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I Knew You Were Trouble

3 anni prima

Erano passati due giorni dall'incontro alla pista di pattinaggio e, da allora, Derek non si era fatto nè vedere nè sentire.
Mi sarei aspettata che dopo aver ammesso di stare provandoci con me si decidesse finalmente ad inviarmi un messaggio o anche solo la richiesta di amicizia su Facebook, ma invece lui continuava a rimanere un mistero, mai prevedibile in ogni sua singola mossa.
Proprio come quel lunedì mattina in cui, mentre mi trovavo in classe accanto a Lea fingendo di seguire una noiosa lezione di matematica, il mio telefono finalmente s'illuminò.

Da: Derek 💚
Esci.

Una sola parola, un milione di aspettative.
Artigliai il braccio della mia migliore amica sperando che il professore non se ne accorgesse, mostrandole poi lo schermo da sotto il banco.
Lei sorrise sorniona.
<< Vai! >> sussurrò poi, stringendomi il ginocchio come ad augurarmi buona fortuna.
Sollevai quindi la mano verso l'alto, sorprendendo Mr High per il mio improvviso risveglio.
Ma poi, quando gli chiesi di andare in bagno, ritornò immediatamente con i piedi per terra, ormai fin troppo consapevole del mio disinteresse per la sua materia.
Accettò però e quindi mi alzai, diretta verso qualsiasi cosa il destino avesse in programma per me quella mattina.
Ero vestita in maniera abbastanza studiata, così come Lea e le altre mi obbligavano a fare ormai da giorni al solo scopo di farmi notare: una salopette di jeans attillata e un maglioncino con il collo alto di color verde chiaro, proprio come i miei occhi.
I capelli ero invece solita lasciarli sciolti, solita da quando qualcuno mi aveva involontariamente fatto capire quanto gli piacesse giocarci.
E proprio questo qualcuno, una volta uscita fuori dall'aula, si materializzò davanti a me, appoggiato com'era al pilastro in mezzo al corridoio.
<< Ehi >> sussurrò avvicinandosi.
Indossava un largo maglione color bordeaux e aveva i capelli liberi da qualsiasi cappellino, ciuffi castani tanto lunghi da cadergli sugli occhi dello stesso identico colore.
Gli sorrisi, come sempre incapace di parlare spigliatamente quando si trattava di lui.
Derek sorrise a sua volta, prendendomi poi la mano ed iniziando a camminare lungo il corridoio deserto.
<< Dove andiamo? >>
<< Sssh, non dobbiamo farci scoprire >> sussurrò, poggiando un dito sulle mie labbra per invitarmi al silenzio ma, inconsapevolmente, invitandomi invece a fare tutt'altro.
Ed allora mi lasciai trascinare, risucchiata dall'uragano che quel ragazzo era e dalla scarica di adrenalina provocava in me anche solo il suono della sua voce.
Arrivammo al secondo piano senza che nessuno ci vedesse e ci fermammo davanti ad una porta con su scritto Bagno degli inservienti.
Mi voltai allora verso Derek, il sopracciglio sollevato in una muta domanda e lui, sempre in religioso silenzio, mi invitò ad entrare chiudendo poi la porta dietro di sè.
Completamente diversi dai servizi igienici riservati a noi studenti, i bagni degli inservienti vantavano una grandezza tre volte superiore, con un enorme spazio antistante si gabinetti in cui si trovavano gli attrezzi per la pulizia, i lavabi e uno specchio a grandezza umana.
