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La mia seconda giornata alla USC non era stata particolarmente interessante, si era suddivisa tra giro di ricognizione del campus con Kay, e Netflix dopo cena. Durante la perlustrazione cercai principalmente le aule dei corsi che sarebbero poi iniziati l'indomani, dopo la cerimonia di apertura delle matricole. Per accedere alle aule si doveva percorrere un lungo corridoio, collegato alla sala principale. La struttura in cui si sarebbero svolte le lezioni era nettamente più grande del mio dormitorio, con minimo cento aule, tutte adornate similarmente, con tavoli in legno di ciliegio, riverniciati di una tonalità più scura per dare un tocco di raffinatezza all'ambiente. Tutti rivolti verso la grande cattedra del professore, alle cui spalle erano collocate due lavagne, una classica bianca a pennarelli e una digitale. Ciò che mi interessava vedere in oltre, era la zona "sportiva". Fu solo grazie alla borsa di studio, che ottenni nella mia vecchia scuola per i miei ottimi tempi nella corsa, che sono potuta venire in questo College, oltre che per i buoni voti. La pista su cui mi allenerò per quattro giorni alla settimana era a cinque minuti a piedi dalla sede delle aule, affianco al campo di football. Spero che durante gli allenamenti non mi arrivi qualche pallonata in faccia.

Oggi invece, precisamente tra mezz'ora, avrà inizio la cerimonia di apertura per le matricole nell'aula 21. Io e Kay ci eravamo svegliate un'ora fa, tempo di lavarci entrambe e vestirci.
Era una giornata particolarmente calda, non che negli scorsi due giorni non abbia fatto un caldo tremendo, ma oggi ancora di più. Optai  per una camicetta nera in tulle, a maniche corte, trasparente con alcuni ricami floreali, al quale sotto aggiunsi una canottiera nera in modo da lasciar intravedere solo le braccia e un po' di scollo. I jeans blu chiaro danno un po' di colore tra la camicetta e le mie Buffalo nere.
Preso lo zaino e il cellulare uscimmo dalla stanza. Il corridoio brulicava di studenti, visibilmente euforici per la cerimonia.
- C'è davvero moltissima gente. Senza contare che ci sono altri tre dormitori come questo, con in aggiunta gli studenti che vivono al difuori del campus. - dissi, guardando la folla dirigersi verso le scale del dormitorio.
- Vero. E guarda anche quanti bei fighi. - disse Kay con sguardo ammiccante. Scoppiai a ridere per la sua faccia strana.
L'aula  prevista per il ritrovo era decisamente grande il triplo delle altre. Anche qua, l'elemento prevalente era l'odore di libri vecchi.
Prendemmo posto in una delle file centrali della stanza, nel quale erano state messe delle sedie nere pieghevoli.
- Kayla! Ti ho trovata finalmente. - una ragazza alta, con i capelli rossi si avvicinó a noi sorridente.
- Oddio Nataly da quanto tempo! Speravo proprio di incontrarti. - disse alzandosi di scatto facendomi sobbalzare. Si scambiarono un abbraccio caloroso. - Voi del secondo anno non avete lezione ora? -
- No oggi no, il rettore non voleva creare scompiglio con le matricole, però non potevo non venire a cercarti. -
- Ah, Nataly, lei è Alison, la mia coinquilina. - disse accennando dalla mia parte con la mano.
- Piacere di conoscerti, Alison, sono Nataly. Un'amica di vecchia data di Kay. - mi rivolse lo stesso sorriso amichevole che aveva sfoggiato con Kayla.
- Piacere mio, Nat... -
- Buongiorno studenti! - una voce squillante fece capolinea nelle mie orecchie, facendomi sobbalzare prima che potessi finire la frase. Un uomo di mezza età con i capelli brizzolati entrò nella stanza a passo svelto. Portava un completo grigio chiaro e una cravatta bordeaux, si notava l'ottima qualità anche da lontano.
Aveva l'aria molto autoritaria, non mi stupisce sia diventato rettore.
Kay si sedette di nuovo, facendo cenno a Nataly di accomodarsi vicino a noi.
- Quest'oggi, ha inizio un nuovo anno scolastico qui alla USC, per voi ancora più importante in quanto primo. Sarà vostra discrezione dare una buona impressione di voi stessi, con tutto il corpo docenti. Questa scuola non è stata fondata solo a scopo formativo didattico, ma è soprattutto luogo dove si impara il rispetto dei valori umani e civili, fondamentali per diventare, un giorno, cittadini rispettosi delle regole e degli altri.- prese una pausa per schiarirsi la voce e riprese il discorso con aria ancora più seria. - Qui non sono tollerati comportamenti scorretti e offensivi verso il nome della nostra Università. Atti vandalici o di bullismo saranno immediatamente segnalati a me. Le lezioni avranno effettivamente inizio domani mattina, alle otto, per oggi avete la giornata libera.
Detto ciò, auguro a tutti voi studenti un ottimo inizio anno scolastico, per ogni tipo di informazione rivolgetevi al forum sul nostro sito o alla signorina McGuler. - disse voltando la testa verso la segretaria bionda, che mi aveva accolta il primo giorno. Lei ricambiò lo sguardo e gli rivolse un sorriso cordiale. L'uscita del rettore dall'aula fu accompagnato da un applauso scrosciante e qualche fischio, anche se probabilmente, quest'ultimi erano indirizzati alla segretaria.

