VI. Fatto il misfatto
"Ci sono voluti mesi" declamò James, con aria di importanza "prove fallite, prove esplose, prove che hanno preso fuoco"
"Sulla mia faccia" commentò Peter.
"Ma alla fine ce l'abbiamo fatta"
Ramoso si alzò in piedi, lo sguardo puntato verso un pubblico immaginario.
"Signore" lanciò uno sguardo a Sophie, che stava ridendo sotto i baffi "e signori"
Guardò in modo eloquente i restanti tre malandrini.
"Signori" ripetè, calcando la parola.
Remus lanciò uno sguardo a Sirius, che scrollò le spalle, mimandogli con la bocca un "Assencondiamolo"
Così i tre mormorarono "Lumus" e le loro bacchette si accesero, venendo puntate verso James.
"Signore e signori, ecco a voi la mappa del Malandrino!"
E alzò il braccio destro, dove aveva in mano una pergamena giallognola.
Sophie scoppiò a ridere, battendo le mani.
"Funziona davvero?" volle sapere, alzandosi e avvicinandosi a Ramoso.
Sirius la guardò e ricordò come fosse stato stringerla tra le braccia due mesi prima al ballo di Carnevale.
Da quel momento, tra loro le cose erano diventate un po' complicate.
C'era come un campo elettrico che li separava o li attraeva, Sirius non aveva ancora capito quale delle due.
Non è che non si parlassero, solo che non erano più rimasti da soli.
"Guarda tu stessa" fece Remus, con un sorriso.
Sophie prese la pergamena tra le mani e la studiò.
Poi corrugò la fronte.
"È uno scherzo?" disse "Andiamo, dov'è quella vera? Qui non c'è scritto nulla"
Sirius sorrise.
"Questa è stata una brillante idea del nostro Lunastorta" spiegò "che senso avrebbe avuto avere una mappa per sapere dove si trova ogni persona nel castello se tutti possono rubarcela e sfruttarla?"
"Le avete fatto un incatesimo di occultamento" capì lei.
James tirò fuori la bacchetta e la puntò sulla pergamena.
"Giuro solennemente di non avere buone intenzioni" dichiarò.
Sophie fece un verso sorpreso.
"I signori Lunastora, Codaliscia, Felpato e Ramoso" lesse ad alta voce "sono fieri di presentare la mappa del Maladrino"
Osservò la mappa per un lungo istante, poi li guardò.
"Mi sorprendete ogni giorno di più, ragazzi" mormorò, tornando a studiarla.
Sirius sorrise.
Non aveva mai notato quano fosse morbido il modo in cui le onde dei capelli biondi le ricadevano sul viso a forma di cuore o come arricciasse il naso quando qualcosa la sorprendeva.
Da quando avevano ballato quella sera, gli sembrava di vederla sotto una luce diversa, quasi come se fosse sotto un riflettore.
Oppure l'aveva sempre vista così, solo che prima aveva avuto una benda sugli occhi e non se ne era mai reso conto.
Lei alzò lo sguardo e incrociò il suo.
Vi rimase incatenato per un tempo troppo breve, secondo il parere di Sirius.
James prese poi la mappa, per cui aveva già un attaccamento a dir poco preoccupante, e vi puntò di nuovo su la bacchetta.
"Fatto il misfatto"
"E devo dire che anche le parole per accedervi sono proprio degne di voi" rise Sophie.
Ramoso si lasciò sprofondare nel posto vuoto sul divano accanto a Sirius.
"Io direi che questa mappa va inaugurata" disse.
Sirius sogghignò.
"Pensi quello che penso io?"
Si scambiarono uno sguardo d'intesa.
"Oh no" fece Remus, ormai rassegnato "speravo ve ne foste dimenticati"
"Di che cosa state parlando?" fece Peter, alternando lo sguardo dai due a Lunastorta.
