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IV. Maschera


Sophie sospirò, battendo per l'ennesima volta sulla porta della camera dei malandrini.
"Un attimo!" promise James "Ci siamo quasi!"
"Io vi ammazzo tutti" sibilò "lentamente, in un modo atroce e doloroso in modo che poi..."
Alcuni ragazzi del terzo anno, eccitati per le prime uscite ad Hogsmeade, la guardarono confusi.
Lei pensò che di sicuro stessero pensando fosse pazza: dopotutto erano cinque minuti che si trovava lì sul pianerottolo dei dormitori del quinto anno a cercare di far uscire i malandrini dalla loro stanza.
E succedeva così tutti i sabati: Sophie si presentava puntuale in sala comune e si sedeva sulla poltrona rossa, attendendoli.
Dopo qualche minuto, senza che si fossero visti, si alzava e andava a passo di marcia verso il loro dormitorio e cominciava a bussare alla loro porta.
All'inizio in modo calmo e tranquillo, con una pazienza infinita.
Poi anche lei arrivava al momento in cui qualsiasi goccia avrebbe fatto traboccare il vaso.
E quella era una di quelle volte in cui Sophie cominciava a battere insistentemente alla loro porta, sperando di dar loro abbastanza fastidio da costringerli ad uscire.
"Sono ancora là dentro tutti e quattro?" fece Jennifer, scendendo le scale mano nella mano con Alex.
Sophie appoggiò la schiena alla parete, già sfinita.
"Oh si" rispose "appena escono giuro che li strangolo uno ad uno"
"Hanno una specie di regola" aggiunse il fratello "devono essere tutti pronti prima di uscire"
La sua fidanzata rise.
"Quei quattro sono incredibili" commentò.
"E più lenti di una ragazza" Sophie alzò poi la voce "Non capisco cosa debbano fare ancora là dentro!"
"Ci faremo perdonare!" gridò James in risposta.
Lei alzò gli occhi al cielo.
"Ah Sophie" fece Alex, come se se ne fosse ricordato solo in quel momento "non andate da Madama Piediburro, oggi è il giorno peggiore"
Jennifer gli diede un pugno sul braccio, con affetto.
"Oh andiamo, non è così male quel posto" disse "ti ricordo che mi ci hai portata al nostro pirmo san Valentino insieme"
Alex allargò le braccia.
"Appunto per questo non ti ci ho più portata!" replicò "Sono un bravissimo fidanzato, vedi?"
Inizialmente Sophie non aveva capito di cosa parlasse il fratello, poi una lucina si era accesa nel suo cervello.
Era il quattordici febbraio.
"Oh per Merlino" mormorò "non ricordavo che oggi fosse san Valentino"
"Peccato per questo brutto tempo" osservò Jennifer, lanciando un'occhiata alla finestra che si vedeva ai piedi della scale "penso verrà un bell'acquazzone"
"Ed ecco che torna il mio lato previdente" aggiunse Alex, guardando la ragazza "noi non andremo ad Hogsmeade sotto la pioggia"
Gli occhi azzurri di Jennifer brillarono.
"Ah no?" fece "E dove andiamo?"
Lui le diede un bacio.
"Sorpresa"
"Mi piacicono le sorprese"
Sophie distolse lo sguardo, un po' in imbarazzo.
Jennifer sembrò notarlo, perchè quindi si avvicinò a lei e l'abbracciò.
"Ci vediamo stasera" le sussurrò "oh e Sophie? Credo che oggi sia il giorno giusto per dichiararti a chi sappiamo noi. È il giorno degli innamorati"
"Non ci penso neanche" borbottò lei, dopo che l'altra si fu allontanata.
Alex fece per seguirla giù per le scale, ma prima si voltò verso la sorella.
Le fece un gesto esplicito indicando la stanza dei malandrini e poi mimò due persone che si baciavano.
Sophie gli corse incontro probabilmente per picchiarlo, ma lui, svelto, scivolò giù per le scale.
