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Epilogo

Non ci credete e non ci credo neanche io.
Ho pubblicato l'ultimo aggiornamento quasi due anni fa e in tutto questo tempo ho scritto altro (sia su Wattpad che non), ma questa storia mi rimbalzava comunque ogni tanto in testa e per tanto tempo ho provato a scrivere questo epilogo senza mai riuscirci.
Ma vi avevo promesso un finale e così, anche se con un ritardo imperdonabile, eccolo qui.
Mi rendo conto che forse non lo leggerà nessuno, ma rileggendo la storia per la decima volta ho sentito di non poter lasciare questi personaggi senza un vero finale: lo dovevo a loro, a me stessa, ma soprattutto a voi che mi avete sempre sostenuta.
Spero vi piaccia e che sia coerente con il resto della narrazione, soprattutto considerando che sono cresciuta in questi anni e che a volte fatico a ritrovarmi nei vecchi capitoli scritti all'epoca.

Ecco, se siete così folli da voler terminare questo viaggio con me, vi lascio qui un piccolissimo riassunto.

Allegra e Derek sono stati insieme per due anni tra alti e bassi, ma poi lei è sparita dal nulla trasferendosi per un anno in Italia senza dare spiegazioni a nessuno.
Tornata ad Atlanta, in Georgia, è decisa a riconquistare Derek ma non ha fatto i conti con il fatto che lui, sebbene ancora innamorato di lei, è infuriato per come si è comportata. Allegra inoltre non riesce ancora a parlargli di ciò che l'ha spinta a partire e così, tra un avvicinamento e l'altro, lui conosce Meghan, una ragazza dolcissima e con la quale riesce ad essere felice senza tutti i problemi che Allegra porta con sè.
Nonostante tutto però, Derek non riesce davvero a lasciarsi alle spalle Ally e così tradisce Meghan con lei, arrivando al punto in cui tutte le carte devono essere scoperte.
Allegra rivela dunque a Derek che il vero motivo per cui se n'è andata è una gravidanza che sua madre non ha accettato, costringendola a partorire in Italia e dare il bambino in adozione segreta ad una famiglia con la quale Allegra stessa è rimasta in contatto. Al termine dell'ultimo capitolo quindi, Derek decide di voler vedere la bambina e dichiara i suoi sentimenti sia ad Allegra che a Meghan, chiedendo però ad entrambe del tempo per riflettere sulla sua vita e su ciò che vuole davvero.

NB: nel riassunto ho volontariamente escluso tutti i personaggi secondari così come in questo epilogo. Tutti loro hanno già avuto una conclusione del proprio arco narrativo, quindi mi sembrava giusto dedicare questo spazio finale soltanto ai protagonisti.

