11- La situazione si complica...
Reiju, Hancock e Ace si scambiarono occhiate cariche di sorpresa mista a preoccupazione vedendo ciò che era apparso davanti a loro. Ma non era la stanza misteriosa materializzatasi davanti ai loro occhi ad aver catturato la loro attenzione. Era quello che conteneva. Uno sguardo e i tre, capendosi al volo, corsero nella stanza, noncuranti che potesse essere una trappola o un tranello. Si precipitarono sull'unica cosa presente nella stanza buia e silenziosa: un grumo di tessuto nero, lungo e stretto che formava una sorta di S sul pavimento. Ma a guardarlo meglio una mano dalle dita sottili e bianca come il latte affiorava da una piega del tessuto e tutto sembrava avere la forma...di una persona distesa su un fianco.
Con la mano tremante Reiju ruotò la figura che si rivelò essere il corpo di una ragazza della loro età, con lunghi capelli neri come l'ebano, la pelle e le labbra pallide quasi trasparenti, corporatura scheletrica e indossava un'uniforme nera con lo stemma di Corvonero.
I tre ragazzi trattennero il respiro alla vista della ragazza.
-Robin...- mormorò Hancock con le lacrime agli occhi.
-Ma non sembra neanche lei...- mormorò Ace. -Robin non è così pallida e scheletrica...-
-E invece è proprio lei.- lo interruppe Reiju mostrandogli un oggetto lungo e sottile che aveva trovato a terra vicino al corpo immobile della ragazza.-È la sua bacchetta.-
-Robin! Robin svegliati!- la chiamò Hancock inginocchiandosi accanto.
-È fredda più del ghiaccio!- esclamò Reiju tastandole la fronte e ritirando subito la mano.
Tutto il corpo di Robin era gelido. Gli occhi erano chiusi, il petto immobile e non muoveva un muscolo. Non aveva segni di graffi, botte o tagli, non sembrava aver perso sangue.
Hancock domandò con voce tremante. -Non sarà mica...?- non riuscì a concludere per un groppo in gola. Ma tutti avevano capito cosa stava chiedendo. Era la domanda che tutti e tre avevano in testa ma nessuno aveva il coraggio di pronunciarla.
Ace tastò il polso di Robin. -No, il cuore batte, ma molto debole...-
I tre ragazzi si guardarono carichi di preoccupazione. -Dobbiamo portarla in infermeria, è in gravi condizioni.- disse Reiju. -Hancock, vai ad avvisare la professoressa Armstrong che abbiamo trovato Robin, poi corri ad avvisare i nostri compagni. Io e Ace la portiamo dalla dottoressa Koreka.- cercò la conferma negli occhi del ragazzo corvino, che annuì.
Hancock fece un cenno con il capo e uscì di corsa dalla Stanza delle Necessità, mentre Ace prendeva il corpo immobile Robin tra le braccia con delicatezza e insieme alla ragazza dai capelli rosa si diresse in infermeria.
~
-Spostatevi mocciosi, devo passare!- la dottoressa Koreka si fece largo tra i ragazzi intorno al letto di Robin e si mise a cambiarle lo straccio bagnato sulla fronte. La ragazza non aveva ancora ripreso i sensi o mosso un muscolo.
-Dottoressa, come sta Robin?- chiese Winry preoccupata con voce tremante.
Koreka si voltò di scatto verso di lei lanciando lampi dagli occhi. -Signorina Rockbell, mi hai chiesto la stessa cosa un minuto fa, due minuti fa me l'ha chiesto il signorino Chopper, tre minuti fa la signorina Haruno, cinque minuti fa il signorino Roronoa e la signorina Asuna non fa altro che chiederlo da quando è qui, ovvero da sette minuti!- sbottò irritata fulminandola con lo sguardo, per poi tornare alla medicazione. Winry serrò immediatamente la bocca.
Appena Hancock aveva annunciato il ritrovamento di Robin, avvenuto una decina di minuti prima, fiotti di ragazzi si erano riversati nell'infermeria, irritando inesorabilmente la dottoressa Koreka. A peggiorare il suo umore erano state le centinaia di domande "come sta Robin?", "Sta bene?", "Cosa le è successo?", "Si riprenderà presto?" e per poco la dottoressa Koreka non scagliava tutti fuori dalla finestra.
I primi ad arrivare erano stati i ragazzi di Corvonero, seguiti da Zoro, Luffy, Sanji , Sakura, Nami e Hinata. Poi erano arrivati gli altri Tassorosso e i rimanenti.
