Capitolo 20
Era già da due ore che stavamo tutti aspettando e ancora non avevamo avuto notizie.
Niall era accanto a me, ma ogni tanto si alzava, camminava e si risiedeva, dopo ogni 5 minuti.
"Niall." Lui si voltò di scatto al mio richiamo quasi sussurrato.
"Dimmi." Si ri-sedette dopo la settima volta e mi guardò in attesa della mia voce.
Ma appena provai ad aprire bocca la signorina, che prima ci aveva fatto accomodare, attirò la nostra attenzione con un "potete entrare tre alla volta, mi raccomando con molto silenzio." La ringraziammo e ci organizzamo per le varie visite.
"Io posso anche non entrare se volete..." Non la conoscevo neanche anche se mi sarebbe piaciuto, ma non volevo essere invadente o di troppo.
"Tu entri con me e Harry." Niall era sempre più serio, cosa che mi fece preoccupare...e anche molto.
"Che succede?" Chiesi al biondo, che con il dito mi fece capire che me lo avrebbe detto più tardi.
"Potete entrare." Ci aprì la porta sempre la stessa ragazza che con il suo bellissimo sorrisi sarebbe riuscita a far calmare anche una tempesta. Anche Harry si era deciso e non se lo fece ripetere due volte che mi sorpassò bruscamente, facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Jisel." Sussurrò Niall. Dire che era bellissima era un eufemismo.
I suoi capelli neri e pesanti ricadevano su tutta la sua piccola figura.
La sua pelle era bianchissima e i suoi occhi castano chiaro erano rossi e stanchi.
"Niall." Appena vide il ragazzo i suoi occhi si illuminarono.
Mi tirai un po' indietro insieme ad Harry, sentendomi di troppo in quell'atmosfera di felicità e amore.
NIALL'S POV
Mi avvicinai lentamente guardandola in tutta la sua bellezza.
I suoi occhi si riempirono di lacrime, proprio come me.
"Ciao." Sussurrai sedendomi accanto a lei e prendendole la mano, molto più piccola rispetto alla mia.
La sua pelle era bianchissima e gli occhi stanchi stavano cercando in tutti i modi di non chiudersi.
"Sei stata fortissima." Scossi un po' la sua mano stringendola anche con la mano che prima era appoggiata sul lettino.
"Tu mi hai dato la forza." E dopo questa sua frase piansi ancora più forte, sempre con un dolce sorriso sul viso.
CLAIRE'S POV
Erano così belli e spensierati che avevo deciso di uscire dalla stanza, ma la sua voce delicata mi fece fermare.
"Come ti chiami?" Mi girai lentamente un po' in imbarazzo.
"Claire." La sua faccia cambiò radicalmente, era seria e spaventata allo stesso tempo. Indietreggiai per paura che potesse capitare qualcosa.
"Perché sei qui? Devi scappare!" Si alzò di poco e i suoi battiti accellerarono.
"Jisel calmati." La voce di Harry in quel momento fece spazio in tutta la piccola stanza.
La dolce ragazza entrò preoccupata nella camera aprendo in modo, forse, troppo arrogante. Facendoci spaventare.
"Credo sia il momento di andare no?" La sua voce, che prima era docile e leggera, adesso era dura e quasi superbo.
"Il tempo non è ancora scaduto." Iniziò Niall alterandosi.
"Qui decido io. Dovete uscire." Entrò definitivamente.
Niall ispirò profondamente cercando di non sbraitare in un ambiente non molto adatto a ciò.
"Tornerò domani, dopodomani e ancora-" la ragazza sorrise muovendo la sua mano per fargli capire di avvicinarsi a lei, ciò che fece subito dopo. Prese la sua faccia con le sue docili mani e lo baciò innocentemente, ma con tutto l'amore che una donna avrebbe potuto esprimere.
Nei miei occhi sentivo già le lacrime farsi spazio, ma mi trattenni.
"Stai tranquillo non me ne vado più." Lo accarezzò delicatamente, dopodiché uscimmo lasciando delle occhiatacce all'infermiera che poco prima credevo fosse un angelo. L'apparenza inganna...e anche molto.
Appena fummo fuori i ragazzi ci bombardarono di domande e l'unica risposta che ottennero fu da parte di Harry con un "quella stronza ci ha buttato fuori." Facendomi leggermente sorridere al nomignolo dispregiativo che le aveva dato, pienamente azzeccato aggiungerei.
"Niall ti senti meglio?" Corsi leggermente per poterlo raggiungere dato che rispetto ai ragazzi era più avanti.
"Molto meglio." Mi sorrise e notai quella felicità nei suoi occhi che non avevo mai visto, o almeno, da quando l'ho conosciuto.
"Io non vorrei dire questa cosa, ma la dirò ugualmente." Solo una persona avrebbe potuto dire una cosa del genere e interrompere un momento di pura spensieratezza. Harry Styles.