"Ti prenderò, Alex, poi giurarci!" gli gridò dietro.
Poi si voltò e si prese un colpo perchè Sirius era proprio davanti a lei.
Immaginò di essere arrossita, ma fece di tutto per darsi un contegno.
Si schiarì la voce e fece un passo indietro, incrociando le braccia sotto il seno e fissando i malandrini.
"Era ora!" esclamò.
"Scusa, Sophie, sono impossibili questi due" Remus le indicò James e Sirius "Non hai idea di quanto siano lenti a prepararsi"
"Ehi! Ti ricordo che in bagno ci sei stato tu negli ultimi dieci minuti!" obiettò James, colto sul vivo.
"Ci credo! Lo avete monopolizzato voi due non appena vi siete svegliati!"
"Questo perchè-"
"Sapete una cosa?" intervenne Sirius mettendosi in mezzo ai due "Credo che se non andremo subito ad Hogsmede, Sophie ci schianterà"
"Ottima osservazione" fece lei "anche se gli schiantesimi verrebbero meglio dopo una buona Burrobirra"
"Sì!" esclamò Peter "Andiamo dai Tre Manici di Scopra, vi prego"
Remus sorrise e annuì, facendo segno a Sophie di scendere le scale per prima.
Lei rise e lo prese a braccetto, scendendo con lui.
Per fortuna aveva smesso di nevicare verso la fine di dicembre, pensò mentre uscivano da castello, altrimenti sarebbe stato problematico proseguire fino all'unica citta completamente magica della Gran Bretagna.
A Sophie non piaceva la neve, una cosa strana da dire se ci pensava, ma era così: forse erano i geni greci di sua madre, dopotutto in Grecia era raro nevicasse.
Mentre camminavano lungo il sentiero videro molte coppie che passeggiavano tenendosi per mano, più affettuose e dolci che mai.
"Odio san Valentino" fece lei.
Remus, ancora al suo fianco, rise.
"È una festa romantica" le disse.
Sophie fece una smorfia.
"È una festa inutile" lo corresse "voglio dire, perchè solo un giorno dell'anno la gente deve essere più affettuosa che mai? Io penso che se ami una persona glielo dimostri ogni giorno"
Lui fece un sorrisetto, come se la sapesse lunga.
"Che c'è?" chiese lei, imitandolo.
"Oh nulla" ripose Remus, noncurante "mi chiedevo se per caso non stessi pensando a qualcuno in particolare"
Sophie lanciò un'occhiata agli altri tre che camminavano davanti a loro, chiacchierando.
Come se si fosse reso conto che lei stava pensando a lui, Sirius si voltò e incrociò il suo sguardo.
Sophie distolse in fretta gli occhi.
"Certo che no" mentì "a chi avrei dovuto pensare?"
Remus scrollò le spalle, ma il sorriso non voleva saperne di andarsene dal suo viso.
Fu in quel momento che lei capì che lui sapeva tutto.
Non aveva idea di come avesse fatto, forse perchè la conosceva quasi meglio di se stessa essendo la sua migliore maica, eppure era così.
Remus aveva capito quello che Sophie provava per Sirius.
"Voglio solo dirti che io ti starò sempre accanto" le disse, quasi in maniera enigmatica "qualsiasi cosa accandrà, tra noi non cambierà nulla"
Lei si voltò a guardarlo e un sorriso spontaneo le spuntò sul viso.
"Sei il mio migliore amico, Rem" gli disse.
"E tu la mia"

***

"Qui il tempo si sta facendo sempre peggiore" commentò Remus.
Sophie, con ancora il sorriso sulle labbra per un battuta che aveva fatto Sirius, si sporse verso la finestra.
Sentiva in sottofondo le altre poche persone presenti ai Tre Manici di Scopa che chiacchieravano e per la maggiore erano adulti che vivevano già ad Hogsmeade.
