Ho scelto la speranza
La pioggia ormai gli si era filtrata fin dentro le ossa, tuttavia non era il pianto del cielo a gelargli il sangue nelle vene "Il tuo interesse amoroso è Munakata Kyouske" la voce acuta e le stridule risate sprezzanti di scherno risuonavano ancora all'interno della sua mente.
Le sue gambe continuarono a muoversi con grande lentezza cercando di ritardare il momento temuto, ma i suoi pensieri viaggiavano a diverse centinaia di chilometri orari: lì sul momento aveva permesso ai suoi timori di avere la meglio su di lui, però iniziava a domandarsi se non fosse meglio dire a Munakata la verità; non aveva, forse, appena avuto prova di quello che Enoshima Junko era in grado di fare?
Lui da solo non era riuscito a sconfiggerla ed era pur sempre il 'Pugile Definitivo', campione del mondo; e se per caso Junko avesse detto la verità? Se per una qualche assurda ragione fosse stata veramente in grado di far cadere il mondo nella disperazione?
Se così fosse stato allora Sakakura avrebbe dovuto dirlo a Munakata; insieme sicuramente sarebbero stati in grado di batterla e avrebbero salvato il mondo; tuttavia...
Parlarne a Munakata significava anche rivelare i propri sentimenti per il suo migliore amico: non dubitò nemmeno per un istante che Junko non si sarebbe fatta scrupoli per raggiungere il suo scopo.
Le risate echeggiarono più forti nella sua testa e la paura tornò ad attanagliargli il cuore.
E se Kyouske venendolo a sapere ne fosse rimasto disgustato? E se avesse deciso di abbandonarlo? E se avesse pensato che non gli sarebbe più stato utile? E se avesse provato pietà per lui?
'E se', 'E se', 'E se'...
I suoi passi rimbombavano nei vuoti corridoi, battendo così il ritmo della sua ansia in aumento, facendo da sottofondo ai battiti accelerati del suo cuore e scandendo il tempo sempre più ridotto che gli restava per prendere la sua decisione; una decisione che con ogni probabilità avrebbe cambiato le sorti del mondo.
In cuor suo sapeva quale fosse la scelta corretta, eppure... Anche solo l'idea che il rapporto che aveva con Munakata, la loro amicizia, gli venisse portata via riusciva a togliergli l'aria dai polmoni.
Al diavolo il mondo! Se Munakata lo avesse allontanato allora nulla avrebbe avuto più un senso: aveva già rinunciato alla sua carriera di pugile per lui...
Ma mentirgli significava tradirlo, tradire la sua fiducia, tradire quegli stessi sentimenti per cui ora stava dubitando.
"Questa è una scelta facile Juzo Sakakura" si disse avvicinando la mano alla maniglia della porta "L'hai sempre saputo che non c'era spazio per te; non è forse questo il motivo per cui eri geloso di Yukizome? Vuoi la felicità di Munakata, no? Vuoi la felicità di entrambi. L'hai sempre saputo, per cui ora non essere un codardo, saranno felici anche senza di te, ma se il mondo finisce allora la tua sofferenza non sarà servita a niente" sospirando aprì la porta.
Munakata, fino a pochi istanti prima seduto al tavolo, si alzò andandogli incontro con il volto neutrale e gli occhi preoccupati "Non guardarmi così" pensò Sakakura "Non quando fra poco nemmeno vorrai vedermi".
-Sakakura, dov'è Junko?- la voce, fredda, non lasciava trasparire emozione alcuna, ma Juzo, che ormai lo conosceva da anni, poté notare l'impercettibile inflessione ricolma di preoccupazione.
-Munakata... io...- le parole gli si bloccarono in gola e il respiro si fece più pesante.
Il 'Presidente del Consiglio Studentesco Definitivo' era ormai evidentemente preoccupato per il proprio migliore amico: Sakakura aveva sempre portato a termine tutti gli incarichi che gli aveva affidato e non esitava mai a rispondere ad una domanda o a gettarsi nella mischia a seconda del caso.
Juzo fece un profondo respiro "Diglielo e basta. I tuoi sentimenti non valgono la sua felicità. Junko dev'essere fermata" sospirando alzò lo sguardo verso l'altro uomo, il terrore negli occhi, eppure la decisione salda in mente.
-Scusami Munakata- cominciò -Lei era...- ammetterlo era una ferita per il suo orgoglio, ma a confronto di ciò che lo attendeva questo era solo un graffio -Era troppo forte, aveva fatto il lavaggio del cervello a troppe persone. Mi dispiace, non posso farcela da solo- abbassò per un attimo la testa imbarazzato dalla sua stessa debolezza -Però avevi ragione- riprese alzando il capo con sguardo sicuro -Lei è la colpevole e questo è solo l'inizio: ha intenzione di far cadere tutto il mondo nella disperazione-.
La respirazione di Munakata si fermò un attimo con stupore e la sua espressione normalmente neutra si storse in una smorfia di incredulo terrore -Sakakura- le parole gli rimasero bloccate in gola e per la prima volta nella sua vita rimase per un attimo interdetto -Lo so, ti ho deluso, scusami. Non sono riuscito a fare ciò che mi hai chiesto, mi dispiace- Munakata diede un rapido passo in direzione di Sakakura prendendo con le mani i suoi bicipiti, scuotendolo leggermente -Non ti devi minimamente scusare!- esclamò sorprendendo l'altro - Sono felice che tu ne sia uscito relativamente illeso e sia venuto qui a chiedere aiuto. Non so cosa avrei fatto se ti fosse successo qualcosa-.
Le parole di Munakata erano così tanto sincere e i suoi occhi così felici e così preoccupati allo stesso tempo che a Juzo venne voglia di piangere: come aveva potuto pensare, anche solo per un momento, di tradire quell'uomo così preoccupato per lui? "Bene adesso finisci il lavoro prima che lo faccia Junko" si disse fra sé e sé, cercando di godersi ancora per un momento quel contatto così sentito.
-Munakata c'è un'altra cosa che devo dirti- l'uomo con i capelli bianchi lo guardò con trepidante attesa -Io... Se sono uscito illeso dallo scontro con Junko è perché ha cercato di ricattarmi- le mani di Kyouske si strinsero intorno alle sue braccia e i suoi occhi si sgranarono lievemente, quasi invisibili ad uno spettatore non attento -Cosa? Cosa intendi per ricattato? Non hai ceduto vero?- lo sguardo di Sakakura si fece improvvisamente colpevole abbassandosi velocemente -Sakakura...- il mormorio giunse quasi mortificato.
-Lei... Lei mi ha detto di mentirti, di dirti che era innocente, mi ha fatto supplicare per ciò- sbottò l'uomo con i capelli verdi temendo di perdere i nervi -Io l'ho fatto e mi dispiace, ma mentre venivo qui ci ho pensato molto e per quanto so che mi odierai quando verrai a sapere la verità io non potevo semplicemente tacere e permetterle di distruggere il mondo- la voce era leggermente spezzata, il profondo rammarico e l'intensa paura non erano nemmeno celate.
Munakata gli sorrise lievemente, quasi con dolcezza -Però non lo hai fatto, sei venuto qui e mi hai detto la verità, sono molto fiero di te Sakakura- il volto dell'ex pugile si tinse di rosso a quelle parole ed il suo cuore iniziò a battere un po' più velocemente -Tuttavia potrei sapere cos'è che ti ha detto Junko al punto da terrorizzarti così?-.
Il viso di Sakakura impallidì ed il cuore dopo aver saltato un battito riprese il suo ritmo con il doppio della velocità "Ebbene, qui è dove tutto giunge al termine, sii felice che gli ultimi istanti al suo fianco non siano stati così male" lì dove le mani di Munakata erano ancora appoggiate l'uomo dagli occhi rosa poteva sentire un piacevole calore propagarsi in tutte le direzioni.
Aprì la bocca per confessare il più sporco e proibito, a suo dire, dei suoi segreti; tuttavia non ebbe il tempo di pronunciare parola che il rumore della porta aprendosi e una risata allo stesso tempo conosciuta e sconosciuta lo interruppero.
-Upupupupup Juzo, è molto coraggioso da parte tua venire qui e raccontare al mio splendido e perfetto ragazzo tutta la verità, soprattutto quando sai che il tuo sporco e vile segreto non è più così al sicuro- Chisa si trovava ora sulla soglia della porta, le mani erano incrociate dietro la schiena; sul volto aveva stampato il suo solito dolce sorriso, ma i suoi occhi la contraddicevano, non erano esattamente morti, parevano più stregati, quasi come se la vera Yukizome non fosse più lì.
-Yukizome...?- Munakata sembrava incerto, quasi più sconcertato dello stesso Sakakura "No, no, no, non può essere vero! Non Yukizome!" era così che Junko aveva intenzione di smascherarlo allora? Doveva concederglielo, quando si trattava di disperazione era davvero brava. Perché fra tutte le persone proprio Chisa? Lei non si meritava nulla di tutto quello.
Juzo strinse con forza i pugni: avrebbe ammazzato Enoshima Junko con le sue stesse mani e gliel'avrebbe fatta pagare per aver osato far del male a Yukizome.
-Oh! Juzo non te lo ha detto, Kyouske? Che peccato!- continuò la donna imperterrita dondolandosi sui piedi con fare infantile avvicinandosi sempre di più ai due uomini fino a stringere il più basso dei due in un abbraccio -Mi dispiace davvero rovinare la sua confessione, ma prima o poi saresti dovuto venire a saperlo. O forse no se Juzo fosse morto prima!- dopo aver pronunciato questa frase lasciò che dalle sue labbra si disperdesse una risata infantile che gelò il sangue nelle vene dei presenti.
-Yukizome di cosa stai parlando? Si può sapere cosa ti succede?- domandò Munakata tanto preoccupato quanto Sakakura "Più preoccupato di te" pensò con amarezza "Dopotutto è la donna che ama".
-A me? A me non succede nulla! Non sono io quella che per la prima volta deve confessare il suo amore per te- nella stanza cadde un silenzio attonito, mentre il volto dell'ex pugile perdeva man mano colore, ma la donna dagli occhi verdi non parve esserne turbata -Oh, sì, sì! Sai, è da veramente tanto, tanto, tanto tempo che Juzo è innamorato di te! Pensa che ha pure una tua foto sul suo comodino- Munakata si staccò di dosso Yukizome, tenendola per le braccia, ma questa volta la sua azione era priva di alcun calore e il suo volto era tornato ad essere una maschera di pietra.
-Yukizome! Si può sapere cosa ti prende? Tu non sembri te stessa in questo momento. Come puoi dire una cosa del gen- -Sta dicendo la verità- lo interruppe Sakakura -Dai, non te la prendere Kyouske. Non ti devi preoccupare Juzo, è normale che tu sia geloso del fatto che Kyouske sia il mio ragazzo perfetto- le sue parole erano come lame ardenti nelle ferite ancora aperte lasciate poco tempo prima da Junko e le risate degli studenti del corso di riserva.
L'uomo dai capelli bianchi rimase in silenzio, decidendo il corso d'azione da intraprendere, ma data la situazione nella quale si trovava gli risultava molto difficile -Probabilmente Enoshima Junko le ha fatto il lavaggio del cervello- intervenne Sakakura -Non so se si possa rinvertire o meno, però per il momento dovremmo metterla sotto custodi- s'interruppe prima di poter terminare la frase, ricordandosi che in quel momento Kyouske fosse disgustato da lui.
Tuttavia Munakata annuì, il dolore all'interno dei suoi occhi mentre si apprestava a seguire il consiglio di Sakakura -Non c'è bisogno di rimanerci male Juzo, chiunque potrebbe innamorarsi di Kyouske; è vero che ho detto che non l'avrei condiviso nemmeno con te, ma se non fossi stato così disgustoso forse forse non mi sarebbe dispiaciuto poi così tanto- il dolce sorriso sul suo volto fece sì che il dolore di quelle parole si moltiplicasse per dieci e il cuore di Sakakura ormai ferito e trafitto iniziò a sanguinare ancora più velocemente.
-Yukizome! Fermati subito! Questa non sei tu, smettila di dire assurdità- un leggero strato di sofferenza velava la voce dell'uomo dai capelli bianchi "Già, dev'essere doloroso che la donna che ami dica di essere disposta a condividerti con qualcun altro" ogni secondo che passava rendeva più dolorosa ed agonizzante quella situazione -Kyouske, certo che sono io, non mi vedi?- domandò ridendo -Ho semplicemente abbracciato la disperazione di Enoshima Junko, è veramente magnifica, dovresti farlo anche tu, così potremo essere disperati insieme. Guarda come si è ridotto il caro Juzo per averla rifiutata... Nulla più che un semplice straccio usato da gettare via-.
Per quanto Sakakura fosse consapevole che quella che stava parlando non era Chisa non poté evitare che le sue parole dolessero più di qualunque altra che Junko avesse pronunciato prima -Non importa comunque, presto la mia classe si unirà a me e così potremo essere disperati insieme, quando vedrai il mondo che Enoshima Junko ha intenzione di costruire anche tu vorrai unirti a noi Kyouske- quelle parole fecero drizzare le orecchie ai due uomini con autentico orrore: avevano già perso Chisa, per il suo bene e quello di quei poveri ragazzi non potevano permettere che una cosa così terribile accadesse.