"Che c'è?" Risposi un po' sgarbatamente, cercando di rimproverarlo solo con uno sguardo che non sembrò colpirlo affatto, al massimo come una carezza.
"Solo io ho capito che lei sa qualcosa in più che noi non sappiamo?" Si indicò, ci guardammo tutti, ma io fermai lo sguardo all'amico accanto a me che, mordendosi il labbro, annuiì espirando dal naso.
"Appena si sentirà meglio le faremo delle domande, adesso no." Le braccia di Niall erano in aria e le sue mani mimarono uno stop.
"Adesso andiamo a mangiare qualcosa perché sennò svengo." Si intromise Louis massaggiandosi la pancia con un'espressione di dolore puro, che mi fece ridere. Quest'ultimo ricambiò avvicinandosi a me e, appoggiando il suo braccio sulle mie spalle, ci incamminammo verso le rispettive macchine diretti verso il Mc Donald.
***
Avevo mangiato troppo, dovevo ammetterlo. Pensai addirittura di chiedere a Liam se fossi potuta andare con lui in palestra il giorno dopo, ma poi pensai al mio comodo letto e tutti i miei buoni propositi andarono in fumo, come la sigaretta che stava appena fumando Harry accanto a me.
"Ragazzi! Attenzione." Louis attirò tutti gli occhi su di se che, in maniera goffa, cercava di parlare dopo aver mangiato mezzo Mc Donald.
"C'è una festa al bar di Miller." Buono a sapersi, se avessi saputo chi fosse.
"Dobbiamo andare. È da troppo tempo che non festeggiamo un po' come si deve." E sinceramente gli davo ragione, ma non ci sarei andata comunque.
"E non fare quella faccia perché verrai anche tu." Mi indicò, ed ingenuamente tirai su il mio labbro inferiore insieme alle sopracciglia e alle braccia.
"Tutti o nessuno." Mi indicò anche Zayn facendomi alzare gli occhi al cielo per poi rispondere con un frustrante "ok" susseguito da urla e applausi e da un piccolo sorriso di Harry, che, a dir la verità, mi fece meravigliare.
"Ovviamente ti porterà a casa il mitico Harry Styles." Comunicò Louis per poi incitare gli amici ad applaudire "e ti porterà alla festa SEMPRE il mitico Styles." Applaudirono nuovamente aggiungendoci dei fischi.
"Mi dovete dei cazzo di favori." Gettò la sigaretta per terra fulminando ognuno di loro e anche se cercava di nascondere quel piccolo sorriso, tutti lo notarono senza problemi.
Dopo dieci minuti ero già in camera a cambiarmi, Harry mi aveva dato venti minuti di tempo, che per i suoi standard era veramente tanto.
Mi guardai allo specchio a figura intera che era attaccato al vecchio armadio, oggi era un bellissimo giorno, una ragazza era appena uscita dal coma e i mi preoccupavo di mostrare le mie gambe?
Fortunatamente avevo fatto la ceretta l'altro giorno, prima di tutta questa confusione, quindi presi il vestito che Sally mi aveva gentilmente prestato.
Era un po' corto per me, ma non importava.
Mi misi solo un po' di mascara ed un rossetto color carne, tanto per non sembrare ancora uno zombie.
Notando però il vestito troppo largo nella parte dei fianchi indossai anche una sottile cinturina nera.
Corsi di sotto entrando nella solita auto nera.
"Non ti cambi?" Gli chiesi sedendomi e sistemandomi il vestito.
"Sembri una bambina di dieci anni." Se la rise facendomi un po' rattristire.
Restai in silenzio. Ci rimasi veramente male, non avevo mai sentito uscire un complimento da quella sua dannata bocca, già non avevo molta autostima...
Sentì un profondo respiro da parte sua, cazzo sospiri?
Il viaggio fu molto silenzioso, a parte il rumore dei nostri respiri e la leggera musica di sottofondo.
Appena parcheggiò mi fiondai fuori entrando immediatamente nel locale.
Il mio sguardo vagava per tutto il locale in cerca dei quattro ragazzi.
Notai una figura familiare che, avvicinandomi, scopriì essere quella di Liam.
"Ciao Claire! Stai benissimo." Si complimentò con me, rigraziandolo successivamente.
"Harry?" Guardò dietro di me in cerca dell'amico.
"Sarà rimasto fuori a fumare." Alzai le spalle guardando in terra.
"Claire! Sei bellissima." Si fermò Zayn quasi incantato, Niall e Louis annuirono al suo commento, facendomi arrossire.
"Vuoi qualcosa da bere?" Mi chiese gentilmente Liam, ordinai un Japanese consigliato da Louis.
Aspettai al tavolo assieme a Zayn che si era messo a parlare con un suo amico.
Non so perché, ma il mio sguardo si incrociò con quello di un'altro ragazzo, che aveva un'espressione a dir poco inquietante.
Senza lasciare il suo sguardo, però, mi appoggiai allo schienale studiando ogni sua mossa.
