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Capitolo 36

CLAIRE'S POV
"Vuoi dirmi che ti succede?" Insistette Sissie, facendomi lamentare dalla noia. Voleva sapere perché ieri sera ero rientrata tardi. Le spiegai che avevo deciso di rimanere in giardino, cosa vera, solo perché  ne avevo voglia, cosa non del tutto vera.

"Sono vicina alle mie cose." Le dissi nuovamente, vedendola posare le mani sui fianchi per niente convinta della mia risposta.

"Vado a prepararmi, ci staranno aspettando per l'allenamento." Mi alzai dal letto incominciando a prepararmi.

"Fa come vuoi." Sbuffò lasciandomi finalmente in pace.

Indossai qualcosa di estremamente semplice e leggero, avviandomi verso il retro della casa con le due ragazze.
"Buongiorno a tutti!" Bloccai i miei passi, facendo scontrare Sissie contro le mie spalle non appena vidi tutti i miei amici, posizionati ordinatamente uno accanto all'altro.

"Signorine!" Un uomo di mezza età ci guardò, invitandoci con lo sguardo a posizionarci come il resto delle persone.
"Fate con comodo." Mi guardò in malo modo, assottigliando gli occhi.
"Chris fammi il piacere." Alzò gli occhi al cielo Sissie, generando una sua risata.

"Oggi faremo un allenamento un po' diverso dal solito." Con passi lenti e decisi passò davanti ad ognuno di noi, studiando le nostre facce.
"Faremo maschi contro femmine." Indicò le due parti, generando degli urletti di approvazione da entrambi i sessi.

"Fate dei gruppi da quattro." Alex e Sissie mi vennero subito incontro, incrociando le loro braccia alle mie.
"Posso unirmi a voi?" Una ragazza dai capelli corti e chiari si fece più vicina, mostrandoci il suo giovane viso e le piccole e leggere lentiggini che lo incorniciavano.

"Certo!" Rispose Alex facendole più spazio.
"Mi chiamo Rylee." Sorrise. Ci presentammo, per poi ascoltare il nostro allenatore che aveva appena incominciato a spiegare.

Il nostro esercizio mattutino consisteva nel riuscire ad uscire fuori dal grandissimo labirinto grazie al lavoro di squadra e, cosa più importante, senza farsi scoprire dagli altri gruppi.

Non vincemmo questo tipo di sfida, ma ci accontentammo del terzo posto.
Dopo ciò iniziò la vera tortura ossia l'autodifesa.

Dire che ne uscii completamente sudata era un eufemismo, volevo solo entrare nella doccia e rimanerci per il resto della giornata.

"Ma quell'amica che sarebbe dovuta arrivare?" Chiesi, posando la borsa sul mio letto, guardando invece quello in più.

"Non verrà." Disse solamente la mora, scuotendo la testa. Decisi di non insistere rispettando la loro privacy per poi immergermi nel caldo getto della doccia.

Pranzammo in tranquillità, preparandoci per una giornata senza fare niente.

"Mi è venuta un'idea bellissima!" Si voltò di scatto Sissie, chiudendo l'anta dell'armadio nel modo meno delicato possibile.
"Oggi è una bellissima e calda giornata..." iniziò facendomi alzare le sopracciglia, mentre Alex sembrava aver già capito, dati i suoi occhi spalancati.

"Andiamo in piscina con i ragazzi!" Alzò le braccia in aria, facendomi strozzare con la mia stessa saliva. Iniziai a tossire chiedendo il disperato aiuto di Alex che incominciò a picchiare la mano sulla mia schiena.

"Così chiamo anche Brad." Disse entusiasta.
"Io non verrò in piscina." Scossi la testa negativamente, sicura di quello che stavo dicendo.
"Tu verrai in piscina." Mi indicò, guardandomi con rimprovero.

"Non mi farò vedere in costume!" Esclamai, vedendola alzare gli occhi al cielo.
"Ma cosa te ne frega del giudizio degli altri? Devi piacerti ed accettarti per quello che sei e, a parer mio, sei una delle ragazze più belle che abbia mai conosciuto." Il suo tono si alleggerì non appena terminò la frase.