-Di che cosa stai parlando Yukizome?- la domanda di Munakata sembrava più un sussurro debole e incredulo che una vera e propria frase -Oh? Non l'ho detto? Junko ha intenzione di far sprofondare il mondo nella disperazione e quale modo migliore se non distruggere il simbolo della speranza che rappresenta questa scuola? Presto Nanami-chan sarà morta e i miei amati studenti cadranno nella disperazione più totale- la leggerezza con cui pronunciava quelle parole terribili era agghiacciante -Ma forse volete provare a salvarli? Non credete che sarebbe una bellissima disperazione se non arrivaste in tempo per farlo? Allora voglio aiutarvi: andate alla statua del fondatore e poi giù, giù, sempre più giù. Upupupupup-.
Appena ebbe finito di pronunciare quelle parole dalla porta entrarono degli uomini in divisa: le guardie fidate di Munakata -Rinchiudetela in un luogo sicuro e fate in modo che non possa parlare fino a nuovo ordine- la voce di Kyouske era la solita voce da comando, ma Sakakura non aveva bisogno di vederlo in faccia per sapere quanto quelle parole lo stessero facendo soffrire; tuttavia il fatto solo che avesse ordinato di tappare la bocca a Yukizome gli fece capire che gli importava ancora abbastanza di lui da mantenere il suo segreto al sicuro, almeno per il momento.
-Sakakura- si guardarono e non ci fu bisogno di dire altro "Il discorso non è finito, però..." "Lo so, ora la nostra priorità è cercare di salvare quei ragazzi a qualunque costo e fermare Junko" annuirono entrambi e senza più pronunciare parola iniziarono a correre in direzione della statua del fondatore. Certo, vi era la possibilità che Chisa avesse mentito, malgrado ciò quello era l'unico indizio che avevano e non potevano permettersi il lusso di formulare altre ipotesi.
Mentre correvano in direzione della scala un'orda di studenti del corso principale bloccò loro la via -Fai attenzione!- esclamò Sakakura -Junko ha fatto il lavaggio del cervello anche a loro- il volto di Munakata mostrava un'espressione determinata -Apriamoci la strada con la forza- istruì -Loro adesso non possiamo salvarli, ma forse per gli studenti di Yukizome c'è ancora speranza- detto questo si apprestò a schivare un colpo per poi restituirlo con il doppio della forza e piazzato molto meglio.
Juzo non se lo fece ripetere due volte: il suo orgoglio era ancora irrimediabilmente ferito dalla sconfitta subita poco prima e dalle risate di scherno; ma questa volta non era da solo, Kyouske era con lui ed insieme avrebbero mostrato a Junko quanto forte potesse essere la loro speranza.
Non ci volle molto tempo prima che riuscissero ad aprirsi un varco per avanzare, ma in quel momento ogni singolo secondo era prezioso, non potevano permettersi di perdere altro tempo.
Continuarono a correre e finalmente scorsero la statua del fondatore -Se Yukizome ha detto la verità forse siamo ancora in tempo per raggiunge- Munakata si interruppe notando con la coda dell'occhio che 'qualcosa' gli stava arrivando addosso e che non avrebbe avuto tempo per schivarla o bloccarla.
-Sakakura!- una scia di sangue colava dal braccio dell'appena menzionato nel quale si trovava piantato un coltello -Ma tu guarda! Nee-san aveva ragione. Si vede proprio che sei il 'Pugile Definitivo'- all'altro lato del coltello, ad impugnarne il manico, si trovava Mukuro Ikubasa, la 'Super Liceale Soldato'.
"Dannazione!" quando Juzo aveva visto Ikubasa con un coltello in mano puntare verso Kyouske non aveva avuto la minima esitazione nel gettarsi avanti per difendere il suo migliore amico e grazie ai suoi rilessi perfezionati con anni di pugilato era riuscito a cavarsela senza rimetterci la vita, tuttavia "Lei era l'ultima cosa di cui avevamo bisogno".
-Sakakura stai bene?- -Sì, non preoccuparti è solo un graffio- rispose l'interpellato strappandosi la maglietta e legando con forza la stoffa intorno alla ferita.
Munakata, seppur non troppo convinto, dopo essersi assicurato che il suo amico non fosse in pericolo di vita, concentrò tutta la sua attenzione alla ragazza che si ritrovava ora ad un paio di metri da loro -Tu sei Mukuro Ikubasa, giusto?- domandò con tono solenne -Fatti da parte e lasciaci passare, non lo ripeterò una seconda volta-.
La ragazza gli lanciò uno sguardo feroce -Mi dispiace, ma nee-san mi ha ordinato di non farvi passare. Non permetterò a nessuno di ostacolare i suoi piani: presto la disperazione conquisterà questo mondo- così dicendo sollevò due coltelli, uno dei quali sporco del sangue di Sakakura.
-Munakata, tu vai avanti, abbiamo poco tempo, a lei ci penso io- la fierezza e la determinazione nella voce e nella postura di Juzo erano onestamente invidiabili e magnifiche, tuttavia ciò non era sufficiente per Munakata -No- ed il suo tono non lasciava spazio a discussioni -Avremo più probabilità di salvare quei ragazzi se andiamo insieme e avremo più possibilità di vincere qui se combattiamo insieme-.
-Munakata, capisco cosa vuoi dire, ma...- -Non ti lascerò qui da solo per nessun motivo al mondo! Ho già perso Yukizome, io... Non posso permettere che anche a te succeda qualcosa, sei il mio amico più caro ed una delle persone più importanti della mia vita, non lascerò che ti accada qualcosa di irreparabile- il cuore dell'uomo dai capelli verdi accelerò e per un secondo quasi si scordò della situazione nella quale si trovavano tanto quelle parole l'avevano commosso.
Al diavolo tutto! Kyouske era al corrente dei suoi sentimenti e nonostante ciò l'aveva definito il suo più caro amico, anche se conosceva i pensieri ripugnanti di Sakakura voleva ancora che rimanesse al suo fianco. Ovviamente il fatto che Yukizome fosse caduta nella disperazione doveva aver influenzato il pensiero di Munakata spingendolo a far di tutto per non rimanere da solo, ma anche così...
-Se Junko non mi avesse detto quanto disgustoso fosse il capo della sicurezza avrei potuto scambiarvi per una vecchia coppia sposata- i due uomini si irrigidirono volgendo entrambi la loro concentrazione alla ragazza -Sakakura- -Sì- in un attimo i due si gettarono verso Ikubasa in un attacco sincronizzato.
Mukuro Ikubasa era certamente un osso duro da sconfiggere, eppure persino per la 'Super Liceale Soldato' affrontare Munakata e Sakakura insieme era un'impresa ardua: l'uomo dai capelli bianchi deviava i suoi coltelli con la katana, creando delle aperture nella sua postura ed esattamente in quel momento quello dagli occhi rosa ne approfittava per colpirla con un pugno o due.
Pochi minuti dopo Kyouske riuscì a privarla di uno dei due coltelli e cercò di assestare un colpo deciso con la katana, obbligando così Ikubasa ad usare il coltello rimanente per parare la stoccata che sicuramente le avrebbe perforato la spalla; fu proprio quello il momento che Juzo sfruttò per sferrarle un forte colpo sulla nuca usando il lato della mano, approfittando dell'enorme apertura nella sua difesa grazie alla manovra dell'uomo dai capelli bianchi con un ghigno feroce sul volto: non era Junko, ma non poteva certo negare che questo successo si sentiva come una piccola vendetta.
Mukuro Ikubasa cadde svenuta -Privala di tutte le armi e legala stretta, intanto io chiamerò i miei uomini affinché la portino in un luogo sicuro... e lontano da Yukizome- l'ultima parte la mormorò a bassa voce, quasi non volesse farla sentire a Sakakura, ma a lui in quel momento non poteva importare di meno: Munakata non lo stava allontanando, al contrario, l'aveva definito una delle persone più importanti della sua vita e aveva combattuto al suo fianco, contava ancora su di lui. Tutto ciò era molto più di quello che aveva sempre sperato. Sapeva che Kyouske non l'amava, conosceva perfettamente i suoi sentimenti per Chisa, non avrebbe mai preteso che egli smettesse di amarla e tanto meno da un secondo per l'altro; voleva vederli felici, tutti e due insieme, perché erano i suoi migliori amici ed il fatto che in quel momento Chisa non fosse con loro gli procurò una stretta al cuore, riportandogli alla mente i fatti avvenuti pochi minuti addietro.
Enoshima Junko l'avrebbe pagata molto cara! Si sarebbe pentita di aver fatto del male a Chisa e di aver fatto soffrire Kyouske, quant'era vero che si chiamasse Juzo Sakakura.
-Troveremo un modo- disse con un sorriso al contempo dolce e amareggiato -Troveremo un modo per salvare Chisa e se non esiste ne inventeremo uno noi- tirandosi su si sfregò le mani, avendo appena portato a termine il suo compito di disarmare e legare Mukuro Ikubasa -Sakakura, io...- l'uomo dai capelli verdi non lo lasciò continuare, non gli piaceva quel tono quasi colpevole, Munakata non aveva fatto assolutamente nulla di sbagliato e Sakakura di certo non era una fragile donzella dei libri ottocenteschi, finché non lo avesse allontanato definitivamente dalla sua vita Juzo era più che felice. Inoltre avevano una missione molto più importante per le mani -Muoviamoci, il tempo stringe e non voglio immaginare cosa accadrebbe se non riuscissimo ad arrivare in tempo- detto ciò avanzò verso la statua, dove si trovavano delle scale che conducevano ad un passaggio sotterraneo -Sì, hai ragione- convenne l'altro seguendolo da vicino.
Iniziarono a scendere le scale con la maggior rapidità possibile, tuttavia ben presto si accorsero della scarsità di luce sempre maggiore, tirarono dunque fuori i cellulari accendendo le torce e ripresero a scendere le scale a rotta di collo. Giunti in fondo alla scalinata si guardarono un attimo attorno -Perfetto, quello che ci mancava, un labirinto sotterraneo- mormorò Sakakura con apprensione -Non facciamoci prendere dal panico, sicuramente se ci guardiamo intorno troveremo- l'uomo dai capelli bianchi si interruppe improvvisamente segnalando con il dito il pavimento -Guarda lì. Il pavimento è bagnato sicuramente se seguiamo queste tracce riusciremo a raggiungerli-.
Stavano per incamminarsi in quella direzione quando qualcosa attirò l'attenzione di Juzo -Aspetta, osserva- mormorò indicando un punto di fianco una parete, anch'esso bagnato, dove si trovava un laccio rosa -Non ne sono certo, ma mi sembra di ricordare che una delle studentesse di Yukizome avesse un laccio simile- Munakata si avvicinò alla parete e dopo poco applicò pressione sulla stessa, rivelando un passaggio.
I due si guardarono intensamente e Juzo iniziò a parlare -So che non vuoi che ci separiamo, ma- -Perfetto, vedo che già conosci la mia linea di pensiero, per cui non c'è motivo per cui dovremmo discuterne- Kyouske lo interruppe bruscamente -Se ciò che ha detto Yukizome è vero, significa che sicuramente andando in questa direzione si trova la ragazza che Junko ha intenzione di uccidere- riprese segnalando il passaggio -Per cui se riusciamo a salvare lei, allora- questa volta fu lui ad essere interrotto -Non abbiamo alcuna certezza che gli altri saranno al sicuro, in più cosa ti fa pensare che nessuno di loro sia già compromesso?-.
Kyouske strinse i denti: ovviamente aveva pensato a quell'eventualità, se non era stata Yukizome a condurli in quel passaggio, qualcuno che già conosceva la strada doveva averlo fatto; non avevano sicurezza alcuna che gli altri ragazzi sarebbero stati al sicuro ed era ovvio che la ragazza non sarebbe sopravvissuta se non l'avessero aiutata al più presto. Sapeva tutto questo, tuttavia... Non voleva separarsi da Sakakura, non gli importava quanto egoista suonasse; vedere Yukizome in quello stato era stato un colpo estremamente doloroso, non poteva nemmeno immaginare cosa avrebbe fatto se anche a Sakakura fosse successo qualcosa. Ringraziava il cielo che fosse tornato relativamente illeso; non gli avrebbe certo permesso di andarsene da solo in mezzo a non si sa quale pericolo.
Non poteva, semplicemente non poteva farlo.
-Kyouske- ed il suo nome pronunciato con quel tono così caldo e dolce gli fece quasi salire le lacrime agli occhi -So che sei preoccupato e hai paura. Diamine! Dopo ciò che è successo a Yukizome mi sorprenderebbe il contrario. Anch'io ho paura e credimi quando ti dico che preferirei di gran lunga rimanere con te e andare a dare una bella lezione a Enoshima Junko. Ma proprio per quella preoccupazione e in nome di Yukizome dobbiamo salvare quei ragazzi e affinché ciò avvenga, per il loro bene, dobbiamo separarci- le ultime parole le disse in un sussurro restio, perché per nessun altro motivo al mondo, se non quello, si sarebbe separato da Munakata.
