8- Intruso
La sensazione di essere spiata continuava a insinuarsi nell'animo di Robin. Una sorta di sesto senso le stava dicendo che c'era qualcosa di strano quella notte, qualcosa di sinistro, qualcosa che si trovava in un posto in cui non doveva essere... La ragazza continuava a guardarsi alle spalle temendo di essere scoperta, ma tutto ciò che vedeva era il corridoio scuro illuminato solo dalla piccola luce proveniente dalla punta della sua bacchetta che proiettava le ombre delle statue in un modo sinistro e inquietante. Sentì un movimento alle sue spalle e si girò di scatto, ma ad attenderla c'era solo il corridoio vuoto. Eppure era convinta di aver visto di sfuggita un'ombra rintanarsi nelle tenebre, dove la poca luce della sua bacchetta non riusciva ad arrivare...
~
Law procedeva con cautela lungo i corridoi del castello, tenendo la bacchetta illuminata dritto davanti a sé.
"Ma dove sta andando?" pensò. Poco prima si era svegliato su una delle poltrone della Sala comune con un libro aperto in mano, stava cercando di fare il tema di Cure Magiche ma si era addormentato. Prima ancora di riuscire a muovere un muscolo aveva sentito dei passi alle sue spalle e sbirciando da dietro la poltrona aveva visto Robin aggirarsi furtiva nella stanza. Lei aveva dato un'occhiata in giro, non lo aveva visto ed era uscita nel corridoio. Law senza pensarci un attimo l'aveva seguita, voleva capire dove stesse andando. Ma ora l'aveva presa di vista e stava procedendo senza una meta, sicuro di cadere dritto tra le braccia di un professore che gli avrebbe dato una punizione. Ma non gli importava. A lui interessava trovare Robin e sotto sotto, anche se non voleva ammetterlo, se si fossero cacciati entrambi nei guai avrebbero dato la stessa punizione ad entrambi. Così avrebbe potuto stare con lei senza nessun altro intorno.
Girò a destra in un corridoio e si trovò davanti ad una faccia ripugnante che lo guardava con piccoli occhi furiosi, enormi brufoli e un'orribile bocca piena di denti aguzzi. Law fece un salto indietro e inciampò nell'orlo della sua veste, rotolando sul pavimento. Nella caduta la bacchetta gli scivolò via di mano e cadde a terra spegnendosi, lasciando il ragazzo e la cosa mostruosa immersi nel buio. Law non osava nemmeno respirare. Con cosa si era scontrato? Un mostro? Un nemico? O era tutto frutto della sua immaginazione? Rimase lì al buio paralizzato dalla paura per alcuni minuti aspettando che la cosa si facesse avanti, ma non avvertì nessun movimento o rumore proveniente da lì. Cercò a tastoni la bacchetta e, prendendo un grandissimo coraggio pronunciò: -Lumos!-
La punta della bacchetta si accese e illuminò la cosa mostruosa. Law fece un sonoro respiro di sollievo e rilassò ogni singolo muscolo del proprio corpo che si era contratto per la tensione. La "cosa mostruosa" con cui si era scontrato era la statua del goblin zoppo, una delle tante statue presenti nei corridoi di Hogwarts.
-Per...le mutande...di Merlino...- imprecò il ragazzo, cercando di riprendersi ancora dallo spavento.
Improvvisamente sentì dei passi avvicinarsi e immediatamente si rimise in piedi e si nascose dietro il goblin. -Nox!- sussurrò spegnendo la bacchetta e tornando ad immergersi nel buio assoluto. Poco dopo una flebile luce proveniente da una bacchetta illuminò pian piano la parte di corridoio di fronte alla statua e Law vide passare Robin che lo oltrepassò senza notarlo. Il ragazzo stava per uscire dal nascondiglio e chiamarla quando notò una persona venire incontro a Robin dal fondo del corridoio. Era un ragazzo, con lunghi capelli legati in una bassa cosa di cavallo. Lo riconobbe. Era Itachi.
Perché Robin avrebbe dovuto incontrarsi con lui?
La ragazza gli fece un sorriso e i due si fermarono uno di fronte dall'altra. Poi Itachi sembrò avvicinare il suo viso a quello di Robin quando lei alzò una mano e lo fermò.
-Non dirmi che hai intenzione di baciarmi, vero?- disse con un tono misto tra il gelido e lo sprezzante.
