Love Will Kill Us
Con il ritardo più immenso che io riesca ad immaginare, oggi sono finalmente qui a regalarvi un capitolo importantissimo: quello della rivelazione.
Perché Allegra se n'è andata? Cos'ha fatto in tutti quei mesi? Perché non ha mai scritto a Derek o alle sue amiche?
Tutte le risposte sono qui, in questo capitolo.
Godetevelo (per quanto possibile) e, mi raccomando, tempestatemi di commenti per farmi sapere cosa ne pensate!
Vi amo sempre, siete la mia forza.
'Anche se brucia un taglio passa, lo so
ma lascia un vuoto
dentro di me.'
Allegra's Point of View
C'ho pensato ogni minuto di ogni giorno.
Non c'è stato un attimo nella mia vita, da un anno a questa parte, in cui io non c'abbia pensato.
In cui non abbia sofferto per ciò che è stato.
In cui io non abbia desiderato con tutta me stessa di tornare indietro, di cancellare quello che ho fatto.
Ma è banale ribadire che il passato non si cancella, che a ritroso nel tempo non si va mai.
Ed è banale il dolore, il male che fa, la sofferenza che provoca.
È banale ma non per questo lo si può evitare, non per questo fa meno male.
Il mio cellulare s'illumina d'improvviso, unica luce nel buio della stanza.
Da: Derek
Dobbiamo parlare, ho bisogno di sapere la verità.
Deglutisco pesantemente.
Sapevo che sarebbe arrivato questo momento, ma è lo stesso discorso di prima.
Saperlo, aspettarselo, non lo rendere meno doloroso.
A: Derek
Hai ragione, ci vediamo tra mezz'ora
Non c'è bisogno che gli dica dove: lo sa già.
E non c'è bisogno che mi dica cosa l'abbia spinto a questa presa di posizione: posso perfettamente immaginarlo.
Derek è troppo trasparente, troppo sincero e diretto per mantenere un segreto, soprattutto se la persona a cui deve nasconderlo vale per lui così tanto.
E mi fa male ammettere che, se ci sono volute meno di ventiquattro ore a fargli vuotare il sacco, allora ciò significa che a Meghan ci tiene davvero.
Ma non posso tirarmi indietro, non stavolta.
Sono stata io a trascinarlo nel mio baratro, io ad avvolgerlo in questa rete di bugie.
Io che, così abituata a sbagliare, ho fatto dei miei errori un uragano pronto a travolgere chiunque mi stesse intorno, pronto a rovinare la vita a chiunque volessi nella mia.
Quando mi ha baciata ieri sera - o anche prima, quando è semplicemente tornato a parlarmi - sapevo che sarebbe finita così, ero consapevole dello sbaglio che avremmo commesso.
Sapevo che saremmo andati oltre, sapevo che avrebbe tradito Meghan e che il senso di colpa l'avrebbe mangiato vivo proprio come fece qualche capodanno fa.
E sapevo che Meghan non si merita questo: quella ragazza non si merita nulla di cattivo, solo l'amore che io le ho sottratto.
Sottratto perché, per quanto Derek possa tenerci a lei, quello che ho sentito stanotte io non posso negarlo.
E non posso dimenticare il modo in cui mi ha stretta, accarezzata, spogliata, baciata.
Non posso fingere che non m'abbia amata, che in quel momento il suo pensiero fosse rivolto a lei e alla sua assenza.
E non posso neppure credere che sia stato l'alcol a muoverlo: mi prenderei, ci prenderei, soltanto in giro.
Mi alzo in piedi a fatica, consapevole di ciò a cui sto andando incontro.
Parlarne con Sam è stato facile, quasi necessario, ma raccontare la verità a Derek è tutt'altra storia.
Raccontarla a lui è rendere tutto reale, è dare vita ai miei incubi più nascosti.
È rivivere qualcosa che vorrei essere risuscita a dimenticare.