Effettivamente le nuvole scure si stavano avvicinando sempre di più.
"Qualcuno di voi ha un ombrello?" fece Sophie tornando a guardare i malandrini.
Loro le sorrisero angelicamente, facendole intendere che si aspettavano l'avrebbe portato lei.
"Allora credo che ci converrà tornare al castello prima di diventare tutti pulcini bagnati" disse.
Perciò si portò alle labbra il suo boccale di Burrobirra e ne bevve fino all'ultimo sorso.
Si alzò insieme agli altri e si infilò il cappotto, lasciando un galeone sul tavolo.
"Andiamo?"
Insieme agli altri uscì dal locale, venendo subito investita dal freddo vento scozzese.
Rabbrividì nel suo cappotto e si portò un mano al collo.
E toccò la sua pelle nuda.
Oh no, pensò proprio mentre sentiva una goccia di pioggia caderle sul viso.
Si fermò di botto, mentre vedeva gli altri quattro aumentare il passo.
"Ragazzi?" li fermò.
"Che succede?" fece Remus "Sta per diluviare!"
"La mia sciarpa" spiegò Sophie "l'ho dimenticata dai Tre Manici di Scopa"
Un tuono scosse il cielo terso.
"E non puoi riprenderla un'altra volta?" chiese Peter, timidamente.
Lei scosse la testa.
"Apparteneva a mia nonna" disse "è l'ultimo regalo che mi ha fatto prima di..."
Le si spezzò la voce.
"Voi andate al castello" disse Sirius, facendo un passo verso Sophie "io resto con Sophie"
Gli altri fecero per protestare, ma il giovane Black li convinse che non avrebbe avuto senso ammalarsi tutti e cinque, stranamente aiutato da Remus che riservò un'occhiata significativa a Sophie.
Ormai la pioggia scendeva incessantemente mentre i due correvano verso il locale.
"Non ci posso credere!" eslcamò Sophie, guardando la scritta "chiuso" sulla porta dei Tre Manici di Scopa "Madama Rosmerta ha chiuso come un lampo! E ora come facciamo?"
"Odio la pioggia" borbottò Sirius, mentre lanciava uno sguardo alle nuvi scure "e questo era un cappotto nuovo"
"Be' se esiste un incatesimo per non bagnarsi dalla pioggia io non lo conosco!" esclamò lei, voltandosi a guardarlo piccata.
Lui le puntò un dito contro.
"Ti ricordo che sarei potuto andare via con gli altri e lasciarti qui da sola" osservò.
Sophie sospirò, passandosi una mano tra i capelli bagnati.
"Hai ragione, scusa" mormorò "è solo che... è l'unica cosa che mi rimane di mia nonna"
Sirius la guardò, comprensivo, e annuì.
Poi i suoi occhi brillarono.
"Ascolta" disse "non ha senso stare qui sotto la pioggia e aspettare. Andiamo alla Stamberga Strillante, lì almeno staremo all'asciutto. Quando finirà di piovere torneremo alla ricerca della tua sciarpa"
Le porse la mano e lei l'accettò.
Nonostante la pioggia, era calda.
Corsero fino alla casa abbandonata, dove da qualche anno erano nate voci che dicevano fosse infestata.
In realtà, i rumori che gli abitanti del villaggio sentivano nei giorni di luna piena erano prodotti dalle trasformazioni di Remus.
Quando aveva rivelato ai malandrini la verità su quelle notti in cui spariva, aveva spiegato che Silente aveva fatto piantare il Platano Picchiatore nel giardino di Hogwarts, nascondendo un passaggio segreto che portava direttamemte alla Stamberga Strillante.
"Sicuro che la struttura non crollerà?" domandò Sophie, una volta dentro.
Le ante del pavimento fecero un rumore poco rassicurante.
"Sicuro" rispose Sirius "se resiste a Remus versione lupo mananaro può resistere a due adolescenti"
Lei riuscì a fare un sorriso, mentre si toglieva il cappotto ormai fradicio.
