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Chapter 1

They fight me, vigorous and angry, watch them pounce


Le undici e cinquantacinque di lunedì mattina.

Era una giornata piovosa e fredda a Suzdal, forse addirittura molto di più rispetto ai classici standard di Ottobre. L'acqua picchiettava nervosamente contro i vetri delle finestre e il vento gelido tentava di insinuarsi tra i minuscoli spiragli dei vecchi infissi, scivolando all'interno dell'aula sotto forma di spifferi indisponenti.

- Finora abbiamo visto esempi di grandezze che possono fungere da coordinate termodinamiche per la descrizione degli stati di un sistema macroscopico. Abbiamo parlato di volume, pressione, quantità di sostanza, e abbiamo anche definito la temperatura. -

Il professor Sokolov passeggiava avanti e indietro sul palchetto di legno, giocherellando con una penna tra le mani, mentre la voce ferma e chiara vibrava nella stanza.

- Gli stati più importanti che un sistema può realizzare sono gli stati di equilibrio, che sono quelli in cui le coordinate termodinamiche non variano nel tempo. Tali stati corrispondono a punti nello spazio nei quali un sistema può rimanere fino a quando non verrà perturbato da cause esterne. -

Un rumore di calcinacci e cigolii proveniente dalle sue spalle lo costrinse a interrompere la spiegazione. Si voltò, entrambe le sopracciglia sollevate ad arco; non appena gli occhi misero a fuoco il soggetto che aveva osato irrompere come una furia durante la sua lezione, spostò lo sguardo ai propri piedi, trattenendo a stento uno sbuffo.

- A proposito di perturbazioni da cause esterne... - si infilò una mano nella tasca dei pantaloni e contestualmente la classe si espresse in una serie di risolini sommessi. - Grazie di averci degnato della sua presenza, signor Volkov. Con solo un'ora di ritardo, questa volta. -

Dorian nemmeno si preoccupò di guardarlo in faccia e si concentrò per scandagliare le prime file alla ricerca di un posto, possibilmente verso l'esterno.

"Un bel cazzo di niente, ovvio", pensò tra sé, l'angolo della bocca piegato in una smorfia di disappunto.

Individuò il cenno esagerato del suo amico d'infanzia e si accontentò, suo malgrado, dell'idea di seguire la lezione dal fondo dell'aula. Sospirò e quindi si avviò spedito verso la sua obbligata destinazione; dopo i primi passi, fece per compiere una nuova falcata quando la suola mancò lo scalino. Il piede piombò verso il basso: per evitare di scivolare completamente a terra, Dorian si spinse di lato, finendo per abbarbicarsi alla prima seduta disponibile alla propria destra. Appoggiò l'avambraccio sul banchetto, ma senza riuscire a evitare che il ginocchio picchiasse contro il profilo appuntito del gradino.

Imprecò a denti stretti e strizzò le palpebre, sentendo pulsare di conseguenza anche tutta la zona livida attorno a zigomo e naso. Nuove risate provennero da ogni dove e il ragazzo alzò gli occhi verso qualche fila più in alto.

- Fai attenzione, Volkov. - un ragazzo biondo e dagli occhi spaventosamente limpidi e maliziosi affilò un sorrisetto nella sua direzione. - Si scivola. -

Dorian fece grattare le unghie sul banchetto e si rimise in piedi, un po' zoppicante, senza però abbandonare il contatto visivo con il suo amichevole compagno di corso. - Manipolatore di merda. - sibilò, non appena fu nelle sue vicinanze, assicurandosi così che potesse sentirlo.

Il professor Sokolov richiamò l'ordine e riprese con la spiegazione laddove si era interrotto.

- Cazzo, Volkov... -

Dorian ignorò sia il tono, sia l'occhiata interdetta che l'amico gli rivolse. - Dimmi a che pagina è arrivato. -

- Non puoi andare avanti così. -

- La pagina, Smirnov. -

- Dico sul serio, Dorian. -

- Sul serio, Vlad. - furente, gli rivolse un'occhiata di fuoco. - Ce l'hai tu un'altra casa per me e mio fratello? - con un gesto meccanico e irritato tornò a concentrarsi sul contenuto del proprio zaino; non fu nemmeno necessario guardare in faccia l'amico per indovinare il livello di patetica pietà che doveva esserglisi dipinto sulla faccia. - No? Allora fatti i cazzo di affari tuoi e dimmi solo dove diavolo è arrivato a spiegare Sokolov. -

- Ma ti ha rotto il naso, stavolta. -

- Non è rotto. - ringhiò, sgomitandogli contro mentre sistemava il libro di testo davanti a sé. - Se lo fosse, non mi avresti visto per un po'. -


*


Al termine della lezione, Dorian si affrettò a raccogliere le sue cose con l'idea di schizzare fuori dall'aula nel più breve tempo possibile. Fece per imbucare l'uscita, quando Sokolov lo richiamò alla cattedra.

- Mi dia giusto un paio di minuti, signor Volkov. - lo bloccò sul posto e tornò a concentrarsi sulla ragazza davanti a sé. - Davvero un buon lavoro, signorina Parker. C'è solo un piccolo errore nell'esecuzione del terzo esercizio, un calcolo che è poi andato a influire a cascata su tutti i passaggi successivi... -

Dorian di certo non aveva voglia di origliare, e curarsi degli affari di qualcuno che non fosse suo fratello era proprio l'ultima delle sue preoccupazioni.

Eppure, quella ragazza continuava a fissarlo.
In una maniera così indecente e palese da innervosirlo ai massimi livelli.
Come avrebbe potuto far finta di nulla?

"Cosa diavolo ha questa da guardare?", si chiese, già coi nervi a fior di pelle. "Prima volta che vede le conseguenze di un paio di pugni?!"