Era insomma il posto perfetto per...aspettate, perché eravamo lì?
<< Volevo solo stare un po' con te >> mi spiegò finalmente Derek, di nuovo rilassato come suo solito << E questo è il posto più intimo che sono riuscito a trovare >>
Sorrisi al pensiero che avesse voluto passare del tempo con me perfino durante l'orario scolastico, dando però poi voce ad un'idea che non riuscivo ad abbandonare.
<< Chissà quante volte ci sarai stato qui... >> mormorai infatti, per una volta non riuscendo a zittire il mio dissenso verso la sua reputazione da playboy della scuola.
Lui ridacchiò, avvicinandosi poi pericolosamente.
<< Sei gelosa? >>
Scossi la testa in segno di negazione.
Derek si avvicinò ancora, mentre io indietreggiavo verso il muro.
<< Sicura? >>
Annuii con molta poca convinzione, arrivando a toccare la fredda parete con la schiena.
Luì allungò una mano ad accarezzarmi la guancia con delicatezza.
<< Adoro quando arrossisci >> sussurrò poi sempre più vicino, facendomi rendere conto solo in quel momento che dovevo sembrare un peperone ai suoi occhi.
<< I...io >> balbettai, deglutendo poi per riprendere il controllo dei miei nervi << Io ti odio quando mi fai arrossire >>
In tutta risposta, le sue labbra furono ad un centimetro dalle mie.
<< Mi odi? >> domandò, la voce bassa e vagamente eccitata << Ne sei sicura? >>
<< No >>
E allora lo baciai.
Posseduta da non so quale coraggio ed intraprendenza, azzerai quella brevissima distanza facendo finalmente coincidere le nostre bocche.
Derek fu inizialmente sorpreso quanto me da quel gesto, ma poi si mostrò piacevolmente stupito, sorridendo sulle mie labbra prima di invitarmi a schiuderle per far scontrare anche le nostre lingue.
Fu un bacio diverso da come mi aspettavo che sarebbe stato, io in primis fui diversa da ciò che credevo, da ciò che ero sempre stata.
Non che avessi questa grande esperienza alle spalle, ma nei baci che mi era capitato di dare precedentemente ero sempre stata timida ed impacciata ed i miei baciatori si erano quindi dovuti adattare, dando vita a contatti dolci e delicati.
Con Derek invece, furono scintille fin da subito.
Mi baciò con urgenza, come se non vedesse l'ora di farlo, mordendomi le labbra di tanto in tanto e stringendomi i fianchi con le sue braccia.
Ed io, che fino a pochi secondi prima non riuscivo neppure a parlargli senza balbettare, stringevo invece i suoi capelli tra le dita, affondando la lingua nella sua bocca e inarcando leggermente la schiena contro il muro per sentirlo più vicino.
Fu il bacio più passionale che avessi mai dato e, a dirla tutta, uno dei più belli che ci scambiammo mai.
E poi, mentre eravamo ancora intenti a conoscerci a vicenda, fisicamente parlando, un rumore dall'esterno ci fece sobbalzare.
<< C'è qualcuno lì dentro? >>
Ci staccammo all'istante ma, invece di spaventarci per la punizione che avremmo subito da lì a poco, scoppiammo entrambi a ridere.
Sarebbe stato un casino tra noi, lo seppi già allora.
Eppure, se era così, io non vedevo davvero l'ora di incasinarmi.

