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Capitolo 75

In foto: Iris.

"Per Josh,
spero davvero che queste parole non vengano mai lette dai tuoi occhi, che tu non debba soffrire di nuovo per causa mia. In caso questa mia speranza non dovesse avverarsi, allora vuol dire che hai trovato il mio corpo privo di vita, il corpo in cui i nostri due bambini si trovano. È stata una mia scelta egoista, e per questo ti chiedo perdono. Il futuro ormai non ci riserva nulla di buono, e la mia scelta ci porterà ad averne uno migliore, se tutto dovesse andare bene. Ho mandato Misaki indietro nel tempo, se riesce in ogni azione, tu non dovrai leggere questa lettera. Se qualcosa è andato storto, io sarò morta e lei intrappolata nel passato, per questo, devo chiederti un favore. Salva nostra figlia. Trovala e salvala, cercate nuove soluzioni, vivete per me. Ti amo, ti ho sempre amato e sempre lo farò. Non sai quanto fa male scrivere queste parole, se dovessi scegliere di rinascere e dove rinascere un'altra volta, sarebbe sempre accanto a te. Sempre.
Iris"

"Per Dalia,
perdonami. Sarai arrabbiata per vari motivi, mi odierai per non avertene parlato prima, mi odierai per averti lasciata sola e mi odierai per le poche righe che ti scriverò, perché per te non saranno mai abbastanza. Non c'è bisogno che ti spieghi perché lo ho fatto, lo sai già. Tu sai tutto, è come se fossimo collegate, ed in certi momenti ho anche pensato che sapessi cosa stessi per fare. Ti voglio bene, e ti ringrazio, grazie per essermi stata sempre accanto, grazie per aver cresciuto Misaki come se fosse tua figlia per tutti quegli anni. È per questo che ti chiedo un ultimo favore. Salvate Misaki, qualora tu dovessi leggere queste parole vorrebbe dire che il nostro piano non sarebbe riuscito, e mia figlia sarà dispersa chissà dove. Salvatela, salva lei, Dan, Pete e Josh. Avranno bisogno di qualcuno per superare il dolore, e so che tu sarai forte per tutti. Lo sarai perché accanto a te avrai me, e Peter. Voglio bene anche a lui, siete come mio fratello e mia sorella. Voi sarete i più forti, vi prego di aiutare i miei ragazzi.
Iris"

"Per mio figlio Pete, e mio figlio Dan,
non avreste potuto far niente per evitarlo. Non incolpatevi, come sicuramente farà vostro padre con se stesso. È stata una mia decisione, una nostra comorendendo Misaki. Lo facciamo per voi, perché vi amiamo e perchè è l'unico modo che conosciamo per potervi aiutare. Se state leggendo queste righe, esigo che vi affrettiate a cercare Misaki, non concentratevi sulla mia morte. Io sono con voi, vi proteggo e vi amo. Non deludetemi, Pete Lijna è una brava ragazza, sono fiero di te. Dan, sai cosa penso della tua ragazza. Penso che devi andare a salvarla, subito. Siete due ragazzi forti, salvate Misaki, salvate voi stessi e salvate vostro padre.
Iris"
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<<Ho preso la mia decisione>> mia madre stava leggendo un libro nella sua stanza, non la salutai nemmeno entrando, le comunicai la mia decisione in fretta e furia. Avevo paura che se solo ci avessi pensato un secondo di più, avrei cambiato idea.

<<Sono pronta ad ascoltarla>> mi rispose mia madre poggiando il libro sul comodino accanto al suo letto.

<<Lo farò, subito>> dissi con decisione, lei annuì senza mostrare alcuna emozione, forse dentro di sé provava un'immensa sofferenza, come la mia.

<<Sarà meglio che chiuda la porta a chiave>> disse poi dirigendosi verso quest'ultima, girando due volte la chiave.

<<Nessuno è a conoscenza di questo piano?>> chiesi con voce leggermente tremante, osservando i suoi occhi verdi inumidirsi.