Aveva ragione. Munakata lo sapeva perfettamente, ma ciò non lo consolò, né gli servì a rendere quella situazione meno spaventosa -Sei sleale- disse dandogli le spalle -Usare il mio nome in quel modo... E avere tutta quell'aria matura e responsabile, sei veramente sleale- forse il lieve calore sugli zigomi se lo era immaginato, ma di certo non si immaginò la morsa che gli attanagliò il cuore quando pronunciò le sue prossime parole -Io seguirò la ragazza, tu segui gli altri, se qualcuno di loro dovesse ribellarsi immobilizzalo- si fermò un attimo prima di voltarsi e con uno sguardo significativo immergere i suoi occhi in quelli dell'altro -E se la situazione diventa più pericolosa di quello che puoi gestire allora te ne vai, chiaro?- ciò che lesse in quegli occhi rosa non gli piacque affatto -Puoi promettermi che farai altrettanto?- e quando in risposta giunse il silenzio Sakakura sorrise, un sorriso preoccupato, ma con un pizzico di strafottenza -E allora non chiedermi di fare qualcosa che vada contro i miei principi-.
Munakata pensò che tirargli un pugno in faccia per togliergli quel sorriso non sembrava una così brutta idea. Con una preoccupazione aggressiva che non sapeva di possedere afferrò la maglietta di Juzo e la tirò con forza verso di sé -Giuro che se ti succede qualcosa ti ucciderò con le mie stesse mani- detto questo lo lasciò andare e si voltò iniziando a correre in direzione delle tracce.
Se fosse rimasto a guardare uno o due secondi in più avrebbe sicuramente visto il rossore che affiorava sulle guance di Sakakura e senza ombra di dubbio si sarebbe accorto del battito accelerato del suo migliore amico. Così come, se prima si fosse voltato a guardare, avrebbe visto quegli occhi rosa sviare lo sguardo imbarazzati e avrebbe notato il sorriso dolce e innamorato che gli aveva rivolto Juzo. In cambio, l'unica cosa di cui fu consapevole fu il grido -Se osi morire ti riporterò in vita solo per poterti ammazzare personalmente!- seguito da rapidi passi via via più distanti.
La mente di Munakata era in completo subbuglio: gli eventi dell'ultima mezz'ora continuavano a susseguirsi e a ripetersi nella sua testa; tentava di scacciarli e tenerli lontani, ma se fino ad allora era riuscito nel suo intento, complice anche la presenza di Sakakura, in quel momento, da solo, correndo per un corridoio bianco apparentemente infinito, non riuscì più ad evitare quei pensieri invadenti.
Non sapeva nemmeno da dove iniziare. Numerose erano le cose su cui doveva ragionare e quei minuti di completa solitudine gli concedevano quell'opportunità; opportunità che in quel momento non desiderava.
In primo luogo c'era la questione di Enoshima Junko. Certo, aveva sospettato di lei, ma mai si sarebbe immaginato che il suo piano si estendesse su così vasta scala. Tuttavia, dopo aver visto come aveva ridotto Yukizome, non aveva dubbi che avesse la capacità di gettare il mondo nella disperazione.
Yukizome...
Una pugnalata di dolore gli trafisse il cuore e per un attimo gli parve che le gambe gli avrebbero ceduto, ma nonostante tutto continuò a mantenere il passo e a correre. Ad essere sinceri, avendo il tempo per pensarci, avrebbe preferito non farlo: il pensiero di lei era doloroso a un livello quasi fisico.
Il ricordo dell'ultimo incontro con Yukizome si filtrò senza permesso ed il sangue gli si gelò nelle vene: quella non era Yukizome, non era la ragazza dolce, ma decisa, di cui si era innamorato; quella era solo un burattino di disperazione che portava il suo volto. Doveva aver lottato; Munakata sapeva che la donna dagli occhi verdi sicuramente aveva lottato con tutte le sue forze e fu quella consapevolezza a ferirlo. Chissà che cose orribili dovevano averle fatto per ridurla in quello stato.
L'avrebbe fatta pagare a Junko, fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto in vita sua.
Per non parlare poi del modo in cui si esprimeva, Kyouske può ancora sentire il suo tono dolce pronunciare parole sprezzanti, stringendogli il cuore. E tutte quelle cose che aveva detto riguardo a Sakakura.
Sakakura...
Dopo aver gridato quelle parole al suo migliore amico Juzo iniziò a correre seguendo le tracce di pioggia presenti sul pavimento, deciso a raggiungere e salvare quei mocciosi.
Lo doveva a Chisa. Nonostante il suo pensiero riportasse alla mente quei discorsi così feroci che aveva pronunciato meno di un'ora prima. Sakakura era ben consapevole che a parlare non fosse Yukizome, ma pur essendone consapevole non poteva evitare che le sue parole lo ferissero più di tutte le risate di quelli del corso di riserva. Pensare che la sua migliore amica, da qualche parte, in fondo alla sua mente, potesse veramente pensare quelle cose lo terrorizzava; e dopotutto l'idea non era così strampalata, d'altronde lui si era innamorato del suo ragazzo.
Tuttavia egli non avrebbe mai fatto né pensato nulla che potesse farli separare. Sakakura voleva bene a Chisa e amava Kyouske; più di ogni altra cosa voleva vederli felici e poter essere loro amico. Era vero che era geloso del fatto che Yukizome potesse stare insieme a Munakata, ma non per questo motivo avrebbe sperato che loro due si separassero. E mai avrebbe immaginato che sarebbe stato in una maniera tanto terribile.
Il dolore che aveva visto sul volto di Kyouske quando si era reso conto che avevano fatto il lavaggio del cervello a Chisa sarebbe rimasto per sempre uno dei suoi più grandi incubi. Avrebbe voluto poter lenire quel dolore, cancellarlo completamente se possibile; ma lui non era Chisa ed era ben consapevole che lei era l'unica a poter cancellare quel dolore.
Un sorriso dolceamaro solcò il suo viso. Anche in una situazione del genere non riusciva ad evitare di essere geloso di Yukizome; non poteva fare a meno di pensare che avrebbe desiderato avere anche solo un decimo dell'amore che Munakata provava per lei.
Scosse la testa senza smettere di correre: no, non sarebbe stato egoista, aveva confessato i suoi sentimenti e nonostante tutto Munakata non lo aveva allontanato, ma anzi, si fidava ancora di lui, a tal punto da chiamarlo ancora amico. E Sakakura sinceramente pensò che non potesse chiedere più di così ed il peso sul suo cuore si alleggerì: almeno uno dei suoi migliori amici non lo aveva disprezzato e sicuramente anche Yukizome l'avrebbe accettato se non fosse stato per Junko... O almeno sperava.
Malgrado ciò, l'unica cosa che poteva fare per lei in quel momento era assicurarsi che la sua classe fosse salva; per il resto doveva cercare di non pensarci; di concentrarsi solo sul pensiero di Munakata.
Munakata...
Doveva ammettere che l'aveva sorpreso non poco scoprire la verità sui sentimenti di Sakakura nei suoi confronti. Era sempre stato un amico fedele e leale, a tal punto da abbandonare la sua carriera da pugile per aiutarlo, ma non si sarebbe mai aspettato che i sentimenti del suo migliore amico andassero oltre l'amicizia e la fratellanza.
In retrospettiva, se ci pensava un po' più attentamente, non era così strano o improvviso.
Insomma, non sarebbe giunto alla conclusione che Sakakura fosse innamorato di lui, ma il solo fatto che fosse sempre pronto ad aiutarlo, che somigliasse ad un cane bastonato quelle rare volte che non riusciva a fare esattamente ciò che gli aveva chiesto, che sorridesse solo a lui (e alle volte, molto più rare, a Yukizome) ed infine il fatto che avesse rinunciato alla sua carriera da sogno solo perché lui, Munakata, glielo aveva chiesto, erano tutte azioni che in quel momento acquisivano molto più senso.
Gli si strinse un po' il cuore a ricordare lo sguardo terrorizzato di Sakakura quando Yukizome aveva annunciato i suoi sentimenti "Chissà che cosa gli passava per la mente. Sembrava quasi che si aspettasse che io iniziassi a odiarl-" e fu quello il pensiero che lo fece arrestare di colpo, fu una pausa di un secondo, prima che ricominciasse a correre ancora più veloce, ribadendosi il motivo per il quale stava correndo.
Nemmeno Yukizome era riuscita a fermarlo, eppure l'idea che Sakakura arrivasse a pensare che sarebbe stato in grado di odiarlo lo congelò.
Quanto tempo aveva passato quell'idiota ad amarlo e a temere che si sarebbe allontanato da un momento all'altro?
Per l'amor del cielo! Se si fosse confessato prima di Yukizome probabilmente gli avrebbe detto pure sì. La sua mente restò per un secondo in bianco a quella realizzazione, ma questa volta non permise al suo corpo di fermarsi.
Doveva calmarsi e ragionare con calma. Amava Yukizome, di questo ne era certo, ma il solo fatto di essersi reso conto che Sakakura aveva passato non si sa quanti anni a credere che amarlo fosse talmente tanto sbagliato da spingerlo a supplicare Junko di permettergli di tradirlo, gli faceva venir voglia di ritornare indietro di qualche minuto e di tirarglielo davvero quel pugno.
"Quando avremo finito qui" si disse "Quando avremo finito qui te lo mollerò sul serio".
Come aveva anche solo potuto pensare che amarlo fosse sbagliato? Credeva davvero che lui fosse una persona così inaffidabile e crudele? Poteva capire che non volesse dichiararsi sapendo che amava Yukizome, ma da qui ad odiarlo per quello era un gran passo; era pur sempre il suo migliore amico, la persona su cui aveva fatto più affidamento in tutta la sua vita. Era davvero così poco degno di fiducia?
'Lei... Lei mi ha detto di mentirti, di dirti che era innocente, mi ha fatto supplicare per ciò' l'avrebbe definitivamente fatta pagare a Junko: non solo aveva fatto il lavaggio del cervello a Yukizome, ma come se non bastasse aveva umiliato Sakakura espandendo ancora di più la sua paura e sicuramente ferendolo emotivamente.
'Io l'ho fatto e mi dispiace, ma mentre venivo qui ci ho pensato molto e per quanto so che mi odierai quando verrai a sapere la verità' grandissimo idiota, non l'avrebbe mai potuto odiare per una cosa del genere, gli avrebbe sicuramente mollato un pugno in faccia 'io non potevo semplicemente tacere e permetterle di distruggere il mondo' forse quel pugno non era l'unica cosa che si meritava.
Dannazione! Le parole di Yukizome dovevano essere state un duro colpo per lui; per un attimo una strana rabbia prese il sopravvento, prima di convincersi, di nuovo, che quella non era Yukizome. La vera Yukizome non avrebbe mai detto nulla di tutto quello; sarebbe stata comprensiva nei confronti del suo migliore amico, indipendentemente dalle circostanze.
Non sapeva più come sentirsi: da un lato il suo amore per Yukizome era presente e immobile, tuttavia dall'altro il fatto che Juzo avesse pensato di non poter essere amato lo faceva infuriare in modo anormale. In ogni caso era certo che qualunque cosa fosse accaduta la vera Yukizome lo avrebbe accettato ed eventualmente perdonato, lei era questo tipo di persona; 'è vero che ho detto che non l'avrei condiviso nemmeno con te, ma se non fossi stato così disgustoso forse forse non mi sarebbe dispiaciuto poi così tanto', sì, decisamente fra i tre era quella che aveva le idee più strampalate.
Alle volte risultavano essere pure le migliori, se solo...
Ed a quel punto un altro pensiero sovrastò il corrente: aveva chiamato Sakakura con il suo nome, certo, solo dentro la sua testa, ma quello era un privilegio che nemmeno a Yukizome era concesso.
Juzo...
Le tracce stavano diventando man mano sempre più rare, sperava solo che i marmocchi si fossero inzuppati abbastanza da permettergli di raggiungerli.
'Giuro che se ti succede qualcosa ti ucciderò con le mie stesse mani' il rossore esplose sul volto di Sakakura, mandandolo in fiamme a ricordare quelle parole e la vicinanza di Munakata nel pronunciarle.
Non che Sakakura credesse che fossero minacce a vuoto, era convinto che l'altro avrebbe mantenuto la sua parola; ma ciò non gli impediva di essere sopraffatto dall'emozione ricordando gli occhi decisi di Kyouske puntati nei suoi.
In parte si sentiva in colpa: a Yukizome era stato fatto il lavaggio del cervello e qui c'era lui a festeggiare una piccola interazione con il suo ragazzo. La cosa lo faceva stare male, ma d'altra parte andava anche compreso: ormai erano anni che era innamorato di Munakata; anni durante i quali aveva sempre pensato di dover mantenere il segreto a tutti i costi, che se Kyouske o Chisa l'avessero scoperto lo avrebbero odiato e lo avrebbero trovato disgustoso; e non tanto perché gli piacesse un uomo, ma più per il fatto che gli piacesse il suo migliore amico che aveva già una relazione con la sua migliore amica. Lui non si sarebbe nemmeno dovuto innamorare di Munakata; non voleva né aveva il diritto di intromettersi nella loro felicità.