"Solo perchè ora nessuno vi scoprirà non significa che dobbiate farlo per forza" commentò Sophie, seduta sul bordo della poltrona di Remus.
"Invece significa proprio questo" fece James, poi guardò Peter "caro Codaliscia, la Evas ha interrrotto il nostro piccolo scherzetto ai serpeverde. Perciò abbiamo ancora un lavoro da terminare"
"Io non ne so nulla" dichiarò Sophie, alzandosi "e ora me ne vado a dormire"
I quattro le augurarono quasi in coro la buonanotte.
Sulla soglia della porta, Sophie si voltò per un breve istante e guardò Sirius, come se volesse dirgli qualcosa.
Vieni con me.
Ma forse se l'era solo immaginato, perchè poi lei si chiuse la porta alle spalle.
***
"Ti prego" fece nuovamente Lily, da sotto le coperte.
"No" ribadì Sophie "mi dispiace, davvero, ma la risposta continua ad essere no"
La rossa fece un sospiro lamentoso.
"Andiamo" la pregò "hai sempre detto che faresti di tutto per i tuoi amici. Io sono tua amica. Quindi perchè non mi accontenti? Non ti chiedo mai niente!"
Sophie si voltò a guardarla, con le braccia conserte.
Lily era pallida e aveva gli occhi cerchiati di nero, segno che aveva passato la notte precedente in bianco.
Probabilmente aveva preso l'influenza e proprio per questo aveva chiesto all'amica di avvisare Severus che non avrebbero potuto andare in giardino a studiare come avevano concordato.
"Dovresti andare in Infermeria" le disse quindi.
Lily sbuffò.
"Ci andrò fra poco" promise "però, ti prego, avvisa Severus. Non voglio che pensi gli abbia dato buca"
"Vorrei Lily, sul serio, ma tutti sanno che sono amica dei malandrini. E tu sai cosa pensano i serpeverde dei malandrini"
La rossa spalancò i suoi grandi occhi verdi e tirò fuori il labbro.
"Sembri mia cugina quando vuole convincermi a giocare per l'ennesima volta con le bambole" le fece notare Sophie "solo che lei ha sei anni e tu sedici"
"Ma sta funzionando?"
La bionda sospirò, appoggiandosi alla parete della loro camera.
"Purtroppo sono fin troppo buona" ammise "allora, dove ti saresti dovuta incontrare con Piton?"
Lily fece un sorriso di scuse, abbassando gli occhi.
"Nella sua sala comune..." fece "potrebbe avermi detto la parola d'ordine"
Sophie fece tanto d'occhi.
"E i serpeverde lo sanno? Perchè capisco si fidi di te, ma io non attirei così l'ira della mia casata. Devo ricordarti che noi grifondoro siamo i loro acerrimi nemici?"
La rossa fece un gesto con la mano.
"Questa sera cambieranno parola d'ordine" spiegò "E poi Severus è un prefetto"
Sophie sospirò per l'ennesima volta, chiudendo gli occhi.
"E va bene" si staccò dalla parete "ma settimana prossima è il mio compleanno e mi aspetto un incredibile regalo da parte tua"
Lily annuì, facendole un sorriso.
Poi si accasciò di nuovo tra le coperte, mentre Sophie usciva dalla loro camera.
Attraversò una serie di corridoi e scese infinite scale, ma alla fine giunse nei sotterranei del castello.
Fece un respiro profondo e si preparò a dire la parola d'ordine.
È come strappare un cerotto, pensò, veloce e indolore. Prima mi sbrigo, prima posso andarmene.
"Fuoco greco" disse.
Fu quando il passaggio segreto si aprì che successe il finimondo.
I serpeverde che erano davanti a lei un attimo prima, puliti e freschi di doccia mattutina, erano ricoperti di vernice verde.
Sophie si mise le mani sulla bocca, più per impedirsi di ridere che per un vero dispiacere.
A quanto pare i malandrini si erano dati immediatamente da fare con il loro scherzo.
