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Capitolo 34

Mi avvicinai cautamente a quella porta, sperando che Sissie non iniziasse una delle sue solite sfuriate.

Era rimasta rinchiusa in bagno per più di un'ora solo perché un brufolo, a dir poco piccolo, si era presentato sulla sua fronte.

"Io non uscirò da qui fin quando questo brufolo non scomparirà dalla mia faccia!" Urlò dall'altra parte del bagno, facendomi alzare gli occhi al cielo per poi sentire uno sbuffo provenire dalle labbra di Alex.

"Sissie, smettila subito." Dissi duramente, sentendo il nervosismo prendere la meglio su di me.
"No!" Borbottai frustata, decidendo di lasciarla stare e di stendermi sul letto.

"Quando fa così non la sopporto." Fui seguita da Alex, che sussurrò per non farsi sentire dalla ragazza nel bagno.
"Lo ha sempre fatto." Alzai le spalle, ricordandomi di quella volta che le comparve un minuscolo brufolo sulla guancia e si rinchiuse nel bagno della scuola poiché Brandon, il ragazzo che le aveva rubato il cuore, era appena tornato a scuola dopo una settimana di sospensione e io, da brava amica, rimasi seduta fuori dalla toilette ad aspettarla.

Appena la professoressa si accorse della nostra assenza si catapultò in bagno, urlandoci infuriata di rientrare in classe.
Rigranziammo la nostra media scolastica, fortunatamente alta, che ci aiutò a scampare da una bella nota ed una visita dal preside, promettendole che non sarebbe mai più capitata una cosa del genere, anche se mi sembrò una reazione un po' esagerata.

Sorrisi a quei ricordi vedendo la curiosità di Alex crescere. Feci finta di non notarla poiché, certi ricordi, avrei preferito tenerli esclusivamente per me.

Un fastidioso fischio mi fece tappare le orecchie con le mani, implorando di far smettere quel terribile rumore.
"Styles ed Agent nel mio ufficio, con il resto del gruppo." La voce di Clayton arrivò forte e chiara nella nostra stanza facendo finalmente uscire Sissie dal bagno.

"Quando fa così non mi piace per niente." Scosse la testa la rossa, prendendo il cellulare per poi guardarmi, seguita da Alex, nell'ufficio di Clayton.

Appena arrivammo davanti alla porta ci incontrammo con il resto dei ragazzi, sorridendogli un po' preoccupata.

La stanza era estremamente moderna ed elegante, con la prevalenza del colore marrone.
Mi accomodai su una delle sedie difronte alla scrivania, ricambiando il cordiale saluto.

"Vi ho chiamato per una cosa molto importante." Appoggiò le braccia sulla scrivania, recitando un po' la parte da boss.
"Ho bisogno di più armi. Blake è ben attrezzato, forse anche troppo." Serrò la mascella non appena pronunciò quel disgustoso nome.

"Stasera ci sarà una festa per poter contrattare con un mio collega. E ho bisogno di voi." Ci indicò, appoggiando la schiena sullo schienale della sedia.
"Siete i ragazzi più giovani che ho. E questa missione è adatta per un lavoro di squadra." Sorrise appena.

Ci spiegò il piano in generale, prendendo appunti nella mia mente e sottolineando le cose fondamentali.
Uscimmo dopo un po', sentendo la mano di qualcuno accarezzare la mia schiena.

Mi voltai, per trovare la faccia di Sissie sorridermi.

In questa missione, però, Zayn e Alex non sarebbero stati presenti, dato che avevano ben altro da fare.

Anche se Clayton non ne fu molto contento, acconsentì ugualmente alla loro richiesta dicendogli però di non lasciare mai il cellulare incustodito per eventuali emergenze.
"Andrà tutto bene ok?" La mia amica, probabiemnte, notò la mia faccia abbastanza perplessa ed insicura.

Entrammo subito in stanza, incominciando a prepararmi mentalmente a stasera.
"Qualche lezione l'abbiamo fatta..." incominciò a rassicurarmi la mia amica "sai come difenderti." Aggiunse annuendo, facendomi sospirare.

"E poi hai l'arco." Mi sorrise Alex, avvicinandosi a me "è la tua arma." Picchiettò la mano sulla mia spalla.

Ammetto di essere molto brava con l'arco, ma non ero per niente sicura di riuscire a combatterci.

