20- Katie
Ho chiuso la porta, ci sono riuscita a non guardarlo negli occhi per evitare di prendere la scelta sbagliata. Non posso fargli del male, vive già una vita difficile e non posso mettere i mezzi per complicargliela.
I bambini sul terrazzo mi guardano sconvolta e vedendomi piangere giungono tutti intorno a me abbracciandomi. Leo prende le mie veci e invita tutti ad andare nelle proprie stanze. A malincuore la mia giornata con loro finisce quì, sebbene sia ancora presto.
<< Leo, mi dispiace... Oggi non mi sento in forma. >> Gli dico, non appena tutti gli altri sono andati via.
<< Stai male, Katie? Chiamo un dottore? >>
<< No, piccolino. Non fa male al solito posto... stavolta fa male quì. >> Dico, indicando il mio cuore.
<< E' stato Landon? >> Chiede, rattristito.
<< No, sono stata io. >>
Parlare con un bambino di quasi sei anni potrebbe essere da pazzi, ma Leo per me è un amico, sa ascoltare più di chiunque altro e con la sua dolcezza riesce sempre a farmi stare meglio. Rimaniamo così, seduti a terra, abbracciati. Gli occhi spingono giù le lacrime che scorrono velocemente dalle mie guance.
Dopo qualche ora Leo si addormenta sul letto e nel pomeriggio provo a studiare. Tutti i miei pensieri ricadono su Landon. Stasera a quanto ho capito ha una gara di Muay Thai, spero tanto non si rompa qualcos'altro. Non mi piace pensare che qualcuno gli faccia del male. Chissà come sarebbe assistere ad una sua gara. Sicuramente si trasformerà, darà sfogo a tutta la sua rabbia in un unico round. E' andato via da quì distrutto, non l'ho mai visto così. Mi ha pregato di restare ed io gli ho spezzato il cuore, ma se gli avessi detto come stanno i fatti gli avrei rovinato la vita. E' meglio così. Dico tra me e me pur di autoconvincermi.
<< Cosa è meglio così? >> Il signor Antonio varca la soglia della porta.
Cavolo! Ho pensato ad alta voce mi sa. Non rispondo e mi limito a salutare, chiudendo il libro.
Il nonno di Leo mi guarda con occhi sospetti, capisce che non mi va di parlare e si siede sulla sedia accanto al letto, rimanendo in silenzio.
<< Hai mangiato? >> Mi chiede e faccio segno di no con la testa. << Katie... immagino cosa c'è che ti turba, ma devi mangiare qualcosa, per favore... >>
Ha ragione, avevo promesso alla dottoressa che non mi sarei più cacciata nei guai e avrei evitato di sentirmi ancora male a causa mia. Mi alzo e mi diriggo verso la porta, mannaggia ho lo stomaco chiuso! Forse parlarne con qualcuno mi fa stare meglio. Mi blocco con le spalle verso il signor Antonio. << Ho chiuso! Ho preso la mia scelta. >> Attimo di silenzio. Mi giro verso il letto dove è seduto il nonno di Leo.
<< Immaginavo che avresti preso la strada più semplice. >>
Strada più semplice? Nessuno può capire quanto sia stato difficile dirgli addio! E' vero, lo conosco da poco, ma quel poco è bastato per capire quanto lui sia speciale e non mi importa se in passato sia stato un delinquente, io l'ho conosciuto ora per quello che realmente è: un duro dal cuore tenero.
<< Katie, io non sono nessuno per dirti cosa è giusto fare e cosa no. Ma una cosa posso consigliartela: non si può scegliere al posto degli altri. >>
<< Che vuol dire? >> Chiedo, riavvicinandomi a lui e sedendomi nuovamente sulla sedia.
<< Non sta a te decidere se allontanare il giovane Landon. Devi dirgli la verità e poi sta a lui scegliere se starti vicino o se andare via. >>
<< Andrebbe via ugualmente! >> Contrabbatto, sicura.
<< Non puoi saperlo. Ha insistito prima di andare via? >>
Ripenso allo sguardo ferito di Landon "Io ho bisogno di te..." Mi ha supplicato di restare... Non rispondo, resto in silenzio.
