Capitolo 7
In alto Sarah ed uno dei luoghi di questo capitolo.
Proseguimmo in silenzio fin quando non seppi più trattenermi.
<< Tu lo sai vero? >> chiesi spazientita a Joshua che mi precedeva di qualche passo.
<<Sai cosa?>> chiese senza voltarsi
<<Quello che ho vist.. ricordato>>
Si fermò di scatto e mi fissò severo
<<Non è il momento giusto per parlarne... Iris...>> il suo tono di voce si addolcì pronunciando il mio nome, ed io fui sollevata nel realizzare di non essere sola <<stasera ti verrò a trovare, ora va in camera e rilassati, e ricorda lei non sa nulla>> disse sottovoce per poi riprendere a camminare accompagnandomi in camera.
Marta e Selene sembrarono preoccupate per me, mi abbracciarono e mi riempirono di domande a cui risposi con bugie non molto credibili a giudicare dalle loro espressioni. Di tanto in tanto dovetti contare fino a dieci prima di chiacchierare con Marta, per evitare di chiamarla Dalia e di parlar di cose che lei nemmeno ricorda.
Quando ebbi finito di lavarmi ed aver indossato il miglior pigiama in mio possesso (dato che Josh sarebbe venuto a trovarmi più tardi) mi misi seduta sul letto e cercai di riflettere tra me e me. Mi sembrò chiaro che la nostra terra iniziò a cedere e morire quando io e Dalia perdemmo la vita in quel fuoco; si dice che in tutto questo un talismano abbia il ruolo chiave, quello che ha sigillato la promessa dell'ombra, ovvero, Peter?
Sbuffai ripensando alla profezia.
Arriverà il momento in cui Talia appassirà, ogni fiore morirà e la magia scomparirà. Il pianto disperato di una madre eccheggerà in tutta la nazione, facendo rabbrividire anche il più grande omone. Dall'ultima delle sue lacrime l'ultimo dei nostri fiori nascerà.
In una terra molto lontana un'ombra solitaria si farà strada verso il fiore, e solo se essi si troveranno, solo se il loro amore verrà coronato con il più dolce e nobile dei gesti, solo allora tutti i fiori torneranno a sbocciare e la magia tornerà su Talia, evitando la sua scomparsa.
Il pianto di una madre? Pensai non riuscendo a trovare una connessione con il resto degli avvenimenti. Forse sarebbe stato il caso di ritornare in biblioteca più tardi.
<<A cosa pensi? Da quando sei tornata mi sembri strana>> disse Marta/Dalia porgendomi i suoi appunti di pozioni.
Sorrisi, avendo recuperato la memoria, gran parte degli studi sarebbero stati di gran lunga più facili.
<<Alla profezia... >> risposi sincera,
<<Io ci penso spesso, forse più del dovuto..>> sussurrò lei in risposta, sedendosi accanto a me.
<<E cosa pensi?>> chiesi curiosa,
<<Oh, non mi crederesti mai, finora tutti mi hanno derisa per le mie idee, solo Peter concorda con me..>> le sue guance si tinsero di un rosso acceso pronunciando quel nome.
<<Non siete ancora una coppia, voi due? Secondo me Peter concorderebbe anche su questo>> dissi stuzzicandola, il primo passo per la salvezza era che stessero insieme, no?
<<Oh, non dire sciocchezze! Anche se non mi dispiacerebbe... A proposito! Domani abbiamo nuoto, ci alleniamo in combattimento subacqueo, che qualcuno ci salvi dal non inondare tutto dalla nostra saliva alla vista dei ragazzi a torso nudo!>> disse tutto d'un fiato sorridendo, allora anche Selene che si limitava a scrivere nel suo diario, si unì alla conversazione.
<< Io fossi in te mi preoccuperei delle lezioni... Ho rinunciato alla coda per un motivo, ero la più debole delle sirene e la mia unica scelta fu scappare. Sono esseri dispettosi e molto abili. Noi tre non siamo nemmeno capaci di uccidere una mosca.>> scoppiammo tutte e tre in una fragorosa risata, immaginando tutte le enormi figuracce che ci attendevano il giorno seguente.