Sorrisi appena annuendo alle sue parole, constatando però di non aver nessun costume.
"Io però non ho nien-" mi interruppe subito Alex con un "ci penso io."

Nel frattempo Sissie andò ad avvisare i ragazzi mentre la mora mi mostrava tutti i suoi numerosi costumi.
"Intero o a pezzi?" Mi mostrò due costumi completamente diversi. Optai per l'intero, prendendone uno rosso con la scritta "Coca Cola" bianca.

Mi guardai allo specchio, provando a non fare caso alle smagliature che avevo vicino al sedere ed alla cellulite che si poteva notare anche in lontananza.
Sospirai prendendo gli occhiali da sole, preparai il mio zaino con il necessario e scendemmo tutte e tre insieme.

Appena arrivammo in piscina il braccio di Niall ci indicò le nostre sdraio gentilmente asservate da loro.
Li salutai con una semplice mossa di mano, stendendo l'asciugamano sul lettino e provando a rilassarmi.

Brad era appena arrivato quindi, l'attenzione di Sissie, era rivolta solo ed esclusivamente a lui, mentre studiava il suo corpo ben curato.
Sorrisi vedendo Alex e Zayn parlare beatamente, sentendomi un po' di troppo vicino a loro.

Immersi, dunque, i piedi nella piscina e sentendola non troppo fredda mi ci tuffai.
Altre persone avevano avuto la nostra stessa idea, ma fortunatamente non erano molte, d'altronde, la piscina era davvero gigantesca come lo spazio intorno a noi.

"Come mai ti trovo sempre sola?" Ryan interruppe quel silenzio, mostrandomi il suo fisico ben scolpito.
"Mi piace stare un po' da sola." Alzai le spalle, continuando a lasciare che il sole colpisse sulla mia faccia fin troppo bianca.

"Mia sorella ci sta guardando." Lo sentii sospirare, decidendo di aprire momentaneamente gli occhi per controllare che cosa stesse facendo.
La vidi mimare un "vai alla grande" per poi tornare a prestare la sua attenzione a Brad che mi fece un occhiolino per poi salutarmi.

Titubante ricambiai il saluto, fingendo un sorriso.
"Come se non l'avessi vista..." sussurrò, facendomi ridere.
"Allora, come mai provi sempre ad instaurare una conversazione con me?" Posai i miei occhi su di lui, serrando le labbra in una linea sottile.

"Perché non mi piace vedere le persone stare da sole." Alzò le spalle "e poi so che non ti dispiace la mia compagnia." Sorrise beffardo, facendomi storcere la bocca.
"Modesto." Esclamai.

Intravidi, però, la figura del riccio camminare a bordo piscina e, non appena fu abbastanza vicino a noi, decise di tuffarsi, schizzandoci esageratamente e, di conseguenza, facendomi serrare subito gli occhi sentendolo poi sfiorare la mia gamba con una delle sue mani.

Appena tornò a galla si sistemò i capelli, guardandolo a bocca aperta.
"Perché?!" Quasi urlai. Di risposta rise continuando la sua nuotatina.

"Io esco, ho un po' di freddo." Dissi infastidita. Ryan annuì con un sorriso forzato, uscendo assieme a me.
Sbuffai non appena mi sdraiai, avvolgendo il mio corpo con l'asciugamano.

Rimasi al sole per non so quanto tempo, provando a riscaldare il mio corpo freddo.

"Mentre tu stavi flirtando con mio fratello..." Sussurrò Sissie, dato che Bradley stava beatamente dormendo. "Stasera andiamo a cena fuori tutti insieme."

"Sissie io non ho più soldi." Dissi scuotendo la testa.
"Andiamo da Clayton, da 3'500 sterline a chi ne ha bisogno." Sgranai gli occhi, guardando la sua espressione tranquilla.

