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12- Katie

"Dai Katie"
Sento pronunciare il mio nome da più persone, ma sono incapace di reagire. Non ci posso credere che sono svenuta ancora una volta, mi sento così debole... Peggioro di giorno in giorno.

Ma la dottoressa conosce il mio corpo e sa quale magia fare su di me. Non so quante ore sono trascorse da quando ho riaperto gli occhi. La stanza intorno a me è vuota. Sento solo il ritmo del macchinario attaccato al mio cuore, ormai è diventato anche il ritmo della mia vita...
Vorrei sapere come sta Leo, se si è ripreso, se è uscito dalla sala rianimazione, ma non c'è nessuno che mi assiste.
Afferro il pulsante di allarme, so che è vietato suonarlo se non per motivi gravi, ma è la prima cosa che mi viene in mente per chiamare qualche infermiera ed informarmi, non ho la forza, né la possibilità di alzarmi da questo letto.
<< Katie!! Tutto bene? Ti sei svegliata, grazie a Dio! >> Arriva correndo la solita dottoressa che per me è come una seconda mamma.
<< Come sta Leo? >> Sussurro con un filo di voce procifua per farmi sentire.
<< Devi pensare a te, Katie... Ultimamente hai troppe preoccupazioni che non puoi permetterti di avere. Il tuo corpo non reagisce, tu non reagisci. >>
Al mio silenzio, subito lei esclma: << E comunque... Leo sta bene, è già in camera sua. >>
<< Posso alzarmi per andare da lui? >>
<< No Katie, mi dispiace! Se finora sono stata disponibile con te, adesso devo comportarmi da vera dottoressa: adesso basta! Tu rimani all'ospedale finché non recuperi le tue forze! >> Ritornare in ospedale? No, no, no e no! Sono uscita solo da un mese, non sono riuscita a godermi tutto quelli che avrei dovuto, non ho aperto un libro...
<< No! La prego, dottoressa, la situazione rimarrà sempre la stessa, se o senza restare qui... Io non voglio. >>
<< Non esiste, ti terremo sotto controllo. Non si discute! >> Chiarisce determinata.
<< Sì invece! Non ho bisogno di voi per guarire, tanto non guarirò ugualmente!! >> Tento di alzarmi dal letto, ma la mano della dottoressa mi blocca, premendomi il petto e facendomi risdraiare.
<< Lo vuoi capire che sei stata salvata per ben due volte, per miracolo?? Prima quel ragazzo, adesso dal signor Antonio!! Se questi svenimenti accadono quando sei sola?? Chi ti salverà?! Ragiona, Katie!!! >>

Chiudo gli occhi cercando di non piangere. Sono settimane che non vivo più e adesso si ritorna in ospedale. Deglutisco, cercando la forza di chiedere ciò che mi gironzola nella mente.
<< Perché mi accade questo, ultimamente? Perché sono più propensa a svenimenti? >> La dottoressa avvicina la sedia al mio letto e si siede, poi mi prende la mano, massaggiandola.
<< Non lo so. Pensiamo che siano le troppe preoccupazioni che stai avendo ultimamente, ma... La realtà è che la tua malattia ti rende sempre più fragile con una velocità allucinante. E' per questo che ti chiedo di stare tranquilla... peggioreresti solo la situazione. Ed io... ti vorrei qui per farti stare al sicuro. >>

Quel discorso mi ha stesa. Lei ha ragione, ma è la mia vita e sono io a dover decidere. Quando uscii dall'ospedale, dopo esserci stata per mesi, mi ero ripromessa di viverla più possibile e ancora ho troppe cose da fare: innamorarmi, veder crescere Leo, assistere nuovi pazienti, laurearmi...
<< No, so quanto si preoccupa per me, ma qui dentro non ci sto. Non è necessario. Sono malata, l'abbiamo capito tutti, ma... E' stata abbastanza chiara settimane fa, al ritiro degli analisi. Quindi... mi dispiace, dottoressa, ma io preferisco vivere e non vegetare! >> Mi aspetto una reazione per niente piacevole, ma per fortuna si raddolcisce un po'.
<< Sei grande, Katie... Davvero! Sono d'accordo con te: Sei libera di andare dopo esserti ripresa, ma ad una condizione: Se accadrà di nuovo... a causa di stress e preoccupazioni varie io lo dirò ai tuoi genitori con o senza il tuo permesso! >>
<< I patti, tempo fa, non furono questi, sono maggiorenne, miseriaccia! >> Rispondo, nervosa.
<< Quì ci siamo noi a proteggerti, ma fuori nessuno sa di te e questo non è il metodo adatto per la tua condizione. >> Detto ciò, con fremenza, si alza e riposa la sedia al suo posto.
All'improvviso la porta si apre violentemente, sbattendo la maniglia nel muro. Alzo leggermente il busto per riuscire a vedere meglio e...