Oggi

Esco dalla presidenza con un richiamo non troppo pesante e l'invito a comportarmi in maniera meno aggressiva con i miei compagni mentre, in realtà, proprio in questo momento avrei voglia di spaccare tutto.
L'immagine che mi sono costruita nella mente di Derek avvinghiato a quella ragazza non riesce a darmi tregua, così come l'idea che ormai, tra noi, tutto sia stato raso al suolo.
Non è rimasto niente.
Neppure le ceneri.
Cammino quindi verso il cortile, perché il preside non mi ha detto di tornare in classe e non lo farò certo di mia spontanea volontà.
Ho bisogno di prendere un po' d'aria e di far riposare i pensieri, di quel briciolo di solitudine il quale, in momenti come questi, non è altro che positivo.
Non mi aspetto di trovare qualcun altro qui fuori.
Non mi aspetto, soprattutto, di trovare il ragazzo di poco prima, quello che è uscito dall'ufficio del preside con l'aria così tremendamente rilassata che, per un attimo, mi ha ricordato il vecchio Derek.
Lo sconosciuto è seduto sui gradini e, senza troppe cerimonie, sta fumando una sigaretta alternando ogni tiro ad un sorso della sua Monster.
Si accorge subito di me però e, con la stessa aria tranquilla di poco prima, mi sorride.
<< Tiro o sorso, cosa preferisci? >> mi offre tranquillo.
Scuoto la testa.
<< Sono a posto così, ma grazie >> e faccio per allontanarmi a cercare un posto isolato, quando la sua voce interrompe il mio cammino.
<< E così sei la famosa Allegra Grigori >> mormora incuriosito ed io allora mi volto a guardarlo alzando un sopracciglio in una muta richiesta di spiegazioni.
Famosa, io?
Il ragazzo ridacchia e poi, sempre con nonchalance, mi fa segno di accomodarmi accanto a lui sui gradini di marmo bianco.
A giudicare dall'aspetto sembra frequentare lo stesso anno a cui dovrei appartenere anche io, eppure giurerei di non averlo mai incontrato prima di questo momento.
Ha i capelli ricci e biondi accompagnati da un paio di perfetti occhi azzurri, il tipico aspetto che ricorderebbe un principe azzurro e non certo un tipo ribelle come lui.
Ecco perché mi piace: è bello ma in maniera totalmente disinteressata, uno di quelli che ha davvero separato la sua personalità dal suo aspetto.
<< Mi chiamo Josh >> sorride << Ti stringerei la mano, ma sono un po' occupato >> ridacchia poi ed io con lui.
<< Facciamo come se l'avessi stretta >> gli sorrido quindi anch'io, sentendomi improvvisamente un po' meno angosciata.
Josh tira un'altra volta dalla sigaretta, poi lascia cadere la cenere sui gradini.
<< Allora, come sai chi sono? >>
Solleva l'angolo della bocca vagamente divertito.
<< Siamo in Georgia tesoro, qui parlano anche i muri >> scrolla le spalle << Sono arrivato qui solo l'anno scorso, eppure mi sembra già di essere in una di quelle telenovelas mai troppo originali >>
Rido alla sua battuta, poi allungo le mani ad afferrare la lattina di Monster e ne bevo un sorso.
Josh mi guarda a metà tra lo stupore e il divertimento.
<< Beh >> scrollo le spalle, imitando il suo gesto di poco prima << se sto per ascoltare pettegolezzi sul mio conto, tanto vale essere preparata >>
Il biondo ride, una risata troppo rumorosa che in altre circostanze probabilmente non avrei sopportato ma che adesso, per qualche motivo, serve a farmi dimenticare tutti i pensieri che mi sto portando dietro.
<< Più che pettegolezzi, su di te ci sono vere e proprie leggende >> inizia a raccontare, appoggiandosi contro il muro laterale per poter puntare lo sguardo nel mio.
<< Si narra che tu sia stata la ragazza dell'unico ed inimitabile Derek Atwood per due lunghissimi anni >> spiega con un tono mistico che, se non rabbrividissi a quei ricordi, mi farebbe scoppiare di nuovo a ridere << e che poi tu lo abbia lasciato all'improvviso, senza alcuna ragione, trasferendoti per un anno Dio sa dove, fuori dalla portata di tutti, perfino delle tue migliore amiche >>
Josh mi guarda divertito, pronto a continuare quella sua storia, mentre io sento pian piano abbandonarmi la leggerezza che la sua compagnia mi aveva regalato.
<< Si dice che Derek abbia perso la testa in quel periodo e ci sono così tante ipotesi sul motivo della tua partenza che non sto neppure qui a citarle >> aggiunge, diventando più serio probabilmente a causa dell'espressione che devo avere in questo momento.
La verità è che, se pensare a ciò che è successo mi fa soffrire, sapere che tutto ciò è diventato di dominio pubblico non fa altro che aumentare l'infinita lista di motivi per cui Derek ha ragione ad odiarmi.
Come posso biasimarlo quando tutta la scuola parla di noi?
<< Continua >> dico concisa, notando l'improvviso silenzio di Josh.
Lui mi guarda ancora un minuto, accertandosi forse che stia bene, e riprende poi a parlare.
<< Ma adesso sei tornata >> abbozza un sorriso << E tutti non fanno altro che chiedersi come andrà avanti la storia: me compreso, devo ammetterlo >>
Rido appena per quell'ultima confessione, poi butto giù un altro sorso di Monster sentendo il sapore dolce scivolarmi lungo la gola.
Josh poggia una mano sulla mia, ma in maniera diversa da come hanno fatto tutti gli altri ragazzi che ho conosciuto: lo fa con dolcezza, non per provarci, semplicemente per accertarsi che io stia bene.
Sento istintivamente che è un bravo ragazzo, che posso fidarmi...non c'è un perché: lo sento e basta.
Così provo a fargli un sorriso e, per la prima volta in compagnia di un estraneo, provo ad aprirmi.
<< Vorrei saperlo anche io, davvero >> sussurro, stringendogli le dita con le mie.
Lui inclina appena la testa, come a chiedermi altro.
<< Derek mi odia e, ad essere sincera, non posso biasimarlo >>
<< E tu lo ami ancora? >>
Annuisco, perché non ho più il coraggio di dirlo ad alta voce dopo il suo rifiuto.
E non ho più la forza di dire nulla a quanto pare, perché scoppio a piangere senza ritegno davanti a questo ragazzo che, come se fossimo amici da una vita, si sporge ad abbracciarmi.
<< Sssh, sta tranquilla >> sussurra, accarezzandomi i capelli << Andrà tutto bene, calmati >>
Ma Josh non può promettermi che andrà bene: nessuno può farlo.
Nessuno può mentire fino a questo punto.

***

Dieci minuti dopo il cortile è già gremito di persone che si affrettano ad occupare l'ultimo posto al sole dove trascorrere la ricreazione.
Io e Josh siamo ancora qui, non più abbracciati, ma seduti sugli scalini a chiacchierare mentre vediamo la baraonda di ragazzi correre verso il prato.
Ad un tratto però, un viso troppo familiare sbuca tra la folla, avvicinandosi a me con le mani serrate a pugno e l'espressione furiosa.
<< Che cazzo ti ha fatto Seth Cooper? >> esordisce Samantha, la povera Chloe dietro di lei con l'aria spaventata.
Josh, accanto a me, ridacchia sotto i baffi.
<< È lei la migliore amica pazza? >> mi domanda in un sussurro e io annuisco divertita, ripensando agli aneddoti che ho appena finito di raccontargli.
Ma lo sguardo della ragazza è ancora su di me, così come quello dell'altra dietro di lei, quindi mi decido a risponderle, nonostante so che ciò non farà altro che alterare nuovamente il mio umore.
<< Mi ha tormentato per tutta la lezione >> spiego << E infine mi ha dato della troia, perciò gli ho tirato uno schiaffo >>
Sam non ha neppure il tempo di commentare che Lea, uscita da chissà dove e chissà quando, si lascia andare ad un'imprecazione molto poco educata accompagnata da un solenne Io gli spacco la faccia.
Ma la differenza è che quest'ultima, seppur furiosa, non torcerebbe un capello a nessuno, mentre Sam si avvia invece verso il ragazzo in questione con la stessa foga di un toro in corsa contro un drappo rosso.
Noi altri non possiamo fare quindi a meno di seguirla a ruota, urlandole di stare ferma e di non dare spettacolo, ma nessuna delle nostre parole sembra abbastanza convincente per quella piccola folle.
Così facciamo irruzione, tutti e 5 - si, anche Josh - nel gruppetto composto da Seth, Matt e qualche altro giocatore di football di cui neppure ricordo il nome.
Derek non c'è: sarà sicuramente in bagno a completare ciò che aveva lasciato in sospeso con la moretta di stamattina o, chissà, magari con qualcun'altra.
E per una frazione di secondo, quella in cui la mia migliore amica sta per picchiare il suo migliore amico, non m'interessa dove sia.
<< Come ti sei permesso di dire quelle cose alla mia amica? >> urla Sam, una volta vicina all'epicentro del suo odio << Eh, brutto stronzo? >>
Seth però, differentemente dal suo solito, estirpa il problema alla radice con facilità, alzando le mani in segno di resa e puntando lo sguardo verso di me.
<< Ti chiedo scusa, Allegra >> esclama accompagnando il tutto con un sorriso su quella faccia da schiaffi che si ritrova.
Sam non si calma, ma decide almeno di lasciarlo parlare mentre i suoi amici ridacchiano di fronte a quella scena.
<< Ho esagerato, ma vorrei farmi perdonare >> continua poi, mentre io resto estremamente colpita dalla naturalezza con cui si stia scusando << Do una festa il prossimo weekend, ci vieni? >>
Arriccio le labbra come sono solita fare quando le cose non mi tornano, ma nessuno sembra farci particolarmente caso poiché Chloe, che fino a quel momento era rimasta praticamente muta, squittisce subito un convinto.
Tutti la guardano, scoppiando a ridere per la sua insolita presa di coraggio, e cominciano poi a parlare della sopracitata festa descrivendo le quantità di alcool che berranno e litigando su quale Vodka sia effettivamente la migliore.
<< Assoluta >> mi dice ad un tratto Josh, mentre io sono ancora soprappensiero.
<< Eh? >>
Lui ridacchia, appoggiandomi una mano sulla spalla con tranquillità.
<< Tutto okay? >>
Scuoto la testa.
<< È strano che Seth abbia ceduto così in fretta >> mormoro, forse più a me stessa che a lui << Insomma, solitamente avrebbe fatto storie e inventato bugie, ma stavolta...>>
E poi, senza essere invitato, la risposta a tutti i miei dilemmi compare tra la folla, scendendo i gradini con una sigaretta già accesa tra le dita e il cappotto grigio a cui, un tempo, mi sono tanto stretta.
È tutto chiaro adesso che lo vedo: ho detto a Derek quello che è successo con Seth e lui, che è sembrato stranamente combattuto per quella situazione, deve aver detto qualcosa che ha provocato l'insolita resa del biondino.