Vide i segni di artigli sulle pareti e rabbrividì, dando la colpa la freddo.
Quando guardò Sirius si pentì subito di averlo fatto, perchè lui era davvero bellissimo.
I capelli bagnati gli si stavano arricciando intorno al viso e gli davano un non so che di affascinante.
Era seduto con la schiena appoggiata alla parete, mentre cercava di strizzare il suo cappotto scuro.
L'ennesimo tuono scosse il cielo.
"Hai freddo?" le chiese ad un tratto.
Sophie si strinse le braccia intorno al busto, rabbrividendo.
"Un po'" disse.
Sirius allarcò le braccia.
"Forse se venissi a sederti vicino a me potremmo scaldarci a vicenda" propose.
Lei era sicura di essere arrossita.
Fece per dire qualcosa ma, immaginando che le sarebbe uscito un balbettio, decise di rimanere in silenzio, andando a sedersi accanto a lui.
E scoprì che era vero: un senso di calore le aveva scosso il corpo come un fulmine.
Sirius le passò un braccio sulle spalle, attirandola più vicino a sè.
Sophie gli posò la testa sulla spalla, pensando a quante volte avesse fantasticato su una situazione del genere.
"Va meglio?" sussurrò lui.
Lei annuì.
"Bella giornata di san Valentino, non trovi?" ironizzò Sirius.
Sophie rise.
"Per te deve essere un duro colpo" disse "l'anno scorso sei sparito a san Valentino"
"E vuoi sapere dove sono andato?"
Lei scrollò le spalle.
"Tu vuoi dirmelo?"
Sirius rimase in silenzio.
"Credo che Frank Paciock abbia una cotta per te" esordì dopo un po' lui, completamente senza una ragione.
Sophie si mise dritta e non potè evitare di scoppiare a ridere.
"Che c'è?" fece Sirius "Dico quello che vedo"
"E allora sei cieco, Felpato, perchè è chiaro che Frank abbia occhi solo per Alice Prewett"
"Se lo dici tu"
"Lo dico io"
Entrambi si guardarono e scoppiarono a ridere.
Una ciocca bagnata di capelli le cadde in volto, così Sirius si sporse in avanti e gliela scostò.
Sophie continuò a guardarlo, come ipnotizzata.
Per la prima volta notò che i suoi occhi non erano completamente grigi, ma intorno alla pupilla tendevano al colore del vetro.
Lui doveva star studiando allo stesso modo gli occhi di lei, perchè ciò che disse la fece sorridere.
"Hai delle pagliuzze dorate negli occhi" disse, come se stesse pensando ad alta voce.
"Sono l'unica cosa che mi piace dei miei occhi, a dire il vero" fece.
"Perchè?"
Lei scrollò le spalle e tornò a sedersi vicino a lui, posandogli di nuovo la testa sulla spalla.
"Tutti hanno gli occhi marroni" disse "è un colore così comune"
Sirius intrecciò le sue mani con quelle di lei, cominciando a giocarci.
"Invece io credo che siano gli occhi migliori"
"Disse il ragazzo che ce li ha di un colore più che raro"
Sentì la sua risata vibrare nel petto.
"Parlo sul serio!" protestò "Gli occhi marroni posso nascondere qualsiasi cosa e poi sono estremamente misteriosi"
Anche i tuoi occhi mascherano ciò che provi, pensò lei, vorrei che ti aprissi con me. So che nascondi un grande dolore.
"Grazie Sirius" disse, dopo un po'.
Sophie guardò fuori e si rese conto che aveva smesso di piovere.
"Di cosa?" chiese lui.
"Di essere rimasto con me"
Si sporse in avanti e gli diede un bacio sulla guancia.
Esitò un solo istante in cui i loro sguardi furono incatenati, poi si alzò e gli porse la mano.
"Andiamo a recuperare ciò per cui ci siamo fatti un bel bagno?"

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