"Adesso pensiamo a te." Esclamai entusiasta, voltandomi verso Alex e cercando in tutte le maniere di cambiare discorso.
"Oh no." Disse divertita.

La obbligai a sedersi sul letto mentre, sia io che Sissie, le mostravamo gli abiti adatti per un primo appuntamento.
Fortunatamente optò per qualcosa di semplice ossia un vestito, non troppo corto, nero  senza spalline e delle scarpette del medesimo colore, abbinando il tutto con un giacchettino di pelle rosso consigliato dalla sottoscritta, dato che Zayn ama quei tipi di giacchetto.

Per il trucco ci pensò solo ed esclusivamente Sissie con i continui borbottii della mora, che aveva paura che quest'ultima esagerasse come suo solito.

Fortunatamente sulla sua faccia non ci fu traccia di nessun mascherone, terminando il nostro dovere da amiche con un grosso abbraccio.
Alex ci lasciò poco dopo, augurandole una buona serata.

Sospirai preparando anche me stessa per questa meravigliosa festa a cui non sarei mai voluta andare, se non fosse stata questione di vita o di morte.

"Dobbiamo indossare qualcosa di comodo, ma che non lo dia troppo a notare." Disse, facendomi rimanere un po' perplessa.
"Niente vestiti." Fece il segno uno con l'indice, premendolo con l'indice della mano opposta. "Per te niente tacchi."

La ringraziai con lo sguardo sentendomi estremamente sollevata.
"Possiamo provare con delle tute eleganti o semplicemente abbiniamo maglia e pantaloni." Alzò le spalle aprendo di nuovo l'ante dell'armadio.

Presi dei semplici jeans attilatti, tenuti ben saldi dalla cintura di Gucci che mi aveva gentilmente prestata Sissie, non so con quale coraggio...e una specie di canotta marrone.
"Quella va senza reggiseno." Mi indicò, rimproverandomi con lo sguardo.

"Come?" Chiesi stupefatta, odiavo andare in giro senza reggiseno.
"Levatelo donna, il mondo ha bisogno di vedere un po' di tette naturali." Risi alla sua affermazione e, dopo non so quanto tempo di battibecchi e imprecazioni, mi tolsi questo dannato reggiseno, ripiegandolo ne cassetto dell'intimo.

Indossai le mie amate nike, dopo averle pulite con un cencio bagnato ed aspettai che la principessa dai capelli rossi avesse finito di tingersi la faccia con non so quanti prodotti.

Nel frattempo inizia a colorare le mie ciglia con il mio fidato mascara, rubai anche un po' di blush in crema alla mia amica makeup artist, vedendo la mia pelle fin troppo bianca e, in poco tempo, terminai il tutto con un lucidalabbra.

"Andiamo a prendere le armi." Mi guidò nella sala dove era custodito ogni ben di Dio, constatando quanto fossero ordinati in questa villa.

Presi il mio solito arco con le famose freccette di cui mi ero segretamente innamorata, notando il sorrisetto soddisfatto di Sissie.
Scendemmo velocemente le scale, trovando l'ascensore occupato, con tutto l'occorrente.

Appena arrivammo davanti al portone i ragazzi uscirono dell'ascensore, malediciendo mentalmente la loro pigrizia e ringraziandoli per avermi fatto sudare a scendere ben sei piani di scale.
"Vedo che siamo tutti pronti." La grande ed elegante figura di Clayton si mostrò dietro le nostre spalle, facendoci annuire.

Salii sulla famosissima moto di Sissie, mettendo in moto non appena le auto partirono.

Ovviamente la festa era stata organizzata in un grandissimo edificio, simile ad un castello. Questa case erano tutte maledettamente grandi e uguali che mi stavano quasi per venire a noia.

"Bada alla ragazza." Sentii il Clayton mormorare a suo figlio, che non gli rispose neanche.
I suoi passi si fermarono, probabilmente per aspettarmi e, non appena mi ritrovai accanto a lui, entrammo nella struttura.

Milioni di persone erano intente a ballare e a fare ciò che ogni ragazzo fa ad una festa.
Alcuni uomini, grandi  quanto un armadio e, cosa più importante, armati, erano ben attenti a qualsiasi cosa.
I loro occhi guardavano ovunque, notando ogni singola mossa di ogni singola persona.

