24- Katie
Non so quanto tempo ho dormito, mi sento assai confusa. Focalizzo la stanza aprendo pian piano i miei occhi. Landon è quì. Dorme accasciato accanto a me, su una sedia, e mi tiene la mano. E' così dolce... Ma chissà cosa penserà, cosa gli hanno detto. Vorrei accarezzarlo, ma la mia forza minima me lo impedisce. Deve essere veramente stanco per dormire così profondamente.
Ma... non appena muovo un dito i suoi occhi si aprono e vedendomi sveglia Landon mi sorride.
<< Ehy... >> Gli dico.
<< Ciao, piccola. >> Cerco di rialzarmi un po' dal letto. << No, non muoverti, sei ancora troppo debole... >> Esclama. E' vestito esattamente allo stesso modo in cui lo ricordo.
<< Quanto tempo è che dormo...? >>
<< Due giorni. >>
Due giorni? Questa volta è stata davvero pesante. Non ricordo molto.
<< Landon io... >> Inizio, ma lui mi ferma, mettendomi un dito sulle labbra.
<< No! Non è il momento... Ne riparleremo quando starai meglio. Per ora voglio occuparmi di te, voglio che ti riprendi al più presto. C'è una sorpresa! >> Mi sorride.
<< Che sorpresa? >> Chiedo, curiosa.
<< Verranno a trovarti i tuoi genitori! >>
Cosa?? Una pallottola in testa avrebbe fatto meno male. << Landon... stai scherzando, vero? >>
<< No, arriveranno al più presto, prenderanno il primo aereo disponibile. La dottoressa li ha mandati a chiamare. Vivono in Germania, no? >> Continua a parlare, ma non gli presto ascolto. Non ci posso credere, quella donna l'aveva detto e l'ha fatto! Ma quindi... sapranno di me? Oddio, chissà come si sentiranno...
Il cuore riprende a battere più forte e il saturimetro svela ciò.
<< Ehy, ehy, stai tranquilla... ci sono qua io. Per qualsiasi cosa. >> Mi prende la mano e me la bacia delicatamente. << Cerca di stare serena, per favore, fallo per me. >> I miei occhi lucidi si posano su di lui ed improvvisamente sento che con lui al mio fianco potrei affrontare chiunque, persino i miei genitori.
Ma cosa hanno raccontato i medici di me? Landon sa la verità? Non ci sto capendo più niente.
*********
I giorni trascorrono veloci in ospedale, come sempre sono in stanza con il piccolo Leo che ultimamente sembra essere un po' annoiato. Non so se per la mia assenza all'animazione o per altro. Non rimaniamo mai soli in stanza e parlare di noi ci è impossibile.
Landon non mi lascia mai sola, si alterna con il signor Antonio. Qualche volta mi è pure venuta a trovare la piccola Flam che, con la sua allegria, riesce a far uscire due parole continue dalla bocca di Leo.
Sembrerà strano, ma man mano passano i giorni capisco quanto sono fortunata ad avere persone che mi stanno vicino nonostante tutto. Parlo soprattutto di Landon. Da quando le sue labbra toccarono le mie la prima volta non mi ha più abbandonata. E' come se avesse capito le mie sensazioni durante il nostro primo bacio.
Trascorriamo parecchio tempo insieme tra i corridoi dell'ospedale e la sala animazione e mi aiuta molto con i bambini, dal momento che non sono in forze. A volte lo guardo rapportarsi con loro e mi rendo conto di quanto sia dolce! Molte volte, dipende dal mio umore, salta persino qualche allenamento di Muay Thai pur di stare con me. Ed è per questo che è arrivata l'ora della verità. Basta mentire, non se lo merita.