"Tu..." sibilò uno dei Serpeverde, con i capelli scuri.
Doveva essere al settimo anno, perchè sembrava dell'età di Alex.
"Oh no" replicò Sophie "io non c'entro"
"Non mentire" una ragazza dai capelli biondi "chi vuoi che sia stato se non te? E poi come facevi a sapere la parola d'ordine?"
Nonostante fosse lei quella con il corpo ricoperto di vernice verde, squadrò Sophie dalla testa ai piedi.
Se c'era una cosa che faceva ribolire il sangue nelle vene alla giovane Turner era proprio quello: essere giudicata per il proprio aspetto.
Fece quindi per risponderle per le rime, ma Severus Piton uscì dal passaggio segreto, immacolato nella sua divisa verde-argento, e la trascinò via.
"Ti ha mandato Lily, vero?" chiese, una volta lontani.
Sophie annuì.
"Non sta bene" spiegò "e voleva lo sapessi visto che avreste dovuto vedervi"
"Posso vederla?"
Il tono con cui lo disse, le confermò che lui provava qualcosa per Lily.
Non avrebbe mai pensato sarebbe potuta succedere una cosa del genere, eppure sapeva che se la situazione fosse stata invertita e lei fosse stata Severus, mentre Lily fosse stata Sirius, Sophie avrebbe usato lo stesso tono nel fare la domanda.
La stessa sfumatura di affetto, un tipo di affetto che andava ben oltre l'amicizia.
Però doveva spezzare una lancia in favore del serpeverde: era davvero abile nel nascondere qualsiasi emozione dal viso.
Purtroppo lei credeva di essere un libro aperto.
"È ancora in camera nostra" spiegò "ma dopo mi ha promesso che andrà in Infermeria, perciò in quel momento potrai vederla"
Severus annuì.
"Grazie" borbottò "ciao"
Quindi si girò e sparì dietro l'angolo del corridoio, lasciando Sophie da sola.
***
"Avresti dovuto mettere il cappello a forma di leone che ruggisce" fece Sophie.
Remus seguì lo sguardo dell'amica e scosse la testa.
"Di zanne e artigli ne ho abbastanza per quando mi trasformo sai?" replicò.
Lei rise.
Ammirava seriamente l'impegno che Xenophilius Lovegood metteva nell'andare alle partite di Quidditch: essendo di corvonero tifava la sua casata, ma se questa non giocava era un vero fan dei grifondoro.
O, per lo meno, il suo cappello dimostrava questo.
"Non ho mai visto lo stadio così pieno" commentò Sophie, mentre si sedeva sulle tribune accanto a Peter che aveva tenuto due posti per lei e per Remus.
"Questa è la partita decisiva del campionato" spiegò Lunastorta "non succedeva da anni che due squadre avessero gli stessi identici punti durante il campionato. Chi vince questa partita vince la coppa senza discussioni"
Sophie inarcò sun sopracciglio, guardando l'amico con aria ammirata.
"James" si limitò a dire.
Lei annuì, sorridendo.
"Ovviamente"
Si voltò e vide che dall'altra parte dello stadio c'erano striscioni verde-argento ovunque e tutti gli studenti di serpeverde avevano il viso dipinto di quei due colori.
"A proposito di serpeverde" osservò Sophie, voltandosi verso Remus.
Gli raccontò quello che era successo qualla mattina e come loro credessero fosse stata lei a piazzare quei secchi di vernice.
"Dovevate proprio farlo ieri sera?" fece lei.
Remus la guardava dispiaciuto.
"Quei due sono stati infermabili" disse "io e Peter non abbiamo potuto fare nulla"
Poi le mise una mano sul braccio.
"Vedrai che fra qualche giorno nemmeno si ricorderanno di te"
Annuì ma ne dubitava: perdonare non era di sicuro una virtù dei serpeverde.