"Che c'è? Questo ormai è il nostro lavoro." Non riuscii a proferire parola, mi rimisi comoda ed aspettai che il resto dei miei amici si alzasse e si decidesse a ritornare in camera.

Fortunatamente avere quei soldi risultò essere più semplice del previsto, andando subito nella stanza a farmi la seconda doccia della giornata.

"Siccome sono una buona amica..." disse la rossa, venendomi incontro con una gonna larga di jeans, nera "ho chiamato anche mio fratello per stasera." Alzai gli occhi al cielo, cercando di convincerla che tra me e suo fratello non ci fosse altro che amicizia.

Questa volta si arrese subito con un "lascio perdere perché rischieremo di fare tardi."
Ringraziai il cielo, continuando a prepararmi.

Scendemmo poco dopo aspettando, questa volta, l'arrivo dei ragazzi, seguiti subito dopo da Ryan.
"Ma quanto è figo il mio fratellone!" Esclamò Sissie, guardandomi dritta negli occhi.

Subito, Alex, arrivò in mio soccorso non appena vide le mie guance colorarsi di un rosso acceso, dandogli un colpo sul fianco e mimando uno "smettila" a denti stretti.

Gli occhi di tutti si erano posati su di me, lasciando che i miei capelli coprissero il mio viso.
"Possiamo andare?" La voce irritata di Harry giunse alle mie orecchie, ringraziandolo per la prima volta di essere intervenuto.

Annuii subito alle sue parole, uscendo velocemente da quella casa.
Entrai in auto con Harry, essendo ormai un'abitudine, viggiando con il puro silenzio.

"Avete sentito Tommy in questi giorni?" Chiesi, volendo interrompere quel terribile silenzio.
"No, ma dovremmo farlo." Concordai con le parole del biondo, non vedendo l'ora di risentire la voce del vecchio e buono Tommy.

Arrivammo subito, parcheggiando davanti ad un pub vecchio stile.
Da fuori si sentiva la musica country vedendo un sacco di persone in pista a ballare tutti il medesimo balletto.

Sorrisi vedendo un dolce ragazza ridere spensieratamente, probabilmente, con il proprio ragazzo.
Mi mancava avere una persona a fianco che ti facesse sentire speciale ed amata.

Anche se l'unico fidanzato che avevo avuto si rivelò poi essere un codardo, lasciandomi nel momento peggiore della mia vita, ovvero, durante la mia piccola era di depressione.
In quel periodo sentivo sempre di più la mancanza di mia madre e, anche se avevo solo diciassette anni, mi sarebbe piaciuto avere una spalla su cui piangere che non fosse quella di mia zia.

"Va tutto bene?" La mano di Alex, che si posò sulla mia spalla,mi risvegliò dai miei pensieri, scuotendo la testa in segno di affermazione.
"Vuoi qualcosa da bere?"

"Quello che prendi tu va bene." Mi sedetti accanto a Zayn, vedendolo sorridermi.
"Allora? Come va?" Mi chiese.
"Si va avanti." Alzai le spalle, appoggiando poi la testa sulle braccia che avevo, precedentemente, messo sul tavolo.

"Tu invece?" Con gli occhi indicai Alex che ci stava momentaneamente rivolgendo le spalle.
"Alla grande." Accennai un sorriso, voltando poi lo sguardo verso un uomo, con in mano dei cappelli, avvicinarsi a noi.

"Volete partecipare ai balli di gruppo?" Chiese entusiasto, alzando le braccia ricoperte da cappelli county.
"Perché no." Spuntò da dietro Ryan, vedendo il suo sguardo posarsi su di me.
"Io non so fare quelle cose." Indicai la pista.

"Tu segui me." Pagò due cappelli, porgendomene uno.
Con la mano nella sua ci intrufolammo nella mischia, incominciando a seguire ogni suo passo, notando quanto fosse sciolto con quei movimenti e sicuro dei suoi passi.