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia. Come mai Robin aveva rifiutato un suo bacio?
-Sei strana Robin...-
-Non hai ancora capito?- la ragazza fece una smorfia di delusione. -Eppure il capo ripone molta fiducia in te...-
Itachi capì le cose come stavano. -Come mai sei qui?- le chiese.
Robin sorrise in modo sinistro. -Devo parlare con una persona che non sei tu. Ma tu mi servi.-
-Dov'è lei?- chiese Itachi gelido.
La ragazza non smise di sorridere. -Oh, ti interessa tanto lei, vero? Tranquillo, non le ho torno neanche un capello...-
-Ho chiesto dov'è e non mi hai ancora risposto.-
Robin alzò gli occhi al cielo sbuffando. -Se devi chiedere, non lo saprai mai. Se lo sai, devi solo chiedere.- poi, notando la faccia confusa del ragazzo aggiunse. -Io ti ho dato l'indizio, ora tocca a te aiutarmi.-
Itachi si rabbuiò. -Cosa vuoi?-
Lei sorrise malefica. -Ryuk.-
Itachi si voltò senza dire una parola e cominciò a camminare nella direzione da cui era venuto, seguito da Robin.
Law era ancora nascosto dietro la statua del goblin. Aveva sentito e visto tutto, ma non aveva capito niente. Perché Robin parlava a Itachi? Chi è il capo di cui parlava lei? E chi è questa "lei" di cui si interessa tanto Itachi?
Il ragazzo decise di scoprirne di più, e seguì i due a distanza, trovando riparo tra le ombre delle statue.
Itachi condusse Robin all'ingresso della sala comune dei Serpeverde. Il ragazzo bussò tre volte sul muro di fianco alla porta e disse. -Ryuk, vieni fuori.-
Dal muro comparve la testa mostruosa del fantasma, seguita poi dal corpo.
-Itachi cosa vuoi?- chiese lui.
-Ti ho portato una vecchia conoscenza.- rispose lui freddo, con le braccia incrociate indicando Robin con un cenno del capo.
-Che ci fa qui Nico Robin?- chiese confuso il fantasma. -Ah, è la tua fidanzatina, vero...?-
-Non è la mia fidanzata, figurati!- rispose Itachi.
-No, per fortuna io e lui non siamo fidanzati.- disse Robin. Law rabbrividì sentendola parlare. Aveva una voce diversa. La voce della Robin a cui era abituata era dolce e delicata, ma quella che aveva appena sentito era dura e fredda.
Improvvisamente una scarica elettrica rossa percorse il corpo di Robin dai piedi fino alla testa. Man mano che la scarica elettrica saliva cambiava il corpo di Robin e dopo pochi secondi al posto della ragazza c'era un'altra persona.
Un brivido percorse il corpo di Law. Non poteva credere ai suoi occhi, non voleva crederci. Il bel corpo della ragazza di cui si era innamorato era cambiato completamente. I suoi splendidi occhi azzurri erano diventati due pozzi neri e profondi, gli splendidi capelli setosi avevano lasciato posto a capelli crespi e ribelli, il bel sorriso che tanto amava della ragazza di Corvonero era diventato un ghigno perfido. Chi era quella persona che aveva davanti? La vera Robin, il suo vero aspetto e la sua vera identità? È sempre stata sotto le sembianze di una ragazza bella e intelligente, ma in realtà era una persona totalmente diversa che stava dalla parte del Signore Oscuro? No, era impossibile. Conosceva Robin da quando ne aveva memoria, erano vissuti praticamente insieme tutta la vita, erano più che fratelli. Non ricordava di aver mai visto la persona che in quel momento se ne stava fuori dal dormitorio di Serpeverde a pianificare qualcosa di poco di buono con Itachi e Ryuk. Quella non poteva essere Robin, la sua Robin. Aveva solo preso le sue sembianze. Ma un altro brivido percorse il corpo del ragazzo. Da quanto tempo quella persona si fingeva Robin? Solo per quella occasione in cui si era incontrata con Itachi? O da prima?
Poi la realtà gli si parò davanti come la statua del goblin zoppo poco prima: se quella non era Robin, allora lei dov'era? Lentamente unì tutti i pezzi del puzzle. Prima Itachi e la finta Robin avevano parlato di qualcuno, ma sembrava che solo lei sapesse la posizione esatta... Ma aveva detto qualcosa riguardo il posto in cui si trovava... Spremette le meningi cercando di ricordare. "Se devi chiedere, non lo saprai mai. Se lo sai, devi solo chiedere." Sì, era una cosa del genere. Un indovinello! Doveva risolverlo al più presto per riuscire a salvare la sua adorata Robin. Ma non aveva mai sentito parlare di quel posto, non sapeva neanche da dove iniziare a cercare. Si trovava da qualche parte nel castello? O addirittura fuori dai confini protetti della scuola?
Non aveva più tempo di stare lì ad ascoltare, doveva trovare Robin il più in fretta possibile. Si allontanò silenzioso come era arrivato cercando di pensare alla soluzione del misterioso indovinello.
-Envy...- sussurrò Ryuk con un ghigno stampato in volto osservando la ragazza.
-È da tempo che non ci vediamo...-
-È colpa mia se sei stato rinchiuso in questo castello?- rispose Envy.
-Non ho scelto io di star qui a badare a questi mocciosi.-
-Non siamo mocciosi!- si intromise Itachi. -Comunque, come sei riuscita ad entrare nei confini di Hogwarts?-
-È stato facile...- di nuovo una scarica elettrica rossa percorse il corpo della ragazza, trasformandola questa volta in un gufo con le piume nere come la notte e gli occhi rossi. -Non mi hai riconosciuta? Mi è bastato svolazzare dentro e fuori il castello finché non ti ho trovato...- disse sotto le sembianze del gufo.
-E sei riuscita a superare tutte le difese del castello?- Itachi non credeva che una persona non autorizzata riuscisse a penetrare le potenti barriere intorno al castello semplicemente volando.
Envy riprese le sue sembianze umane. -No, ho ricevuto un aiuto dall'interno del castello...- rispose. -Da qualcuno che ha indebolito le difese perché io riuscissi a passare.-
Itachi capì di chi stava parlando. Avrebbe dovuto pensarci fin da subito.
-Perché sei qui?- chiese Ryuk.
Envy fece un sorriso poco rassicurante. -Devo parlare con te. Il capo ti ha dato una missione.-
Il fantasma aggrottò le sopracciglia quando lei gli consegnò un sottile quaderno di pelle nera. -Cosa ci devo fare?-
-È un Death Note.- rispose Envy. -Lo devi consegnare all'erede di Serpeverde. Questo quaderno controlla un mostro che vive addormentato in questo castello e aspetta solo di essere risvegliato dal suo padrone. Se il nome di una persona è stato scritto nel quaderno, lui verrà ad ucciderlo.-
-Figo...- commentò Ryuk sfogliando il quaderno.
-Ma...- continuò Envy. -Devi essere sicuro di consegnare il quaderno nelle mani dell'erede. Se dovessi dare il quaderno alla persona sbagliata, e l'erede venisse a sapere dell'esistenza del mostro, questo obbedirà solo e soltanto a lui.-
Il fantasma rimase in silenzio a metabolizzare le informazioni appena ricevute. -Quindi io dovrei farlo ad uno studente qualsiasi?- chiese poi.
-Il capo ha detto che tra i ragazzi della tua casa si trova anche l'erede.- rispose la mutaforma. -Ah, il capo ti manda anche questo...- lanciò una mela rossa a Ryuk, che prese al volo il frutto. -...per il disturbo.-
-Non poteva portarmene di più?- chiese lui mordendo la mela.
-Se fai il tuo dovere fatto bene, avrai un intero cesto di mele.- fu la risposta di Envy.
-E adesso cosa farai? Tornerai indietro o rimarrai sotto le sembianze di Robin?- chiese Itachi freddo.
-Non ho intenzione di andarmene, il Signore Oscuro mi vuole qui... Ma non prenderò le sembianze di quella ragazza un'altra volta...- rispose lei ghignando.
-Allora liberala!- disse Itachi quasi urlando.
-Uh, qualcuno qui è preoccupato per la sua fidanzata.- lo prese in giro Ryuk.
-Ti ho già detto che non è la mia fidanzata!- Itachi lo incenerì con lo sguardo.
-Stai calmo Uchiha.- intervenne Envy. -Ti ho già detto che sta bene, se riesce a liberarsi sta meglio.-
-Dimmi dove si trova!- Itachi era fuori di sé dalla rabbia. Si avvicinò alla mutaforma e la prese per la maglietta.
-Cosa vuoi fare, uccidermi?- chiese Envy in tono di sfida. -Questo non salverà la tua ragazza. Anzi, il Signore Oscuro la ucciderà.-
Itachi riuscì a controllarsi e la lasciò andare in malo modo.
-Ti ho già detto dove si trova. "Se devi chiedere, non lo saprai mai. Se lo sai, devi solo chiedere."- senza lasciare il tempo al ragazzo di dire qualcosa, la ragazza si trasformò in un grosso ratto nero dagli occhi rossi e senza dire nulla zampettò via, rintanandosi nel buio impenetrabile del corridoio.
Itachi entrò nella sala comune dei Serpeverde e sbatté la porta dietro di lui.
-Così sveglierai mezzo castello.- gli fece notare Ryuk leccandosi le dita dopo aver finito anche il torsolo della mela.
-Lasciami stare.- disse Itachi in tono duro. Poi si appoggiò al muro con la schiena e scivolò fino a terra tenendosi la testa con le mani e poggiando i gomiti sulle ginocchia.
Il fantasma lo osservò. In fondo conosceva Itachi da sette anni, da quando aveva messo piede in quel dormitorio per la prima volta il primo giorno del primo anno dopo lo Smistamento. Un po' era dispiaciuto per lui.
-Sei preoccupato per lei?-
-Ho detto di lasciarmi stare.- il tono di Itachi era duro come la pietra e freddo come il ghiaccio. Ryuk sparì oltrepassando un muro lasciando il ragazzo solo e al buio.
Tutto l'autocontrollo e l'aria indifferente che era riuscito a mantenere fino a quel momento svanirono. Il turbine di emozioni che si teneva dentro uscirono all'improvviso, tutte insieme. Non sapeva che emozione provare: rabbia, dolore, risentimento, tristezza, indifferenza...
Odiava a morte Envy. L'aveva sempre odiata, fin da quando l'aveva conosciuta. E in quel momento ancora di più perché aveva messo in pericolo Robin.
Robin! Dov'era adesso? Come stava? Itachi si sentiva inquieto. Il non sapere nulla della ragazza che amava lo faceva sentire impotente e vulnerabile. Non teneva per la sua vita, il Signore Oscuro non lo avrebbe mai ucciso. Ma aveva paura che potesse far del male a Robin, torturarla o addirittura ucciderla. E solo in quel momento capì che lei era in pericolo, tutti erano in pericolo. Come Envy aveva catturato e preso le sembianze di Robin, avrebbe potuto farlo con chiunque.
E adesso lei dov'era? Quella stronza di Envy non gli aveva voluto dire il posto, ma gli ha detto solo una frase, un indovinello. "Se devi chiedere, non saprai mai. Se lo sai, devi solo chiedere." Che razza di posto era? Dove si trovava? Era riuscito a mantenere un'aria indifferente di fronte a Envy e Ryuk, perché sapeva che se avesse dimostrato qualche debolezza nei confronti di Robin, il Signore Oscuro la avrebbe utilizzata come ostaggio nel caso Itachi si fosse rifiutato di eseguire un ordine.
Lui amava davvero Robin. Iniziò ad amarla il primo giorno che la vide, quando venne chiamata dalla vicepreside Armstrong per lo Smistamento. Lei era così bella, quegli splendidi occhi azzurri e i lunghi capelli neri e setosi... Era l'unica che non gli andava dietro per il fatto che era popolare. A lui non interessava nulla di essere considerato uno dei più belli o no. Quello che l'ha colpito di Robin è stata proprio la sua indifferenza nei suoi confronti. Come lui. Lei non si era messa con lui per essere popolare perché era la ragazza di Itachi Uchiha. A lei non interessava. Lui le piaceva per la persona che era, non per la sua popolarità. Ed è stato quello ciò che lo ha fatto innamorare. E lui non riusciva a descrivere quanto amava lei. Era la cosa più preziosa al mondo. Non avrebbe mai permesso a nessuno di farle del male. Eppure Envy era riuscita a catturarla e gettarla chissà dove.
Itachi ringraziò il fatto di essere solo e al buio quando una lacrima gli scese silenziosa lungo la guancia.
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