È tornare ad essere per un attimo la ragazzina debole che sono stata e abbandonare l'immagine di donna forte che di me non sono riuscita a dare.
Non c'ha creduto nessuno, nemmeno io.
Nei miei occhi tutti hanno sempre visto la mia colpa, il dolore che ho dentro.
Nessuno ha mai pensato che fossi diventata tosta davvero, che avessi sconfitto il mio demone.
E Derek, che mi conosce forse più di quanto mi conosca io stessa, non ha mai avuto problemi a smontare ogni mio castello di carte.
Attraverso il corridoio stringendomi ansiosamente una sciarpa attorno al collo e, come se la situazione non fosse già abbastanza difficile, m'imbatto nell'unica persona che, a parte Derek, è in grado di farmi male davvero.
<< Dove vai? >>
Oggi la odio un po' più del solito, forse perché oggi ciò che è stato sta nuovamente prendendo forma.
E per quanto io debba in primis incolpare me stessa, non posso evitare di ammettere che quello che ho fatto, oltre che dalla mia debolezza, è prima di tutto dipeso da lei.
<< Esco, devo parlare con Derek >>
Anche solo il suono del suo nome la fa sussultare.
<< Per dirgli cosa, Allegra? >>
<< Sono cazzi miei >> sbotto, il punto di rottura superato già da tempo.
Mia madre mi blocca il braccio con una mano mentre io tento invano di far valere, una volta tanto, le mie posizioni.
<< Che cosa vuoi? >> scaccio via in malo modo la sua presa << Mi hai già impedito una volta di dirgli la verità, non puoi farlo ancora >>
Una qualsiasi altra persona incasserebbe il colpo e tacerebbe, ma la donna di fronte a me non si lascia minimamente scalfire da qualsiasi cosa io pensi o dica.
Non le importa nulla che non sia se stessa e l'immagine della figlia perfetta che si è costruita, quella che l'ha sempre obbedita e non ha mai avuto il coraggio di imporle la propria idea.
<< Ho fatto solo ciò che era meglio per te >> scandisce infatti senza il minimo tentennamento << Un giorno lo capirai e...>>
<< Un giorno lo capirò e ti odierò ancora di più >>
Infilo il cappotto con foga, la rabbia che mi cresce dentro ogni secondo che passa.
Come può pretendere di sapere cosa sia meglio per me se neppure sa chi sono?
Rimane imperscrutabile e fa per andarsene, avendo probabilmente già perso interesse nel discorso, considerando che si parla dei miei sentimenti e questo non è un argomento da lei ritenuto degno di nota.
Mi chiedo come sia possibile che sia davvero mia madre, come possa io che sono così piena di allegria e di spontaneità essere nata da qualcuno di così freddo ed indifferente.
<< E tanto per la cronaca >> le dico infine, mentre la porta di casa è già aperta e il freddo di questo pomeriggio sta per farsi strada dentro di me << Il meglio per me era Dee >>
*
Dee.
Quel nome continua a risuonarmi nella testa, a disegnare dentro di me gli scenari di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.
A proiettare i miei pensieri verso un futuro diverso e un passato giusto, un presente privo di nostalgia e rimpianto, un tempo ideale che non m'apparterrà mai.
E poi vedo arrivare lui, l'essenza di ogni cosa, il nocciolo d'ogni questione e l'origine di ogni mio sentimento, positivo o negativo che sia.
Viene verso di me che sono seduta nel nostro posto, nel parco principale della città e sotto allo stesso albero dove, anni fa, mi ha chiesto di fargli cambiare idea sulla sua paura dell'amore, di farlo innamorare di me.
Nello stesso posto dove, con il tempo, ci sono riuscita.
Sul prato dove ho seminato, ho raccolto e poi ho distrutto ogni cosa.
Non mi dice nulla, si limita a sedersi accanto a me, il viso quasi nascosto dal colletto della giacca.
Il vento soffia in direzione contraria ai miei respiri e sembra quasi gelarmi i pensieri, quasi come il suo sguardo fa con ogni mio tentativo di sorridergli.