<< Come ti senti oggi, Katie? >> Ennesimo controllo, stessa domanda di ogni giorno da parte della dottoressa. Non mi va di parlarle, lei per me è stata come una mamma, ma mi ha tradita. Ha chiamato i miei genitori, ha fatto realizzare la mia peggior paura. << Senti... >> Posa il suo termometro, dopo avermi misurato la febbre. << So che ce l'hai con me per la storia dei tuoi genitori, ma un giorno mi ringrazierai. >>
Sbuffo, girandomi dall'altro lato. << Cavolate! Come faccio a ringraziare la persona che farà soffrire i miei genitori? >>
<< Certe volte non ragioni... Come glielo spiegherò quando... >> Mi abbraccia stretta stretta. <<Oddio, Katie! Mi dispiace, ma devi goderti ogni attimo anche con i tuoi genitori. E' sbagliato per te, ma soprattutto per loro, escluderli dalla tua vita. >>
Le lacrime scorrono velocemente sul mio viso. Dov'è quel sorriso con cui affrontavo il mondo? Mi scanso dall'abbraccio e piangendo corro via, in terrazza. Forse la dottoressa ha ragione: sto fuggendo da tutti come una vigliacca e non affronto la realtà dei fatti di petto. Ma è difficile vedere la tristezza sul volto delle persone a me care, vorrei che sorridessero sempre perché io vivo di quel sorriso e mi danno la forza per affrontare questo inferno.
<< Che ci fai tutta sola qui? >> L'uomo giusto al momento giusto!
<< Landon! >> Esclamo non appena lo vedo. Si avvicina, mi mette il suo solito giubbotto di pelle sulle spalle e mi dà un delicato bacio.
<< Ma... tu hai pianto! >> Mi accarezza la mia umida guancia, asciugandola.
E' giunto il momento...
<< Tu devi sapere. >> Dico, all'improvviso.
<< Che c'è, Katie? >> Lascia andare la stretta dell'abbraccio, chiudo gli occhi per prendermi di coraggio e lo faccio, rischio: << Io sono malata! >>
<< Lo so, ma stai già molto meglio. La dottoressa ha detto che... >>
<< No, no, Landon! Io... io.. ho la leucemia! >> Non appena pronuncio quelle parole le lacrime mi scorrono nuovamente, silenziose.
Landon rimane di stucco, stenta a non crederci. << No... non è vero. I medici si sbagliano. >> Dice, quasi balbettando.
<< No, non questa volta. L'ho scoperto due anni fa e adesso non rispondo più ai trattamenti. >> Continuo a piangere e cerco di prendergli la mano.
<< Perché non me l'hai detto? >> Fa un lungo sospiro. Non rispondo e percepisco la sua rabbia. << Allora? Avevi intenzione di dirmelo prima o poi?? >> Questa volta il tono della sua voce è più alto.
<< La dottoressa mi aveva detto che avrei dovuto cercare di vivere una vita il più possibile normale e... non volevo che le persone mi guardassero con occhi diversi... come per pietà! >> Esclamo, in segno di resa.
<< Ti riferisci anche a me? >> Urla Landon.
<< Soprattutto a te! >> Grido per superare il suo tono di voce, ma viene fuori un lamento misto tra rabbia e disperazione. << Landon io l'avevo accettato... lo capisci? Ma poi sei arrivato tu ed è crollato tutto! >>
Dopo aver detto queste ultime parole scappo, scendo le scale velocemente e vado via dall'ospedale. Sono stanca di stare qui! Corro più che posso, piangendo, singhiozzando.
Ecco perché non ho mai raccontato della mia vita: sapevo che prima o poi sarebbe successo questo... che sarei scoppiata, che avrei odiato persino questa struttura che ospita me, Leo e tanti altri come noi. Ho sempre tenuto tutto dentro, mi ero davvero rassegnata alla mia malattia, ma Landon ha stravolto la mia vita. Landon mi ha fatto tornare quella voglia di vivere più a lungo, in eterno... Ma non posso. Dovevo godermi la vita per quel poco di tempo che mi era rimasto e ci stavo riuscendo. Il suo arrivo mi ha aiutato a vivere davvero. Lui è riuscito a farmi innamorare per la prima volta, a farmi provare veri sentimenti.
Adesso ho paura... paura di perderlo, di non essere più la sua "piccola", di non ricevere più quei suoi abbracci improvvisi o quei dolcissimi baci. Ma la mia vita è così e sono consapevole che io non sono sola... devo convivere con la mia malattia.
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Non so la vostra reazione, ma quando scrissi questo capitolo piansi da sola, come una scema.
Ancora una volta nelle mie storie c'è una dura prova da superare e questa volta si tratta di una malattia. Ma... come reagirà Landon? Lo scoprirete nel prossimo capitolo :)
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