Ma quegli occhi enormi dalle iridi di un castano caldo, quasi dorato, sembravano proprio non volerne sapere di posarsi altrove. Erano puntati nei suoi e a fatica si permettevano il lusso di far sbattere le palpebre. Quello che era sicuro era che avevano smesso di considerare Sokolov, o anche solo di includerlo in un angolino del campo visivo.

- ...signorina? -

- S-sì, mi scusi, professore. - esordì la ragazza con uno strano accento prima ancora di voltarsi verso l'uomo e abbandonare finalmente quell'aria allampanata. - Un esercizio, mi diceva... -

- Sì, il terzo, per la precisione. - sottolineò e annuì, ma non prima di aver lanciato a Dorian un'occhiata sbieca.

"Oh, certo. Quella non lo ascolta e adesso la colpa è mia", borbottò, torturandosi il labbro inferiore e facendo schioccare le ossa delle dita in modo nervoso.

- Può consegnarmelo corretto la prossima settimana. Ah, non si faccia problemi a passare dal mio ufficio, nel caso in cui dovesse servirle una spiegazione aggiuntiva, o se qualcosa non fosse chiaro. -

Ma solo a lui pareva un po' stonata, quella frase? Forse perché Sokolov non si era mai mostrato così disponibile e piacente nei suoi confronti, o in quelli di qualunque altra persona che conoscesse.

Dorian scrollò le spalle e scosse appena la testa: no, non erano problemi suoi.

La ragazza ringraziò velocemente il professore e recuperò fogli e appunti. Si voltò in fretta verso la porta, e quando passò accanto a Dorian non lo degnò nemmeno di uno sguardo.

"Strana", concluse, alzando le spalle. Si soffermò poi abbondantemente su quei capelli biondi raccolti in una treccia: l'acconciatura ondeggiava oltre le spalle, leggera e ipnotica, e nonostante il passo svelto arrivava a sfiorarle il fondoschiena con un movimento cadenzato. "Però con un gran bel..."

- Signor Volkov. -

Il tono perentorio di Sokolov catturò la sua attenzione, riportandolo sulla Terra. - Lo so, lo so: devo evitare i ritardi se non voglio perdere la borsa di studio. -

- Quello, ma non solo: deve anche smetterla di azzuffarsi con i suoi coetanei! Le sembra questo il modo di piombare nel bel mezzo di una lezione? Occhio nero, naso rotto... -

- Non è rotto. - corresse in automatico, per la seconda volta in quella mattinata. Non polemizzò, però, su quel "coetanei" e si affrettò a nascondere le mani dietro la schiena, per evitare che potesse accorgersi dell'insolita incolumità delle nocche.

- Non so se si è reso conto del fatto che spaventa i suoi colleghi, presentandosi in aula conciato così. -

"Ah, come no: il problema ora sono io che spavento i colleghi."

- E di Vasilyev che mi ha fatto inciampare non se ne preoccupa nessuno, vero? -

- Vasilyev era al suo posto, in quel momento. -

- Vasilyev è un cazzo di Manipolatore! Controlla i fluidi, e il pavimento era...! -

- Signor Volkov, linguaggio! -

Dorian si morse la lingua e lasciò cadere il discorso.
Come se Sokolov avrebbe mai potuto credere a uno come lui.

- Veda di rimettersi in carreggiata, Volkov. La Direttrice non potrà essere dalla sua parte per sempre. -

Il ragazzo conficcò le unghie nel palmo e se ne uscì dall'aula senza fiatare: se solo avesse preso ossigeno, avrebbe sbottato una lunga e pittoresca sequela di insulti rivolti a non poche persone.


*


- Cazzo, Volkov, ma quanto ci hai messo là dentro? -

Vladimir lo aspettava a fianco del cancello arrugginito che garantiva l'accesso all'istituto, con le guance piene e tonde colorate di rosso per via del freddo e il collo messo al riparo da una spessa sciarpa verde di lana. Si spolverò la fronte, facendo svolazzare i capelli albini all'aria gelida, e nel tentativo di arrestare sul nascere uno starnuto arricciò il naso come un roditore.

Dorian arrivò a passo svelto nella sua direzione, ma ancora prima che l'amico potesse aggiungere qualcosa gli lanciò il proprio zaino tra le mani, mormorando un "reggilo un momento" mentre continuava a fissare un punto ben preciso oltre la sua spalla. Lo scansò, senza badare alla reazione conseguente a quell'ordine poco celato, e accelerò il passo per avvicinarsi a un paio di ragazzi che avevano già superato l'ingresso di parecchi metri.

- Hey! - gridò verso di loro, arrotolandosi la manica destra della giacchetta fino al gomito. - Vasilyev! -

Tutti si voltarono, diretto interessato compreso.
Quando il biondo realizzò chi fosse a chiamarlo a gran voce, il sorriso gli svanì dalle labbra.

Nel giro di un battito di ciglia, Dorian si era già gettato a capofitto su di lui, assestandogli un gancio preciso in pieno volto.





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Salve, fiorellini! ~

Capitolo 1 andato. Iniziamo subito a capire il temperamento di Dorian e facciamo la conoscenza di alcuni personaggi. Per quelli che hanno già letto Ultra Violet, vi ricordate di Vladimir Smirnov? Eccolo qua, il nostro "simpatico coniglietto".

Che ne pensate dei capitoli così brevi?
(Per i miei standard sono molto brevi, lo sapete xD)
Devo dire che mi sono sforzata a tenere un numero contenuto di parole, penso che di media siano a dire tanto 1800 a capitolo.

Come sempre, fatemi sapere tuuuutto ciò che volete!
Ci vediamo con il Capitolo 2 Martedì 22 Novembre!


~ Juliet

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