Capitolo 82
Zayn e Ryan erano rimasti nella sala computer per poter visionare i movimenti di Sissie.
Momentaneamente la ragazza dai capelli rossi era stata, stranamente, accolta a braccia aperte.
"Se lo aspettava." Disse pensieroso Harry accenendosi una sigaretta.
Ci eravamo momentaneamente seduti sui divanetti del terrazzo di camera mia guardando il sole sorgere.
"Certo che se lo aspettava, per questo motivo adesso dobbiamo aspettarci qualsiasi cosa."
"Del tipo?" Domandò "non può ucciderla."
"Non la ucciderà." Gli risposi sicura, riferendomi a Sissie.
"Ormai è sua. Le serve, per qualsiasi informazione, per arrivare a noi." Continuai guardando davanti a me.
"Per arrivate a te." Sussurrò il ragazzo poggiando la testa sulla mia spalla prendendo un grosso respiro.
"Ormai ci siamo dentro tutti, Harry." Ribadii continuando a fissare il paesaggio difronte alla villa.
Lasciai che la mia mano accarezzasse i suoi capelli sentendo la muscolatura del suo corpo rilassarsi dopo qualche secondo.
Il suo respiro caldo si scontrava con mio seno ricoperto da una semplice maglia a maniche corte.
"Sono stanco, dormiamo?" Alzò lo sguardo cercando il mio.
"Tu va, io arrivo." Mi lasciò un semplice bacio sulla guancia, poggiandosi sulla mia testa, facendoci peso, per potersi alzare.
Mi sorrise divertito, regalandogli un semplice dito medio mascherato da un sorriso.
Presi un grosso respiro appoggiando la testa all'indietro.
Tutto stava per iniziare, mancava soltanto qualche ora e avremmo iniziato la vera guerra.
Guardai il cielo leggermente nuvoloso.
"Questo è per te, mamma." continuai a sorridere- "questo è per te..." ripetei prendendo un grosso respiro e raggiungendo il ragazzo che era già nel mondo dei sogni. Misi la sveglia per il pomeriggio, sperando di non svegliarmi prima e tanto meno troppo tardi.
Mi avvicinai alla schiena scoperta del mio ragazzo abbracciandola e sentendo già il suo calore espandersi verso il mio corpo.
Si girò lentamente verso di me mantenendo gli occhi chiusi.
"Dormi." Pronunciò, cingendomi la vita con il suo braccio pieno di tatuaggi.
La sua bocca si scontrò con la mia fronte lasciandomi un semplice bacio.
Guardai il suo viso rilassato che piano piano veniva ricoperti dai suoi capelli riccioluti. Gli levai quei ciuffi ribelli con delicatezza, per cercare di non svegliarlo.
La sua mano, invece, circondò la mia avvicinandola al suo petto caldo.
Sorrisi leggermente, chiudendo gli occhi e beandomi di quella bellissima sensazione che stavo provando.
SISSIE'S POV
"Blake ti aspetta nella sua camera. Tra 40 minuti ti voglio qui fuori, chiaro?" Annuii alla sua domanda, voltandomi per poter guardare la mia futura camera.
Rimasi a bocca aperta.
Camminai lentamente osservando la mia presunta camera che, in realtà, sembrava una casa.
Televisore, bagno gigantesco, cabina armadio, divano e letto.
Alzai lo sguardo osservando il soffitto stranamente dipinto, era bellissimo.
Notai una lunga scala che portava ad un piano superiore. Seguii il mio istinto e salii quelle scale che mi portarono ad una sala piena di attrezzi da palestra. Guardai la grossa vetrata che mi lasciò la visuale della natura e di una piscina gigantesca che notai solo ora essere proprio di fianco alla mia camera.
Dopo aver perdi dieci minuti mi sbrigai ad andare in bagno.
Guardai allo specchio il mio viso per verificare di non avere ferite, che infatti non avevo e rimossi gli orecchini nascondendoli sotto un asciugamano.
Entrai in doccia usando i saponi lì presenti, per poi uscire dopo poco e sbrigarmi ad andare verso la cabina armadio.
Mi vestii velocemente indossando dei leggings attillati e una camicia bianca, misi degli stivali e incominciai ad asciugarmi i capelli, pettinandoli con altrettanta velocità.
Spruzzato un po' di profumo e deodorante uscii velocemente, vedendo già il ragazzo aspettarmi fuori dalla camera.
"Sei la prima ragazza che arriva in orario." Il ragazzo ritornò in posizione allontanandosi dal muro su cui era poggiato.
"Io ti ho già vista." Socchiuse gli occhi squadradomi da capo a piede.