Ha tutto un senso...tutto tranne una cosa: perché Derek avrebbe ammonito il suo migliore amico a causa mia?
Non è lui stesso il primo ad odiarmi e a pensar male di me?
Cerco ancora la risposta a quelle domande e quindi non mi accorgo di quanto si sia effettivamente avvicinato.
<< Di che si parla? >> domanda tranquillo una volta inseritosi nel gruppo, la nonchalance che io non riuscirei mai ad ostentare in sua presenza.
<< Seth ci ha invitate alla sua festa >> risponde subito Chloe, eccessivamente eccitata per quell'evento.
Derek mostra una smorfia noncurante, ma il suo sguardo cambia totalmente una volta posato su di me e, me ne accorgo soltanto in un secondo momento, sul ragazzo che mi tiene ancora una mano sulla spalla.
<< Vi conoscete? >> chiede, più a lui che a me.
Josh annuisce senza aggiungere altro.
Hanno lo stesso identico modo di comportarsi come se non gli importasse di nulla, con la disinvoltura e la tranquillità che io non avrò mai.
<< C...ci siamo conosciuti oggi >> rispondo infatti, agitata anche se è stata una mia decisione aggiungere quel dettaglio.
Gli altri sono tutti immersi nella conversazione precedente all'arrivo di Derek, così nessuno sta assistendo a quell'assurdo triangolo e, forse, nessuno a parte me sta cogliendo il fastidio negli suoi occhi, il nervosismo dietro le sue parole.
<< Dovresti stare lontana dai tipi come lui >> mormora infatti, finalmente guardando me e non Josh << Non ha una bella fama in fatto di ragazze >>
Il biondo ridacchia appena, ma di una risata così studiata che fa scomparire il ricordo di quelle che poco prima abbiamo condiviso.
<< Ah, tu si invece? >> lo provoca << Mi risulta che ti sia scopato mezza scuola solo nell'ultimo anno >>
Derek, come suo solito, non lascia l'ultima parola a nessuno che non sia se stesso.
<< Almeno io me le scelgo bene >>
<< Oh, non direi! >>
Non capisco se l'astio tra loro sia dovuto a me o se ci siano dei precedenti, ma da come ne abbiamo parlato durante quel breve momento di confessione non mi sembra che Josh abbia mai accennato anche solo a conoscere Derek.
E allora da dove nasce tutto quel risentimento? 
Nel frattempo, me ne rendo conto solo in quel momento, anche gli altri hanno interrotto il loro discorso per ascoltare quello scambio di battute, così come buona parte degli studenti che si trovavano lì in cortile.
Ecco quindi che tutti assistono alla squallida scena che segue.
<< Fidati! >> dice infatti Derek, la cattiveria negli occhi << Una volta mi scopavo anche lei >>
E non c'è bisogno che m'indichi perché tutti gli occhi mi siano puntati addosso.
E non c'è bisogno che aggiunga un'altra singola parola per farmi sentire umiliata come mai in vita mia.
Mi allungo quindi verso di lui e, proprio come qualche ora prima con il suo migliore amico, gli stampo uno schiaffo in pieno viso che, ne sono certa, mette a tacere ogni respiro nel raggio di chilometri.
Derek non dice nulla: si limita a guardarmi, forse finalmente tornato in sè ora che è ormai troppo tardi.
Ha richiamato Seth poco prima per avermi dato della troia e poi, davanti a tutti ma soprattutto davanti a me, ha fatto esattamente la stessa cosa.
E questo, per quanto io lo ami, sarà uno di quei momenti che non riuscirò mai a dimenticare.
Io ho fatto i miei errori e i miei errori ci hanno distrutto.
Ma adesso stanno iniziando i suoi e non so se ne usciremo vivi entrambi.

My corner
Ciao a tutti! Come avete letto, in questo capitolo ci sono un paio di punti chiave ovvero: il primo bacio, il personaggio di Josh e, beh, lo schiaffo finale.
Sono molto curiosa di sapere i vostri pareri e le vostre idee su quello che succederà...fatevi sentire!
Spero davvero di ricevere vostri commenti e voti, per me è molto importante far crescere la storia quindi, se avete proposte da farmi per scambi di pubblicità o semplicemente consigli, sappiate che sono aperta a tutto!

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