"Chi stai guardando?" La voce di Harry mi fece distrarre, riportandomi alla realtà.
"Nessuno." Ritornai con lo sguardo sulla pista, notando che quella persona era sparita dal nulla.
Finalmente tornarono i ragazzi con tutte le bibite, brindammo a noi e al futuro.
Il drink non era male dovevo dire la verità, sembrava un po' troppo forte per i miei standard di alcool.
Un'ora dopo, con molta calma, finiì il mio drink e lo posai al centro del tavolo fiera di me. Mi ero veramente superata, al massimo bevevo una lattina di birra intera.
La cosa bella di bere, però, era la pipì. Infatti, svogliatamente, mi alzai chiedendo in giro dove fosse il bagno e, ovviamente, nessuno seppe rispondermi o mi evitarono e basta, credo.
Di solito il bagno era sempre a sinistra e, non essendoci le scale, percorsi tutta la zona sinistra del bar, se così si può chiamare.
Appena trovata la toilette il puzzo di fogna invase tutti i miei sensi, facendomi ricrede sul fatto di fare la pipì.
Ma pensai che non sarei riuscita a tenerla ancora per molto e, con tutto il coraggio e la forza si volontà che avevo, mi preparai per fare i miei bisogni.
Raggiunsi difficilmente i ragazzi, dato che mi immersi in spinte e dichiarazioni disgustose, aggiungerei.
Appena fui abbastanza vicina il ragazzo di poco prima si piazzò davanti a me facendomi balzare all'indietro.
"Tesoro non volevo spaventarti prima." Quel suo atteggiamento mi fece un po' confondere, ma non ci feci caso.
"Il tuo vestito è grazioso, veramente." Si mise una mano sul cuore appoggiando il suo peso solo su una gamba.
"Oh, grazie." Dissi un po' confusa da questo suo approccio molto amichevole.
"Tu mi piaci, proprio a pelle intendo." Indicò entrambi ripetute volte con un'espressione buffissima sul viso.
"No tesoro non fraintendermi, io sono gay." Sorrisi aprendo di poco la bocca anche un po' sorpresa.
"C'è qualche bel manzo dei tuoi amici che posso conoscere? O a tutti piace la-" mi fece il segno, con le sue mani, di un triangolo, non capendo gli chiesi di ripetere.
"La figa dai!" Risi ancora più forte seguita da lui.
"Ma che stupido non mi sono presentato, mi chiamo Matt piacere." Mi porse la sua mano, notando essere ben curata. "Claire." Ricambai. "Ah e no mi dispiace a tutti piace la-" imitai il suo gesto di poco prima, dondolando un po' la testa.
"Tu sei la mia nuova migliore amica." Mi indicò prendendomi a braccetto. Lo portai dai miei amici per poterlo presentare a tutti. Ma nessuno era più a quel tavolo, erano come volatilizzati dal bar.
"Sono spariti." Alzai le braccia facendole cadere sulle gambe.
"Saranno andati a trombare un po'." Mi voltai con un sopracciglio alzato guardando la sua faccia colpevole.
Studiai meglio il suo viso, mentre si guardava attorno. Il suoi capelli marroni corti erano pettinati perfettamente, la mascella era ben definita, ma non riusciì a vedere il colore dei suoi occhi essendo il locale troppo buio.
"Ma quello li lo conosci?" Lo indicò con la testa. Era Harry che stava "parlando" con una ragazza dai capelli rossi. Lei lo stava toccando ovunque e a lui non sembrò dare noia. Sentiì il mio cuore rompersi in mille pezzi a quella visione, non seppi neanche il motivo.
"Si lo conosco, ma non ho voglia di parlarci." Lo guardai mordendomi il labbro inferiore un po' a disagio.
"Io esco." Lo sorpassai ma mi fermò chiedendomi il numero, glielo scrissi direttamente nel cellulare, essendoci troppa confusione per parlare civilmente dato che ci eravamo spostati proprio vicino alle casse.
Dopo che salutai Matt mi incamminai fuori, felice di respirare un po' d'aria.
Mi mancava la mia città, mia zia che non si era fatta più sentire. Appena pensai a lei imprecai in tutte le lingue esistenti nella terra dandomi dell'idiota ogni sei secondi.
Ovviamente provai a chiamarla svariate volte, non ricevendo mai una risposta.
Non mi arresi molto facilmente, ma alla decima volta che scattò la segreteria urlai un "cazzo!" talmente forte che il volume musica in confronto era più bassa di me.
Posai il telefono in tasca sedendomi alla panchina di fronte al bar.
Annoiata pensai alla mia vita passata e alla mia vita del presente e come sarà il mio futuro.
Un gruppo di ragazzi e ragazze uscirono dal bar ridendo a squarciagola.
Anche io avrei voluto vivere una vita così spensierata, senza il pensiero che sarei morta tra qualche mese.
Sospirai appoggiando le braccia sulle ginocchia, guardando le stelle che riempivano meravigliosamente il cielo.
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