Si erano fatte precisamente le nove e mezza, quindi proposi a Kay e Nataly di cercare un bar dove fare colazione, stavo letteralmente morendo di fame, probabilmente il brontolio della mia pancia si sentiva fino alla fine del corridoio. Nataly si offrì come  guida per i locali, che si trovavano all'esterno del campus. C'era l'imbarazzo della scelta, per quanto riguardava i bar, ma optammo per una piccola caffetteria all'angolo della strada, "Starlight".
A detta di Nat, era un bar molto frequentato dagli studenti. Le due vetrate che occupavano gran parte delle pareti del negozio, donavano molta luminosità all'interno, facendo risaltare ancora di più le pareti bianche del locale. Di fronte alla porta di entrata, c'era il bancone del bar, illuminato al suo interno da dei led color Tiffany, abbinati ai piccoli paralumi dei lampadari a soffitto. Alla destra del bancone, c'era un gradino che porta ad una saletta con dei tavolini bianchi in legno, con centrotavola floreali.
Il bancone sfoggiava una vetrina piena zeppa di ciambelle glassate, brioches e crostate. Solo a guardare mi era venuta l'acquolina. Scelto il tavolino e deciso cosa ordinare, chiamammo la cameriera, che prese le comandi. Io dovevo assolutamente assaggiare la crostata pere e Nutella che avevo adocchiato appena entrata.

- Dio che buona. - disse Kay, guardando la mezza ciambella che le era rimasta.
- Anche questa torta è a dir poco ottima. - ed era vero. Assomigliava molto alla torta che ci faceva la mamma.
- Ve l'ho detto che era un buon locale. Soprattutto perché non è frequentato da quei cafoni della squadra di football. - disse Nataly sorseggiando il suo caffè al caramello.
- Perché cafoni? -
- Perché passano per i corridoi come se fossero i re della scuola. Sì, certo, sono bravi in quello che fanno, però nessuno li autorizza a pavoneggiarsi in quel modo. Non hanno rispetto per nessuno, sono degli sballati. - disse Nat con faccia indignata prima di fare una breve pausa. - Alcol, droga, feste. Le ragazze per loro sono monouso. -
Non mi stupiva come cosa, anche nella mia scuola, la squadra di nuoto era portata su un piatto d'oro.
- Per non parlare del loro miglior attaccante, Ethan Foster. È solo al secondo anno, eppure da quando è arrivato in squadra è diventato il leader del gruppo. Non che prima fossero santi, ma da allora sono ancora più intoccabili. Il padre di Foster è il proprietario di una famosa compagnia assicurativa, non che grande amico del rettore. -
- In pratica li lascia a ruota libera per non creare diverbi con la famiglia di Foster. - dissi tra me e me. Chissà che tipo era questo Ethan.
- Esatto. -

