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Capitolo 33. Una sorpresa inaspettata

Capitolo 33. Una sorpresa inaspettata

Pt1

"All I want for Christmas is you"


Io e Jungkook fummo rilasciati dall'ospedale, dopo tante proteste e suppliche rivolte a Jimin, il ventitré di dicembre, esattamente tre settimane dopo il nostro risveglio dal coma. Per me, io e Koo, eravamo ormai in forma e del tutto guariti dalla convalescenza legata, da parte mia all'asma, e da quella di Jungkook alla delicata operazione al cuore a cui era stato sottoposto in seguito alla pallottola che gli aveva perforato il petto. Jimin invece non la pensava esattamente così.

Riteneva opportuno infatti che restassimo sotto controllo almeno un'altra settimana, ma questo significava saltare Natale e la gioia e la magia che avvolgeva tutta Seoul. Già eravamo stati praticamente strappati via della tradizione di fare l'albero agli inizi di dicembre e di visitare i mercatini natalizi per fare compere e acquistare regali, e sinceramente il mio unico pensiero, quella mattina, era correre a cercare un dono che potesse dimostrare a Jungkook ulteriormente il mio amore.

Alla fine Jimin accettò le nostre volontà e, dopo averci rifilato raccomandazioni e medicinali da usare in caso di complicazioni, ci diede la sua benedizione lasciandoci tornare a casa. Beh, casa Kim adesso era diventata casa Kim-Jeon. Difatti avevo chiesto a Koo di trasferirsi da me perché non avevo intenzione di lasciarlo andare via, anche se mi sentii un po' egoista quando gli feci quella richiesta. Forse avrebbe dovuto passare prima un po' di tempo insieme alla sua famiglia, ma Koo fu felicissimo di accettare e di assicurarmi che tanto, adesso che stava a Seoul, poteva andare a trovare i suoi tutte le volte che voleva.

Furono infatti la signora e il signore Jeon a venirci a prendere quella mattina bianca e fresca di dicembre; i miei genitori erano impegnati a organizzare una cena di Natale che si sarebbe svolta in casa mia e di Koo, quindi erano corsi a comprare il necessario non appena avevano saputo la notizia che Jimin ci aveva rilasciato. Mi aspettavo una serata fatta di amore e allegria, e nel mio cuore desiderai che quei due giorni passassero velocemente.

Koo conobbe finalmente anche il piccolo Jung-Woo, il suo fratellino. I suoi occhi si riempirono di lacrime quando la sua piccola mano gli si posò su una guancia e allungò le braccine per fargli capire che voleva stare in braccio con lui, e quando Koo lo prese una sensazione meravigliosa fece breccia nel mio cuore e illuminò quella scena quasi paradisiaca; sarebbe stato un padre perfetto e nella mia mente m'immaginai io e lui correre dietro a una piccola peste che correva in giro per casa ridendo a crepapelle. Presi davvero in considerazione l'idea di adottare un bambino e morivo dalla voglia di chiedere a Koo di appoggiarmi su quella scelta; forse sarebbe stato il regalo di Natale più bello? Lo speravo con tutto me stesso.

Una volta arrivati a casa e dopo aver preso Bam, il doberman marrone, Jungkook e io facemmo una doccia insieme. Era la prima volta che la nostra intimità arrivava a tanto e ovviamente non mancarono effusioni e baci poco innocenti, in fin dei conti non ci sfioravamo da quasi un mese. Fu veramente bello essere tornati a casa con una nuova consapevolezza che ci scaldava da dentro nonostante fuori ci fossero meno cinque gradi, ovvero il fatto che nessuno avrebbe più potuto distruggere quel "per sempre" che avevamo costruito insieme dopo tanti ostacoli e peripezie. Ci concedemmo della sana attività fisica tra i cuscini del mio letto, infine riposammo un po' insieme, abbracciati.

Quando mi svegliai erano già le sei e mezza del pomeriggio. Mi affrettai allora a uscire fuori dalla coperte, vestirmi e a sgattaiolare dalla stanza in assoluto silenzio. Avevo intenzione di andare a comprare il regalo a Jungkook e tenerlo nascosto fino l'indomani, quando sarebbe arrivata la vigilia e avrei potuto fargli una sorpresa, ma non riuscii a raggiungere la stanza che sbattei sulla tastiera del letto facendolo svegliare immediatamente.