<< Tataaaan! Ecco a te, guarda chi ti ho portato! >>
<< Oddio, Leo!! Amore mio... ciao! >> Il piccolo è seduto su una sedia a rotelle, è molto pallido in viso, ma la sua allegria è sempre disarmante.
<< Ciao Katie! Il nonno mi ha detto che sei stata male perché non sei riuscita a dormire stanotte. Ci diamo il turno con questi letti? Prima io... poi tu. >> Si avvicina a me, girando le ruote della sedia e mi sussurra: << Dobbiamo ritornare al parco! >>
Non riesco a trattenermi dalle risate, Leo... bentornato da me!

***********

Dopo aver dormito un po' durante il pomeriggio, pian piano riesco ad alzarmi, sebbene con alcuni giramenti di testa per la debolezza. Mi hanno trasferita in camera di Leo e il signor Antonio è stato qui finora a farmi compagnia. Mi ha raccontato chi è stato a causare il danno in casa sua e mi ha pure detto che non farà denuncia, che ha troppi pensieri per Leo e non ha tempo per stare appresso alla polizia e alla legge, ma se ne sento il bisogno lo farà senza batter d'occhio.
Mentre parlavamo di ciò mi tornò in mentre Landon... Non ho sue notizie da molte settimane. Non è più tornato in ospedale neanche per chiedere del piccolo Leo. Ricordo il modo in cui andò via l'ultima volta: sembrava dispiaciuto per non aver creduto alle sue parole riguardo la sua innocenza.

<< Ecco, questa è la stanza di Leo. >> Sento la voce di un'infermiera. Chi vorrà fare visita al mio Leo?
<< Landon! >> L'esclamazione è spontanea.
<< Katie! >> Pronuncia il mio nome, esitante.
<< Ma... che ti è successo all'orecchio? >> Chiedo, guardando la sua benda.
<< Eh... Lunga storia! Ma tu che ci fai in ospedale? >>
Cavolo, sono ancora con la flebo attaccata! << Ehm... Mi sono sentita poco bene e sono sotto osservazione. >> Non sapevo che altra scusa inventare.
<< Scusate eh, ma voi siete amici? >> Chiede il piccolo Leo, guardando prima Landon e poi me. Entrambi ridiamo. << No, Leo, continuiamo tuttora a non sopportarci. >> Mi anticipa. Poi si dirigge verso di me e guarda attentamente la mia flebo. << Non ne ho mai capito niente di queste robe... >> Continua e mi guarda.
E' troppo tempo che non lo vedo, dopo l'ultima volta in cui mi sono lasciata cullare tra le sue braccia... Adesso perché mi sento imbarazzata e fatico a guardarlo? << Come stai, Leo? >> Chiede, continuando a gettare il suo sguardo su di me di volta in volta.
<< Benissimo! Aspetto che Katie si riprende per poi andare in terrazza a giocare, come i vecchi tempi! >>
Oddio Leo...! La verità sta sempre sulla bocca dei bambini.
<< Perché Katie è stata più volte qui all'o... >>
<< ...Sono stata più volte qui a giocare con lui, sì! Faccio animazione ai bambini proprio in questo ospedale. >> Lo anticipo, prima che Leo mi faccia fare un gaffe.
<< Ah, capisco. >> Dice Landon, sorridendo. << Io... sono passato solo per vedere Leo, credevo di trovare il signor Antonio ed invece... ho trovato te. >>
<< Landon... io... >> Ma che effetto mi fa questo ragazzo? Io non sono così timida! << Devo parlarti, insomma! >>

Ci incamminiamo verso il corridorio.
<< Ehy! E' maleducazione parlare di nascosto! >> Urla Leo dalla stanza. E vedo Landon sorridere. Ha un sorriso così bello... Quando le sue guancie si innalzano i suoi occhi azzurri gli si rimpiccioliscono ed è davvero carino.
<< Dimmi pure. >>
<< Ehm... >> Mi perdo un po', balbetto. << Volevo chiederti scusa. >> Abbasso lo sguardo dalla vergogna. << Per non averti creduto. So che non sei stato tu a fare del male al nonno di Leo e... Insomma, scusami ancora per averti incolpato. >>

Landon mi guarda sorpreso, è come se attendeva da molto questo momento delle mie scuse ed io... ho le palpitazioni. Ripenso alle parole del signor Antonio "Hai Landon... ho notato come ti guarda... Nessuno nasce cattivo." Lo osservo con occhi diversi.
<< Fa niente dai... Mi trovavo lì, era logico pensare che fossi stato io. >> Mi accarezza il braccio dolcemente.
Ho i brividi.
<< Adesso... devo proprio andare. >> E' imbarazzato ed io più di lui. << Cerca di non stare troppo spesso male, Katie! >> Dice, abbozzando un sorriso. Non posso fare altro che ricambiare, non sembra poi così tremendo questo Atwood.
<< E tu cerca di non fare troppo a botte, Landon Atwood! >> Rispondo, indicando il suo orecchio bendato.

Fa un cenno con la testa, si volta e va via, lasciando dentro me un senso di vuoto. Ad un tratto il mio umore cambia e mi rendo conto che non può piovere per sempre... prima o poi apparirà un arcobaleno a cui aggrapparsi e tutto ciò che sembra grigio tornerà colorato. Prima o poi.

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Primo incontro tra Katie e Landon senza litigi *___*
Ma... La situazione di Katie peggiora, chissà cosa ha =(


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