Il solo fatto che tutti questi pensieri fossero risultati apparentemente infondati alleggeriva da un enorme peso il suo cuore.
'Usare il mio nome in quel modo... E avere tutta quell'aria matura e responsabile, sei veramente sleale' un sorriso da ebete gli solcò volto; forse era la prima volta in vita sua che lo sentiva utilizzare un tono così timido, per gli standard di Munakata s'intende (ossia per nulla timido per il resto delle persone).
Kyouske aveva perfettamente ragione: era stato sleale, aveva deliberatamente utilizzato il suo nome perché sapeva che era l'unico modo per farsi ascoltare dall'altro.
Non poteva di certo negare che la preoccupazione dell'uomo dai capelli bianchi nei suoi confronti gli provocasse piacevoli farfalle nello stomaco e che fosse deliberatamente apprezzata; tuttavia il tempo a loro disposizione era estremamente ridotto e le probabilità che fossero tutti in pericolo erano estremamente alte. Dio! Sperava sinceramente che quei ragazzi non si fossero divisi ulteriormente o non sarebbe riuscito a mantenerli tutti al sicuro.
Non sapeva cosa lo attendesse più avanti, ma di una cosa era certo: se quelli erano i suoi ultimi istanti di vita era lieto di aver pronunciato il nome di Kyouske almeno una volta.
Con questo pensiero in mente si rese conto di una cosa: Munakata non gli aveva vietato di chiamarlo con il suo nome né lo aveva rimproverato per averlo usato (solo per le circostanze in cui ciò era avvenuto).
Era certo che se fosse morto in quel momento sarebbe morto felice.
Non gli importava di suonare egoista ed insensibile, se rimaneva nella sua testa poteva ancora permettersi di albergare qualche speranza.
Kyouske...
Nanami era ormai giunta al limite. Il sangue scorreva abbondante da tutte le ferite che le trappole di quel labirinto mortale le avevano procurato e la stridula voce di Enoshima risuonava nelle sue orecchie facendosi beffe di lei.
-Chiaki Nanami. Amata da tutti, di cui si fidavano tutti, la tua morte li macchierà tutti di disperazione!- si burlò Junko con un sorriso beffardo -Io non perderò. Io... Noi...- ansimò con fatica la ragazza -Non perderemo mai contro di te!- e con questa constatazione macchiò di sangue uno degli schermi su cui compariva il volto di Enoshima Junko.
-I miei compagni di classe verranno di sicuro per me. Non finirà qui- le lacrime le scorrevano sul volto e la sua visione era sfocata, quando, alzando lo sguardo, una porta con la scritta 'GOAL' si presentò davanti a lei.
La speranza tornò a brillare dentro di lei quando aperta la porta le si presentò davanti l'immagine dei suoi compagni e di Yukizome-sensei tutti sorridenti, con le braccia aperte pronti ad accoglierla -Bentornata, Nanami- la donna dai capelli rossi le tese la mano con un dolce sorriso.
Nanami in risposta allungò la mano, pronta ad afferrare quella di Yukizome-sensei, quando di colpo qualcosa le afferrò l'altro polso, strattonandola indietro, appena in tempo per spostarla dalla traiettoria di un arpione, che senza alcuna ombra di dubbio le avrebbe attraversato il petto.
Vide come numerose spunte fuoriuscivano con grande velocità dal pavimento e si rese conto che se avesse dato quel passo in più il suo destino sarebbe stato quello di diventare uno scolapasta.
Si voltò per osservare il volto del suo salvatore: gli occhi erano viola e i capelli bianchi, le linee del suo viso erano marcate conferendogli un'aria elegante. Si domandò chi fosse, ma prima che potesse porre la domanda dei passi risuonarono nella stanza.
Munakata stava ansimando. Era riuscito a raggiungere la ragazza appena in tempo, ma le sue ferite erano abbastanza gravi, doveva portarla al più presto in ospedale. Tra il sangue e i suoi riflessi era riuscito ad evitare tutte le trappole piazzate in quel labirinto mortale, ma per quanto desiderasse catturare Enoshima Junko sperava davvero di non incorrere in un combattimento in quel momento: doveva assolutamente curare le ferite della ragazza o sarebbe morta a causa del dissanguamento. Si sorprendeva in realtà che non fosse già svenuta per la perdita di sangue e il dolore, ma l'adrenalina doveva star facendo il suo effetto.
I passi si fermarono giusto dietro la zona degli spuntoni e davanti a loro si presentò un ragazzo dagli occhi rossi e i capelli lunghi e neri che sembrava osservarli con curiosità.
Nanami sgranò gli occhi credendo di riconoscere in quella persona qualcuno che non vedeva da tempo -Hinata-.
-Che stiamo facendo. Dobbiamo andare a salvare Nanami- disse il più grosso fra i presenti -Lo so, ma il mio corpo non vuole muoversi. Sembra quasi che questi schermi ci tengano incollati qui- si lamentò con angustia una ragazza dai capelli biondi -Meraviglioso, è semplicemente meraviglioso- mormorò con il volto rosso un'altra ragazza.
-Nanami-san- si lamentarono tutti.
La porta da cui erano entrati si aprì di colpo e da essa irruppe Sakakura, il quale, avendo sentito le ultime parole pronunciate dai ragazzi, iniziò a rompere gli schermi presenti in quella stanza a suon di pugni, senza osare alzare lo sguardo verso di essi. Gli era bastato un semplice sguardo agli studenti per capire che qualunque cosa ci fosse in quel filmato doveva essere una cosa simile a ciò che aveva fatto il lavaggio del cervello a Chisa. I marmocchi sembravano come stregati e a giudicare da ciò che aveva potuto udire prima di irrompere in quella stanza non era poi così lontano dalla realtà.
Quando ebbe finito di fare a pezzi anche l'ultimo schermo si voltò verso i ragazzi con premura -Oi, state tutti bene- la sua voce dovette essere come una secchiata d'acqua fredda perché d'improvviso tutti si scossero. Quello doveva essere un buon segno, significava che era riuscito ad interrompere il lavaggio del cervello prima che fosse completo; o almeno così sperava.
-Sì. Noi sì, ma Nanami- iniziò uno del gruppo, seguito subito da tutti gli altri -Dobbiamo immediatamente andare ad aiutarla!- esclamò un altro, ma prima che qualcuno di loro potesse fare qualunque cosa Sakakura si mise in mezzo -Calmatevi- iniziò -Muna- C'è già qualcuno che è andato da lei ad aiutarla. Non dovete preoccuparvi, è la persona più affidabile che io conosca, ha detto che l'avrebbe salvata, per cui sono certo che lo farà- a meno che non fosse morto anche lui nel tentativo di salvarla.
La classe parve tranquillizzarsi un po' con quelle parole, ma rimanevano comunque visibilmente inquieti e Sakakura non poteva che comprenderli, anche lui era molto preoccupato per ciò a cui Munakata stava correndo incontro.
-E Yukizome-sensei?- quella domanda provocò una stretta al petto di Juzo, fece un respiro profondo preparandosi per rispondere alla domanda, ma venne interrotto ancor prima che avesse la possibilità di aprire bocca -Upupupupup- quella risata ormai conosciuta lo fece rabbrividire -Yukizome-sensei non è qui. Lei si è unita alla disperazione, voleva che anche voi lo faceste, voleva che i nostri cuori fossero uno solo e fossimo disperati insieme- a parlare era stata una ragazza dai capelli scuri, le sue guance erano arrossate ed il suo sguardo era uguale a quello che aveva Yukizome l'ultima volta che l'aveva vista.
-Di che cosa diamine stai parlando Tsumiki?- esclamò uno di loro evidentemente turbato -Che cos'è successo a Yukizome-sensei?- domandò una ragazza con preoccupazione -La mia amata ha deciso di portare Yukizome-sensei dal lato della disperazione. Mi ha detto che avrei dovuto condurvi qui e che, grazie all'aiuto di Yukizome-sensei, avrebbe portato anche voi alla disperazione, che i nostri cuori sarebbero diventati uno solo. Yukizome-sensei è stata fondamentale per condurre Nanami-chan alla sua punizione. Non pensate che sia meraviglioso?- l'orrore si dipinse sui volti di tutta la classe e Sakakura non poté fare a meno di provare una forte rabbia, nonostante si rendesse conto che anche lei aveva subito il lavaggio del cervello, probabilmente anche prima di Yukizome.
In quel momento fu grato al se stesso di dieci minuti prima per aver preso la decisione di separarsi da Munakata, per quanto continuasse ad essere una scelta sofferta.
-Smettila con queste assurdità, lurida cagna!- a parlare era stata una ragazzina bionda che indossava un kimono, ma le sue parole non ebbero effetto alcuno -La mia amata mi aveva detto che se fosse successo qualcosa avrei dovuto eliminarvi- a Juzo non servì altro per intervenire.
Con un rapido slancio si piazzò di fronte alla ragazza e dopo averle rifilato un pugno ad altezza dello stomaco le rifilò lo stesso colpo che aveva riservato ad Mukuro Ikubasa -Perdonami, potrai anche essere una ragazza, ma se hai intenzione di aiutare quella stronza di Enoshima Junko è mio dovere fermarti- disse per poi immobilizzarla completamente dopo essersi assicurato che non avesse potenziali armi su di sé e fosse svenuta.
Si voltò verso la classe di Yukizome -La vostra compagna ha subito il lavaggio del cervello da parte di Enoshima Junko; la terremo sotto custodia fino a quando non scopriremo in che modo annullarlo- dunque si caricò il corpo incosciente della ragazza e girandosi verso la porta disse -Forza, seguitemi. Usciamo da qui-.
-Aspetti!- gridò qualcuno -Se quello che ha detto Tsumiki è vero significa che anche Yukizome-sensei ha subito il lavaggio del cervello ed è in- -Yukizome è già stata presa in custodia- si rendeva conto di essere stato lapidario, ma quello per lui era ancora un argomento sensibile -Muovetevi. Non saremo certi di aver scampato il pericolo fin quando non saremo usciti da qui- detto ciò, in un tono un po' più comprensivo di quello utilizzato in precedenza, riprese a camminare, questa volta seguito da tutta la classe 77.
Era ancora presto per cantare vittoria, tuttavia non poteva evitare di sperare che fosse finita lì. Voleva vedere Munakata, voleva assicurarsi che stesse bene e che non gli fosse successo niente.
"Ti prego. Ti prego fa che stia bene".
Munakata alzò la guardia di fronte a quello strano individuo, tuttavia non gli puntò l'arma contro, per quanto emanasse un'aura pericolosa non pareva avere intenzioni ostili; tuttavia sembrava stare dalla parte di Enoshima, il che lo rendeva un potenziale nemico.
-Hinata... Sei tu, vero?- mormorò la ragazza con un filo di voce -Era quello il mio nome prima?- domandò lo sconosciuto -Lo sapevo, non ti ricordi di me- -Impossibile, tutti i miei ricordi sono stati cancellati- furono quelle le parole che fecero scattare il meccanismo di riconoscimento all'interno della mente di Munakata -Kamukura Izuru- sussurrò senza fiato.
Dunque era questo ciò a cui quei pazzi stavano lavorando. Yukizome e Sakakura gli avevano riferito qualcosa riguardo il progetto "Kamukura Izuru", ma a quanto pareva il progetto era stato già portato a termine.
Kamukura si voltò verso di lui studiandolo con un lieve accenno di sorpresa -Tu non sei nessuno dei miei creatori e non ti avevo mai incontrato prima. Come conosci il mio nome?- Munakata esitò un attimo, in dubbio se mentire o meno -Alcuni amici stavano investigando che cosa stesse accadendo in questa scuola e durante le indagini è venuto fuori il progetto 'Kamukura Izuru'; tuttavia non ero al corrente che fosse già stato completato- la verità sembrava la strada migliore da percorrere in questa occasione e in ogni caso quell'individuo sembrava interessato a condividere informazioni.
-Cosa ci fai qui Hinata?- chiese la ragazza, barcollando, sembrava che i suoi livelli di adrenalina fossero iniziati a calare -Aveva detto che mi avrebbe mostrato l'imprevedibilità della disperazione, che la mia noia avrebbe trovato la sua fine- guardandoli intensamente aggiunse -Ho sicuramente visto qualcosa che non era previsto, ma non è stata la sua disperazione-.
Il corpo della ragazza si accasciò su Munakata -Sono felice- disse con voce flebile, al bordo del collasso -Sono felice di non essere morta... Io... Ci sono ancora tante cose che voglio fare... Voglio essere la compagna di classe di tutti e voglio... Voglio giocare ancora ai videogiochi... con te- con un enorme sforzo sollevò lo sguardo verso il ragazzo e gli sorrise dolcemente, prima che i suoi occhi si chiudessero e il suo corpo perdesse le poche forze che gli erano rimaste.
Kyouske riuscì ad afferrarla prima che cadesse a terra; con delicatezza la sollevò cercando di non aggravare le numerose ferite. Si sorprese, alzando lo sguardo, di vedere Kamukura piangere e a giudicare dall'espressione sul suo volto quando sollevò la mano per ritrovarsela bagnata pure lui doveva esserne stupito.
-Forse i tuoi ricordi sono stati cancellati, ma i sentimenti che provavi per questa ragazza dovevano essere molto profondi- e se per un secondo la memoria di Yukizome gli conficcò una pugnale nel petto non gli diede molto peso, si domandò se Juzo avesse provato lo stesso per tutti questi anni -Hai detto che ti aveva promesso di mostrarti quanto imprevedibile fosse la disperazione, immagino ti riferissi ad Enoshima Junko- l'altro annuì.
-Non ho idea di cosa ti abbia detto e attualmente non ho il tempo per restare qui a parlarne, devo portarla al più presto in ospedale- fece un cenno con la testa verso Nanami -Ma sappi che stava solo cercando di manipolarti, la disperazione è ripetitiva come qualunque altra cosa. Enoshima Junko non ha interesse nell'aiutare gli altri, l'unica cosa che vuole fare è portare a termine il suo piano di far cadere il mondo nella disperazione. Non mi sembri qualcuno interessato a far del male agli altri per il proprio divertimento. Dici di trovare qualunque cosa noiosa... non posso prometterti che riuscirò a farlo, perché non so se ne sono in grado, ma posso prometterti che cercherò un modo per poterti restituire dei sentimenti e i tuoi ricordi. Se sei interessato anche solo un minimo alla mia offerta, sapendo che potrei fallire, ti prego di aiutarmi a fermare Enoshima Junko- aveva messo le sue carte sul tavolo, sperava davvero che la sincerità avrebbe funzionato, perché altrimenti si sarebbe ritrovato nei guai.
Ma a quanto pareva la sua proposta era riuscita a suscitare l'interesse di Kamukura Izuru, perché questi annuì pensativo -Sei stato sincero e non penso che tu abbia torto quando affermi che Enoshima Junko abbia cercato di manipolarmi, se tu mi giuri che farai di tutto per mantenere la tua parola, allora ti aiuterò-.
Munakata quasi non ci credette, dopo tutti gli avvenimenti sfortunati avvenuti in quella giornata questo sembrava troppo bello per essere vero -Lo giuro. Ti ringrazio- dichiarò solenne -Oltre quella porta c'è una scalinata che conduce in superficie- istruì il ragazzo.
Kyouske non era del tutto convinto della lealtà e buona fede altrui, tuttavia in quel momento il tempo era prezioso e se voleva che Kamukura gli credesse doveva fare il primo passo -Grazie- e così dicendo iniziò a correre verso la porta e poi su per le scale sotto lo sguardo positivamente stupito di Izuru.
La porta dell'ospedale si aprì di colpo e da essa entrò Munakata, coperto di sangue, con una ragazza fra le braccia, la quale si trovava gravemente ferita.
Sakakura si alzò di scatto pronto a dirigersi verso Kyouske, ma gli infermieri del pronto soccorso furono decisamente più veloci e in men che non si dica l'uomo si ritrovò circondato -No, io sto bene- rispose -È il suo sangue, io non sono ferito- dovette rispondere ad un altro paio di domande prima di essere liberato. Nanami nel mentre era già stata portata in sala operatoria.
Tuttavia, non appena fu libero dal primo gruppo, venne immediatamente assalito da un secondo, questa volta composto da dei ragazzi -Come sta la capoclasse? Cos'è successo?- Munakata, assillato da queste ed altre domande, alzò lo sguardo per incontrare quello di Sakakura. Si studiarono entrambi per qualche secondo, verificando che la controparte non presentasse ferite gravi.
Juzo si accertò che Kyouske non avesse riportato ferite e quando fu sicuro che il sangue che lo ricopriva appartenesse tutto alla ragazza, gli rivolse un sorriso beffardo come a dirgli "Io ho già dato, adesso è il tuo turno" "Stronzo" pensò fervidamente Munakata e dovette leggersi sul suo volto, perché Sakakura iniziò a sogghignare. L'uomo dai capelli verdi aveva l'avambraccio bendato, lì dove Mukuro Ikubasa gli aveva piantato il coltello, così come le nocche delle mani, ma a parte quello e la stanchezza sembrava stare bene "Dopo me la paghi. Giuro che me la paghi" e il suo sguardo truce servì solo per far divertire ancora di più l'altro.
Prese un respiro profondo e con il suo solito carisma fece placare i ragazzi ed iniziò a spiegare loro ciò che era avvenuto. Gli ci volle un po' di tempo, interrotto continuamente da domande ed interventi, ma finalmente riuscì a terminare il suo racconto, facendosi infine spiegare dai ragazzi la loro versione dei fatti. Non si sorprese di sapere che una ragazza della loro classe fosse caduta nella disperazione già da prima di tutti questi avvenimenti; ciononostante lo stupì sapere che Sakakura fosse riuscito a mettersi in contatto con le sue guardie affinché potessero condurre Tsumiki in un luogo sicuro... e possibilmente lontano da Yukizome.
A tal proposito, per sua sgradevole sfortuna, si ritrovò a dover spiegare che fine avesse fatto la loro insegnante, anche se fu molto grato a Juzo per aver già coperto la gran parte di quell'argomento in precedenza.
Quando ebbero finito di parlare un medico si diresse verso di loro -Signor Munakata, lei è attualmente il responsabile di questi ragazzi?- domandò con professionalità -Sì, ha notizie sulle condizioni di Nanami-san?- il medico annuì e cominciò a spiegargli -Attualmente è fuori pericolo. I suoi valori sono stabili e siamo riusciti a bloccare la perdita di sangue; le sue ferite sono state trattate e tranne per quella al piede non dovrebbe riportare nessuna complicazione. Per quanto riguarda il suo piede, perderà quasi sicuramente parte della sua sensibilità, ma pensiamo che possa riprendere a camminare nel giro di qualche mese- concluse con un sorriso rassicurante, principalmente rivolto ai ragazzi -Tuttavia- aggiunse -Le sue ferite erano parecchio gravi e non siamo certi di come potrà evolvere la situazione, per questo motivo, in caso di ogni evenienza, riteniamo necessario che la paziente rimanga sotto osservazione, alle cure dei medici. Ovviamente potrete venire a farle visita durante gli orari, ma cercate di tenere presente che deve assolutamente riposare- l'ammonizione, rivolta ancora una volta alla classe 77, fu accolta con cenni d'assenso -Inoltre... Questo non è qualcosa che io possa imporre, ma consiglio vivamente, a tutti quanti, l'incontro con uno psicologo. Siete passati per un evento traumatico ed anche se in questo momento non ve ne rendete conto, certe cose lasciano il segno; sarebbe un bene se ci lavoraste su- di nuovo le sue parole vennero accolte con pacata accettazione; sicuramente nessuno di loro era felice all'idea di vedere uno psicologo, ma di certo si rendevano conto, almeno in parte, di necessitare aiuto per elaborare quest'evento. -Questo è quanto- Munakata strinse la mano al dottore ringraziandolo per il suo duro lavoro e quando questi se ne fu andato si rivolse agli studenti di Yukizome.
-So che vorreste vedere tutti Nanami-san, ma attualmente non vi faranno entrare, è sicuramente ancora sotto anestesia e non si sveglierà prima di domani, anche voi avete bisogno di riposo. Vi accompagneremo nelle vostre stanze e domani mattina potrete venire a farle visita- l'amarezza si dipinse sui volti degli studenti, ma si rendevano comunque conto di non poter fare altrimenti e di certo non potevano negare di essere esausti; così a malincuore si fecero accompagnare ai propri dormitori e solo dopo che sia Munakata che Sakakura si fossero accertati che fossero al sicuro vennero lasciati da soli a riposare.
I due uomini iniziarono a dirigersi verso l'appartamento di Sakakura, giacché esso, trovandosi all'interno dei confini della scuola, era nettamente il più vicino da raggiungere e, in caso fosse accaduto qualcosa, era il più vicino ai dormitori dei ragazzi. Camminavano in silenzio, non tanto perché non avessero cose da dirsi, quanto più per il fatto che quello non fosse minimamente il luogo per farlo.
Camminavano lungo un viale in mezzo al cortile, gli studenti del corso di riserva parevano essersi finalmente ritirati, la pioggia li stava inzuppando da capo a piedi, ma ciò, considerato gli avvenimenti della giornata e il loro stato attuale, era l'ultimo dei loro problemi. Le luci dei lampioni sembravano deboli e fioche, la quiete della sera era ormai calata; tuttavia essa fu presto interrotta: di fronte a loro, fermo sotto la pioggia, si trovava Kamukura Izuru e ai suoi piedi Enoshima Junko era legata, bendata, imbavagliata e probabilmente svenuta.
-Ho mantenuto la mia parte dell'accordo, sarò qui in giro, per quando sarai pronto a mantenere la tua- con queste parole si voltò e sparì in mezzo alla cortina che la pioggia gli forniva. Munakata, ripresosi dalla sorpresa (gli stava capitando un po' troppo spesso quel giorno) chiamò immediatamente i suoi uomini; la voglia di trafiggerla con la sua katana era immensa, purtroppo però non poteva permetterselo: con buone probabilità quella ragazza era l'unica che sapesse come rinvertire il danno fatto ed, inoltre, non avevano altro modo per scoprire il suo piano se non chiederglielo direttamente. Sakakura si trovava ancora imbambolato dalla sorpresa quando arrivarono le guardie e ricevettero l'ordine di portarla in un luogo della massima sicurezza dove non le fosse permesso avere alcun tipo di contatto con nessuno e nemmeno una persona si sarebbe dovuta avvicinare a lei fino a nuovo ordine "Credo... Quello assomigliava al ragazzo che ho picchiato quella volta". Ancora non poteva credere che erano davvero riusciti a fermare Enoshima Junko, il suo cervello si rifiutava di elaborarlo, forse fu questo il motivo che lo fermò dal tirarle un bel po' di cazzotti.
-Che cosa gli hai promesso?- domandò a Kyouske quando furono nuovamente soli e ripresero a camminare -Lui è il risultato del progetto 'Kamukura Izuru'. Per poterlo controllare, quei pazzi, gli hanno cancellato ogni ricordo e lo hanno praticamente privato di qualunque sentimento. Gli ho promesso che se mi avesse aiutato a fermare Enoshima Junko allora io mi sarei impegnato per trovare un modo per restituirgli i suoi ricordi e i suoi sentimenti; ho promesso che ci avrei provato, anche se so di poter fallire- l'amarezza e il dubbio si filtrarono nella sua voce, ma Juzo lo guardò con dolcezza e sorrise -Ce la farai- dichiarò convinto -Ce l'hai sempre fatta. Se hai detto che ci proverai allora sono certo che ci riuscirai. Tu sei così, una volta che ti metti in testa qualcosa ti impegni fino allo stremo delle forze ed anche più in là per poter raggiungere il tuo obiettivo e alla fine, in un modo o nell'altro, trovi sempre la soluzione che ti porti ad essere soddisfatto dei risultati- Kyouske lo osservò un attimo con curiosità. Il cuore di Juzo iniziò a battere un po' più velocemente, le guance si tinsero di rosso e distolse lo sguardo imbarazzato, rendendosi conto di quanto appassionato potesse essere sembrato il suo discorso -C-Comunque tu non sei ferito, vero?- un angolo della bocca di Munakata si sollevò leggermente all'impacciato tentativo dell'amico di cambiare discorso, poi scosse la testa.
-No. Tu invece? Come sta il tuo braccio?- chiese osservando la fasciatura -Nah, tutto a posto. La ferita non era poi così profonda, tra una settimana mi rimuoveranno i punti e a quel punto resterà solo una misera cicatrice- rispose con leggerezza l'uomo dai capelli verdi -Mi dispiace, è stata colpa mia se ti sei ferito- -Hey, hey, hey. Fermo lì. Non scherzare. Non sei stato tu a piantarmi un coltello nel braccio e non è colpa tua che ti abbiano attaccato, ricordati che quella lì è comunque stata nell'esercito, per cui conoscerà uno o due trucchetti per prendere alla sprovvista anche dei veterani. Inoltre non mi ha nemmeno danneggiato i nervi e se non mi fossi messo in mezzo la ferita che ti avrebbe causato sarebbe stata molto più grave- il più basso annuì scettico -Come mai hai anche le mani bendate?- questa volta il tono della sua domanda era lievemente più minaccioso -Ah! Quello... Ecco... Quando sono riuscito a raggiungere i marmocchi questi si trovavano come stregati di fronte a degli schermi e visto ciò che avevo udito prima di entrare pensavo che se li avessi rotti... Insomma...- lo sguardo di Munakata non era amichevole -E quindi hai pensato che prenderli a pugni fosse una buona idea?- -Ah ah... Beh... Mi conosci. E poi non è come se avessi molte altre opzioni, ho pensato che se ci avessi messo troppo tempo avrei rischiato di soccombere anch'io- si passò una mano dietro la nuca con nervosismo sotto a lo sguardo truce di Munakata. Quella era una bugia e lo sapevano entrambi: lui non ci aveva minimamente pensato prima di distruggere i monitor.