Quando lo sguardo di uno di loro si fermò sul mio sobbalzai appena, attirando l'attenzione del riccio.
"Per di qua." Sussurrò, prendendomi per la vita e guidandomi verso il resto del gruppo.

"Dobbiamo dare il meno nell'occhio possibile." Prese un bicchiere di una bibita, a me sconosciuta "quindi comportati come una qualsiasi adolescente." Prese un sorso della sua bibita, facendomi sia annuire che sospirare.

"Vieni con me." La mano di Sissie prese la mia guidandomi verso la calca di ragazzi sudati "Dobbiamo ballare."
Iniziò a muovere i suoi fianchi a ritmo di musica, vedendo già gli occhi di molti cadere sul suo fondoschiena.

La imitai, cercando di convincere me stessa che stavo facendo tutto questo solo per il bene di tutti.
Un cameriere si avvicinò pericolosamente a noi, con due drink sopra il suo piatto.
"Sono stati offerti da quei due ragazzi" ci indicò l'angolo della stanza notando due gemelli, estremamente carini, ammiccare verso di noi.


"Merda, sono fighi." Imprecò Sissie, vedendola fargli l'occhiolino.
Non appena presi la bibita, offerta, le colpii il braccio risvegliandola dai suoi pensieri.
"Bradley!" Esclamai, vedendola alzare gli occhi al cielo.
"Sto solo recitando. Quello che dovresti fare anche tu." Si giustificò, acconsentendo alle sue parole per poi continuare a ballare, cercando di non rovesciare la bibita che, se dovevo esser sincera, non era per niente male.

Per un po' la serata continuò così, iniziando a sentire il calore invadere ogni parte del mio corpo non appena i suoi occhi verdi iniziarono a scrutarmi.
Il suo sguardo era persistente e malizioso, mentre guardava ogni parte del mio corpo muoversi, guidata dall'alcool ovviamente.

Anche se il mio sguardo, ogni tanto, si posava sul suo, e quindi lo beccavo a fissarmi, i suoi occhi non si staccavano mai dai miei movimenti, facendomi sentire un po' in imbarazzo a differenza di lui che sembrava sempre più sicuro.

Non appena i suoi occhi si assottigliarono decisi di voltarmi, ritrovandomi davanti i due gemelli di poco fa.
Quello con il ciuffetto biondo incominciò a ballare con Sissie mentre l'altro, che aveva un piercing all'orecchio, incominciò a ballarmi davanti, tappando la visuale che avevo di Harry.

"Io sono Grayson." Si avvicinò al mio orecchio "Claire." Risposi sorridendogli.
"Spero tu abbia apprezzato il drink." Scossi la testa affermativamente alla sua affermazione, vedendolo mordersi il labbro inferiore.

"Sei da sola?" Capii subito il vero senso di quella domanda, pensando un po' su come avrei dovuto rispondergli.
"Forse." Alzai le spalle, continuando a far oscillare i miei lunghi capelli dietro le spalle.

Improvvisamente una presa ferrea si fece sempre più stretta sui miei fianchi, vedendo la faccia di Grayson cambiare radicalmente, guardando dietro le mie spalle.
Alzai lo sguardo verso la familiare figura dietro di me, sorridendo appena.
"Non è da sola." Disse duramente, facendosi ben sentire, dato che la musica si era appena fermata.

Il povero ragazzo indietreggiò, scomparendo insieme a suo fratello.
Sissie mi guardò torva, per poi essere portata velocemente via da Louis.
"Per quanto mi piaccia vederti ballare è ora di entrare in azione." Arrossii al commento iniziale, facendomi trasportare dalla sua mano.

"C'è un problema che dobbiamo risolvere." Mi porse uno strano oggetto elettronico, analizzandolo meglio non appena lo avvicinai ai miei occhi.
"Blake e i suoi uomini sono qui, sapevano del nostro arrivo." Serrò la mascella, guardandomi mentre continuavo a studiare l'oggetto che emanava una luce blu.
"Si chiama auricolare bluetooth." Mi prese in giro, facendomi sentire una stupida.

"Lo sapevo." Mentii, mettendolo nell'orecchio.
"Zayn sta per arrivare con Alex, tu avrai un collegamento con lei." Picchiettò sull'auricolare che aveva appena inserito nell'orecchio, osservandomi divertito.
"Per una volta sono io quello che ti spiega le cose." Sorrisi, aspettando una risposta da Alex o qualcosa che mi potesse aiutare con la missione.

ALEX'S POV
Il tempo di cenare e di fare due chiacchiere che il mio cellulare e quello di Zayn iniziarono a squillare.
Sbuffai, vedendo la sua faccia sorridermi divertito.

Sissie mi raccontò quello che stava succedendo, sfrecciando verso questa maledetta casa.
"Ci sarà un'altra occasione." Disse Zayn, guardando il suo profilo ben definito e a dir poco perfetto.
"Fino a quando tutto questo non sarà finito non credo possa esistere un momento di pace, non vero e proprio." Poggiai la mano sul bracciolo del mio sedile, sentendo la sua mano prendere la mia.

Abbassai lo sguardo verso le nostre mani, la mia contornate dagli anelli e la sua ricoperta da un bellissimo tatuaggio.
Sorrisi alzando lo sguardo verso di lui, vedendolo mordersi il labbro inferiore, concentrato sulla strada.

Lasciò la mia mano solo per cambiare la marcia, facendomi sentire stranamente bene.

Appena arrivammo però quella sensazione scomparve, facendo spazio al nervosismo.
Indossai il mio auricolare, cercando di collegarmi con Claire mentre accompagnai Zayn nella sala dove venivano controllate le telecamere.

HARRY'S POV
Appena sentii uno strano rumore provenire sull'auricolare, mi allontanai dal baccano, entrando in un grosso sgabuzzino seguito da Claire.

"Harry?" Mi chiese l'amico, facendomi nominare il suo nome come risposta.
"Allora..." esitò un po', sentendo degli ansimi di sottofondo ed una porta sbattere prepotentemente "ha appena steso un uomo." Mi informò ridendo.

"Sto cercando la stanza dove tengono nascosta la chiave che poi potrà apirci la porta dove tengono tutte le armi." Mi spiegò, nel frattempo controllai la piccola figura di Claire che stava facendo avanti ed indietro, evidentemente nervosa.

"Perfetto, la stanza è libera...è al terzo piano l'ultima porta infondo a tutto il corridoio, è l'unica non illuminata dalla luce." Sentii digitare qualcosa, ordinando a Claire di seguirmi.

"Puoi spiegarmi qualcosa o no?" Brontolò, correndo per raggiungermi mentre salivo velocmente le scale. "Non adesso, non c'è tempo." Mi fermai di scatto, sentendo delle voci di troppo.
"Ma che pal-" posai un dito sulla sua bocca, mimandole di stare zitta.

Mi appiccicai al muro, prendendo il suo corpo ed avvicinarlo al mio, mentre sentivo i loro passi avvicinarsi.
"Dove hai l'arco?" Sussurrai, sbirciando.
"In macchina." Serrai le labbra in una linea sottile, imprecando mentalmente.

"Per quale cazzo di motivo è in macchina?" Cercai con tutto me stesso si non urlare, vedendola con un'espressione colpevole sul volto.
"Andiamo." Corsi sentendo anche i suoi passi farsi più vicini, allontanandoci dai due uomini.

Appena mi ritrovai in quel corridoio camminai verso quella porta, entrando con fin troppa facilità.
"Perché era aperta?" Premetti il pulsante sull'auricola per potermi fare sentire da Zayn.
"Non ne ho idea." Rispose serio.

Con la mano feci capire a Claire di entrare con cautela.
"Dobbiamo trovare una specie di cofanetto con dentro una chiave a forma di serpente." Le dissi chiaramente vedendola annuire, iniziando la nostra ricerca.

Ogni tanto mi voltavo verso di lei per controllare che fosse tutto ok, facendo cadere lo sguardo sul suo sedere. Aveva proprio un bel culo.
"Harry sta arrivando qualcuno." Alzai di scatto lo sguardo, aspettando che mi desse altre informazioni.
"È armato, deve essere un uomo di Blake." Ringhiò "inventati qualcosa, veloce!" Non mi feci prendere dal panico e feci la prima cosa che mi venne in mente.

Mi avvicinai alla ragazza, girandola prepotentemente verso di me.
"Reggimi il gioco e non ribellarti." Dissi a denti stretti vedendola strabuzzare leggermente gli occhi non appena mi catapultai sulle sue labbra dopo troppo tempo.