«Tae?» Domandò ancora addormentato.
Mi maledissi mentalmente mentre lui si metteva seduto sul materasso.
«Dove vai?» Chiese ancora.
«A comprare una cosa. Dormi tranquillo, torno tra poco» Sussurrai con dolcezza.
Jungkook si passò la manica del pigiama sugli occhi, stropicciandoseli con un broncio carino dipinto sul viso.
Ci avevo ripensato sulla questione di adottare un bambino, ma mi sembrava di star correndo troppo e non volevo farlo sentire sottopressione. Infondo stavamo insieme da poco meno di due mesi ancora.
«Vengo insieme a te, non posso lasciarti andare da solo. Dammi un minuto o due, il tempo di vestirmi» rispose con la voce ancora impastata dal sonno.
«Ma ci metto poco! Davvero, Koo. Non c'è bisogno che ti alzi, fuori fa freddo. Vado e torno»
«No, Taehyung. Non ti lascio andare da solo.»

Spostò le coperte e appoggiò i piedi sul pavimento, nel frattempo riflettei velocemente nella speranza di trovare una scusa plausibile per non farmi seguire quando il nome di Jimin mi lampeggiò in testa come un fulmine improvviso.

«Non sono da solo! C'è Jimin che mi aspetta» dissi di fretta.
Jungkook mi rivolse un'occhiata curiosa, forse un po' infastidita.
«Sei con Jimin?» Domandò poco convinto.
Stavo per rispondere, quando lo squillo del mio cellulare riempì la stanza. Mi affrettai a portarmelo davanti agli occhi, sorridendo quando lessi il nome del mio migliore amico sullo schermo. Che tempismo!

«Jimin! Sei già qui? Scendo immediatamente!» Esclamai senza lasciargli dire una sola parola, dopodiché gli chiusi  il telefono in faccia e feci un passo indietro.
Gli avrei richiamato non appena sarei stato fuori di casa.
«Ti comporti in maniera strana, Taehyung» disse Koo assonnato mentre si grattava la testa.
«Strana? Ahaha ma cosa dici» poco a poco ero uscito completamente dalla stanza.
«Beh, allora stai attento mentre sei fuori con Jimin. Io preparerò la cena» aggiunse indossando le ciabatte e camminando verso di me, le mani dentro le tasche del pantalone del pigiama e i capelli scomposti. Riusciva a essere maledettamente carino anche da appena sveglio.
«Ottima idea! Starò fuori poco, in ogni caso» mi affrettai a dire con le guance rosse.
Jungkook mi baciò la fronte, poi inclinò il capo per osservarmi meglio.
«Mmh» mormorò.
«Mmh?»
«Perché sei tutto rosso?» chiese.
Istintivamente mi toccai le gote accaldate.
«Oh, devono essere i riscaldamenti» feci un sorriso di circostanza.

Forse era meglio sbrigarsi a uscire prima che iniziasse a sospettare qualcosa.
«Dici?»
Rispose, toccandosi a sua volta la faccia.
«Sì, dico sì» alzai le spalle.
Restammo un attimo in silenzio, poi Koo alzò le sopracciglia con lo sguardo un po' confuso.
«Non c'era Jimin?» Domandò.
«Jimin?» agrottai le sopracciglia, poi spalancai la bocca, maledicendomi per essere così distratto da dimenticare le cose.
«Oh, Jimin! Sì, devo scappare immediatamente» mi voltai e camminai a passi svelti verso la porta d'ingresso.
«Ehi aspetta, voglio salutarlo»
Jungkook mi venne dietro.
Ecco. Ecco! E adesso cosa m'inventavo?