A prima vista, l'ultima cosa che si sarebbe pensato riguardo Koreka era che fosse una vera e propria dottoressa. Si sarebbe detto megera, strega, fattucchiera, ma di certo non dottoressa. Koreka era una donna alta, molto, molto vecchia e piena di rughe. Molti studenti si chiedevano come facesse ad essere ancora viva pur dimostrando almeno un centinaio d'anni. Koreka ogni volta rispondeva: "Ma guarda che sono ancora una ragazzina, ho solo 120 anni!". Sì, Koreka si sentiva ancora una ragazzina. Infatti aveva lunghi capelli biondo platino, un top viola e rosa che lasciava scoperta la pancia e pantaloni a zampa degli stessi colori. Sulla fronte portava sempre un paio di occhiali da sole che andavano di moda il secolo precedente. Era ancora energica e arzilla come una ventenne. Ma oltre a questo, era la più brava dottoressa in circolazione.
-Non sembra Biancaneve?- chiese Vivi osservando l'amica distesa a letto.
In risposta le arrivarono le occhiate perplesse degli amici.
-Chi?- domandò Temari confusa.
La ragazza dai capelli azzurri arrossì. -Non la conoscete? È una favola famosa tra i Babbani. Parla di una principessa simile a Robin, con i capelli neri come l'ebano e la pelle bianca come la neve che viene risvegliata dal bacio del vero amore dal suo principe!- spiegò con aria sognante.
-Non dire sciocchezze, signorina Nefertari.- intervenne Koreka in modo brusco. -La signorina Robin si risveglierà preso senza il bacio del vero amore. E tutti voi non fate quella faccia da funerale che la vostra amica è viva e presto anche vegeta.-
-Dottoressa Koreka, come...?-
La dottoressa si voltò di scatto interrompendola. -VI HO GIÀ DETTO DI NON CONTINUARE...- cominciò a urlare ma si bloccò alla vista della persona che le stava davanti. -Oh...mi scusi professoressa Lust.- aggiunse indispettita. Dal suo tono traspariva la sua immensa simpatia per l'insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.
-Non preoccuparti Koreka, capisco quanto possa essere irritante ricevere molte domande.- disse con il suo solito tono mieloso noncurante dell'atteggiamento arcigno della dottoressa. -Ma bisogna anche comprendere la preoccupazione dei ragazzi.- si avvicinò al letto di Robin facendo frusciare il lungo mantello nero. Immediatamente il capannello di studenti si aprì per farla passare. -Quali sono le sue condizioni?-
-Incerte, professoressa.- rispose Koreka osservando la ragazza dai capelli corvini distesa a letto, immobile. -È stata senza dubbio colpita da uno Stupeficium, l'incantesimo che fa perdere i sensi. Probabilmente si tratta di un'aggressione, ma non sappiamo chi sia il colpevole.-
-Professoressa, io so chi è stato.- si intromise Law. -È stata la mutaforma che...-
Lust lo interruppe, sorridendo come ad un bambino. -Non ricominciare Law. È stata setacciata tutta la scuola e non è stato trovato nessun intruso.- disse.
Ma Law non aveva intenzione di fermarsi, non per trovare chi aveva fatto del male alla ragazza che amava. -Avevate detto la stessa cosa quando si trattava di cercare Robin, eppure lei si trovava nel castello nonostante voi aveste assicurato di aver controllato...-
-TACI!- il sorriso della professoressa Lust si spense e sprizzò lampi dagli occhi. -Non è il tono con cui ci si rivolge ad un insegnante. Meno dieci punti a Corvonero per la tua maleducazione. E in ogni caso non è tuo dovere dire agli insegnanti cosa o come fare. Stai al tuo posto di studente.-
Al ragazzo ribolliva il sangue nelle vene e stava per replicare ma Kirito lo trattenne per un braccio.
Lust fece un sorriso falso agli altri studenti, come se nulla fosse successo e riprese a parlare con il suo finto tono dolce. -Ho saputo che sono state due studentesse della mia casa a ritrovare la signorina Robin, davvero i miei complimenti.- guardò soddisfatta Reiju e Hancock. -50 punti a Serpeverde.-
-Professoressa, veramente anche Ace ci ha aiutate e...- osò dire Reiju, ma la donna non la fece finire.
-Ne sono al corrente cara, ma mi sono giunte voci che lui si sia aggiunto mentre vi stavate dirigendo sul luogo in cui si trovava Robin. Voi avevate risolto l'indovinello, lui si è solo accodato.-
Le due ragazze di Serpeverde si scambiarono un'occhiata con Ace. Questo stava per ribattere ma Lust lo precedette. -Il discorso è chiuso.-
Ora Kirito doveva trattenere sia Law sia Ace perché non aggredissero la professoressa.
-Cosa ci fate ancora qua voi?- domandò brusca Koreka agli studenti. -Dovete andare a lezione, forza, fuori dai piedi!- la dottoressa spinse i ragazzi fino all'uscita dall'infermeria non curante dei loro lamenti e delle loro domande. Solo Zoro era rimasto dentro: aveva sbagliato direzione, era andato dalla parte opposta rispetto alla porta.