Giunsero finalmente all'appartamento del capo della sicurezza, questi aprì la porta ed entrarono. L'ambiente fra di loro era un po' teso e Juzo non era certo a cosa ciò fosse dovuto. Dopo essersi tolti le scarpe, ormai nel salotto dell'appartamento, Sakakura si decise a prendere coraggio -Hey Munakata, va tut- -Oh! Quindi adesso siamo tornati ad utilizzare i cognomi, Juzo?- il cuore del più alto perse un battito e dovette conficcarsi le unghie nel palmo della mano per essere sicuro di non star sognando: Kyouske lo aveva chiamato per nome! Nemmeno Chisa era mai riuscita ad ottenere quel privilegio.
Il rossore sul viso di Sakakura si estendeva dalla punta dei capelli e continuava fin sotto la maglietta -Io... Cosa... Perc- ma il suo balbettare imbarazzato fu presto interrotto in un modo del tutto inatteso: Munakata lo aveva colpito alla mandibola con un pugno talmente forte da fargli girare il volto.
-Che diam- e nuovamente, prima che potesse chiedere spiegazioni, fu interrotto da un'azione del tutto inaspettata di Kyouske. Infatti, l'uomo dai capelli bianchi, dopo averlo afferrato per la maglietta (per la seconda volta in quella giornata) lo aveva attratto a sé, ponendogli successivamente una mano dietro al collo, facendo aderire le proprie labbra a quelle contrarie. Gli occhi di Juzo si sgranarono per la sorpresa e si congelò non capendo che cosa stesse succedendo tutto d'un tratto.
Munakata lo baciava in un modo aggressivo e passionale, nulla a che vedere con i baci dolci e delicati che normalmente riservava a Yukizome. Sembrava quasi che con quel bacio volesse punirlo e divorarlo, come se l'unica cosa che in quel momento cercava di trasmettere con le sue labbra non fosse che una pura e semplice rabbia. La mano che gli afferrava la maglietta scivolò velocemente lungo il suo petto, per poi finire sul suo fianco, dove una presa solida lo costrinse ad avvicinare il suo corpo a quello contrario. Tuttavia la mano che era poggiata sulla sua nuca non si mosse di un millimetro, se non per impigliarsi nei suoi capelli e tirarli, costringendolo così ad ansimare, aprendo la bocca, momento che la lingua di Kyouske approfittò per infilarsi nella bocca contraria e dominare completamente la compagna. Non era per niente un bacio gentile, era un bacio con il quale Munakata Kyouske stava affermando il suo dominio assoluto e Sakakura era ben felice di cedere a quell'ordine così esigente.
L'uomo dai capelli verdi si ritrovava completamente spaesato, non poteva dire di non aver mai immaginato quella situazione, ma non si sarebbe mai aspettato che essa si potesse realmente verificare. Le sue mani si mossero impacciate; con estrema cautela le portò sulle spalle del suo aggressore (perché potevano dirgli qualunque cosa, ma se un gruppo di gente armata lo avesse circondato lui si sarebbe sentito meno intimidato), quando fu certo che quel contatto non desse fastidio a Munakata, provò timidamente ad avanzare e, quasi con timore, una delle sue mani si posò sui capelli di Kyouske. Vedendo che il contatto non veniva rifiutato e che Kyouske non aveva la minima intenzione di retrocedere, Juzo riuscì a riunire il coraggio sufficiente per rispondere a quel bacio così appassionato. Tuttavia non andò molto lontano, poiché in quell'esatto istante la ferocia con cui Munakata lo stava baciando raddoppiò. Il messaggio era chiaro "Non osare opporti. Qui comando io" e Sakakura sperava di poter trasmettere la sua risposta "Come sempre d'altronde".
La mente di Juzo era su di giri, le emozioni erano talmente tante da non riuscire ad elaborarle, era tutto così confuso che i suoi sensi erano completamente ovattati, la realtà intorno a loro sembrava essere di colpo sparita. C'erano solo loro due: Kyouske e Juzo e un bacio furioso che veniva consumato con passione.
La lingua di Munakata sfiorò il palato di Sakakura facendo sì che il corpo di quest'ultimo venisse percorso da centinaia di brividi. Le nozioni di tempo e spazio si erano completamente volatilizzate, tuttavia dovevano continuare ad esistere, giacché di colpo l'uomo dagli occhi rosa si sentì cadere all'indietro per poi atterrare su una superficie morbida. Aprì gli occhi scontrandosi con la vista di un paio di occhi viola che lo osservavano intensamente, un misto tra passione e rabbia era ciò che celavano. Munakata lo teneva imprigionato: il suo corpo era sospeso sopra quello di Sakakura, le mani, che sostenevano il peso, erano appoggiate ai lati della testa di Juzo e una delle sue ginocchia era appoggiata sul materasso, in mezzo alle gambe di Juzo. Il viso di Munakata era leggermente arrossato e il suo respiro affannato: Sakakura credette di essere morto davanti a quella vista paradisiaca. Non era sicuro di ciò che stesse succedendo, ma era certo che se quello era un qualche sogno contorto allora avrebbe preferito non svegliarsi.
-Dimmi un po', Juzo, sei ancora convinto che amarmi sia sbagliato?- se avesse continuato a pronunciare il suo nome in quel modo Juzo sarebbe sicuramente morto prematuramente per un attacco di cuore -K-K-Kyouske- -Mhm... Sì, ora va meglio. Mi piace molto di più quando usi il mio nome- e con quelle parole gli sorrise beffardo e seduttivo. Correzione, quel sorriso sarebbe stata la causa di morte di Sakakura Juzo -Cosa... Perché- Perché sembri arrabbiato?- domandò ancora spaesato il più alto.
-Sembro arrabbiato perché lo sono- rispose l'altro afferrando entrambi i polsi del contrario e bloccandoglieli ai lati della testa -Mi fa infuriare il fatto che tu abbia passato non si sa quanto tempo a pensare che amarmi fosse sbagliato- il bacino di Kyouske si abbassò deciso, facendo scontrare le rispettive erezioni -Odio il fatto che tu ti sia ferito per proteggermi- i polsi di Sakakura vennero trascinati sopra la sua testa e i petti dei due uomini aderirono fra di loro -E decisamente non sopporto il fatto che tu ti faccia male per il semplice motivo di non aver pensato abbastanza- la distanza fra i loro visi divenne nuovamente nulla e quel secondo bacio fu forse più esigente del primo.
Sakakura voleva veramente rimuginare sulle parole appena dette da Munakata, ma qualsiasi tipo di raziocinio abbandonò il suo essere nel momento in cui la lingua di Kyouske invase nuovamente la sua bocca e i loro corpi aderirono l'un l'altro come pezzi complementari di un puzzle. La temperatura nella stanza parve aumentare di colpo, con un'ultima stretta decisa hai polsi di Sakakura, Munakata mollò la presa "Non osare muoverli" diceva quella stretta. Con le mani nuovamente libere Kyouske si tirò su, inginocchiandosi sul letto; con eleganza fece scivolare la giacca del suo completo lungo le sue braccia e successivamente la fece cadere al suolo, tutto ciò senza mai staccare gli occhi dalla figura di Juzo -Non sapevo che il campione del mondo di pugilato potesse arrossire in modo così carino- il sorriso che gli stava dedicando era un misto tra dolce e burlesco: Kyouske era totalmente deciso a tormentare Juzo.
-N-Non prendermi in giro- balbettò imbarazzato Sakakura, provando a distogliere lo sguardo, ma fu fermato da due dita di Munakata che gli alzarono il mento, costringendo i suoi occhi a tornare alla loro posizione iniziale -Non ti azzardare a togliermi gli occhi di dosso- sibilò con veemenza; l'uomo dagli occhi rosa deglutì a vuoto, obbedendo però all'ordine -Bravo- elogiò, portando una delle sue mani sotto la maglietta dell'altro, sfiorandone la pelle con la punta delle fredde dita -Devo ammettere che non mi dispiace vederti così- proseguì, insinuando la sua mano sempre di più, facendola risalire lentamente -Di solito sei una persona aggressiva e indipendente, odi quando gli altri ti danno ordini, eppure non ti sei mai lamentato di me. Sapere che sono l'unico che può darti un ordine e che obbedirai, sapere di essere l'unico ad avere questo potere su di te... è estremamente eccitante- si morse il labbro inferiore prima di lanciargli un sorriso dominante, Juzo gemette, le dite che avevano esplorato la sua maglia si erano infine concentrare su un capezzolo, tormentandolo nel peggiore e più piacevole dei modi.
Sakakura voleva coprirsi il volto con le mani tanto era l'imbarazzo che stava provando in quel momento, tuttavia Munakata aveva ragione, lui era l'unico che gli poteva dare degli ordini ed esigere che li rispettasse, per questo motivo, nonostante la vergogna e le intense emozioni non mosse le proprie braccia né distolse lo sguardo. Scelse invece di corrucciare le sopracciglia e di guardarlo con quello che sperava essere uno sguardo truce, anche se era consapevole di aver completamente fallito -Hai finito di prendermi in giro? Sapevo che ti piacesse stare in cima alla catena alimentare, ma non immaginavo che avessi pure un vena sadica- Munakata sogghignò -Oh, credimi. Nemmeno io ne ero consapevole fino ad oggi- poi, dopo aver strappato un altro gemito dal compagno, aggiunse -Siamo sensibili qui, non è vero?- e come a voler provare il suo punto strinse con forza il capezzolo fra le dita, facendo inarcare la schiena dell'altro.
Il sorriso di Kyouske si allargò -Non mi sembra che la mia vena sadica ti dispiaccia, mi sa che ciò ti rende un masochista- -S-stai zitto- Sakakura era certo che se non avesse smesso di parlare in quel momento il viso gli sarebbe andato in fiamme -No, no, no. Non ci siamo proprio, mentire non va bene- così dicendo la mano, fino a quel momento libera, scese sulla patta dei pantaloni altrui, andando a stringere la sua erezione -Mi dici di stare zitto- l'erezione nella sua mano ebbe uno spasmo -Ma questo mi sta chiaramente dicendo che non vuoi che io smetta di parlare- la mano che stava sotto la maglietta salì ancora, circondandogli la gola, ma senza premere -Te l'ho detto Juzo: non nego di essere un sadico, ma questo ti rende senza alcuna ombra di dubbio un masochista- nonostante la mano non stesse esercendo alcuna pressione sulla sua gola l'aria abbandonò totalmente i polmoni di Sakakura.
Sapeva che Kyouske fosse sexy, ma non aveva mai immaginato che potesse essere così dannatamente eccitante.
-Cazzo!- esclamò gemendo; i suoi livelli di eccitazione erano più alti del normale -Devi veramente chiudere la bocca- aggiunse con tono minaccioso volendo mascherare l'imbarazzante gemito -Perché non provi a chiudermela tu allora?- gli occhi di Munakata lo fissavano con sfida e Sakakura non era qualcuno che sapesse tirarsi indietro -Puoi giurarci- detto ciò sollevò la testa e catturò le labbra di Kyouske in un bacio focoso; gli circondò i fianchi con le gambe, ma prima che le braccia potessero circondargli il collo Munakata gliele aveva nuovamente bloccate contro il materasso. Kyouske si staccò -Cosa ti ho detto? Non muoverle- l'altro mugolò in disaccordo, facendo scattare in avanti i fianchi a quel tono dominante -Se vuoi qualcosa devi chiederla gentilmente- soggiunse in seguito a pochi centimetri dal suo volto. Juzo lo guardò con un finto odio, ma cedette comunque alla richiesta -Voglio toccarti- Munakata schioccò la lingua -Puoi fare meglio di così- gli occhi di Sakakura, liquidi dall'eccitazione, si sgranarono: aveva veramente intenzione di farlo supplicare. -Kyouske, Kyouske, per favore, voglio toccarti, ti prego permettimi di toccarti Kyouske- bene, poteva farlo, ma si sarebbe assicurato che fosse una tortura anche per lui. I fianchi di Kyouske si mossero un paio di volte fuori dal suo controllo, premendo e strusciando l'erezione contro quella altrui -Stai di nuovo cercando di essere sleale?- domandò il nominato -Non importa... Hai visto? Non era poi così difficile- liberò le braccia di Juzo che subito utilizzò le mani per circondare il suo viso e tirarselo vicino per baciare di nuovo le sue labbra.
Dopo poco Kyouske si tirò su, trascinando con sé Juzo; quando ormai furono seduti sul letto Munakata si premurò di disfarsi completamente della felpa di Sakakura scagliandola dall'altro lato della stanza. Per Sakakura era al contempo strano ed estasiante vedere Munakata in quello stato: il sempre ligio e pulcro Munakata Kyouske, il quale, era sicuro, si sarebbe fermato pur di non lasciare nulla in disordine; colui che normalmente possedeva completa calma e controllo di sé, in quel momento era completamente privo di inibizioni, mostrando un lato di sé fino a quel momento celato. Le mani di Juzo scivolarono lascivamente sul collo di Kyouske: quante volte aveva sognato di toccarlo in questo modo! Quante volte aveva immaginato come sarebbe stato baciarlo così lascivamente; ma ora che stava accadendo si rendeva conto che la sua immaginazione non si avvicinava minimamente alla realtà.