BUONA LETTURA! 🌻

Tre mesi dopo

Allegra's Point of view

<< Allora, le è passata l'influenza? >>
Marta, la cui immagine occupa praticamente metà dello schermo, annuisce tranquilla.
<< Si, sta meglio >> sorride, prendendo poi la manina della bimba e scuotendola lentamente, come se ci stesse salutando.
Derek, accanto a me, la imita ridacchiando.
<< Ciiiao ammore >> esclama, in quell'italiano stentato che sto disperatamente provando ad insegnargli.
Marta scoppia a ridere, mentre Dee, in braccio a lei, punta finalmente lo sguardo verso di noi.
Non è la prima volta eppure, ancora adesso, è un'emozione così forte che non sono certa di riuscire a gestirla.
Derek sorride come un bambino, ogni volta che la vede non riesce a fare altro che sorriderle e, di tanto in tanto, lasciar scorrere qualche lacrima.
<< E voi, come state? >>
Sollevo le spalle.
<< Stiamo bene >> rispondo, ma non so se sia vero.
Siamo stati in Italia circa un mese fa.
Abbiamo trascorso una decina di giorni a casa di Marta e Luca, i quali non hanno fatto altro che confermare la meravigliosa idea che mi ero già fatta di loro.
Sono due trentenni del sud Italia, lui lavora come medico e lei è una maestra elementare, vivono in una villetta poco fuori dalla città ed hanno un cane, Mercy, dolcissimo proprio come loro.
Non potrei trovargli un difetto neppure se mi impegnassi sul serio.
E, cosa più importante, amano Dee in una maniera che non è possibile descrivere.
Si nota da come la guardano, dalla bravura con cui si prendono cura di lei.
Marta non l'avrà partorita, ma credo che nessuna bambina avrebbe potuto desiderare una madre migliore.
Ed io, per quanto sia difficile ammetterlo, sono felice della mia scelta.
Certo, ho commesso moltissimi errori, ma è bello sapere che affidarla a loro non sia stato uno di questi.
<< What about you, Derek? >>
Marta e Luca non parlano benissimo l'inglese, eppure durante la nostra permanenza si sono sforzati di imparare qualcosa, così da rendere la vita più semplice a Derek il quale, a sua volta, si sta impegnando per andargli incontro con l'italiano.
<< Oh, I'm fine >> risponde lui tranquillo.
<< But I miss her >> aggiunge poi, con una naturalezza con cui io non sono più capace di esprimermi.
Tra noi due, infatti, quello più emotivo è sicuramente lui.
Sarà infatti per tutto quello che ho passato o forse semplicemente perché avevo già visto nostra figlia una volta ma, quando siamo arrivati a casa Mancini, è stato lui quello che ha cominciato a singhiozzare senza sosta.
Dee, al vederlo, l'ha subito imitato.
C'è stata dall'inizio una connessione particolare tra loro due, perfino Luca e Marta l'hanno notato.
Forse perché portano lo stesso nome.
O forse perché Derek riesce ad amare le cose con molta più cura di quanto sappia fare chiunque altro.
Di quanto sappia fare io, ad esempio.
<< Anche a lei mancate >> sorride Marta, aggiungendo poi ridacchiando: << Scusami Ally, non riesco a dirlo in inglese >>
Le dico che non fa niente, voltandomi poi verso Derek per poterglielo tradurre.
Ma lui, come sempre, mi sorprende.
<< Ho capito >> mi dice infatti, con naturalezza << Dice che le manchiamo anche noi, giusto? >>
Annuisco e, sarà stupido, ma un po' mi emoziono.
E non perché, al contrario delle sue solite inclinazioni, stia riuscendo ad imparare un'altra lingua.
È perché lo sta facendo per lei.
È perché vuole continuare a fare queste videochiamate ogni settimana e perché così, con il tempo, potrà parlarle.
C'è qualcosa di estremamente intenso in questo, qualcosa che mi rende orgogliosa dell'uomo che Derek sta diventando, anche se forse non ho più il diritto di ammirare i suoi successi.
<< Okay ragazzi, adesso porto la piccola a letto >> esclama Marta, ricordandoci che la lingua non è il nostro ostacolo più grande: lo è il fuso orario.