Vorrei che potessimo parlarne in un altro contesto, che non ci fosse di mezzo l'ennesimo tradimento, che il sole splendesse su di noi e che, se proprio dovessi esprimere un desiderio, non ci fosse nulla di brutto da dirci.
Ma devo accontentarmi di ciò che ho.
Devo pensare che tra tutte le pieghe negative di questa storia, adesso ho almeno la possibilità di dirgli la verità guardandolo negli occhi.
Adesso finalmente, dopo mesi, vuole ascoltarmi.
Sembrano passare ore prima che parli, lo sguardo rigorosamente puntato verso l'albero contro cui sono poggiata.
<< Meghan mi ha lasciato >>
Annuisco semplicemente: non posso fingere di esserne sorpresa.
<< Ha scoperto di ieri notte? >>
<< Ha scoperto tutto >>
Tutt'attorno a noi il silenzio la fa da padrone, ma del resto nessuno uscirebbe con questo freddo proprio il primo giorno dell'anno.
Nessuno, tranne chi ha qualcosa da dire.
<< Mi ha detto che non può stare con me se sono ancora innamorato di te >> continua, ma la sua voce non svela la minima dolcezza neppure in quelle ultime parole << E mi ha detto che non smetterò mai di amarti fino a quando non saprò perché mi hai lasciato >>
Non posso darle torto, non posso fingere che abbia tenuto il segreto per così tanto tempo poiché sapevo che la verità lo avrebbe definitivamente allontanato da me.
Non posso evitare di aver paura della sua reazione, di essere perfettamente consapevole di quanto male gli farà e di quanto, a quel punto, ne farà anche a me.
<< Io ti giuro Allegra, ti giuro che ci ho pensato tantissimo, ho cercato di ricordare segnali che forse avevo evitato di vedere, frasi che avevo dimenticato...qualsiasi cosa >> si prende la testa tra le mani, come se scuotendola possa una volta e per tutte estrarre da essa la soluzione dell'enigma.
<< Ci ho provato davvero, ma non ho trovato nulla. >> alza finalmente lo sguardo fino ad incontrare il mio << Ma io non ricordo neppure l'ultima volta che ti ho vista... >>
<< Non la ricordi perché non sapevi sarebbe stata l'ultima >> provo a rassicurarlo, perché lo leggo nei suoi occhi che quell'ammissione gli fa male al cuore.
E poi sospiro e prendo coraggio.
Inizio ad essere sincera come se non avessi mai smesso.
<< Io me la ricordo invece, perché ho provato con tutta me stessa a comportarmi normalmente, ma in realtà stavo già morendo dentro >> ammetto, un groppo alla gola che non ne vuole sapere di scendere.
<< Eravamo a casa tua, avevamo guardato un vecchio film in tv e tu avevi provato a spogliarmi, ma io avevo finto di avere il ciclo e così ti eri limitato a baciarmi dappertutto.
Non mi avevi detto di amarmi quel giorno ed io desideravo disperatamente sentirlo, avevo bisogno di quelle parole perché sapevo che sarebbero state le ultime. >>
Mi mordo il labbro e tiro su col naso.
Non posso piangere, non adesso che sono soltanto all'inizio della storia, che non ho neppure terminato il prologo del libro dei miei sbagli.
<< Così alla fine te l'ho detto io e ti ho stretto fortissimo come non avevo mai fatto prima. E tu ti sei messo a ridere, mi hai detto che dovevo soltanto tornare a casa e non partire per l'altra parte del mondo e invece... >>
<< E invece te ne sei andata >>
Già.
E sto per dirti il perché.
Ma, se sei davvero capace di leggermi dentro, se lo sei oggi come un tempo, allora lo hai già capito.
<< Hai detto che avevi finto di avere il ciclo >> dice infatti, attento ad ogni mio singolo respiro << Perché? >>
Inspiro ed espiro.