«Non prendere freddo! Sei a maniche corte e l'eccessiva differenza tra dentro e fuori potrebbe farti salire di nuovo la febbre. Non voglio che tu passi il Natale costretto a stare a letto.»
Dissi velocemente, ma Koo pareva non volermi dare ascolto.
«Ma dai! Sono tre secondi, non devo mica stare fuori per un'ora»
«Secondo me è meglio non rischiare» ebbi appena il tempo di finire la frase quando il suono squillante del campanello riempì la stanza.
Entrambi ci voltammo verso la telecamera sistemata davanti al citofono e un sospiro di sollievo mi scappò di bocca. Menomale che Jimin salvava sempre tutte le mie situazioni.

«Ciao, Jimin» disse Jungkook sul microfono, dopodiché pigiò il pulsante che apriva il portoncino.
«Allora io vado»
«Ci vediamo tra poco» disse lui poco convinto, infine chiuse la porta mentre io scendevo di corsa le scale.

Mi sentivo in colpa! Non volevo mica che pensasse che non poteva uscire con me e Jimin, ma io volevo fargli una sorpresa e se avesse scoperto che gli stavo comprando un regalo allora lui si sarebbe sentito in dovere di ricambiare! E poi, non volevo che scoprisse prima di Natale cosa gli volevo donare, anche se l'idea di adottare un bambino non aveva ancora abbandonato la mia mente.

«Jimin» dissi quando ci scontrammo a metà strada, gli presi il braccio e lo trascinai verso il portone che dava all'aperto.
«Taehyung, che diamine stai facendo?»
Domandò lui confuso mentre entravamo dentro la sua macchina.
«Diversivo!»
«Ma per cosa? Hai litigato con Jungkook?»
Nel frattempo partì per le strade umide e bianche.
«No. Volevo fargli una sorpresa per domani comprandogli un regalo, ma lui insisteva per accompagnarmi e non sapevo cosa inventare per non farmi seguire» gli spiegai.
Jimin fece un sorriso intenerito facendomi arrossire.

«Che carino! Quasi quasi mi viene da piangere»
«Smettila di prendermi in giro! Anzi, non ho proprio idea di cosa prendergli. O meglio, un'idea ce l'avevo ma... mi sembra di correre troppo»
«Di quale idea parli?»
«È imbarazzante.» Risposi con la faccia rossa.
«Imbarazzante? Cosa gli vuoi regalare? È qualcosa di zozzo e indecente?»
«Cosa? No! Ma che cosa dici Jimin» Balbettai bollente in viso.
Il mio migliore ruppe in una risatina divertita.
«Scherzo! Allora cos'è imbarazzante? Dimmelo dai, ti posso dare un consiglio su cosa prendergli.»
«Non so se dirtelo» mormorai con il broncio e le braccia conserte.
«Ehi sono Park Jimin, il tuo migliore amico. Non ti giudicherò e sarò di grande aiuto in questa impresa» disse in tono solenne.
«Lo so» sorrisi, poi feci un sospiro e mi portai una mano sulla guancia per appoggiarmi.
«Stavo pensando di... regalargli un certificato»
«Certificato?»
«Mmh, di adozione. La mia idea era quella di adottare un bambino, ma mi sembra di correre troppo e non voglio fare sentire Jungkook sottopressione» ammisi d'un fiato.

Sentii Jimin voltarsi verso di me, aveva un piccolo sorriso sulle labbra gentile e dolce.
«Ma è una cosa meravigliosa!»
Esclamò, giurai persino di aver visto un paio di occhi lucidi scrutarmi distratti.
«Sì, ma non lo so. Ho paura di farlo scappare»
«Jungkook non scapperà. Secondo me lo vuole anche lui»
«Non possiamo saperlo, è per tale ragione se temo una reazione non proprio felice da parte sua.»

Il paesaggio scorreva lentamente dietro i vetri della Porsche bianca di Jimin, aveva parcheggiato davanti a un negozio.

«Secondo me ti stai solo facendo un sacco di paranoie»
«Per questo Natale punterò a qualcosa di più semplice» risposi accucciandomi nella sciarpa prima di scendere dall'auto.

Le luci colorate nei negozi non mi fecero alcun effetto ed ero molto pensieroso mentre seguivo Jimin al suo interno, chiedendomi se forse il mio migliore amico non avesse ragione.

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