<<No, nessuno. Nello stesso momento in cui daremo il via a questo rituale, questo futuro cesserà di esistere. Questo mondo non sarà più un opzione, sarà tutto diverso. In meglio o in peggio. Potrebbe anche darsi che niente cambi, che tu rimanga intrappolata nel tempo e che il mio corpo venga trovato privo di vita in questa stanza. In tal caso, sotto il mio cuscino ho lasciato una lettera per Josh, Dalia e tuo fratello Pete. Ti verranno a cercare, stanne sicura>> disse facendosi forza, le sorrisi annuendo.

<<Ma tu... rimarresti morta>> commentai piangendo, lei annuì lasciando che anche le sue lacrime le rigassero il volto, abbracciandomi subito dopo.

<<Ti voglio bene. Mi fido di te. >> sussurrò al mio orecchio, Tato se ne stava zitto in un angolo ad osservarci, sembrava capire ciò che stava succedendo.

<<I bambini...>> disse poi mamma sfiorando il suo pancione, aveva usato il plurale... Un singhiozzo rieccheggiò nella stanza, non sapevo bene se fosse il mio o il suo, i nostri pianti ormai erano uno solo.

<<È la scelta giusta, non dobbiamo ripensarci>> le sue parole mi fecero tornare lucida, riuscimmo a dare una fine alle nostre lacrime, ricordando il motivo per cui lo stavamo facendo. Per un futuro migliore.

Mamma accese delle candele viola, chiuse ogni tenda e disegnò un piccolo cerchio di petali di rosa attorno a me, pronunciando parole in una lingua a me incomprensibile.

Non potevo parlare, me lo aveva ordinato lei, altrimenti sarebbe andato tutto a rotoli.

Accanto ai miei piedi vi era un coltello affilato, preferii non pensare a cosa sarebbe servito, immaginai che quello fosse solo un brutto sogno, solo un sogno.

Mia madre mi fu davanti poco dopo, continuava a pronunciare quelle parole strane, i suoi occhi ormai erano privi di lacrime, aveva trovato la forza che io faticavo ancora a trovare.

Si chinò verso il coltello, sentii una stretta al cuore, dovevo guardare, lei me lo aveva detto. Per un attimo mi sembrò che anche lei ci stesse ripendando su, fissò la lama e poi me, il suo sguardo sembrava implorare perdono per quello che stavo per vedere.

La lama del coltello attraversò la sua pelle, in direzione del suo cuore, e tutto iniziò a sbiadirsi, non seppi bene se per il mio dolore o se per il rituale.

Il freddo ed il buio mi avvolsero nella loro stretta non appena vidi mia madre morire dinanzi ai miei occhi.

Aveva pronunciato delle parole, chiuso gli occhi e poi si era accasciata per terra, se prima ero leggermente sicura riguardo mia missione, dopo quella scena non lo ero più nemmeno un po'... Se avessi fallito, lei sarebbe rimasta morta. Cosa avrebbe fatto papà nel trovarla in quelle condizioni? Ed i bambini che portava in grembo?

Sentivo ticchiettare delle lancette, l'unico suono che riconoscevo oltre a quello del mio pianto.

Avevo fatto la scelta giusta? Non avevo nemmeno salutato Dan o Lijna... Non dovevo sbagliare, non potevo se volevo incontrare di nuovo tutti. Tato era sparito nello stesso momento in cui tutto era diventato buio, ero sola, sola al mondo.

Quando mi sarei svegliata? Secondo le indicazioni di mia madre, sarei dovuta apparire in una foresta, nel momento in cui lei e papà si sono baciati per la prima volta... Se solo una cosa sarebbe andata storta, anche la mia esistenza sarebbe stata compromessa. Niente doveva andare storto.

Nel buio ad un certo punto comparve una luce, accompagnata dai tipici suoni di una foresta. Era arrivato il momento. Strinsi forte la pietra finta che tenevo tra le mani e mi feci coraggio, dovevo correre più veloce di mio padre e ingannarlo... Non sarebbe stato facile.