Continuammo a parlare fin quando non sentimmo bussare alla nostra porta, fu Marta ad aprire, sorpresa nel vedere Joshua. <<Sei pronta?>> mi chiese senza neanche salutare le altre ragazze, che ora mi fissarono curiose. Lui indossava un jeans grigio, una maglia bordeaux e delle vans nere, una giacca di pelle ed un cappellino grigio come il jeans, solo allora capii che quella di stasera non sarebbe stata una conversazione nei corridoi della scuola, mi sentii imbarazzata nel guardare il mio pigiama.
<<Sarò veloce>> dissi scattando in piedi, afferrando il primo vestito e paio di scarpe che trovai ed andando a prepararmi, Marta e Selene si scambiarono molte occhiate investigatorie. Mi controllai molte volte prima di uscire, il vestito era nero, la schiena era scoperta e la gonna arrivava poco più su delle ginocchia, misi le converse nere di fretta lasciai i capelli sciolti e mi affrettai a raggiungere Josh, sicuramente spazientito.
Afferrai un cardigan nero e salutai le ragazze con un veloce cenno di mano.
<<Sei sempre la solita>> commentò lui nervoso, camminando a passo svelto, facendomi venire il fiatone. <<Dove andiamo?>> chiesi tra un respiro e l'altro. <<Lo scoprirai dopo>>
Lasciammo l'edificio e fui sorpresa nel vederlo aprire lo sportello di una macchina, facendomi cenno di entrare. <<Hai la patente? >> chiesi sorpresa. << Sì, ed ho anche dei tatuaggi ma di questo non sei sorpresa? Bisogna adeguarsi ad i tempi, nonnetta.>> disse sorridendo, in effetti il fatto che ricordasse non implicava un bel niente nell'adattarsi in un'altra epoca, sbuffai entrando in auto.
Quando mi fu accanto e mise in moto, iniziai a tempestarlo di domande.
<<Da quanto ricordi?>> chiesi allora
<<Non ho mai dimenticato>> rispose lui
<<Cos'è successo dopo la... nostra morte? >> chiesi incredula delle mie stesse parole.
<<Peter non mi ha dato retta buttandosi tra le fiamme, non ho fatto in tempo a salvare nessuno di voi...>> Il suo sguardo si posò un attimo su di me triste <<Guidato dalla rabbia feci fuori tutti i presenti, ma il padre di Dal e quello di Pete (era così che chiamava Dalia e Peter) erano già andati via. >>
Non proseguì ed io non seppi fermarmi dal chiedere <<e tu.. Come sei morto? >> rimase in silenzio per un po', poi disse <<Cosa ti fa pensare che io sia morto? >> a quella domanda rabbrividii, non esistono esseri immortali in questa nazione, che diamine sta dicendo? Pensai.
<<Non scherzare>> lo pregai, e lui sorrise di nuovo per poi rispondere <<Non sto scherzando. Non so cosa sia successo, ma ho smesso di invecchiare, ho anche provato a togliermi la vita ma invano. Non seppi se credere alla profezia o meno, cercai allora la prima donna che la pronunciò, una sirena. Ma il mio incontro con lei non portò a nulla se non a innumerevoli insulti da parte sua, mi accusò anche di essere un ladro, quella ha qualche rotella fuori posto...>> si fermò per ridacchiare <<Comunque per caso in televisione vidi un servizio sul college e tra gli studenti che aspiravano ad entrare riconobbi Pete e Dal, allora decisi di venire nella capitale ad indagare, fui adottato dal preside, per le mie "innumerevoli capacità" che gli potranno essere utili>> disse imitando la voce del buffo signore.