È tutto chiaro, trattengo le carte ancora tra le mie mani, ma il giocatore al mio fianco le ha già perfettamente scorte.
<< Perché ero incinta >>
Sono certa che Derek abbia smesso di respirare e che il mio cuore si sia fermato per un secondo.
L'ho detto, finalmente l'ho detto.
Ma adesso devo dirgli anche tutto il resto.
<< Ricordi il compleanno di Lea? Lo avevamo fatto senza preservativo, troppo ubriachi per ricordarcene o comunque troppo presi dal desiderio per interromperci. Il mese successivo non mi è venuto il ciclo ed io sono andata nel panico, non sapevo cosa fare, con chi parlare, cosa pensare >>
Non apre bocca.
Non sbatte neppure più le palpebre.
<< Così ho fatto quello che qualsiasi ragazza farebbe in questi casi, perfino chi è cresciuto nel più totale gelo dei rapporti familiari: sono andata da mia madre >>
Deglutisce pesantemente al solo sentirla nominare, perfettamente consapevole di come la storia potrebbe andare avanti adesso che ho introdotto l'antagonista per eccellenza.
<< Lei non si è fatta prendere da alcuna emozione, come da programma, mi ha invece portata dalla ginecologa e, dopo aver appurato che le sue intuizioni erano corrette, mi ha fissato un intervento per abortire >>
Sento il respiro di Derek fermarsi ancora.
<< N..non.. >> balbetta quasi, completamente incapace di mettere in ordine qualsiasi pensiero o emozione.
Ma io ho già capito cosa vorrebbe dirmi.
<< No, non ho ucciso il nostro bambino >> scandisco quindi, il respiro che si mozza anche a me << Non avrei mai potuto >>
Credo di sapere cosa gli frulli per la testa in questo momento, il dolore che debba provare e il minimo sollievo che quest'ultima frase gli abbia provocato.
Ma anche tutti gli interrogativi che essa abbia fatto nascere in lui.
Se non è morto, allora dov'è?
<< Per la prima volta nella mia vita ho detto a mia madre che non avrei fatto ciò che voleva, che non mi sarei sottoposta a quell'intervento neanche se mi avesse costretta. E lei non si è scomposta neppure in questo caso, ma mi ha invece posto davanti ad un ultimatum: l'aborto o... >>
<< O? >>
<< O trasferirmi in un luogo dove la gente non sapeva chi fossi e questa gravidanza non avrebbe potuto macchiare la mia reputazione.
Mi ha proposto di andare in Italia con lei e papà e di far nascere lì il bambino per poi darlo in adozione, ma senza coinvolgere alcuna associazione che avrebbe potuto un giorno mostrare a qualcuno i documenti che attestassero questo mio errore >>
<< Un'adozione segreta quindi? >>
Annuisco, consapevole che stia trattenendo il peggio delle sue domande per quando avrà capito almeno la dinamica generale dei fatti.
<< Ho conosciuto queste persone prima di partorire e mi hanno assicurato che, se un giorno volessi andare a trovarli, potrei farlo tranquillamente >>
Penso a Luca e Marta, le persone migliori a cui avrei potuto affidare una parte di me, i genitori che avrei voluto avere io ma che ho invece potuto donare a qualcuno che amo più di me stessa.
Derek mi guarda come se non mi vedesse davvero, come nei miei peggiori incubi.
Mi guarda come se vedesse nei miei occhi ciò che ha perso, ciò che io gli ho sottratto.
Ed io abbasso lo sguardo, perché non riesco a sostenere tanto dolore e tanta rabbia.
Perché non riesco a capacitarmi di avergli fatto così tanto male, di averne fatto a me.
<< Com'era? Il bambino intendo >>
Percepisco la fatica che fa a sillabare queste parole e sento crescere dentro di me un impellente e dilaniante desiderio di toccarlo, di sentire il calore di un contatto annullare tutto il freddo che ci circonda e ci riempie.
Le lacrime stanno per inondarmi il viso.
Ancora quel nome. Il suo nome.