Io e Derek salutiamo la donna, mandando poi un illimitato numero di baci alla bambina.
Chiudiamo la videochiamata e lui si alza dal letto, camminando verso la scrivania dove ha lasciato le proprie cose.
Raccoglie il cellulare all'istante, cominciando a controllare qualcosa con apparente fretta.
<< Aspetti un messaggio? >>
Non posso evitare di sospettarlo.
Del resto, dopo quella sera, non ho idea di cosa sia accaduto nel suo cuore nè tantomeno se abbia fatto qualcosa per seguirlo.
Sul mio fronte sono certa non ci siano state novità, ma non posso affermare lo stesso nè per il fronte Meghan, nè tantomeno per qualsiasi altro possa aver aperto di recente.
Derek però scuote la testa.
E poi, dopo una suspance che mi fa attorcigliare le viscere, risponde.
<< Aspettavo un'email >>
Vorrei chiedergli di cosa si tratti, ma negli ultimi mesi ho imparato a lasciargli il proprio spazio e a smettere di pretendere che mi lasci entrare se non è ancora pronto a farlo.
Mi ha chiesto del tempo ed io ho capito come concederglielo, restando al suo fianco ma senza mai forzarlo.
E, anche se non sono certa che questo ci porterà da qualche parte, sono comunque felice di essere riuscita a riconquistare, se non la sua fiducia, almeno il suo rispetto.
<< Non vuoi sapere di che email si tratta? >> mi domanda d'un tratto, stupendosi della mia nuova ed apparente indifferenza.
<< Certo, dimmi >>
Faccio per mettere a posto il computer, ma le sue parole mi paralizzano.
<< La domanda che ho fatto per l'università italiana è stata accettata >>
Mi si ferma il cuore.
Da quando siamo stati in Italia mi è stato subito chiaro che avesse intenzione di tornarci, ma non avevo idea che volesse trasferirsi lì a lungo termine.
Anche se, ora che ci penso, non è poi un'idea così assurda: ci siamo diplomati da pochissimo e, se c'è un momento giusto nella vita per un cambiamento così grande, allora è proprio questo.
<< Non dici nulla? >>
Mi volto verso di lui, ma la verità è che davvero non so cosa rispondergli.
Il fatto che voglia stare vicino a Dee mi scalda il cuore, ma l'idea che possa allontanarsi così tanto da me lo spacca poi in mille pezzi.
È come se ancora una volta sentisse la necessità di confermarmi quanto il sentimento nei miei confronti sia ormai un ricordo, quanto non riuscirà mai a perdonarmi davvero per ciò che gli ho sottratto.
E pensare che credevo davvero avesse capito.
Non del tutto magari, ma ero certa che condividere quel viaggio dall'altra parte del mondo lo avesse aiutato ad avvicinarsi a me e a ciò che ho dovuto affrontare ormai più di un anno fa.
<< Ally? >>
<< Cosa dovrei dirti, Derek? >>
Non uso più il suo diminutivo.
Non lo usa più nessuno ormai, non da quando Dee è comparsa nelle nostre vite.
<< Sono felice che tu voglia starle vicino, è una cosa molto bella da parte tua e... >>
Inaspettatamente, lui ridacchia.
Ed io allora non posso fare a meno di guardarlo male.
<< Che c'è di divertente? >>
Lui sorride ancora, avvicinandosi a me con aria ilare.
Ed io non riesco a cedere neppure di fronte a quei suoi occhi, non ancora una volta.
Se infatti Derek ha imparato ad accettare ciò che ho fatto, io ho invece imparato ad accettare che non mi perdonerà mai davvero.
<< C'è che come al solito non hai capito un cazzo >>
Il suo tono è divertito, ma la mia faccia non deve sembrarlo più di tanto perché subito si affretta a spiegarmi a cosa si stia riferendo.
<< Ho fatto domanda per entrambi, scema >> sorride con una dolcezza che da tempo ormai non mi riservava più.
<< Ostetricia per te ed Ingegneria per me, come abbiamo sempre desiderato, solo che adesso potremmo essere solo ad un'ora di distanza da nostra figlia e smetterla con queste tristi videochiamate >>
Il modo in cui pronuncia la parola nostra per un attimo è quasi più sorprendente di ciò che ha fatto.
Nostra figlia, già.