Le mani di Kyouske afferrarono l'orlo della maglia di Juzo sollevandola -Kyouske- fu il lamento che ottenne il nominato quando scostò le sue labbra per potersi liberare della maglietta del più alto, probabilmente mandandola a raggiungere il capo precedente -Shh. Tranquillo, non ho intenzione di lasciarti in difetto- con un movimento fluido sciolse il nodo della cravatta, depositandola su un lato del materasso, subito, con movimenti esperti e veloci, si sbottonò la camicia permettendole di cadere in un punto non meglio precisato. Avendo tutta la parte superiore del corpo scoperta, era facile vedere come il rossore si estendesse per tutto il petto di Sakakura -Sì, sei veramente carino- quella frase in quel tono burlesco servì solamente a far indurire l'erezione di Juzo. Iniziava a domandarsi se in fondo Kyouske non avesse ragione sul fatto che fosse masochista -Sei veramente un sadico- mormorò con voce flebile -Il tuo unico obiettivo attuale è torturarmi- Munakata rise con voce profonda e resa lievemente roca dall'eccitazione -Torturarti dici?- le parole furono soffiate nel suo orecchio e velocemente furono seguite da una lingua umida, che si fermò sul lobo il quale venne succhiato con vigore, inviando una scarica elettrica verso il basso, nello stesso tempo una delle mani di Kyouske si chiuse con decisione sull'erezione di Juzo massaggiandola con un po' più di forza della necessaria -Vedo che ancora non abbiamo imparato ad essere sinceri. Questa la chiami tortura? Ed io che pensavo di starti dando piacere, fidati di me, non hai la minima idea di cosa sia la tortura-.
Baci umidi viaggiarono dalla guancia al collo di Sakakura, qui i denti di Munakata depositarono la loro impronta con forza lasciandosi dietro un marchio rossastro; Juzo esclamò, un grido a metà tra il dolore e il piacere -Dimmi cosa vuoi- ordinò Kyouske con un mormorio a pochi millimetri dalla pelle umida; l'uomo dagli occhi rosa lo guardò ansimando prima di rispondere alla domanda -Di più. Dammi di più Kyouske, ti prego- il sorriso sul volto di Munakata era quello di un puro sadico -Quando me lo chiedi così gentilmente, come posso rifiutare?- le sue labbra attaccarono nuovamente il collo della controparte, leccando e succhiando un lembo di pelle, lasciando un nuovo segno, sul lato opposto rispetto al precedente. Con deliberata lentezza i baci scesero fino ad arrivare alla clavicola che fu lambita e torturata, per poi giungere al capezzolo sinistro.
Una lingua esploratrice sfiorò appena la punta del capezzolo, in seguito, appiattendosi iniziò a lambire l'areola; le labbra si chiusero sulla piccola protuberanza e suggettero con forza -Kyouske!- il gemito acuto fu musica per le orecchie di Munakata, Sakakura strinse le mani fra i capelli del compagno, indeciso se tirargli indietro la testa o spingerlo verso di sé affinché potesse intensificare quelle attenzioni. Con delicatezza, ma non troppa, l'uomo dai capelli bianchi strinse fra i denti la sua vittima tirandola leggermente; dalle labbra di Juzo uscì un singhiozzo acuto e i suoi fianchi si mossero con disperazione contro il bacino di Kyouske, tirò con forza i capelli del compagno provocandogli un mugolio che inviò vibrazioni di piacere attraverso il suo capezzolo. Il suo petto non era abituato a ricevere così tante attenzioni per cui non era consapevole che potesse essere così sensibile, anche se probabilmente la maggior parte di quella sensibilità era dovuta al fatto che fosse Munakata Kyouske il colpevole di quel piacere inaspettato.
L'uomo dagli occhi viola si sposto con baci e lappate sull'altra protuberanza, riservandole il medesimo trattamento ed ottenendo la stessa reazione. Nel mentre un paio di mani curiose iniziarono a sbottonare i pantaloni dell'uomo dai capelli verdi inviando piccole scariche di piacere ogni qualvolta ne sfiorassero il membro; ben presto pure quel capo di abbigliamento finì per scomparire del tutto. Munakata sollevò la gamba di Sakakura, portandosela sopra la spalla, conducendo i propri baci dalla caviglia fino al ginocchio e poi ancora più in là sulla coscia, momento in cui sollevò lo sguardo per fonderlo con quello di Juzo, provocando in entrambi una pura elettricità.
-Avevi immaginato sarebbe stato così? Oppure hai pensato che pure quello fosse sbagliato?- i denti si aggrapparono ad un lembo di pelle nell'interno coscia, Kyouske poté fisicamente sentire come il sesso dell'altro saltò con la nuova stimolazione, così sorrise e si apprestò a ripetere l'azione -N-No-Non fare domande imbarazzanti! Come se potessi dirti una cosa del genere- fu veramente uno sforzo enorme quello che dovette compiere Juzo per non distogliere lo sguardo dal compagno -Ma io voglio saperlo, voglio sapere se ti sei mai toccato e come. Mi stai forse dicendo che ti negherai ad obbedirmi?- l'ultima domanda fu pronunciata beffardamente, perché in fondo Munakata era ben consapevole che Sakakura non potesse negargli niente ed era ben felice di approfittare di quel vantaggio. Bastardo sadico.
-E poi sarei io quello sleale? Sai benissimo quello che stai facendo e godi pure nel farlo- l'accusato annuì risolutamente -Hai perfettamente ragione. Quindi, qual è la risposta alla mia domanda?- l'uomo dagli occhi rosa lo fissò truce, tuttavia fece un profondo respiro e rispose a quella domanda vergognosa -I-Io sì, mi sono toccato, ma no, questo va al di là di ogni fantasia che io abbia mai avuto- pensandoci bene la sua mancata confessione non era stata poi così imbarazzante; sperava sul serio che Kyouske si accontentasse, ma dovette presto ricordarsi di essersi innamorato di un bastardo sadico -Dove? Come?- il ghigno che portava in volto non prometteva bene -Kyouske... Ti prego, n- la frase fu interrotta da una mano che gli si era infilata sotto la stoffa dei boxer andando a stringere la sua erezione; il contatto di pelle con pelle sembrò essere al contempo inferno e paradiso -Ti ho fatto una domanda, Juzo- il tono non ammetteva repliche.
Sakakura chiuse un attimo gli occhi, cercando di superare la vergogna, ma ciò non dovette essere gradito da Munakata, giacché questi iniziò ad aumentare la stretta; del liquido preseminale fuoriuscì dalla punta del membro di Juzo -So-Sotto- sussurrò con un filo di voce, talmente tanto basso che l'uomo dai capelli bianchi quasi non lo udì -Cos'hai detto?- quasi.
Un singhiozzo disperato lasciò le labbra di Juzo -Mi sono toccato più in basso, pensando a te- capì di aver commesso un errore nel momento in cui vide il sorriso sadico sul volto del compagno -Più in basso, eh? Intendi qui- due dita discesero lungo la sua erezione, fermandosi sui testicoli, massaggiandoli appena -No- -Mhmm. No? Forse qui allora?- le dita scesero ancora di più fermandosi all'altezza del perineo, dove esercitarono una dolce e tortuosa pressione che fece tremare Juzo dalla testa ai piedi, facendo sì che la sua erezione si bagnasse ancora di più. Ma perché doveva innamorarsi di un sadico?
Nel frattempo l'altra mano si era adoperata per sfilargli i boxer. Sakakura scosse la testa, non più sicuro che la sua voce funzionasse ancora -No... Allora potrebbe essere qui?- un gemito acuto abbandonò le labbra dell'uomo dai capelli verdi quando le due dita si posarono sulla sua entrata, massaggiandola con una lieve pressione -Immagino di sì- la risatina sadica che sfuggì dalle labbra di Kyouske servì solo ad eccitarlo di più. Tentò di chiudere le gambe, ma prontamente fu fermato e le sue ginocchia vennero allargate, con un singhiozzo cedette all'idea di opporre resistenza "Non chiuderle".
-Dov'è il lubrificante?- -Secondo cassetto- l'uomo dagli occhi viola allungò una mano aprendo il cassetto indicato e rovistando alla cieca dentro, fin quando, pochi istanti dopo, tirò fuori un tubetto di lubrificante usato per metà -Vedo che ti sei dato alla pazza gioia- sogghignò -Ti prego, non infierire- quella situazione era già abbastanza imbarazzante senza le prese in giro di Kyouske -Come ti sei toccato?- la domanda colse il più alto alla sprovvista facendolo arrossire, se possibile, ancora di più -Kyo-Kyouske...- -Hai qualche giocattolo qui intorno? Altre cose di cui non sono a conoscenza? Oppu- -Solo le dita!- il grido colse Munakata alla sprovvista, così come le mani che gli coprirono la bocca, tuttavia questo non lo fece desistere; con un movimento lento tirò fuori la lingua ed iniziò a leccare ad una ad una le dita delle mani del 'Pugile Definitivo'. Sakakura non sapeva più cosa fare, era certo che stesse andando a fuoco, poi ammettere quella cosa... Ma se Kyouske avesse continuato a parlare era certo che non avrebbe vissuto abbastanza a lungo per vedere l'alba dell'indomani.
Le dita di Munakata tornarono ad appoggiarsi sulla sua entrata, questa volta bagnate di un lubrificante che era gelido in contrasto con il suo corpo bollente -Dita, dunque, eh? Quante?- non poteva fare sul serio; forse lo odiava davvero e questo era il modo più sadico che aveva trovato per ucciderlo -Non-Non chiedere questo gen- -Quante dita, Juzo?- il suo tono non ammetteva repliche, il bacino di Sakakura si mosse fuori dal suo controllo ed un singhiozzo strozzato abbandonò la sua gola -D-Due- gemette -Mhmm. Penso che ne necessiteremo almeno una in più- con questo spinse un dito dentro di lui, che tra il lubrificante e l'enorme eccitazione di Juzo non incontrò nient'altro che una minima resistenza.
Gli occhi del 'Pugile Definitivo' si sgranarono di colpo sentendo come qualcosa di estraneo si introduceva in lui, sondando le sue pareti interne e allargandolo a poco a poco. Kyouske lo stava veramente toccando lì! Per un attimo si ritrovò a pensare che quello fosse una specie di sogno, che probabilmente dopo l'umiliazione che Enoshima Junko gli aveva provocato era svenuto e si era rintanato in quest'incredibile fantasia; tuttavia l'intensità delle sensazioni provate non poté che confermargli il fatto che quella fosse la pura e semplice realtà. Seppur non volesse crederci non gli rimaneva altra opzione e non essendo certo se quella sarebbe stata o meno l'unica volta in cui avrebbe sperimentato quell'intenso piacere, decise di essere avaro -Di più! Ti prego Kyouske, dammi di più!- il sorriso si estese sul volto del 'Presidente Studentesco Definitivo' -Finalmente hai smesso di mentire- un altro dito fu spinto dentro Juzo e le labbra di Kyouske discesero sul suo collo per lasciare altri marchi.
Le dita si mossero velocemente dentro di lui, avanti e indietro, sforbiciando e tastando, alla ricerca di quel punto di piacere che presto incontrarono. L'erezione di Juzo cominciò a secernere umori in quantità sempre maggiori; il suo corpo si rilassò ulteriormente e Kyouske approfittò di quel momento per infilare un terzo dito e contemporaneamente tornare a torturare il petto del compagno. Le dita di Munakata erano più sottili rispetto a quelle di Sakakura, ma di certo erano più lunghe e, grazie anche alla posizione, potevano arrivare perfino più in profondità, procurandogli maggiore piacere.
Quando Munakata fu certo che l'altro fosse abbastanza preparato sfilò le dita ottenendo in cambio un gemito di disapprovazione -Ti stavi divertendo?- domandò retorico -Ma non credi che sia alquanto ingiusto che io sia l'unico a fare tutto il lavoro? Sono certo che fra le tue fantasie ci fosse anche dell'altro. Mostrami- Juzo quasi saltò a quell'ordine, il solo fatto che gli fosse permesso procurare piacere a Kyouske in modo attivo era in grado di inviargli una scarica di endorfine attraverso il sangue -Sì, signore- questa volta fu lui a ghignare: era assolutamente intenzionato a far pagare a Munakata quella deliziosa umiliazione.
