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Capitolo 10

Il barista aveva lo sguardo perso nel vuoto quando aveva visto i ragazzi svenire a terra uno dopo l'altro. Dentro il suo corpo stava gridando, cercando di aiutarli. Ma non riusciva a muovere nemmeno un arto.

Il cigolio della porta e i tonfi gli fecero capire che qualcosa non andava. Stava implorando aiuto ma solo un ragazzo magro e alto dai capelli rossi si diresse verso il bancone con un sorriso felino. I suoi occhi neri sembravano dei pozzi d'oscurità.

Venne risucchiato in quel vortice di ombre senza riuscire a porre resistenza, dimenticandosi di tutto, come se ogni cosa fosse scomparsa e risucchiata in un buco nero.

Sentì un click nella testa e strabuzzando gli occhi si ritrovò fuori dal locale.

Guardò le saracinesche abbassate, le luci spente e le chiavi che aveva in mano senza ricordarsi di aver chiuso il locale o di cosa avesse fatto nelle ultime due ore.

Scosse le spalle e sbadigliando s'incamminò verso casa.

«Avremmo potuto far bere anche a lui il vino Bjorn. farlo andare via così...» nonostante la faccia pensierosa di Bjorn, Chang-ryu continuò «domani non si sarebbe ricordato più nulla, così c'è il rischio che si ponga delle domande»

Ignorandolo si mise in spalla una ragazza minuta portandola nei furgoni blindati che avevano lasciato nel retro del locale. Enzo lo stava aspettando ed era pronto a caricarla e legarla.

«Sembra che c'è ne siano più del previsto... li avete contati? Quanti sono?» Mike stava osservando i corpi all'interno del blindato.

«Sono in dodici... tre si sono uniti all'ultimo minuto.» rispose Eko indicando con il dito la ragazza che stava portando in braccio verso il furgone «dobbiamo sbrigarci Bjorn» erano pronti per dirigersi verso l'aeroporto «Adam non avrà la pista libera per tutta la notte.»

Lo sguardo intimidatorio di Bjorn penetrò Eko facendoli provare una paura atavica. Eko distolse lo sguardo e il compagno gli sorrise divertito.

«Perché il Roofis ha impiegato così tanto a fare effetto?» chiese Bjorn «A quest'ora dovevamo già essere da Adam»

Eko non incrociò il suo sguardo chiudendo le porte del locale. Bjorn salì al posto del guidatore seguito da Eko, Chang-ryu e Roney entravano stanchi in un altro blindato.

«Si sono aggiunte persone all'ultimo. E poi la dose che ho messo era minima» la voce da ragazzo di Eko lasciava trapelare la sua stanchezza «volevo che fossero vigili in tempo».

Lo guardò aspettando di essere ripreso per quell'errore, e il suo sguardo mortificato fece alzare gli occhi al cielo a Bjorn.

«L'importante è riuscire a prendere l'aereo entro l'orario stabilito con Adam e Mike» ingranò la marcia e condusse il furgone fuori dal vicolo immettendosi nella via principale.

«Tieni le tue scuse per Mike, perché se arriveremo di nuovo in ritardo non ti coprirò le spalle» disse colpendogli in modo fraterno il braccio.

Un rantolo uscì dalla bocca di Eko dopo aver accusato il colpo. Guardò i bicipiti dell'amico notando come le sue braccia esili ed ossute lo facessero sembrare ancora più magro.

Bjorn si sentì addosso il suo sguardo e sorrise sentendolo tentennare.

«Dopo le prove non sono riuscito a mettere su neanche 5 chili di muscoli. Speravo che l'accademia mi avrebbe aiutato» Eko si fece paonazzo e si guardò le mani appoggiate alle gambe.

«Si, ricordo come eri quando sei partito» disse Bjorn sorridendo facendosi sfuggire una nota nostalgica nella voce.

«Eri così carico di aspettative» disse Bjorn con fare sognante «è stato bello vedere come siano state tutte disilluse».

Scoppiò in una risata fragoroso dopo che Eko si era voltato con lo sguardo in fiamme, finché si mise a sorridere a sua volta.

«Avreste potuto avvertirmi, pensavo che si sarebbe concluso tutto in poco tempo e invece...» sbuffò appoggiando il gomito contro la portiera e reggendosi la testa.

«E invece hai preferito stoppare il tuo allenamento per venire con noi a Sydney a prendere le nuove reclute» concluse Bjorn al posto suo.

Eko gli sorrise tristemente, ammettendo quello che aveva negato da quando erano andati nella capitale. «Avevo bisogno di uscire e di tornare alla normalità per un po'».

Bjorn non rispose, continuando a fissare la strada davanti a lui intanto che sentiva gli occhi di Eko che lo scrutavano.

Si passò distrattamente la mano tra i capelli spostandoli all'indietro con fare annoiato.

Voltò la testa di scatto alzando un sopracciglio «mi stai fissando.»

Eko sorrise. La sua non era una domanda, era un'affermazione. Aveva sempre ammirato la netta schiettezza di Bjorn, il modo in cui non si perdeva in chiacchere.

«Si, volevo vedere in quanto tempo ti saresti infastidito» disse Eko facendogli una linguaccia. Bjorn dapprima lo guardò in tralice, per poi afferrandogli il collo con il braccio e sfregandogli la testa con le nocche.

La macchina deviò di pochi centimetri intanto che lui teneva le mani distanti dal volante. La macchina non sbandò intanto che un moto di nostalgia lo avvolgeva.

«Scusa...» Eko non riusciva a non sorridere. Sogghignò voltandosi a guardare i palazzi di Sydney. Una scossa elettrica gli pervase le vene, non vedeva l'ora di torna a casa.

«E' sempre così eccitante?»

«Cosa? Rapire persone?» Bjorn guardò la strada sogghignando. Eko era il membro che si era uno degli ultimi membri che stava aspettando di ricevere l'ultimo riconoscimento per diventare un Hila.

«No, non rapire persone» disse Eko, e Bjorn era sicuro che avesse appena alzato gli occhi al cielo «mi riferisco all'adrenalina che si prova. La gioia e la nostalgia di casa...»

Bjorn si dovette voltare quando sentì la voce di Eko incrinarsi. «Eko... va tutto bene?»

«Non lo so» scosse la testa appoggiando i gomiti alle ginocchia e prendendosi il volto fra le mani.

«Mi sento un po' in colpa. So quanto sia traumatico vivere quello che stanno vivendo» voltò la testa guardando con una nota di tristezza negli occhi il retro del furgone.

Incrociò lo sguardo di Bjorn e vide le sue iridi ghiacciate sciogliersi un po' mentre lo osservava dispiaciuto.

Bjorn notò come ogni nota di brio ed allegria era evaporata nello stesso istante in cui i ricordi del ragazzo erano riaffiorati.

Bjorn si era domandato fin da subito il motivo per il quale Mike aveva deciso di mandare Eko con loro. Era troppo presto, e rivivere quei momenti non gli avrebbe fatto bene.

«Sai, devo ammettere che una parte di me ha paura» disse Eko con la voce che ricordava una notte d'inverno. Ne era sicuro, nella sua mente stava rivivendo tutto ciò che era successo, tutto quello che aveva dovuto subire.

«Mi spaventa dover rivivere quei momenti attraverso di loro. Non so come potrei reagire sinceramente».

Bjorn si sentiva addosso lo sguardo carico di preoccupazione di Eko, ma continuò a fissare la strada sgombra aumentando la velocità.

«Tranquillo Eko, tornerai ad addestrarti in accademia prima che le prove inizino» disse Bjorn cercando di rassicuralo.

«Già non riesco a comprendere perché Mike abbia voluto portarti all'estrazione, direi che per quest'anno hai visto abbastanza».