La canzone terminò dopo un po' tornando al tavolo completamente assetata, ma molto felice.
"Sei bravissimo!" Mi congratulai, prendendo la bottiglia di birra, rubando qualche sorso.
"Mi piace ballare." Alzò le spalle, seguendo le mie azioni.

"Ti muovi bene." Dissi, bagnandomi le labbra con la lingua per togliere il sapore di birra su di esse.
"Anche tu." Mossi i miei capelli con la mano, fingendomi vanitosa per poi mormorare un "lo so" generando una sua risata.

Decidemmo di fare un secondo giro di "prova", iniziando poi a scatenarci e a darci dentro.
Ormai avevo imparato i passi e mi stavo veramente divertendo assieme a Ryan che, ogni tanto, mi correggeva.

Passò non so quanto tempo, ma ormai stanca, lo implorai di sederci, tornando a quel tavolo più sfinita che mai.
"Stai diventando una vera country girl." Rise Sissie, che era seduta sulle gambe di Brad.

"Adesso però sono stanca." Mi tolsi quel cappello che mi stava dando fin troppa noia, notando una sedia vuota.
Corrugai la fronte, constatando che Harry non era al tavolo con noi.

"Ha avuto da fare." Louis indicò in aria, facendomi capire che se la stava beatamente spassando con qualcuno al piano superiore.

Mandai subito via la brutta sensazione che stava provando ad impadronirsi di me. Ripensai alla bella serata che avevo passato assieme a Ryan e dicisi di concentrarmi solo su quella.

Parte della serata continuò con divertimento, scambiando battute e parole con i miei amici.
Quando Harry scese le scale, seguito da una ragazza, nascosi il nervosismo, cercando di sedermi correttamente, in modo che notasse la mia indifferenza nei suoi confronti.

I suoi capelli erano spettinati, le labbra carnose erano tremendamente rosse.
Erano ben evidenti i marchi che quella ragazza aveva lasciato sul suo collo, un po' coperti dai suoi riccioli.

Si sistemò la giacca, abbottonandosela fino a metà petto, dandoci visione dei suoi tatuaggi e delle numerose collane color oro.
Serrai la mascella appena il suo sguardo si posò su di me e subito i miei occhi scattarono verso la figura di Ryan.

Non appena l'orologio segnò le una i ragazzi decisero di tornare a casa.
Prima che Ryan partisse con la sua nuovissima moto, lo fermai, prendendolo per il polso, dove stava indossando il suo orologio.
"Andiamo da qualche parte." Vidi un sorriso crescere sulla sua bocca, assottigliando gli occhi per studiarmi meglio.

"E dove vorresti andare?" Prese il casco dal suo bauletto, appoggiandosi poi su di esso.
"Ovunque che non sia casa." Mi morsi il labbro inferiore, notando che il suo sguardo si posò, anche se per poco, su di esse.

"Andiamo." Mi porse un secondo casco.
Entusiasta saltellai, vedendolo ridere di gusto alla mia reazione.
"Dove vai?" La sua voce mi fece alzare gli occhi al cielo, voltandomi svogliatamente verso di lui.

"Dove mi pare." Risposi scorbutica, indossando il casco ed alzando la visiera.
"Almeno c'è qualcuno che non si lamenta sempre." Lo guardai male, per poi vederlo serrare la mascella alla mia espressione precedente.

"Sei una fottuta bambina viziata in cerca di attenzioni." Sputò, facendomi rimanere paralizzata.
"Che ne dici di calmarti?" Intervenne Ryan, fermando i passi del riccio con la sua mano.

"Non toccarmi con la tua mano merdosa." Con un scatto la allontanò, avvicinando il suo viso a quello di Ryan.
"Wo wo." Esclamò Louis, prendendolo per un braccio, aiutato da Liam per fermarlo nel fare qualcosa di sbagliato.

"Andiamo..." sussurrai, appoggiando la mia mano sul braccio robusto del moro, guardando con dispiacere la figura di Harry, indifferente ad ogni mio movimento.

