7
Camminai senza fretta verso la scuola con le cuffie nelle orecchie sperando di riuscire a staccare dal mondo.
Ieri, la preside ci aveva convocati in presidenza e ci aveva detto che se ci avesse visto un'altra volta litigare ci avrebbe persino espulso dato che avevamo ricorso alle mani.
Entrai senza esitazione e senza far caso a tutte le occhiate che mi stavano rivolgendo dei ragazzi molti alti e con una muscolatura intimidatoria. Dovevano far parte al gruppo di basket o di football della scuola.
Dal modo in cui si atteggiavano si notava che avessero in testa l'idea fissa di essere meglio degli altri, di avere qualcosa che li rendeva messi in una posizione sempre più alta rispetto al resto delle persone. Sul viso indossavano quel sorrisetto sghembo che ti faveva venir voglia di lanciargli contro un pallone duro come la loro testa bacata e di svegliarli dal loro mondo dei sogni e fargli rendere conto che con quelle facce da schiaffi non sarebbero mai andati da nessuna parte nella vita.
Il problema era che il loro ego non era cresciuto da sè ma erano quelle ragazze che continuavano a gironzolargli intorno come mosche fastidiose a rendere questi ragazzi pieni di autostima e per completare il tutto con la ciliegina sulla torta le sgraziate facevano di tutto pur di apparire "accettate" da ragazzi come quelli. Io, i ragazzi come loro, li conoscevo bene.
Fin troppo bene.
Mi diressi verso la classe di biologia e mi sedetti nell'ultimo banco appoggiando la testa sulle mie braccia cercando di chiudere occhio. Sentii qualcuno sbattere la porta dell'aula forte però non avevo le forze per alzare la testa e guardare cosa fosse successo.
Dato che la fortuna non era mai stata dalla mia parte, quel qualcuno lassù decise di non lasciarmi nel mio intento di dormire.
Il ragazzo che mi aveva infastidita ieri si presentò davanti a me oscurando tutto il mio banco dalla luce del sole filtrava dalla finestra.
《Cosa vuoi?》 dissi schietta alzando la testa e puntando i miei occhi dritti nei suoi mentre lo vedevo contrarre la mascella.
Rilasciò dalle sue labbra una risata amara che non arrivò agli occhi. Si avvicinò pericolosamente a me prendendomi il braccio con la mano sinistra, 《Fai attenzione a come mi parli, bambina》 disse stringendo più del dovuto il mio braccio. 《Lasciami stare, coglione》 cercai di muovere il braccio così da scappare dalla sua presa ferrea ma lui strinse ancora di più. Io sapevo difendermi, mi ero allenata sempre e costantemente dopo quel episodio, ma era come se non avessi più la capacità per farlo.
Iniziai seriamente a provare dolore e il suo amico da dietro sembrò accorgesene.《Caleb, ora basta!》mi lasciò il braccio e portandosi indietro i capelli se ne andò insieme al suo amico.
Alzai la manica della felpa e mi accorsi che l'idiota mi aveva procurato un grande livido che a toccarlo faceva veramente molto male. Abbassai la manica e continuai a seguire le lezioni senza pensarci troppo.
Uscii da scuola camminando lungo una stradina che portava verso casa mia e nel momento in cui mi trovai a pochi passi da essa, vidi Josh più o meno seduto davanti all'ingresso.
Ero giusto un po' colta alla sprovvista nel vederlo. Non era molto cambiato dall'ultima volta che lo avevo visto, si era solo fatto lasciare crescere i capelli e sinceramente non era male.
《Josh! Che ci fai da queste parti?》 mi avvicinai un po' scettica e lui si alzò subito di scatto. Mi tirò per il braccio e mi nasconse con lui dietro il muretto di casa mia. Eravamo acovacciati uno accanto all'altro. Rimansi interdetta per un secondo e lui non cercò nemmeno di spiegarmi cosa stava succedendo.
《Mi fai male cazzo!》 cercai di trattenere il dolore il più possibile perchè non mi stava nemmeno stringendo il braccio ma il problema era che quel livido faceva davvero molto male.
Lui staccò subito la mano dal mio braccio come se si fosse scottato e mi guardò con un sopracciglio alzato.
Una macchina costosa con i vetri oscurati ci passò davanti e sentii Josh lasciare un sospiro di sollievo.
《 Cosa è appena successo?》 chiesi alzandomi da lì pulendomi i jeans dalla polvere senza però ricevere una vera risposta.
《Nulla che ti riguardi!》 disse mentre cercava l'accendino per accendersi una sigaretta. Io gliela tolsi dalle mani e lo guardai con un sopracciglio alzato e con le braccia conserte. Cercò di riprendersi la sigaretta ma io fui più veloce ed entrai in casa obbligandolo a fare lo stesso.
Lui sbuffò e mi assecondò. Tutto era in ordine perchè la mattina presto, prima che i miei partissero per un viaggio di lavoro, la governante aveva dato una sistemata al caos che c'era.
《Vuoi qualcosa da bere?》gli chiesi vedendolo scrutare ogni singolo centimentro del soggiorno. Avevo una sete bestiale e la bottiglietta d'acqua che avevo messo nello zaino questa mattina non era bastata. Quindi mi diressi verso la cucina seguendo con lo sguardo i movimenti dell'altro.