<<Ti amo>> sentii dire ad un certo punto, il buio scomparve e mi ritrovai in una foresta senza vita, dinanzi ad i miei genitori.

<<Anche io>>, poco dopo, vidi la lacrima di mia madre toccare il suolo, divenendo una pietra di color verde dalla quale la natura tornò a vivere.

Era il momento, iniziai a correre verso entrambi che mi guardarono sorpresi, gli fui accanto in pochi secondi e riuscii ad afferrare la pietra, correndo nella direzione opposta alla loro.

<<Ladra! Cosa pensi di fare?>> sentii mio padre urlare alle mie spalle, il suo passo veloce mi fece rabbrividire, lasciai cadere la pietra finta e chiusi gli occhi, desiderando con tutto il mio cuore di viaggiare in avanti nel tempo, sperando che funzionasse.

<<Perché non succede niente?!>> pensai ad alta voce, nello stesso momento mio padre afferrò il mio polso facendomi fermare.

Dietro di lui vidi mia madre con il fiatone, tra le mani stringeva la finta pietra e mi guardava perplessa.

<<Chi sei?>> chiese mio padre a denti stretti, non avevo idea di cosa rispondere, fissai mia madre come per chiederle aiuto, mentre sussurravo "ti prego funziona" ripetutamente.

<<Cosa deve funzionare?>> chiese mia madre con voce spezzata, mio padre mi afferrò dal colletto e fece sbattere la mia schiena contro il tronco di un albero, tenni stretta la pietra vera nel tentativo di non farla cadere.

<<Non sono un vostro nemico>> dissi in preda al panico, delle lacrime di rabbia rigavano il mio volto mentre con i piedi cercavo di spingere via mio padre.

<<Non sembra così>> rispose lui, osservando il pugno in cui stringevo la pietra vera.

<<Se solo sapessi chi sono, ti picchieresti da solo per avermi fatto del male>> risposi acidamente, usando la mano libera per tirargli un debole schiaffo sul petto.

Nello stesso momento in cui la mia mano lo sfiorò, sentii me stessa sprofondare nella paura ed involontariamente lo abbracciai, piangendo come una bambina tra le braccia del suo papà, senza contenere il suono delle mie urla.

<<Josh... devi spiegarmi qualcosa?>> chiese mia madre confusa, ai suoi occhi avevo sì e o no la loro età... Chissà cosa stava pensando.

<<Non so chi sia, staccati ragazzina>> disse mio padre cercando di allontanarmi, nel momento in cui si liberò di me, corsi da mia madre, abbracciando anche lei.

<<Almeno qui sei viva>> dissi tirando su con il naso, mi odiavo, odiavo il modo in cui stavo reagendo ma non potevo farne a meno, il piano stava andando a rotoli.

<<Tu... Certo che sono viva>> rispose mia madre rispondendo all'abbraccio, sentii mio padre sbuffare alle nostre spalle.

<<Si può sapere perché vi state abbracciando?>> chiese sconvolto, risi involontariamente, e non seppi perché ma entrambi sorrisero nel vedermi fare ciò, come se fossero rilassati nel non vedermi piangere più.

<<Stai meglio ora? Come ti chiami?>> chiese mia madre accarezzando il mio viso, poco dopo però un rumore ci distrasse, doveva essere il... Signor Hollowbridge?

<<Cazzo...>> disse mio padre avanzando verso il rumore, mia madre si mise in posizione di difesa dinanzi a me... Li avevo appena derubati e mi stavano proteggendo senza alcuna ragione. Erano davvero i miei genitori.

<<Vi salverò, lo giuro>> dissi asciugando le ultime lacrime, mia madre si voltò lentamente, per un attimo sembrò aver quasi capito chi fossi, ma non potei dire altro, la pietra finalmente aveva ascoltato il mio desiderio. Stavo viaggiando nel tempo di nuovo. Questa volta sarebbe stato più difficile, lo sentivo.

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