<<Deve essere stato orrendo rimanere solo per tutto quel tempo... >> pensai ad alta voce, in fondo io fino a quella mattina non ricordavo niente, avevo avuto un'infanzia serena in compagnia di mia zia, addolorata per la morte di mia madre, ma son due dolori diversi. <<Non sono stato solo, ho avuto molte compagne ed amici in questo periodo. Tutto sommato non me la sono cavata male, ora devo tenere d'occhio quel moccioso di nuovo. >> disse sbuffando con aria divertita, io rimasi in silenzio guardando fuori dal mio finestrino infastidita da ciò che disse. Compagne? Ed io che avevo anche provato pena per lui! L'avevo sempre saputo che i miei sentimenti non erano ricambiati, ma ci rimasi male lo stesso; l'unica cosa che mi sollevò fu pensare che forse mi ero sbagliata su Dalia, forse non era innamorato di lei come pensai all'inizio. Però di nuovo il pensiero di esser stato felice nonostante la nostra, mia "morte" mi fece innervosire di più, portandomi a non fiatare più.
<<Siamo arrivati>> disse e dal suo tono mi parve che stesse trattenendo una risata. Cercai di riconoscere il luogo ma senza successo; non ci ero mai stata. C'era un piccolo ristorante accanto ad un laghetto, era ben illuminato nonostante fosse notte, la vegetazione era scarsa, gran parte della natura era morta, come in tutto il resto della nazione. L'aria era pesante, la mancanza di energia magica pesava anche su essa.
Avrei voluto chiedere perché ci trovassimo lì, ma la mia testardaggine ebbe la meglio e continuai a tener chiusa la bocca, seguendolo all'interno del ristorante.
Una volta entrati la cameriera che ci venne incontro si aprì in un grande sorriso nel riconoscere Josh, che ricambiò il sorriso immediatamente. Era una ragazza molto più alta di me, raggiungeva quasi la stessa altezza di Josh, i capelli rossi come il fuoco, proprio come i suoi occhi. Una demone, indossava una divisa che le stringeva il corpo in modo volgare, cosa che mi fece alzare gli occhi al cielo.
<<JoJo! Quanto tempo! Sei tornato per il solito!?>> disse aprendosi in un grande sorriso, senza nemmeno guardarmi. <<No, oggi sono in compagnia. Magari dopo.. >> aggiunse per poi indicare me con lo sguardo. Il solito? Magari dopo? Questo doveva essere uno dei suoi soliti scherzi, solo che io non lo trovai divertente.
Sbuffai accennando un leggero segno di saluto senza fiatare, guardando subito lontano. <<Perdonala, di solito non è così maleducata. Ci puoi trovare un posto fuori? Accanto qualche albero magari.. >> disse tranquillo, sapevo che con quella richiesta stava tentando di riconquistarmi, e nonostante lo apprezzai, continuai a non rivolgergli la parola.
Arrivati al tavolo ci fu servito un bicchiere di vino rosso ed un cestino con del pane. Il tavolo era lontano da tutti gli altri, sotto un grande ulivo, illuminato da una lanterna appesa ad un ramo di esso, ed al centro del tavolo vi era una piccola candela la cui fiamma danzava con il leggero vento della serata.
Mi persi con lo sguardo nella fiamma, dimenticandomi per un attimo di tutto, pensando alle serate in compagnia di mia zia, a creare pozioni per tener in vita il nostro giardino, e allora capii, era normale che Josh andasse avanti dopo la nostra morte, tutti noi ora avevamo una nuova vita; in un modo o nell'altro.