<< Vedi? Anche se la verità fa male, va sempre detta! >> Sorride e cambia il canale della tv, facendomi capire che l'argomento per lui è chiuso, che non ha altro da aggiungere.
<< Io... ho solo paura di farlo soffrire. >> Rispondo, vergognandomi un po'.
<< Non pensi che stia già soffrendo abbastanza? E tu? Non si può comandare il cuore se ti porta da lui! >>
<< Non essere esagerato. Io e Landon siamo così diversi... >> Rispondo facendo crollare i castelli di sabbia formati dalla mente diabolica del signor Antonio, ma... Il mio cuore accellera i battiti pensando ad ogni singolo momento magico che potrei trascorrere con Landon.
<< Diversi... sì, ma avete bisogno l'uno dell'altro. Forse Dio ti sta offrendo un'opportunità, non sprecarla. >>
Sono ancora più confusa. Se dicessi la verità al mondo scapperebbe da me, mi guarderebbero tutti con occhi diversi compatendomi ed io non voglio assolutamente questo. Mi piace pensare che piaccio per quella che sono e non essere malata agli occhi delle persone a me care, perché è vero... i malati vengono guardati con occhi tristi, quasi pietosi e sarebbe davvero massacrante se i magnifici occhi azzurri di quel ragazzo mi guardassero diversamente da come mi ha guardata in questi giorni... Io mi sono sentita apprezzata da lui ed è bastato così poco...
<< Grazie per i consigli, ma... per quanto possa fare male credo che questa sia stata la scelta migliore. >> Lo abbraccio affettuosamente. Mi avvicino verso il letto di Leo e lo bacio sulla fronte, augurandogli una buona notte.
*********
E' quasi mezzanotte, sono sola e passo il tempo a guardare la tv. Non ho sonno, anche se so che devo riposare. Domani inizia un'altra settimana, solita routine e cercherò di iniziarla al massimo, senza rimpianti.
Il suono del campanello mi fa sobbalzare. Chi sarà mai a quest'ora?
<< Chi è? >> Chiedo, sinceramente un po' allarmata.
<< Sono Landon... >>
I miei battiti cardiaci impazziscono, mi alzo immediatamente dal divano e mi accosto alla porta.
<< Katie, per favore... apri. Devo parlarti. >> Chiede gentilmente.
Il mio cuore vorrebbe spalancare quella porta e buttarsi tra le sue braccia, ma è il cervello che mi frega... Non posso, non devo. << Landon vai via! Non ti è chiaro che non voglio più vederti? >>
<< No, se questo significa perderti non mi è chiaro! Io ci sto provando a... migliorare. >>
Crede davvero di essere lui il problema? Ripenso alle sue parole, quando mi raccontò della sua famiglia: gli hanno sempre dato la colpa a lui di tutto. Non voglio essere come loro, non voglio far sentire Landon colpevole quando non lo è.
<< Dannazzione Katie, non mi va di parlare senza guardarti negli occhi! >>
Esitante apro la porta e lo vedo lì, davanti a me, con un labbro spaccato e una coppa in mano. Avrà vinto la gara, non ne avevo dubbi. Ma vederlo sempre con qualcosa di spaccato o di rotto mi urta un po'.
<< Grazie per aver aperto. Sei... stai bene vestita così. >> Entra pian piano e non smette di guardarmi.
Abbasso lo sguardo e noto i miei piedi scalzi con le calze anti-scivolo, i miei leggins e la mia felpa quattro taglie più grande, immensa, che mi arriva un po' sopra le ginocchia. << Landon... Ho un'orrenda tenuta casalinga, non posso essere carina vestita così. Non mi conquisti con fasulli complimenti. >> Dico, un po' seria ed un po' scherzosa.
La verità è che mi sento nervosa, sono agitata perché non riesco a portare avanti la mia scelta presa questa mattina: avevo detto che dovevo stare alla larga da lui ed invece mi piomba a casa ed io lo faccio pure accomodare! Ma più si avvicina a me e più mi sento in trappola, incapace di intendere e volere. È inutile scappare quando hai davanti a te due occhi che ti incatenano.
<< Con te sono sempre sincero. >> Esclama.
<< Cosa vuoi, Landon? >> Dico, esausta. Mi butto sul divano.