"Io no, andiamo?" Finsi un sorriso, invitandolo a guidarmi verso l'ufficio di quel bastardo.
Bussò alla porta due volte, che sì aprì da sola dopo pochi secondi.
Inutile dile che il suo ufficio era gigantesco e estremamente cupo.
I colori prevalenti erano il blu ed il nero e aveva una gigantesca libreria più grande di una biblioteca comune.
"Eccoti." La sua voce mandò mille brividi in tutto il mio corpo e non erano brividi di approvazione, ma non lasciai che ciò si potesse notare esteriormente.
"Siediti." Feci come mi disse, senza pronunciare parola. "Hai fatto fuori dieci dei miei uomini in quindici minuti, Harris." Continuai a non fiatare, lasciandolo parlare.
"Quindi tu mi vuoi dire che sei qui perchè hai litigato con il tuo gruppetto di sfigati." Sospirai, accavallano le gambe. "E che il fatto di Bradley ti ha fatto aprire gli occhi, lasciando tuo fratello insieme a Clayton." Annuì a se stesso, non credendo neanche ad una parola che stava uscendo dalle sue labbra.
Decisi di intervenire raddrizzando la mia postura.
"Io amo Bradley, vederlo così mi ha distrutto e mi ha fatto aprire gli occhi alla realtà. Clayton ci ha sempre usati, sin dai miei genitori. Mio fratello è grande abbastanza da decidere il suo futuro e io uguale, non credi?"
"Vedi, io vorrei crederti, ma non ci riesco." Deglutii, nascondendo il nervosismo che si stava creando in me. "Per questo motivo ti darò un compito molto semplice-" toccai il lobo del mio orecchio cercando gli orecchini che sfortunatamente avevo lasciato nel bagno, imprecando mentalmente "-portami Claire e ti crederò, usa tutte le forze e le armi che hai, puoi uccidere chi cazzo ti pare...io voglio lei." Le ultime parole vennero accentuate dal suo dito che si scontrava fortemente con la scrivania di legno pregiato.
Guardai il suo sguardo infuriato penetrarmi l'anima. L'occhio, non coperto dalla benda nera, era infuocato.
"Lei è mia." La sua voce era profonda e roca. Era infuriato, la voleva a tutti i costi. Non so per quale motivo, non riuscivo a capire perchè la volesse così tanto, la desiderava come se fosse di sua proprietà.
"Perchè?" Gli chiesi senza paura. "Che cos'ha lei che gli altri non hanno?"
"Lo vuoi veramente sapere, rossa?" Fece il giro della scrivania, fermandosi proprio davanti a me.
Annuii sicura, aspettando la sua risposta che non tardò ad arrivare.
"È semplice..." si avvicinò pericolosamente al mio viso, emanando odore di tabacco e cannella.
"Lei è mia figlia." Sdrabuzzai gli occhi, per poi scoppiare in una fragorosa e, aggiungerei, nervosa risata.
Il suo sguardo rimase impassibile, cosa che mi fece smettere di ridere in un batter d'occhio.
"Sei serio." Lo indicai confusa.
"Vedi Sissie, le persone intelligente pensano quasi sempre con il cervello. Claire è diversa, riesce ad equilibrare il cervello con il cuore, per questo motivo devi fare in modo di riuscire a rendere questa sua abilità una sua debolezza." Continuai ad ascoltarlo meravigliata.
"Ho finto di odiarla, di volerla solo per scopi sessuali perchè volevo spaventarla. Gli indovinelli sono dei modi per allontanare il cuore dal cervello, le spie servono per creare dei legami con lei, buoni o cattivi che siano, per riuscire a renderla emotivamente instabile."
Corrugai le sopracciglia cercando di non piangergli davanti.
"Quante volte l'hai vista soffrire con tutto quello che le ho fatto eh. La sto indebolendo." Deglutii, cercando ancora una volta di nascondere il dolore che stavo provando dentro.
"Io sono suo padre, Sissie. E lei è mia." Tossì leggermente, poggiando poi le mani sulla scrivania spingendosi in avanti per poi sorpassarmi.
Spostò un libro dalla sua libreria, per poi darmi la visione di una grande scalinata.
"Vieni." Mi bloccai sul posto.
"Che c'è lì dentro?" Chiesi.
"C'è la sua storia." E dopo ciò avanzò, senza guardarsi indietro. Lo seguii, per poi sentire le porte, se così si possono chiamare, chiudersi dietro di me.
Mai mi sarei immaginata di vedere una cosa del genere.
Claire non si meritava ciò...non se lo meritava affatto.
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