"Tranquillo" fece poi, sorridendo "me la caverò"
Poi non dissero più niente, perchè la voce di Sirius, cento volte amplificata dal megafono magico, si allargò su tutto lo stadio.
"Benvenuti studenti e professori di Hogwarts!" esclamò "Per questa importante partita, il signor Preside ci ha omaggiato con la sua presenza, quindi un bell'appaluso per Albus Silente!"
Lo stadio esplose.
Sophie rise, perchè le cronache di Sirius erano sempre divertenti, anche se temeva che la McGranitt non la pensasse così.
"E ora veniamo al motivo per cui tutti siamo qui: ecco che le squadre di grifondoro e serpeverde vengono in campo! Ehi, ma è vernice quella sui capelli del capitano Castellan?"
Remus aveva l'aria di voler strozzare l'amico.
"Black" sibilò la mcGranitt "attieniti alla partita, di grazia"
"Ma professoressa" protestò Sirius "stavo semplicemente dicendo che Castellan è più attraente con le punte verdi. Gli danno un'aria da sacco dell'immondizia, vero ragazze?"
Le ragazze sorrisero in un coro di approvazione nei confronti di Felpato, ma non tanto per quello che aveva detto quanto più per lui stesso.
"Non sopporto quando fanno così" borbottò Sophie.
Remus le diede una spintarella, sogghignando.
"No! Non intendevo... oh sta' zitto e guarda la partita"
In effetti la partita era iniziata: i giocatori di entrambe le squadre volavano in sella alle loro scope – "Sai Castellan, riflettevo, devo dire che il verde si intona perfettamente con la divisa" rubandosi la pluffa a vicenda – "Ehi Nott, la pluffa in mano ti dona molto, certo, ma sai dove donerebbe ancora di più? Tra le mani dei grifondoro oppure dirattamente nella tua porta!" – ed evitando i bolidi avversari – "James, dannazione, non esiste solo il boccino! Sta' un po' attento che non ti stacchi la testa, quel bolide! Come pretendi che la Evans si accorga di te se non avrai la testa?".
Alla fine fu James a prendere il boccino d'oro con un giro della morte.
"Potter prende il boccino!" tuonò Sirius, balzando su dalla sua postazione "Grifondoro vince! Prendete questa, serpeverde! Ora i vostri striscioni potete prenderli e metterveli su per il..."
"Per Merlino, Black!" la McGranitt, nonostante non fosse più una giovincella, fece uno scatto incredibilmente agile e gli prese di mano il megafono "Dove sei cresciuto? In una stalla?"
"Veramente casa Black è una villa al numero dodici di Grimmauld Place"
"Era una metafora!"
Nel frattempo la squadra di Grifondoro era scesa dalle scope, venendo raggiunta dagli altri membri della casata che erano sugli spalti.
Tutti abbracciavano tutti, così Sophie si ritrovò a stringere anche qualche ragazzino del primo anno anche se non aveva idea di chi fosse.
Poi vide Sirius che le veniva incontro, probabilmente dopo essersi liberato dall'ira della McGranitt.
Staccò il cervello e lo raggiunse.
L'abbracciò e Sophie trattenne il fiato, stringendolo a sè.
Si sentiva incredibilmente bene tra le sue braccia, come se fosse il posto che le era sempre appartenuto.
Scorse ancora in sella alla sua scopa il capitano dei serpeverde che la guardava con uno strano sguardo, sfiorandosi i capelli sporchi di vernice.
Non sapeva perchè, ma quello sguardo la inquietava.
"È stata una bella partita" fece Sirius, allontanandosi "abbiamo vinto"
Dal suo tono, pareva che non si stesse riferendo solamente al Quidditch.
Sophie non sapeva a cosa si stesse riferendo, ma sapeva che i suoi occhi grigi stavano brillando.
Gli scompigliò i capelli, sorridendo.
"Abbiamo vinto" ripetè.
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