondo, c'è questo spazio tra noi che diminuisce sempre di più, ci sono le sue labbra ad un centimetro dalle mie.

C'è l'alcol nelle sue vene, Allegra.

Niente di tutto questo è reale.

Ma per quanto possa ripetermi queste parole, per quanto provi a convincermene, il suo respiro mi toglie il fiato.

Ed io non sono abbastanza forte da resistergli.

Rispetto Meghan e non si merita un tradimento.

Rispetto il male che ho fatto a Derek e non si merita questo, non si merita che tutto venga messo a tacere da un bicchiere di troppo.

Rispetto me stessa e non merito di baciare l'amore della mia vita solo perché è ubriaco.

Ma quanto vale tutto questo in confronto a ciò che sto provando?

Io rispetto tutto, ma più di tutto rispetto ciò che provo.

Ed io lo amo.

Con tutta me stessa, con tutti i miei errori, io questo ragazzo lo amo.

Quindi lascio che mi baci, lascio che le sue mani mi accarezzino lentamente e che le mie braccia lo stringano abbastanza forte da incatenarlo a me.

Lo amo così tanto che lo lascio farmi del male.

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