Chiusi gli occhi, prendendo le sue guance con le mie mani e facendo scontrare il mio bacino contro il suo, sbattendo il suo corpo sul muro dietro di lei.
Le sue mani vagarono per i miei capelli, sentendo tirarli di tanto in tanto.

Sentii solo la porta aprirsi ed una voce maschile, essendo troppo concentrato a baciare la ragazza davanti a me.
Non sentendo però la porta chiudersi, presi le sue mani e le posai vicino ai miei pantaloni, poco sopra la cintura.

Mi staccai per un secondo da lei "toccami." sussurrai al suo orecchio, per poi far scontare nuovamente le nostre labbra, iniziando una vera e propria guerra con le nostre lingue.

Gemetti non appena le sue dita si fecero spazio dentro i miei pantaloni, rimanendo sempre sopra le mie mutande.
Le morsi il labbro inferiore, aprendo gli occhi per vedere la sua faccia per niente contraria a ciò che stavamo facendo.

Le mie mani stavano piano piano scendendo, mettendole nelle tasche anteriori dei suoi jeans per poi stringere i suoi glutei, generando un piccolo sussulto da parte sua.

Staccò la schiena dalla parete avvicinando pericolosamente il suo seno a me, notando i suoi capezzoli trasparire dalla canotta, facendomi capire che non stava indossando il reggiseno.

"Cazzo." Imprecai, allontanandomi leggermente da lei, non prima di averle lasciato un ultimo bacio. Le sue labbra erano gonfie e arrossate, leccandosele non appena sentii la mancanza delle mie.
Mi guardai dietro le spalle verificando che non ci fosse più nessuno nella stanza oltre a noi due.

"Se non fossimo in una cazzo di missione non immagini neanche cosa ti avrei fatto." Continuai a guardarla, non riuscendo a non far cadere lo sguardo sul suo seno.
"Porca puttana Claire." La vidi arrossire, coprendosi inutilmente con le braccia.

"Amico." La voce di Zayn interruppe i miei sporchi pensieri su di lei "anche io voglio essere baciato così." Scherzò. Guardai la telecamera ancora accesa per poi alzare il dito medio verso di essa, generando una sua risata.
"Adesso spengo tutto e cancello le registrazioni. Ci vediamo dopo." Tolsi quella merda che mi stava deformando l'orecchio, riportando la mia attenzione sulla ragazza.

"Cerchiamo questo cofanetto." Disse, voltandosi di scatto ed avvicinandosi alla libreria. Risi vedendola completamente impacciata nel fare le cose.

Dopo una decina di minuti di ricerca feci scontrare il mio piede sul comodino vicino al letto.
"Qui non c'è un cazzo." Affermai, pensando a dove una persona potrebbe nascondere un fottuto cofanetto, sedendomi sul letto estremamente morbido.

Claire mi guardò corrugando le sopracciglia.
"Che materasso è?" Lo indicò, facendomi guardare anche a me verso di esso.
"Di merda." Risposi sincero vedendola trattenere un sorriso mentre alzava gli occhi al cielo.

La sua mano si appoggiò su di esso, facendomi muovere anche le palle.
"È acqua." La guardai con un sopracciglio alzato, cercando di capire quello che stava cercando di dirmi.
"Dammi un coltellino." Presi la piccola arma dalla mia tasca, mettendomi accanto a lei per poi porgergliela, un po' insicuro.

Iniziò a tagliare a metà il materasso, inondando tutta la stanza.
Tolse le inutili lenzuola, dandomi la completa visione di un vero e proprio cofanetto.
Lo prese in mano, cercando di non bagnarsi più di tanto, per poi avvicinarsi nuovamente a me.

"Dicevi questo?" Alzò lo sguardo verso di me. Guardai attentamente i suoi occhi, sorridendo soddisfatto.
"Andiamo a fare il culo a quegli uomini di merda." La incitai, vedendola annuire uscendo dalla camera, non prima di far scontrare la mia mano sul suo sedere.

Si fermò di scatto, voltandosi verso di me con la bocca spalancata.
"Testavo la merce." Alzai le spalle "di nuovo." Sussurrai poi, volendola mettere un po' in imbarazzo.
"Lascio perdere perché ci sono cose più importanti da fare." Rispose, facendosi da parte.

Con la testa mi indicò di andare avanti, porgendomi il cofanetto ed avviandomi nella stanza delle registrazioni.

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