<< Te! Non mi importa cosa dovrò migliorare, cercherò di essere meno impulsivo, sono pronto a rinunciare a tutto, basta che TU fai parte della mia vita. Katie... tu mi fai sentire migliore, ti ho incontrato in un periodo buio in cui non credevo più in niente e mi stai donando speranza. Credimi... non è cosa da poco. >>
Come reagire difronte ad una dichiarazione come questa? Rimango immobile, emozionata per le sue parole. Non so cosa rispondere, mi ha spiazzata. << Landon io... >> Devo dirgli la verità, forse è giusto così. Come ha detto il nonno di Leo: sta a lui scegliere da che parte stare.
<< No Katie, non dire nulla. Mi basta che tu mi credi. Non ti costringo a fare niente, vorrei solo che non mi elimini dalla tua vita. Non voglio e non posso.>>
Mi fa tacere ancora una volta e quel poco coraggio che mi era giunto, per raccontargli tutto di me, è passato in un istante. Mi arrendo. << Hai vinto. >> Alludo al nostro rapporto, ma Landon fraintende e guarda la sua coppa.
<< Sì, ho vinto. >> Sorrido alla sua risposta. Non è quello che intendevo, ma meglio così, devio il discorso. Gli tocco il labbro spaccato delicatamente e lui sobbalza un po' dolorante.
<< Siediti, lo disinfetto un po'. >> Mi affretto ad andare in bagno e prendere l'acqua ossigenata.
<< Non c'è bisogno, ci sono abituato. >> Risponde.
<< Prima cosa da migliorare Landon Atwood: lasciarti coccolare un po' >> Dissi sorridendo, sedendomi accanto a lui e appoggiando la galza sopra il suo labbro.
Resta in silenzio, ogni tanto strizzando gli occhi per il dolore, ma con il corpo immobile per facilitarmi la cura.
<< Non hai paura di combattere? >> Chiedo con discrezione.
<< No... >> Risponde, ma non è tanto sicuro di sé. Lo guardo aspettando la verità e lui lo capisce. Poso la galza sul tavolo e prendo un ceretto, appiccicandolo delicatamente sulle sue morbide labbra.
<< Be', ecco, a dire la verità, sai certe volte un po' di paura ce l'ho, è vero!>> Inizia a dire. << Quando sono sul ring e le prendo, e le braccia mi fanno tanto male che non riesco più ad alzarle... >> A pensare quelle immagini mi si stringe il cuore. << Sì allora penso: "Dio quanto vorrei che mi beccasse sul mento così non sentirei più niente!" Però poi c'è un'altra parte di me che viene fuori e non ha tanta paura... >> Lascia il suo sguardo fisso sulla sua coppa dorata con il manico blu. << C'è un'altra parte di me che non vuole mollare, che vuol fare un altro round. Perché fare un altro round, quando pensi di non farcela, è una cosa che può cambiare tutta la tua vita. Capisci quello che voglio dire? >>
Comprendo eccome. Ha descritto metaforicamente quello che il Muay Thai rappresenta per lui: la forza per continuare a lottare nella vita.
<< Sì, capisco quello che vuoi dire. Ma... la speranza la si trova anche in altro, non per forza facendosi del male. >> Rispondo, cercando di fargli capire quanto odio questo sport.
<< Il Muay Thai per me è tutto, Katie. >> Ribatte, un po' irrequieto. << E' ora che io vada, si è fatto veramente tardi e starai morendo di sonno. >> Assalito dalla stanchezza, sbadiglia.
E' già l'una: come vola il tempo con lui. Si avvia verso la porta d'ingresso, prendendo la sua coppa dal tavolo. << Dimenticavo... Domani andrò al parco con Flam, ti andrebbe di venire con noi? >>
Si ricomincia. Dopo averlo accolto a casa mia mi sono ributtata a capofitto con tutte le scarpe in questa storia.
<< Sì, Landon... Mi farebbe molto piacere. >>
----------------------
Quando l'amore chiama non c'è nessuna potenza umana. Katie cede ancora una volta al fascino di Landon, d'altronde... voi avreste resistito davanti a un ragazzo che insiste pur di non perdervi? :P
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro