03
Alex lanciò il sassolino che rimbalzò sulla superficie ghiacciata del lago.
"No non verrò, ho messo svariati km tra me e quel funerale, tra me e colei che mi avevi promesso di non nominare più..." borbottò lanciando un nuovo sasso contro la superficie di ghiaccio che stavolta si incrinò.
"Non sono un mostro se non riesco ad affrontare questo... John mi comprenderebbe... O forse mi sta ancora odiando dall'altro mondo..."
Prese il sasso più grosso e lo lanciò via con tutte le sue forze mandando in frantumi la superficie ormai incrinata. "Facile distruggere qualcosa di già rotto..."
Alex sobbalzò, alle sue spalle apparve Rose.
Lei gli si sedette accanto, i lunghi capelli ramati legati dietro la testa. "No, non sei un mostro, perché se lo sei tu, lo sono anche io"
...
Alex avanzò oltre la soglia seguendo l'amica e guardandosi attorno, ricordava quella casa.
Del tempo che vi aveva passato quando erano entrambi ragazzini e la nonna di Rose preparava loro la cioccolata calda e torta al limone per addolcire i loro giochi.
Notò la valigia ancora chiusa vicino al portaombrelli, anche lei si era rintanata tra le montagne per evitare il funerale di John?
Rose gli porse un bicchiere colmo di frullato di frutta.
Alex la osservò con un mezzo sorriso a cui lei rispose divertita.
"Lo so, avresti preferito della cioccolata calda..."
"Con questo freddo..."
Rose gli mise in mano in bicchiere "Spiacente niente dolcetti per te, questo passa il convento. Non sono brava come mia nonna a cucinare..."
Alex sorseggiò il frullato e attese in silenzio che le domande di entrambi prendessero forma.
"Quindi Karen ha compreso a chi apparteneva il tuo cuore?"
A quelle parole ad Alex andò di traverso il frullato e poggiò il bicchiere tossendo.
"Le avevo chiesto di sposarmi, eravamo andati a vivere assieme... Il mio cuore era suo, ma io ero noioso e vecchio... E lei lo ha distrutto. Un cuore che già sanguinava da quando John lo ha spezzato. Credevo fosse il mio migliore amico ma quando gli ho chiesto di farmi da testimone lui ha detto di no..."
Rose lo ascoltò in silenzio.
"Anche tu non saresti venuta vero?"
"No!" sussurrò Rose poggiando il bicchiere sul tavolo.
Il respiro affannoso di Alex era la sola cosa che spezzava il silenzio.
"Credevo che entrambi foste miei amici..." ansimò Alex sentendo le lacrime bruciare.
Quando Rose poggiò la mano sul suo braccio si ritrasse di scatto facendo cadere a terra il bicchiere.
"Noi siamo tuoi amici, non potevamo assistere alla tua sottomissione, all'imprigionamento del tuo spirito. Karen non ti amava e per tua fortuna lo ha compreso prima che fosse troppo tardi per entrambi..."
Alex premette le mani contro il viso e quando Rose lo abbracciò non si ritrasse. "Ricordi l'ultima volta che ti sei sentito pienamente felice? Quando ancora credevi di poter realizzare i tuoi sogni?"
Alex deglutì "Non lo so Rose... Davvero non ricordo... Non sogno da davvero così tanto tempo, sto crescendo, forse i sogni devono esser messi da parte. Io ci ho provato, ho assecondato tutte le richieste di Karen. Ho scelto un lavoro vero e non ho inseguito il mio sogno di scrivere, ho preso una casa con lei, volevo sposarla come lei desiderava... Ho fatto tutto quello che mi ha chiesto e alla fine se ne è andata comunque..."
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