-Signorino Roronoa.- lo riprese Koreka. -L'uscita è da questa parte.-
Il ragazzo dai capelli verdi, rosso in viso e imbarazzato, si accodò agli amici e quando furono tutti usciti la dottoressa chiuse pesantemente le porte dell'infermeria.
La professoressa Lust, in quei pochi secondi in cui rimase sola, osservò inespressiva la ragazza immobile. Poi la sua attenzione venne catturata da altro: due occhietti rossi la fissavano nell'oscurità di un angolo.
-Che succede professoressa?- chiese Koreka di ritorno e osservando il punto dove era diretto lo sguardo dell'insegnante. Un grosso ratto nero sbucò dalle tenebre, fissò le due donne e sgattaiolò via, sparendo dalla loro vista.
Lust fece una smorfia. -Odio ratti. Sono brutti, sporchi e portano malattie...-
-Non serve preoccuparsi.- rispose la dottoressa irritata dal comportamento altezzoso della docente di Difesa contro le Arti Oscure. -Un terzo degli studenti ha come animale domestico un ratto o un topo, non vedo il motivo di tanto disgusto.-
Lust, irritata per il tono maleducato e irrispettoso nella sua voce lanciò un'occhiata gelida a Koreka mentre stava mettendo un'altra coperta a Robin nel tentativo di alzare la sua temperatura corporea. Poi senza dire una parola si voltò e se ne andò facendo risunare gli alti tacchi dei suoi stivali come per ribadire la sua irritazione.
~
-Quale era dunque la soluzione all'indovinello?- chiese Law impazientemente. -E come l'avete trovata??-
Reiju raccontò loro tutta la storia. Da capo. Un'altra volta.
-L'indovinello si riferiva alla Stanza delle Necessità.- spiegò. -È una stanza che appare solo quando hai bisogno di qualcosa. Chiedi e avrai. Ma se hai bisogno e chiedi una cosa troppo generale la stanza apparirà con tutto ciò che contiene e non saprai mai di cosa hai realmente bisogno.-
-Perciò l'indovinello diceva: "Se devi chiedere non lo saprai mai", significa che se devi chiedere a caso non saprai mai quale sia la necessità. "Se lo sai devi solo chiedere", questa non serve neanche spiegarla.- concluse Ace.
-E lei come stava quando l'avete trovata?- si intromise Zoro, anche lui molto preoccupato.
-Tale e quale come l'avete appena vista.- rispose Hancock. -Ma perché voi due siete così tesi?-
Zoro e Law si guardarono in cagnesco, poi si diedero le spalle.
-Perché Robin è la mia migliore amica, ecco perché.- rispose il primo.
-Si dà il caso che sia come una sorella per me.- ribatté l'altro.
Hancock alzò gli occhi al cielo. Quei due stavano sempre a litigare per qualsiasi cosa che riguarda Robin. -Continuate a discuterne andando alla prossima lezione.- disse la ragazza spingendoli verso l'aula di pozioni.
Reiju sorrise sotto i baffi. Era ormai palese che Zoro provava dei teneri sentimenti nei confronti di Robin. E lei dal canto suo passava spesso il suo tempo in compagnia del ragazzo dai capelli verdi.
Era immersa nei suoi pensieri quando qualcosa le afferrò il polso. Sì voltò di scatto e vide i neri occhi di Itachi che la fissavano. Il ragazzo aveva un'aria trasandata, lo sguardo fisso su di lei che le chiedeva aiuto. Reiju capì subito che c'era qualcosa che non andava.
-Ti devo parlare.- disse con voce profonda.
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-La situazione è molto grave.- disse la vicepreside Armstrong in tono lugubre. Aveva convocato nel suo studio tutti i docenti della scuola per discutere riguardo gli ultimi avvenimenti all'interno del castello. -Una studentessa era scomparsa improvvisamente e dopo tre giorni è stata trovata da altri studenti, in fin di vita e priva di sensi.-
-La madre della ragazza è stata informata?- chiese Kakashi. Olivier annuì.
-Aveva di recente litigato con qualcuno o c'è una persona con cui non andava d'accordo?- chiese Tsunade.
Olivier scosse la testa. -Robin è sempre stata una studentessa modello, buona, pacata, studiosa. Non aveva nessuno contro.- rispose. -Per cui non penso che sia stata attaccata da uno studente.-
-Infatti Law continua a sostenere che ci sia un intruso nel castello.- puntualizzò Izumi. -Sostiene di averlo visto la notte in cui Nico Robin è scomparsa.-
-È assurdo.- insorse Lust. -Gli intrusi non possono entrare. C'è una barriera che protegge la scuola e gli studenti.-
-Ma la barriera non è impenetrabile.- Raylight scrutò i colleghi. -Ha un punto debole, come tutte le cose. Se forzata nel modo giusto una persona può oltrepassarla.-
Gli insegnati si guardarono tra di loro.