Mi guardò a sua volta, non appena abbassai la visiera del casco e sfrecciammo via da quel posto.
Un grosso varco, stile cinese, mi si presentò davanti gli occhi facendomi rimanere a bocca aperta.

Scesa dalla moto, mi tolsi il casco scuotendo i capelli guidati dal leggero ventarello primaverile.
Subito dopo il casco fu rimesso al suo posto, avvicinandomi alla grande struttura cinese.

"Non è grande come quella di Londra." Sentii dire da dietro "ma è una delle tante cose che devi assolutamente vedere di Liverpool."

Passammo da sotto quella specie di varco, vedendo ancora tante persone camminare sulla piccola via davanti a noi.
Tutti i negozi erano aperti e le persone dietro il bancone erano tutte molto sorridenti.

Mi avvicinai ad una bancarella, catturata da due collane particolari.
Erano due catenelle argentate ed in una era attaccata lo ying e nell'altra lo yang.

"Ti piacciono?" Chiese Ryan, facendomi mormorare affermativamente.
"Buonasera signorina." Alzai lo sguardo alla faccia sorridente dell'anziano signore che mi aveva salutato cordialmente.

Ricambiai il saluto, facendo un piccolo inchino.
"Piacciono le collanine?" Me le indicò, annuii alla sua domanda vedendo il suo sorriso ingrandirsi sempre di più "è un regalo." Le prese, porgendomele con tanta grazia.

"No no, voglio pagare." Presi il portafoglio dal mio zainetto sentendolo mormorare un "no no."

Mi fermai di scatto vedendolo sicuro della sua decisione "loro avere già scelto te."
"Una la deve tenere tu, l'altra la deve tenere persona speciale." Inclinai la testa, prendendo quelle collanine e sentendo il freddo materiale sulle mie mani.

"Lo ying e lo yang si uniscono." Fece combaciare le sue mani, per farmi capire che le due collane so sarebbe dovute accoppiare.
"Ricorda..." alzò l'indice "persona molto speciale." Lo ringraziai nuovamente, andando via subito dopo averlo salutato con un inchino ed un dolce sorriso.

"Ma quanto era dolce?" Gli chiesi vedendolo annuire.
"I bar stanno chiudendo." Ci fermammo appena vedemmo una ragazza mettere i tavoli dentro il proprio locale.

Guardai il mio orologio che segnava le due precise. Mentre tornavamo verso il parcheggio vidi un paio di volte ragazzo accanto a me sbadigliare, contagiandomi ogni volta.

"Vado a rinfrescarmi il viso." Indicò il bagno pubblico, nel frattempo mi appoggiai alla sua moto, studiando le due catenelle che ormai si erano scaldate grazie al calore delle mie mani.

Uno strano fruscio mi fece voltare di scatto, sperando fosse stato il vento.
"Ma perché?" Piagnucolai, rannichiandomi sempre di più vicino al muro.
Il battito del mio cuore era drasticamente accellerato, mentre i miei occhi perlustravano lo spazio intorno a me.

"Il bagno era un po' piu-" gridai, sobbalzando subito dopo, non aspettando che tornasse così presto.
Lui tirò indietro il collo, ridendo appena.

"Ma che ridi?" Sbuffai, tenendo sempre più strette le collane nella mia mano.
"La tua faccia." Mi prese in giro.

"Mi hai spaventata." Mi giustificai, avvicinandomi nuovamente alla sua moto.
"Forse è meglio tornare a casa." Acconsentii alle sue parole, sfrecciando via per le strade della città.

***

"Mi stai dicendo che non vi siete baciati?" Mi chiese Alex mentre entrambe stavamo tirando calci e pugni al sacco. "No." Tirai un destro e poi un calcio, seguito da qualche pugno alternato.

"Nemmeno uno piccolino?" Sospirai, fermando il sacco davanti a me con le mani coperte dai guanti.
"No Alex, nemmeno uno piccolino." La vidi fare una smorfia continuando a colpire il sacco.