《Mi spieghi perchè ti faceva male il braccio anche se io non te lo avevo manco stretto?》 mi domandò con tono duro. Sinceramente quella che doveva fare le domande ero io, non lui.
《Niente Josh, niente..》 dissi pensando a quello che era successo questa mattina. Non sapevo perchè ma Caleb aveva un'aria familiare ed era riuscito ad azzerare le mie capacità difensive.
《Togliti la felpa.》 disse quasi come un obbligo. Io cercai di allontanarmi da lui ma mi prese per i fianchi facendo in modo che non gli sfuggissi.
《Se non ti togli la felpa, te la tolgo io》disse serrando la mascella. Io cercai di spostarmi da lui ma lui prese i lati della felpa e me la sfilò in due secondi.
Sotto fortunatamente avevo una canottiera, un po' scollata, ma almeno era qualcosa.
Ma lui sembrò quasi non accorgesene e spostò i suoi occhi dal mio braccio ai miei occhi.
《Chi ti ha fatto questo?》chiese con quella faccia da duro che a volte mi spaventava.
《Nessuno.》sbottai riprendendo la felpa e cercando di rimetterla.
《Cazzo Made, dimmi chi ti ha fatto questo livido oppure lo scoprirò da solo, ma non penso sia il caso.》vedevo rabbia nei suoi occhi con un velo di preoccupazione.
Lasciai andare un sospiro,《un ragazzo che frequenta la mia stessa scuola, però ora mi devi dire perchè mi hai nascosta dietro il muretto appena sono...》
《Chi è stato a fartelo? Dimmi il nome.》 strinse i pugni lungo i fianchi.
《Perchè? Tanto non lo conosci..》 affermai stanca del suo comportamento inspiegabile.
《Come cazzo si chiama Madeleine?》 urlò e quasi vidi la vena che pulsava sul suo collo farsi più grossa.
Avevo paura di quello che avrebbe potuto fare ma in quel momento era il modo in cui mi parlava che mi stava terrorizzando.《Caleb, si chiama Caleb..》e quindi glielo dissi senza pensarci due volte. Lo vidi sgranare gli occhi e stringere ancora di più le mani in due pugni, così stretti da aver trasformato le nocche in un color bianco morto.
Appena mi resi conto di quello che avevo fatto mi sbattei il palmo della mano sulla fronte e chiusi gli occhi per un millisecondo cercando di respirare regolarmente.
Lui uscì di casa sbattendo la porta ed io lo seguii perchè stavo già prevedendo quello che sarebbe andato a fare. E io non glielo avrei permesso.
Salì in macchina e feci lo stesso.
《Scendi dalla macchina, Madeline.》mi ordinò stringendo il volante. Io scossi la testa e mi misi la cintura di sicurezza.
《Non mi sposterò di cui finché tu non ti darai una calmata.》sbottai con le braccia conserte.
Lasciò andare una risata amara e mise in moto partendo con l'acceleratore a mille. La possibilità che ci saremmo scontrati contro qualcosa era veramente alta.
Frenò bruscamente davanti ad una villa e scese furibondo sbattendo la portiera dietro di lui.
Caleb era davanti all'ingresso con una ragazza che non riuscii ad identificare perchè si trovava di spalle.
Josh si avvicinò con passo svelto e sferrò un pugno sulla mascella all'altro. Caleb si girò per vedere chi gli aveva tirato il cazzotto.
《Josh, ancora da queste parti?》 chiese con ancora quel mezzo sorriso da far venire i brividi. Non smetteva mai di ridere questo?
Lo aveva chiamato per nome quindi si conoscevano?
Caleb spostò lo sguardo dietro di Josh per incrociare il mio, ancora seduta in macchina.
《Ah, ora ho capito! La puttanella la dietro è andata dal fidanzatino a piangere..》disse ridendo e da li Josh lo menò di brutto e Caleb fece altrettanto.
Io scesi subito dalla macchina e cercai di separarli ma loro erano più forti e più grossi di me.
《Cazzo, aiutami te che stai li impalata!》urlai alla tipa che limonava Caleb fino a tre minuti fa.
Lei mimò un "col cazzo" ed io alzai il dito medio verso di lei.
Ad ogni pugno diceva una parola alla volta per formulare una frase.
《Non》pugno che vola.
《la devi》un altro pugno.
《toccare》un altro ancora.
《porca puttana!》ora basta!
《Josh! Cazzo basta ora, basta!!!》finalmente mi ascoltò e si allontanò da Caleb. Strattonai Josh in macchina il più velocemente possibile prima che avesse tirato l'ultimo pugno fatale e decisi di guidare io verso casa.
Aveva il labbro spaccato e le nocche sporche di sangue. Per non parlare dell'occhio che si stava arrossando sempre di più.
Gli misi la cintura di sicurezza e lo vidi sbuffare,《Non ho due anni, Made. So come si allaccia una cintura...》. Non lo ascoltai sentendolo gemere dal dolore. Guidai e durante il tragitto non aprii bocca perchè veramente non sapevo cosa dire.
Perchè aveva reagito così?
***
eii, è da moltissimo che non aggiorno e sono contenta di aver aggiornato oggi sabato 14 marzo 2020. Dato che siamo in quarantena ho più tempo per aggiornare!
hope u enjoy it!
love u all xx
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro