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《Oddio! La scuola!》

Ovviamente dovevo andare a letto tardi ieri sera e quindi ora mi toccava fare tutto all'ultimo di prima mattina per il primo giorno di scuola.

La mia faccia era un completo disastro nel momento in cui mi resi conto di avere due occhiaie che toccavano le porte dell'inferno e una chioma di capelli che non ne voleva sapere del pettine. Mannaggia a me che ho i capelli lunghi.

Ero piuttosto stanca e senza forze per affrontare la giornata che mi aspettava. Volevo solamente poter ritornare a qualche anno fa quando ero felice e spensierata.

Presi di fretta lo zaino buttandoci dentro un semplice quaderno a quadretti e l'astuccio insieme ad una bottiglietta d'acqua prevedendo già la sete che avrei avuto dopo la corsa che avrei fatto.

Presi un elastico e sistemai i capelli in una coda mezza storta per poi decidere di indossare le prime cose che mi capitarono sotto agli occhi: una maglia a mezze maniche con un paio di jeans neri con il classico strappo sulle ginocchia.

Non mi truccai essendo che ero in ritardo e non feci colazione. Mi lavai i denti e mi sciacquai il viso con l'acqua gelida del rubinetto. Alzai lo sguardo per incrociarlo sullo specchio del bagno e feci una smorfia. Ero impresentabile.

A casa non c'era nessuno. Mia madre appena ci eravamo trasferiti non vedeva l'ora di cominciare a lavorare ed oggi sarebbe stato il suo primo giorno. Stessa cosa per mio padre.

Non avendo altra scelta, presi le chiavi di casa e uscii di corsa cercando di non scivolare a causa dell'asfalto bagnato. Ieri aveva piovuto parecchio e per chi viveva qui da tanto ne era abituato.

Mi misi a correre verso la fermata del bus rendendomi conto che non sarebbe passato fino ai 40 minuti. Sbuffai sonoramente e decisi di correre con tutte le mie forze verso scuola. Non era tanto distante, forse una quindicina di minuti a piedi (la metà se avessi corso velocemente).

Non riuscii più a sentirmi le gambe finchè non arrivai davanti all'ingresso della New York High School Academy che si presentò con una marea di studenti intenti a chiaccherare mentre si dirigevano nelle proprie classi.

Mi piegai in due con il fiato corto e pulii con il dorso della mano le gocce di sudore che stavano sgocciolando della fronte. Un paio di occhi incuriositi erano puntati su di me e me lo sentivo anche se avevo ancora lo sguardo fisso sulle mie mani appoggiate sulle ginocchia.

Alzai lo sguardo di scatto per incotrare quello di due occhi cristallini, quasi taglienti. Mi scrutava come se non fossi umana o avessi qualcosa che non andava bene. Era Josh.

La prima volta che lo vidi non mi aveva rivolto più di tre monosillabi ma vedevo che mi guardava come se dovesse essere certo che non fossi una minaccia per lui.

Distolsi lo sguardo e sbuffai riprendendo il mio zaino che mi era scivolato adosso mentre ero piegata a riprendere fiato. Gli lanciai un'ultima occhiata di sbieco e mi diressi verso la portineria, in cui avrei fatto richiesta dei corsi che avrei preferito frequentare.

Una donna di mezza età dietro il vetro che separava le nostre facce mi fece un paio di domande a cui diedi risposta molto fluidamente per l'abitudine; la ringraziai dopo che mi diede il foglio e mi incamminai per la prima lezione. Dal foglio che mi aveva consegnato la signora vedo che alla prima ora avrei avuto matematica.

Mi massaggiai le tempie e camminai verso l'aula dedicata alla materia dei numeri. Mi sedetti sull'ultimo banco libero in fondo alla classe e lasciai lo zaino cadere per terra.

La professoressa entrò quasi correndo ed io mi preparai ad essere presentata da tutta la classe. Vidi che non erano presenti quei famosi gruppetti che ti ritrovavi ad etichettare al liceo.

Mi presentai a tutta la classe e mentre aprivo bocca tutti mi stavano fissando. Conclusi quello che avevo da dire e tornai al mio posto.

La campanella suonò indicando la fine di quella lezione. Mi alzai senza nessuna fretta, presi le mie cose ed uscii dall'aula ormai vuota.

Fermai una ragazza per chiederle se sapesse dove si trovassero le macchinette. Era alta, snella come un levriero, con zigomi alti e grandi occhi profondi. Le sue dita erano lunghe e affusolate, con belle unghie senza smalto; non c'era traccia di trucco sul suo viso. I capelli biondi erano trattenuti da una fascia di chiffon verde.

Mi consigliò di andare a quelle del primo piano perchè le merendine erano piu buone e quindi mi indicò di andare giù per le scale, di girare a destra e di svoltare a sinistra.

La ringraziai con un mezzo sorriso e seguii le sue istruzioni. Mentre mi incamminavo con il telefono e il portafogli in mano percepii il passo di qualcuno che mi stava seguendo e quindi mi girai di colpo. Un ragazzo stava correndo verso di me e appena mi raggiunse si piegò appoggiandosi sulle sue ginocchia come per riprendere fiato.

《Ci conosciamo?》chiesi alzando le sopracciglia, in tono sbrigativo. Era alto e bruno e intravidi da sotto la maglietta stretta una serie di addominali che avrebbero fatto mancare il respiro a qualsiasi ragazza. Ma non a me.

Si ricompose e mi guardò dal basso alzando l'angolo destro della bocca leccandosi le labbra, 《Allora è arrivato il momento di farlo...》. disse ricomponendosi e quindi per guardarlo dovetti alzare lo sguardo. Roteai gli occhi al cielo conoscendo bene i ragazzi come lui e mi rimisi a camminare pronta a bere qualcosa.

Scoppiò a ridere vedendo la mia reazione e io girai la testa come per vedere se stesse bene mentalmente. Ma poi lo vidi farmi l'occhiolino e raggiungere una ragazza che si trovava lì accanto. Lasciai perdere e tornai indietro cercando di raggiungere il più velocemente possibile l'aula di biologia. Ormai non c'era più tempo per gustarsi un caffè.

Il ragazzo di prima mi fermò prendendo il mio braccio attorno alla sua mano più precisamente il braccio sinistro ed io chiusi gli occhi per almeno due secondi di fila decidendo se mostrare o meno quella parte di me.

Sembrava esagerato ma nel momento in cui qualcuno mi toccava in quel punto era come se non ragionassi più.

《Non devi toccarmi.》 glielo dissi con calma come per avvisarlo. Lui mi guardò negli occhi e scoppiò in una rumorosa risata.

《Ah, davvero? E se invece dovessi continuare a toccarti, tipo qua...》stava spostando la mano verso il mio fianco come per provocarmi.

Preparai la mia mano e gli sferrai un bel cazzotto dritto in faccia facendolo quasi cadere giù per terra.

《Ma che cazzo di problemi hai?》 si toccò il labbro impregnato di sangue e il suo gruppetto di amici lo raggiunse per soccorrerlo.

Tutti avevano visto la scena e stavano confabulando tra loro mentre mi lanciavano delle occhiatacce. Si stavano facendo un'idea di me che non mi rispecchiava al cento per cento. Non più almeno.

《Tu sei una psicopatica! Avete sentito? Questa qua mi ha dato un pugno alla gran cazzo!》stava urlando mentre cercava l'attenzione degli altri studenti per convicerli a stare dalla sua parte.

《Se avessi messo le tue mani da sporco pervertita che sei al loro posto non ti sarei ritrovato quel naso rotto.》lo guardai con gli occhi pieni di disprezzo prima di puntare gli occhi sulla mia mano ferita.

《Ma chi vorrebbe mai toccare una roba come te?!》

Se lui si aspettava che io piangessi, allora aveva davanti la persona sbagliata. Lasciai andare una mezza risata per la stupidità di quello che aveva detto e mi allontanai ignorando le minacce da parte di quello.

E mentre camminavo sentii qualcosa sulla mia schiena.

....

*ok ho iniziato a scrivere sto capitolo verso giugno ahahah e lo terminato oggi nonchè il 29 dicembre 2019!

hope u enjoy it!
love u all xx

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