Con un rapido movimento invertì le posizioni e senza troppi preamboli si liberò in una sola volta sia dei pantaloni che dell'intimo del compagno; Kyouske inclinò la testa di lato osservandolo con curiosità, ma non disse nulla. Il 'Pugile Definitivo' si sentì un po' insicuro quando si ritrovò difronte il membro eretto dell'altro, ma nonostante l'inesperienza decise di proseguire; con un movimento fluido si sdraiò a pancia in giù sul materasso e, poggiando il peso sui gomiti, con le mani ne afferrò le cosce separandole lentamente, ma con decisione. Iniziò a depositare languidi baci sulla pelle del compagno, prima l'interno coscia, in seguito la lingua passò sull'inguine, poi si avvicinò sempre di più all'intimità dell'altro, dove infine prese in bocca uno dei due testicoli e lo succhiò con forza, provocando uno scatto al bacino altrui. Sorrise a quella reazione e si apprestò a ripetere il movimento pure con l'altro, alternando tra i due.
Quando fu soddisfatto del suo operato si spostò più in alto, depositando baci con la bocca aperta su tutta l'asta, fermandosi prima di raggiungere la punta e scendendo di nuovo con la lingua appiattita lungo la vena inferiore, per in seguito risalire e dedicare le proprie attenzioni alla punta che fu leccata e succhiata come se fosse il più delizioso dei dolci. I gemiti abbandonarono le labbra di Kyouske ed una delle sue mani si impigliò nei capelli di Juzo stringendoli in una presa decisa; Sakakura era al settimo cielo, finalmente l'uomo dai capelli bianchi iniziava a perdere la compostezza ed era merito suo.
Con un movimento un po' impacciato prese in bocca poco più di metà dell'erezione altrui e dovette fare uno sforzo per non soffocare, ripetendosi più volte di respirare dal naso; quando fu certo che non si sarebbe strozzato iniziò a succhiare con forza e muovere la lingua, provocando il sesso che aveva in bocca. Poco tempo dopo iniziò a muovere su e giù la testa e non ci volle molto prima che un sapore lievemente amaro colpisse le sue papille gustative; la mano fra i suoi capelli strinse ancora di più la presa e con un movimento improvviso lo spinse verso il basso, costringendolo a prendere quell'erezione fino in gola e mantenendolo lì un paio di secondi, i quali furono sufficienti per tagliargli il flusso d'aria diretto ai polmoni e provocargli dei conati, facendo sì che una grande quantità di saliva corresse lungo un angolo della sua bocca. La pressione sulla sua testa fu allentata, ma non gli fu permesso di allontanarsi totalmente; dai suoi occhi scorrevano lacrime ed egli li sollevò incontrandosi con il sorriso maligno di Kyouske. Bastardo sadico. Persino in quella situazione aveva il potere e la cosa peggiore era che quella dimostrazione di potere aveva fatto eccitare ancora di più Sakakura.
Il movimento fu ripetuto un altro paio di volte prima che Munakata lo tirasse vero di sé per infilargli di nuovo la lingua in bocca e ribaltare una seconda volta le posizioni. Posizionando una delle gambe di Sakakura sulla sua spalla si staccò lentamente e con un sorriso divertito mormorò -Se vuoi che mi fermi dimmelo. Credo che abbiamo giocato più che a sufficienza- l'erezione di Kyouske si spinse lentamente dentro Juzo fin quando i rispettivi bacini non si toccarono -Kyouske! Ah!- il bruciore dello stiramento era presente, ma era solo un sussurro lontano in confronto al piacere che stava provando in quel momento -Ti scongiuro, muoviti- e Kyouske non se lo fece ripetere due volte. Con movimenti lenti e lascivi iniziò a tirare fuori il suo membro fino alla punta, per poi rispingerlo dentro con egual lentezza; girò i fianchi un paio di volte prima di riuscire a trovare l'angolo corretto, ma una volta trovato non ebbe pietà nel colpire quel punto ripetutamente.
Juzo si sentiva in fiamme, sapeva che non sarebbe durato molto e il ritmo imposto da Munakata era dannatamente frustrante, voleva di più, voleva che andasse più veloce, voleva che andasse più forte, voleva che lo facesse venire -Se vuoi qualcosa devi solo chiedere- ovviamente il bastardo sadico era ben consapevole di che cosa stesse facendo, tuttavia Juzo non poté trovare la forza per ribellarsi in quel momento. L'erezione di Kyouske dentro di lui lo faceva sentire incredibilmente pieno, completo, come non lo era mai stato in vita sua e la voce di Kyouske che gli sussurrava all'orecchio lo stava portando in un'altra dimensione. Sakakura abbassò lo sguardo per osservare il punto in cui ero connessi e subito dovette alzarlo perché la vista gli procurò un piacere talmente tanto intenso che non era sicuro di riuscire a sopportarlo; tuttavia nel sollevare gli occhi si incontrò con il volto di Kyouske contorto dal piacere e si rese conto che si stava contenendo.
Sorrise -Kyouske...- lo chiamò dolcemente -Dammi di più. Lo voglio più forte e più veloce- non voleva si contenesse, voleva tutto ciò che Munakata era disposto a dargli; con quelle parole le ultime catene che contenevano Kyouske parvero rompersi ed egli si lasciò andare perdendo totalmente il controllo. I suoi fianchi si mossero più velocemente, le spinte si fecero più forti e decise, ma non persero nemmeno per un attimo la loro precisione; Juzo da parte sua iniziò a muovere il bacino per andare incontro a quelle spinte, facendo sì che fossero più profonde. Lo sfregamento, seppur fosse presente una buona dose di lubrificante e saliva, mandò in fiamme le sue pareti interne, ma ciò gli provocò solo più piacere.
L'odore del sesso impregnava la camera e il loro gemiti, insieme al rumore dei loro bacini che cozzavano e la loro pelle umida, erano l'unica cosa che si potesse udire. Juzo sentì come una grande quantità di liquido preseminale stesse abbandonando la sua erezione, percepì di essere ormai al limite e probabilmente Kyouske si trovava nella medesima condizione, considerando come Sakakura potesse distinguere l'umidità sempre maggiore al suo interno. Cercò di sollevare un braccio per massaggiarsi il sesso, ma le mani di Munakata gli bloccarono nuovamente i polsi, le sue dita riposavano pesanti sul palmo di Sakakura -Non hai bisogno di queste per venire- fu l'unica spiegazione che ottenne con voce roca e profonda e sinceramente non poteva trovarsi in disaccordo dato il suo livello di eccitazione.
-Kyouske!- chiamò -Juzo!- rispose. Le loro labbra si scontrarono in un bacio furioso; i loro bacini si spinsero con forza l'uno contro l'altro immobilizzandosi in quella posizione, mentre le rispettive erezioni liberavano il proprio sperma: Juzo fra i loro petti e Kyouske profondamente dentro Juzo, il quale poté sentire dalla prima all'ultima goccia che fu depositata dentro di lui.
Munakata crollò sopra il corpo di Sakakura, entrambi riprendendo il fiato, cercando di calmarsi dopo l'incredibile orgasmo. Quando si furono ripresi Kyouske si mosse cercando di uscire, ma un paio di braccia gli circondarono il collo e delle gambe gli impedirono di muoversi -Ti prego resta qui ancora un po'- gli mormorò Juzo nel collo e l'uomo dagli occhi bianchi non trovò né cuore né motivo per negarsi a quella supplica, così con un sospiro rassegnato si sdraiò nuovamente sopra il compagno sapendo che il suo peso non sarebbe stato un problema per l'altro.
Rimasero così, in silenzio, per un tempo indefinito; erano entrambi esausti dalla giornata trascorsa ed ambedue non vedevano l'ora di crollare in un sonno profondo, ma c'era ancora una cosa di cui dovevano parlare e lo sapevano tutti e due. Alla fine a rompere quel comodo silenzio fu Munakata -Da quanto tempo?- domandò e non ebbe bisogno di specificare a cosa si riferisse -Bah, non saprei dirti con precisione il momento- iniziò Sakakura sviando lo sguardo -Credo che sia avvenuto in un qualche momento tra il primo e il secondo anno. Prima ti ammiravo e basta, in poco tempo però quell'ammirazione si è evoluta- nonostante ciò che avevano appena fatto, ed il fatto che Kyouske fosse ancora dentro di lui, gli risultava comunque imbarazzante parlare così liberamente dei propri sentimenti, eppure più parlava più gli sembrava di levarsi un grosso peso dallo stomaco.
-Perché non me lo hai mai detto? Non hai veramente potuto pensare che ti avrei abbandonato solo per il fatto che tu fossi gay. Hai veramente una così bassa opinione di me?- la voce dell'uomo dagli occhi viola, priva ormai di ogni maschera, suonava ferita e ciò fece scattare Juzo -No, no. Non è assolutamente questo- si premurò a dire -Sono sicuro che se il problema fosse stato solamente il fatto che fossi gay sia tu che Yukizome mi avreste accettato ed appoggiato- -E allora perché? Perché da come la vedo io sembra quasi che tu trovi sbagliato il fatto di amarmi- Juzo sospirò -Perché lo è- disse semplicemente -Perché? Che cosa c'è di sbagliato nell'amarmi? Cosa c'era di sbagliato allora?- la frustrazione provata da Kyouske era evidente -Perché tu amavi ed ami Yukizome e lei prova lo stesso per te. Questi... sentimenti che provo nei tuoi confronti non sarebbero mai dovuti nascere. Tu e Yukizome siete i miei migliori amici, ci siete sempre stati per me, io voglio solo che voi siate felici ed insieme lo siete, non volevo né tantomeno voglio intromettermi nella vostra relazione. E sapevo che se vi avessi detto dei miei sentimenti avrei potuto rovinare la nostra amicizia. Forse è vero che non mi avreste trovato disgustoso, ma Yukizome ha lasciato ben chiaro che non ti avrebbe condiviso con nessuno e so che se vi avessi parlato di come mi sentivo voi due vi sareste sentiti in un qualche ridicolo modo in colpa, perché siete fatti così. Per cui sì, non volevo dirvelo perché non volevo che una cosa così ridicola potesse ostacolare la vostra felicità- non era riuscito a mantenere il contatto visivo per tutto il suo discorso, ad un certo punto le lacrime gli erano salite agli occhi ed era stato costretto a distogliere lo sguardo.
-Non è ridicolo- mormorò Kyouske baciandogli via le lacrime -Hai ragione, ci saremmo sentiti terribilmente in colpa per averti fatto soffrire per tutti questi anni, ma ti sbagli quando dici che non saremmo potuti essere felici. Cazzo, sono letteralmente qui, nel letto, nudo, dopo aver fatto l'amore con te, se pensi ancora che io non possa amarti giuro che quel cazzotto sarà uno scherzo per bambini a confronto- davvero non poteva credere che il suo migliore amico fosse un idiota così cocciuto, ma doveva comunque ammettere che era carino quando arrossiva -Ma Yukizome...- -Amo Yukizome- lo interruppe deciso -La amo e i miei sentimenti per lei non cambieranno, ma ciò non significa che non possa amare anche te- Juzo lo guardò con occhi sbarrati provocando una leggera risata in Kyouske, sembrava un gufo -So che Yukizome ha detto che non mi avrebbe condiviso, ma in primis lei non è padrona di me, in secondo luogo sono certo che se avesse saputo la verità sui tuoi sentimenti le cose sarebbero state molto diverse. Sono certo che lei possa accettare te e la mia decisione e se ciò dovesse ferirla sono certo che troverà il modo di perdonare entrambi; così è fatta lei, ha un cuore enorme e anche lei desidera la felicità di entrambi. Non dare retta alle parole che ha detto sotto l'effetto del lavaggio del cervello, entrambi sappiamo che è migliore di così- la tristezza si dipinse sui volti di entrambi parlando della donna: mancava a tutti e due.
-Troveremo un modo per salvarla, ne sono certo- disse Sakakura stringendo a sé il corpo di Munakata che corrispose all'abbraccio -Sì, definitivamente troveremo il modo e poi potremo vivere felici tutti e tre insieme, com'è sempre stato- quelle parole finirono per sciogliere l'ultimo nodo nel cuore di Juzo e non riuscì più a trattenere le lacrime che per tanto tempo aveva continuato a reprimere -Ti amo Kyouske- e poterlo finalmente dire senza restrizioni e senza paura provocò una gioia immensa nell'uomo dagli occhi rosa -Ti amo anch'io Juzo- un bacio fu depositato sulla fronte del nominato e altri lo seguirono dipingendone tutto il volto. Se solo Yukizome stesse bene, allora quello sarebbe stato il maggiore dei sogni di Sakakura Juzo.
-E comunque sei veramente il più gran sadico che io abbia mai conosciuto- mormorò il più alto per stemperare l'ambiente lievemente teso che si era venuto a creare e ci riuscì, giacché una risata profonda vibrò nel petto di Munakata -E ti ripeto che se io sono un sadico, tu che acconsenti ad ogni mia petizione non puoi che essere un masochista- Juzo distolse lo sguardo, ma sorrise comunque -Già, forse lo sono- rispose provocando un enorme sorriso sadico sul volto del 'Presidente Studentesco Definitivo', il quale mosse i fianchi avanti, provocando un gemito da parte di Juzo che lo fissò sentendo tornare l'eccitazione, Kyouske avvicinò il volto a quello contrario -Quindi... Pronto per il secondo round?-.
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