Al ritorno dalla colazione Kayla e Nataly si diressero ai dormitori, la mia coinquilina voleva esibire i suoi poster eccentrici all'amica. Io invece avevo altri programmi, come per esempio informarmi se il coach della squadra di corsa fosse già a scuola o se le sue lezioni iniziassero domani come le altre.
Per fortuna Lidia, la segretaria, mi diede buone notizie. Il coach Cooper sarebbe dovuto essere nel suo ufficio per sistemare alcune carte.
Le indicazioni mi portarono quasi alla fine della zona est dell'edificio, dove una porta rossa dava decisamente nell'occhio. Bussai dopo qualche secondo e una voce profonda mi invitò ad entrare.
- Buongiorno, sto cercando Mr. Cooper. - dissi indugiando sulla porta.
- Ciao cara, coach Cooper in persona, entra pure. -
Seduto alla scrivania, sommerso da scartoffie, c'era un uomo di mezza età, biondo, con un accenno di barba, aveva i lineamenti di un uomo dell'est. Quando si alzò per venirmi in contro, rimasi a bocca aperta. In altezza sarà stato come minimo due metri.
- Scusi il disturbo, se non le spiace  vorrei chiederle il programma di allenamento per la squadra di corsa. -
- Sí, certo, dovrei avere una copia già pronta. - si mise a frugare in mezzo ad alcune cartellette, dal quale ne estrasse un foglio. - Ecco a te cara. Sei Alison Dawson? - sì, era sicuramente dell'est Europa, il suo accento era molto particolare. Sembrava una persona molto gentile.
- Sì, signore. -
- Benissimo, ti stavo aspettando signorina Dawson. Astro nascente della Mountain Point High School di Phoenix. Quando ho visto l'elenco delle richieste di iscrizione per la squadra delle mie ragazze, ho notato che quest'anno tra le matricole sei stata solo tu a fare richiesta, così ho deciso di fare qualche ricerca su di te. Complimenti per gli ottimi tempi, Alison. - disse sfregandosi la barba con la mano
- Grazie mille, signor Cooper. -
- Per te ora sono il coach Cooper, sei nella squadra. - disse sfoggiando un largo sorriso. - Ma sappi che i tuoi tempi da ora saranno la base da cui partiremo. Avremo molta strada da fare, se vorrai migliorare.
Mi piacerebbe  farti partecipare alle gare di istituto il prima possibile, ma devi mostrare il tuo impegno nella corsa. -
- Certo, coach Cooper, sarà fatto. La ringrazio per avermi accolta nella squadra. - gli rivolsi il sorriso più solare che potessi fare.
- Una nuova ragazza che sfilerà correndo in pantaloncini attillati e culo all'aria, affianco al nostro campo? - una voce da dietro richiamó la mia attenzione e quella del coach, che fece subito scomparire il volto sereno di pochi minuti fa.
- Foster, cosa vuole. - disse con tono asciutto.
Appoggiato alla porta dell'ufficio, si stanziava un ragazzo molto più alto di me, ma non quanto il coach Cooper, fisico visibilmente scolpito, anche da sopra la maglietta, il viso era squadrato nei punti giusti, incorniciato dai capelli castani ben curati. Ma ciò che colpiva maggiormente, erano i suoi grandi occhi verdi.  Talmente penetranti che, dopo un po' che li guardavi, sembrava potessero leggere l'anima.
Non mi stupivo di tanta arroganza, doveva essere abituato alle adulazioni delle ragazze.
- Wow, questa è di un'altra classe. Si è superato quest'anno, coach Cooper, complimenti. - un sorriso arrogante e malizioso gli spuntò sulle labbra, mentre mi squadrava da testa a piedi.
Questa.
Prima che potessi insultarlo, il coach prese parola.
- Non lo ripeterò di nuovo, cosa ci fa qui? E per lei sono il signor Cooper. -
- D'accordo, mi scusi, signor Cooper. - disse alzando le mani in segno di resa. - Il coach Hamilton vuole parlarle. -
- Riferisca ad Hamilton che arrivo tra cinque minuti. Ora può andare. - certo che quando non sorrideva, metteva davvero in soggezione. Immagino non sia un bello spettacolo vederlo infuriato.
- Sissignore. - disse Ethan con aria divertita, prima di andarsene, congedandomi con un occhiolino.
Bleah. Aveva ragione Nataly, quando diceva che esercitava un certo potere su tutta la scuola. E immagino che i professori non possano nemmeno lamentarsi con il rettore, per ovvie ragioni. Che fastidio.
- Scusa, Alison, per poco fa. Purtroppo non tutte le persone a questo mondo sanno utilizzare bene il cervello che gli è stato dato. - disse lui con aria di disapprovazione. - Ad ogni modo, gli allenamenti cominciano domani, mi raccomando puntuale dopo le lezioni. -
- Sì, coach, sarà fatto. - dissi prima di voltarmi ed andarmene.
Dalle finestre del corridoio, si intravedeva il campo da football. Alcuni giocatori stavano uscendo dagli spogliatoi in divisa, altri erano seduti sugli spalti con alcune ragazze. Tsk.

Tornata al dormitorio, trovai Nataly nella nostra stanza, stava spettegolando con Kay di un certo John Stuart, delle scuole medie, enfatizzando il fatto che "ora fosse diventato veramente un gran figo".

Optammo per film e pop corn, nel pomeriggio. Non poteva esserci scelta più azzeccata di Mrs. Doubtfire, con Robin Williams. Ad ora di cena, Nat tornò nel suo dormitorio, mentre io e Kay ordinammo del cibo cinese. Dopo mangiato, parlai un po' con mia madre al telefono e gli raccontai le novità degli ultimi giorni. Non ricordavo precisamente quando mi addormentai, ma presumevo non molto tardi, dato che mi sentivo come uno zombie scappato da qualche scena di The Walking Dead.
Mi concedetti un lungo riposo rigenerante, o che per lo meno, mi desse le forze per affrontare il primo giorno di lezioni.

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