Bjorn sperava che la sicurezza nella sua voce non trapelasse il dubbio che gli si era insinuato nella mente l'ultima volta che aveva parlato con Mike. Guardò con la coda dell'occhio Eko che abbassava mestamente le spalle. Si ripromise che non avrebbe promesso a nessuno di coinvolgerlo ulteriormente.

«Sarebbe più una tortura che un momento di apprendimento» aggiunse facendo piombare l'abitacolo in un silenzio di piombo.

Solo un brusco rumore proveniente dal retro del furgone li fece sobbalzare.

Eko si girò a guardarlo e con un sopracciglio alzato.

«E' probabile che qualcuno si sia svegliato» sospirò Bjorn «o se siamo più fortunati sono semplicemente caduti» disse cercando di alleggerire la tensione all'interno della cabina. Vide un flebile sorriso nel volto del fratello acquisito e si sentì un minimo rincuorato.

«Siete arrivati giusto in tempo, tra un po' sarei partito senza di voi» i riccioli scomposti di Adam ricaddero davanti agli occhi mentre andava in contro a Bjorn. Lo strinse in un abbraccio caloroso «stavo per chiamarvi».

«Com'è andata Eko?» chiese Adam sorridendo.

«Meglio di quanto pensavo!» disse con un po' troppa enfasi e con la coda dell'occhio guardava velocemente Bjorn.

«Perfetto» disse Adam appoggiando il braccio sopra la spalla di Eko «sali sull'aereo tu, al resto ci pensiamo noi.»

Aspettò che si allontanasse prima di chiedere a Bjorn se stesse davvero bene.

«Non credo» si diresse verso il retro del furgone intanto che Roney e Chang Ryu stavano già trasportando il gruppo privo di sensi «sarà meglio che lo teniamo d'occhio, non vorrei che crollasse proprio ora. Le prove possono essere particolarmente emotive, soprattutto dopo...»

Gli morirono le parole in bocca quando vide che una sagoma era sbucata dal buio del furgone saltando addosso ad Adam nel momento in cui apriva la porta.

«Cazzo!» disse Adam venendo atterrato da un palestrato dai capelli castani.

Riuscì ad immobilizzargli le mani e con un colpo di reni si ruotò facendo finire il ragazzo sotto di lui.

Il corpo magro di Adam era in netto svantaggio rispetto a quell'uomo che ricordava un orso dalla massa muscolare che aveva.

Il ragazzo ringhiò con impeto sollevando Adam e scrollandoselo di dosso.

Entrambi si misero in piedi guardandosi in cagnesco intanto che Bjorn guardava la scena sogghignando appoggiato al furgone.

«Hai proprio bisogno di mettere su un po' di muscoli Adam, se ti fai battere pure da uno con mezza dose di Rohypnol nel sangue»

«Taci Bjorn!» sbuffò Adam raddrizzando la schiena e sfregandosi le mani. Adam sbuffò consapevole di essere il più scarso del gruppo nel combattimento corpo a corpo. Tuttavia era inevitabile data la quasi assenza di muscoli «E' facile parlare per te, quando sei nato di sicuro sembravi hercole versione norrena»

Una risata fragorosa sconquassò il petto di Bjorn.

«VOI!» urlò con impeto il ragazzo dai capelli castano scuri attirando l'attenzione di tutti «che cosa ci avete fatto?!»

Bjorn si soffermò con curiosità ad osservare il volto furibondo del ragazzo. Le labbra rosee tirate mostravano i denti ed il suo sguardo furente passava in rassegna tutti i presenti. Sembrava di guardare una iena con la rabbia.

Scattò in avanti con impeto quando vide che Roney aveva adagiato sulle spalle il corpo privo di sensi di una sua amica. Bjorn di voltò e si accorse del compagno e di chi si era caricato sulle spalle. Era Riley.

In una frazione di secondo capì che gli sarebbe saltato addosso dato quanto erano vicini. E Roney per scansarlo avrebbe potuto far cadere Riley...