Gettai i guanti per terra, sentendo le mani doloranti, sedendomi su una panchina e sorseggiando dalla mia bottiglietta di plastica.
"Harry è sempre così protettivo con te?" Alzai lo sguardo al suo viso, contemplando su come rispondere.

"In che senso?"

"Intendo la sceneggiata di ieri sera." Si fermò anche lei, sedendosi accanto a me.
"Tutti i ragazzi sono molto protettivi." Risposi, non riuscendo a dire nient'altro che potesse sembrare concreto, anche per me.
"Lui più degli altri."

"Alex non lo so, lui è fatto così." Dissi solamente, non trovando altri modi per rispondere.
Lei alzò le mani in segno di resa, arrendendosi nel parlare di Harry.

"Guarda guarda..." lasciai ancora un po' il mio asciugamano sulla fronte, per poi togliere e permettere ai miei occhi di vedere la figura di Margot.
"Sempre fra le palle tu eh." La sfidò Alex, capendo subito il doppio senso e trattenendomi dal riderle in faccia.

"Stronzetta." Esclamò.
"Avete finito qui? Che c'è gente deve veramente allenarsi." Ci scansò bruscamente, mettendosi davanti al sacco che stavo precedentemente usando.

"A te fa bene allenarti." Alzò le spalle Alex.
"Vogliamo vedere come ti metto ko in due minuti?" Si voltò di scatto la bionda, sfidando la mora.

"Non credo sia nelle regole." Dissi a denti stretti, mettendomi fra le due.
"Tu sei la tipica cogliona che segue le regole?" Rise guardandomi da capo a piede.

"Vogliamo veramente incominciare con gli insulti? Perché se dovessi iniziare con te non so tra quanto riuscirei a finire." La sua bocca si aprì dallo stupore per poi vedere la sua mano, stretta in un pugno, avvicinarsi velocemente e pericolosamente al mio viso.

In un attimo, la mia mano, fermò il colpo, tenendo ben saldo il suo pugno.
Le nostre braccia erano tremanti, dato che si stavano scontrando tra di loro con due forze opposte.
Riuscii però ad abbassare il suo braccio, scaraventandolo dietro di lei prepotentemente.

La sua faccia era indescrivibile, forse sorpresa dalla mia reazione.

"Prova ad allenare di meno i muscoli della bocca." Mormorai duramente, prendendo di nuovo la mia acqua per poi uscire e addentrarmi nella mia camera.
"Sei stata fortissima!" Urlò Alex, raccontando poi tutto a Sissie che mi fece i suoi più sinceri complimenti.

"Se lo meritava. Ho sempre odiato le bulle." Tirai fuori la lingua, accennando un occhiolino.
Dopo la solita doccia mi precipitai sul morbido letto, prima che il bussare alla porta rimbombò in tutta la stanza.

Guardai Sissie che, dopo uno sbuffo, la aprì rivelando la figura di Rylee.
"Oh...ciao." La rossa fu colta alla sprovvista, capendolo dal suo modo di salutarla.
"Scusate il disturbo, volevo solo darvi questa." Le porse una specie di lettera "è per Claire Agent e per sbaglio l'hanno lasciata alla mia porta." Sorrise.

"Grazie mille, Rylee." Mi alzai dal letto.
"Allora buona giornata." Ricambiammo il saluto, fissando la lettera che teneva Sissie in mano.

La presi, guardando chi fosse il mittente.
Sbarrai gli occhi non appena vidi quel nome scritto dietro la busta.
Angie Agent.

Il nome di mia madre era scritto dietro di essa. Le mani erano tremolanti mentre cercavo di aprirla, prestano attenzione a non rovinarla. Sentendo già le lacrime scendere alle prime parole, riconoscendo la sua disordinata calligrafia

Spazio autrice
Ciao a tutti!
Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo di 3333 parole... un po' inquietante lo so. (E sono le 03:33)
Come vi sembra la storia? Spero non vi stia annoiando troppo!
Ringrazio, come sempre, tutti voi per leggere ogni capitolo.
Un bacio enorme, alla prossima♥️

All the love xxx
~chia~

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