<<Per quanto ancora hai intenzione di tenermi il broncio? >> chiese Josh ancora divertito. <<Stavo proprio per parlar.. >> <<Ho provato a far riemergere i ricordi di Dal e Pete ma invano, sono molto felice che tu invece ricordi Iris, anzi loro avrebbero anche potuto ricordare, ma se tu non lo avessi fatto... >> si interruppe quando la cameriera ci portò il cibo, ma a me non interessò, ero troppo impaziente di sentirlo finire la frase. Quando la ragazza si allontanò, a mio malincuore lui sembrò aver dimenticato cosa volesse dirmi. <<Quindi... Cosa hai intenzione di fare?>> gli chiesi, e maledissi me stessa per aver ordinato un piatto di gamberoni, non sarei mai riuscita a sgusciarli con coltello e forchetta. Lui mi osservava divertito in quel impresa, poi rispose <<Ho conosciuto un po' di gente in questi anni, come dicevo prima, tra queste c'è proprio quella ragazza lì>> disse indicando la cameriera <<è una demone con un dono speciale, può leggere il futuro, fu lei a dirmi dove andare per trovare la sirena della profezia, mi disse anche che un giorno vi avrei ritrovati. Dopo aver consumato la cena ti farai leggere il futuro da lei...>> rimasi immobile a fissarlo per qualche minuto, quindi "il solito" e "magari dopo" riguardavano questo? Feci rossa sentendomi proprio una stupida, per poi rendermi conto di un altro dettaglio <<Com'è possibile che ti abbia condotto dalla sirena più di 200 anni fa?!>> <<Sshh non urlare, non sono l'unico essere immortale qui... è un dono misterioso ed è bene che nessuno venga a sapere che esseri come noi esistano... E comunque lei lo è, così come quella Sirena>> disse infine quasi seccato.
Finito di mangiare la ragazza ci portò in una casetta non molto distante dal laghetto, non vi era una porta ma una leggera e semi trasparente tenda color lilla, all'interno non vi era un pavimento ma erba, un tavolo era posizionato al centro con sopra una sfera di cristallo. Sembrava proprio uno scenario da film, io e Josh ci accomodammo difronte alla ragazza che disse di chiamarsi Sarah.
Sarah strinse le mie mani tra le sue fissando la sfera che si colorò prima di rosso e poi di nero, proprio come gli occhi di Sarah, le cui pupille scomparvero. Io sentii solo un leggero formicolio nelle mani, osservai Josh con aria interrogativa ma portando l'indice sulle sue labbra mi fece cenno di rimanere in silenzio.
<<Porca Tr... >> esclamò Sarah lasciando andare le mie mani, vidi le nere pupille ricomparire nei sui occhi color rosso. << Non ho potuto vedere molto, il tuo futuro è pieno di incognite, potrebbe cambiare ogni secondo ed in modo drastico: balli sul filo che separa la vita dalla morte ogni giorno e per ora quest'ultima è quella più vicina a te. C'è un mistero da risolvere: sarai in grado di farlo? Sì e vivrai, No e cadrai tra le calde braccia della morte. Domani ci sarà un incontro importante, fa attenzione.>> disse tutto d'un fiato facendomi sprofondare nel terrore assoluto, il mistero da risolvere sarebbe la profezia? E perché proprio io devo risolverla? Pensieri simili affollavano la mia mente <<Cosa succederà e chi incontrerà domani?>> chiese nervoso Josh, Sarah lo guardò torva <<Sai bene che questo non lo posso dire, non posso azzardare e cambiare il flusso degli avvenimenti. Dico ciò che posso e ciò che mi è possibile vedere. Ora andate... >> disse improvvisamente nervosa, quasi ringhiando. <<Non farmi perdere la pazienza... Chi incontrerà?>> disse di nuovo Josh quasi urlando e alzandosi in piedi, sbattendo le mani strette in pugni sul tavolo. <<Non mi piacciono simili atteggiamenti in questo posto, va via ora>> disse anche lei alzandosi e urlando.
Non sapendo cosa fare optai per ascoltare Sarah e mi alzai anch'io dalla sedia, posando la mia mano in quella di Josh. <<Andiamo, ha ragione lei>> dissi con voce ferma, anche se la mia mano tremava leggermente per la paura che i due mi incutevano e per le parole che avevano descritto il mio futuro. <<Ok>> rispose lui stringendo la mia mano calmandosi, per poi lasciare la stanza. Mi sembrò di udire altre parole, per lo più nella mia mente "Dov'è il tuo ciondolo? La pietra verde. Iris, lo sai qual è la forza più grande di tutte? L'am.." la voce nella mia mente scomparve senza finire di comporre l'ultima parola, ma capii comunque.
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