Nonostante tutto il male che ci siamo fatti, ormai i nostri cuori sono legati in eterno, che lo vogliamo o meno.
Ed in un attimo tutti i pensieri di poco prima sembrano svanire.
Che questo sia il suo modo per dirmi...?
<< Non so come andrà tra noi >> si affretta a spiegare, quasi fosse ancora in grado di predire i miei pensieri.
<< Non so se potremmo mai tornare quelli di un tempo, se questa nuova vita ci aiuterà a farlo o se invece ci allontanerà... >> sospira.
<< Non so nulla che riguardi noi due, del resto di questa relazione non c'ho mai capito niente, fin dall'inizio >>
Ridacchia ed io non posso fare a meno di seguirlo, pur temendo in cuor mio il continuo di quella frase.
<< Ma so che non ho più sentito Meghan da quella sera e che non ho più guardato nessuna da mesi, forse anni. >>
Deglutisco pesantemente, gioendo per quella piccola vittoria pur senza riuscire a rilassarmi davvero.
Gli ultimi mesi con Derek sono stati una continua montagna russa dalla quale non mi era consentito scendere. E così ho sopportato e mi sono destreggiata tra quei suoi continui cambi d'umore, tra quella sua indecisione se amarmi o odiarmi o entrambe le cose.
<< So che tu mi hai fatto passare le pene dell'inferno, ma io non sono stato da meno. >>
Annuisco, ripensando a tutti i rifiuti e le porte in faccia, le parole cattive e le accuse, i pianti e la gelosia.
Ma c'è molto altro sotto tutto questo velo di odio: lo so bene.
E, dopo tanto tempo, so che lo sa anche lui.
<< Ma quella bambina è la cosa più bella che io abbia mai visto e non sarebbe così bella se io non fossi così innamorato di te e tu di me. >>
Allunga una mano a prendere la mia, mentre con l'altra mi asciuga una lacrima che non sapevo di aver versato.
<< Vieni in Italia con me >>
Lo sguardo fisso nel mio ed io non so come dirgli che per lui andrei dovunque, anche a costo di perdere tutto, ora che so come ci si sente a perdere lui.
<< Ricominciamo tutto, possiamo farcela >>
Adesso non c'è più bisogno che sia lui a farmi rendere conto delle mie lacrime.
Adesso sto singhiozzando come non facevo più da tempo.
<< Lo credi davvero? >>
Lui annuisce ed intanto allunga una mano verso di me, scostando qualche riccio rosso per accarezzarmi un preciso punto del collo.
La nostra casetta, quella che entrambi ci siamo tatuati anni fa.
Dio, sembra passata una vita, e forse è davvero così.
Quei due ragazzi tanto innamorati da decidere di portarsi per sempre addosso...eravamo noi, ma lo siamo ancora?
<< Quel giorno ti ho fatto una promessa, ricordi? Eravamo nello studio di Mark e mi ha chiesto perchè avessimo scelto proprio una casetta da tatuarci. >>
Si avvicina un altro po' a me, ormai mi tiene tra le braccia.
Si, forse siamo ancora quei due ragazzi.
Gli accarezzo il viso, nascondendo poi il mio nell'incasso del suo collo.
E sento le sue braccia avvolgermi con dolcezza, senza più l'ansia e l'inadeguatezza che caratterizzavano ogni nostra interazione nell'ultimo periodo.
È più di un anno che non mi abbraccia.
E, anche se gli è capitato di farlo, non è comunque stato così.
<< Ricordi cosa gli ho risposto? >>
Annuisco tra i singhiozzi, ma gli chiedo comunque di ripetermelo.
Ho bisogno che me lo ripeta, ho bisogno che dopo tutto il tempo ed il dolore, i pianti e le discussioni, gli equivoci e l'odio...ho bisogno che dopo tutto questo lui mi riporti finalmente a casa.

<< Posso spingermi altrove, desiderare altro e perfino provare a raggiungerlo, tentare nuove esperienze e lasciarmi attrarre da ciò che non conosco, vivere la vita tutt'al contrario e scappare via da ogni cosa...
Posso fare qualsiasi cosa, provare ogni altra opzione, ma poi tornerò sempre a casa.
Ed un giorno potrò anche sembrarti distante ed irraggiungibile, ma sappi che tu potrai sempre tornare da me.
Tornare a casa. >>

The end

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