Sbuffò sollevando la mano e facendo roteare il polso.

L'aria si mosse impercettibilmente e ancora prima che Roney potesse muovere un passo vide il corpo di Travis afflosciarsi davanti a lui.

Alzò un sopracciglio e guardando impettito il ragazzo «perché?» chiese con voce annoiata e priva di ogni sentimento umano. Spesse volte aveva pensato che dietro al volto serafico di Roney si celasse un automa.

«Mi aveva stancato» tagliò corto e con facilità si issava il corpo privo di sensi di Travis sulle spalle.

Adam si assicurò che l'ultimo gruppo prelevato fosse ancora assopito quando l'aereo stava iniziando le manovre per il decollo.

Si rilassarono tutti quando arrivarono ad alta quota, e un po' alla volta si assopirono con il rumore bianco dei motori continuava imperterrito a solcare le nuvole, portandoli sull'isola.

Finalmente a casa.

Bjorn si svegliò di soprassalto durante l'atterraggio.

«Oh, ben svegliato» disse Enzo dandogli le spalle nel sedile vicino.

«Avevo particolarmente sonno» rispose con voce roca sbadigliando «il volo? Andato tutto bene?»

«Sì, sono rimasti tutti privi di sensi» Enzo continuava a guardarsi le unghie dipinte di nero mentre parlava. «L'unico a essersi mosso un po' di più è stato lui».

Bjorn non dovette girarsi per capire di chi parlava.

«Bhe, almeno possiamo essere sicuri che lui passerà» si alzò superando Enzo per sgranchirsi le gambe agili.

«Lui e Riley sicuramente saranno le nuove reclute».

Enzo si alzò pigramente appoggiando un braccio sulla spalla di Bjorn.

Si assomigliavano in modo inquietante, avevano una corporatura simile, entrambi erano alti, snelli e sempre in tensione. Erano un complesso di muscoli pronto per combattere.

Erano maestosi come dei leoni che quieti avanzano nelle radure spaventando chiunque gli incrociasse. Le loro mascelle squadrate e gli zigomi sporgenti rendevano il loro volto ancora più acuminato.

Tuttavia sarebbe stato impossibile confonderli. I capelli chiari di Bjorn avevano sfumature bianco argentee e quelli del suo sosia erano neri come l'inchiostro.

Gli occhi freddi come i ghiacciai di Bjorn risultavano ancora più chiari quando erano messi a confronto di quelli color notte dell'amico.

«Senti fratello» il tono secco di Enzo riverberò tra le mura metalliche «sta sera dobbiamo parlare con Mike. Ci sarà anche Adam».

Si guardarono complici scendendo dall' aereo.

I camion erano aperti e i primi ospiti erano già stati portati dentro ancora incoscienti.

Si diressero verso il retro quando un paio di iridi dorate li inchiodò.

«Il vostro maggior talento è far fare il lavoro duro agli altri» disse una voce profonda sorridendo come un predatore «poi mi direte come riuscite a manipolare tutti così bene».

Mike comparve da un'ombra colpendo fragorosamente la schiena dei due. Sorrise come un felino mentre gli abbracciava con le possenti braccia.

«Come te la sei cavata durante la nostra assenza?» Enzo ricambiò la pacca sulla spalla giocosamente.

«Noioso» disse Mike con voce spenta «l'altro gruppo non è nulla di speciale».

«Questo ti sorprenderà» la voce di Bjorn fiduciosa attirò l'attenzione del capo del gruppo «a parte Riley, ci sono un paio di individui molto curiosi».

Bjorn lo pensava davvero, ed era convinto che con la giusta preparazione la selezione di quell'anno avrebbe dato risultati migliori della precedente.

«Curioso» disse Mike osservando i suoi due subordinati issarsi sulle spalle gli ultimi ragazzi all'interno del furgone. «Vedremo durante l'allenamento allora» sentenziò dirigendosi al posto del passeggero del camion lasciando il posto del guidatore a Bjorn.

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