-Stai dicendo quindi che può esserci un intruso che si aggira nel castello?- domandò Tsunade.
-Sto dicendo che se viene forzata dall'interno la barriera può avere un momento di debolezza, solo un'attimo, che però è sufficiente da fare oltrepassare una persona che stava lì non aspettando altro.- fu la risposta di Raylight. Tra gli insegnanti cadde il silenzio.
-Dobbiamo avvisare il preside, è una questione importante...- cominciò Kakashi.
La vicepreside lo interruppe. -Il preside Whitebeard ne è già al corrente ma le sue condizioni di salute gli impediscono di fare molto ultimamente.-
-Quindi che cosa dobbiamo fare?- chiese Izumi assottigliando gli occhi. -Aspettare che sparisca un altro studente?-
-NON SUCCEDERÀ!- gridò Alex Armstrong alzandosi in piedi e mostrando i muscoli. -PROTEGGERÒ QUALUNQUE STUDENTE DA EVENTUALI INTRUSI!-
-Non siamo ancora sicuri che ci sia un intruso.- lo zittì Lust. -Per quanto ne sappiamo Nico Robin potrebbe essere andata di sua spontanea volontà nella stanza in cui è stata trovata priva di sensi. Potrebbe essersi chiusa dentro ed essere svenuta per la fame.-
-Non lo credo, Lust.- disse Koreka. -È evidente che sia stata stordita da uno Stupeficium, quindi qualcun altro deve averlo scagliato su di lei.-
-E chi è stato allora?- domandò la donna in tono tagliente. La dottoressa rimase in silenzio non sapendo cosa rispondere.
-Non stiamo giungendo a nessuna conclusione.- disse ad un certo punto Kakashi. -Non possiamo né stare a guardare e aspettare né agire, non abbiamo abbastanza informazioni.-
La vicepreside sembrò pensarci sopra. Poi disse in tono grave, osservando ad uno ad uno i suoi colleghi. -Forse dovremmo prendere veramente in considerazione quello che dice Law.-
~
Era la prima volta che Itachi lo diceva a qualcuno. Era la prima volta che raccontava quel fatto segreto ad una terza persona. Sasuke non contava, lui l'aveva capito da solo. Ma sapeva che di Reiju poteva fidarsi ciecamente.
Le raccontò della relazione che aveva con Robin, quello che era successo la notte della sua scomparsa (tralasciando dettagli troppo segreti) e delle paure e timori che provava.
La ragazza dai capelli rosa lo ascoltava attentamente con gli occhi puntati nei suoi. Ora capiva tutto. Capiva il comportamento strano che il ragazzo aveva avuto negli ultimi giorni. Capiva il suo stato d'animo in quel momento.
Itachi si sentiva inutile. Gli avevano portato via Robin da sotto il naso e, nonostante lui avesse avuto più informazioni di tutti, non era riuscito a trovarla il prima possibile. Appena aveva saputo che la sua ragazza era stata trovata avrebbe voluto correre in infermeria per primo e stare lì a prenderle la mano, accarezzarla, baciarla finché non si fosse ripresa. E invece non poteva. Per colpa del suo segreto doveva tenere la sua relazione con Robin nascosta. Per proteggerla dalle grinfie del Signore Oscuro. Ma ormai importava più? Erano riusciti comunque a portargliela via senza che palesassero la loro relazione. Sarebbe potuta morire. E lui avrebbe saputo proteggerla ancora?
Reiju gli appoggiò una mano sul braccio per rassicurarlo. -Non è colpa tua.- gli disse. -Non potevi farci nulla. Nessuno poteva fare qualcosa. Però almeno adesso lei è salva e si riprenderà presto.- lo sguardo del ragazzo non era del tutto convinto e lei se ne accorse. -Starà bene.- ripeté in tono convinto.
Ma il ragazzo scosse la testa. -Temo di no. E tutto per colpa mia.- senza lasciare il tempo alla ragazza di ribattere o dire qualcosa la superò e sparì inghiottito tra le ombre delle statue nel corridoio.
Angolo me
Ciao belli!!! Scusate la mia lunga assenza, il capitolo in realtà era pronto da un sacco di tempo ma non riuscivo a trovare un titolo adeguato (non che questo mi soddisfi, ma intanto è qualcosa)
spero che possiate perdonarmi! >.<
Prometto di aggiornare il prossimo capitolo più in fretta di questo!
Anyway...come sta andando la quarantena?
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