<< È una femmina >> cerco di sorridere tra le lacrime << Si chiama Dee >>
Dee.
Le due persone che amo di più al mondo riassunte in sole tre lettere.
Non riesce più a trattenersi ed inizia a piangere anche lui, un lungo e silenzioso alternarsi di singhiozzi spezzati.
<< Perché non mi hai detto nulla...? >>
È più una condanna che una vera domanda.
È quanto di più simile ci sia al dolore che provo.
<< Non potevo >> piango, perché non riesco a fare altro << Mia madre mi ha detto che se ne avessi parlato mi avrebbe costretta ad abortire.
Non doveva saperlo nessuno. Non dovevi saperlo tu. >>
Sapeva che Derek mi avrebbe fatto ragionare, che avrebbe abbattuto le mie paure e le mie insicurezze, il terrore di non riuscire ad affrontare quella situazione, la dipendenza che ho sempre avuto da una figura materna assente ma anche determinante.
Sapeva non che Derek mi avrebbe fatto cambiare idea, ma che la mia idea, quella vera, lui l'avrebbe fatta emergere.
E lei, delle mie idee, non ha mai avuto rispetto.
<< Ha detto che era la cosa migliore per me, che io e te un figlio non avremmo mai saputo crescerlo e che ci avrebbe rovinato la vita >> snocciolo una dopo l'altra le stronzate che in quest'anno hanno fatto da colonna sonora ai miei sbagli << Ha provato a convincermi che tu ti saresti stancato di me ma non mi avresti lasciata solo per pena, che con il tempo mi avresti odiata e... >>
<< E tu hai creduto a lei >>
La sua voce mi trafigge il cuore.
La verità che mi sputa contro fa più male di qualsiasi bugia mi sia ostinata a credere.
<< Ti sei fidata di lei invece che del nostro amore, delle nostre promesse, di quello che avevamo condiviso, di quello che volevamo costruire >>
Continua a guardarmi, ma vede solo il peggio.
Vede solo il fantasma di Dee, incastrato tra i miei respiri.
<< Non ti sei fidata di me >>
Si alza in piedi: la mia confessione è finita ancor prima di cominciare davvero.
<< Ho avuto paura e... >> mi artiglio al suo braccio con una mano: non posso lasciarlo andare.
Non anche lui.
<< E non m'interessa >> sbotta, scuotendo l'arto per allontanarmi.
Si prende la testa tra le mani e prova a fare il forte, ma in realtà sta ancora piangendo.
In realtà l'ho mandato in frantumi e non riesce ancora a capire dove sono finiti tutti i pezzi di sé.
Provo a parlare di nuovo, ma m'interrompe sul nascere.
<< Non parlare più, ti prego >> riprende a singhiozzare, più ferito di quanto avrei mai potuto immaginare.
<< I..io non riesco più ad ascoltarti >> sussurra e poi, come se dirlo gli costasse la vita, aggiunge << ...non riesco a guardarti >>
Mi mordo il labbro così forte da sentire un rivolo di sangue colarmi sulla lingua.
Ma fa comunque meno male di ciò che ho di fronte, di ciò che ho dentro.
Allungo una mano a cercarlo, la smania di sentirlo vicino in questo abisso dove entrambi siamo finiti.
<< Non toccarmi, non ce la faccio >>
Incasso l'ennesimo colpo.
Sono pronta ad essere il suo sacco, a lasciare che mi distrugga se solo questo possa servire a riportarlo accanto a me, ad alleviare le sue sofferenze.
Sono disposta, come ho fatto fino a pochi minuti fa, a soffrire per entrambi se questo significa che lui non soffrirà affatto.
<< Derek, io ti amo e... >>
<< Ti amo anch'io >>
Lo ha detto.
Tra i singhiozzi e l'odio, ma dopo un anno lo ha finalmente detto.
Peccato che non sia abbastanza.
Non più.
<< Io ti amo, ma tu mi hai ucciso >>
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro