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Two.

Trascorsi molto tempo dentro casa, trovando difficile ammettere che non riuscivo ad ammettere a me stessa che non potevo smettere di fissare Sammy. Continuai a chiedermi 'come?'.

Come può qualcuno diventare così hot? Se ho calcolato bene, dovrebbe avere 19 anni. Non ancora grande abbastanza da comprarmi un drink, ma grande abbastanza per...

Continuai ad allontanarmi da questi pensieri, mantenendo la mia attenzione sui miei vecchi amici che mi stavo raccontando delle loro vite dai tempi del liceo. Persino con il braccio di Nick attaccato con il mio, i miei occhi continuavano a girare per il resto della festa sull'altro lato della porta a vetri scorrevole.

"Altro vino, amore mio?" Offrì Nick.

"Uh," presi un respiro profondo. "Lo sai, credo che lo farò. Grazie."

"E potrei aggiungere" Continuò Nick nel mio orecchio. "Sei stupenda stasera. Potrei mangiarti. E forse lo farò."

"Nick." Ridacchiai.

Non appena Nick lasciò il mio fianco, riportai la mia attenzione su Orion che stava raccontando una storia sul suo viaggio a Machu Picchu. All'improvviso Sammy entrò nella casa con mia madre chiaramente brilla. Lei gli offrì una birra e lo elogiò quando lui rifiutò di prenderne una. Lei gliela offrì un'altra volta e lui accettò. Come previsto, continuò a fissarmi, sorseggiando la sua birra mentre mostrava quegli occhi intensi.

"Sveglia, Harlow!" Parlò Orion.

"Huh?" Mi riscossi dalla trance di Sammy.

"Ho chiesto se ti andasse di venire a fare yoga con me domattina, dal momento che sei troppo per fare Pilates." Ridacchiò.

"Uh, chiederò a Nick."

"È il tuo ragazzo o il tuo guardiano?"

"Lo... chiederò... a Nick." Ripetei.

Orion rise. "Okay, signorina dragone."

Continuai a guardare Sammy mentre se ne tornava fuori, verso il tavolo delle bevande... dove era anche Nick. Uscì fuori che Nick stava già parlando con l'amico di Sammy. Finii per scusarmi dalla conversazione di gruppo per raggiungerli. Ero curiosa di sapere di cosa stesser parlando.

"Oh, eccola." Parlò Nick mentre li raggiungevo. Mise il suo braccio attorno a me e Sammy aveva uno sguardo geloso sui suoi occhi, quando notò la posizione del braccio di Nick.

"Che succede, ragazzi?" Sorrisi.

"Niente, solo piccoli convenevoli sullo sport." Rispose Nick. "Stavo raccontando a Jack di come sarei potuto diventare un professionista prima dell'università ed essere il prossimo David Beckham nel calcio."

"E poi mi sono confuso perché... loro in Inghilterra chiamano il calcio 'football'. Completamente dimenticato." Rise Jack.

Jack era affascinante. La sua risata ed il suo sorriso erano impeccabili. Non poteva smettere di far scorrere le dita tra i suoi capelli neri ed inclinare la sua testa quel tanto da lasciare alla luce della luna illuminare la sua mascella affilata come un rasoio... potevo affermare che Sammy era quello meno divertito, comparato a Nick e Jack; la sua risata era molto debole e teneva la bottiglia vicina alle sue labbra.

"Okay, piccola, lui è Sam." Continuò Nick. "Beh, Sammy. Ma gli ho detto che farsi chiamare solamente Sam lo farebbe sembrare più raffinato. Persino Samuel."

Risi un po' e Nick era confuso. "Sì, lo so, noi... l'ho immaginato. Gli ho fatto da babysitter."

"Oh!" Rise Nick. "Oh, okay. È adorabile. Deve essere fantastico rivederla dopo tutto questo tempo."

"Non ne hai idea." Ammiccò Sammy.

Schiarii la mia gola. "Um, tesoro? Volevi fare qualcosa domani? Orion mi ha invitata ad una lezione di yoga con lei domani pomeriggio."

"Va bene." Mi baciò rapidamente. "Ho del lavoro da fare ad ogni modo. Sono sicuro ti annoieresti dopo un po' che sto davanti al Macbook."

//

La festa finalmente finì non molto dopo mezzanotte e le persone cominciarono ad andarsene. Gli amici della mamma non riuscirono a reggere l'alcol come potevano una volta. Specialmente la loro amica del bingo, Gail. Stava ridendo, appoggiata mollemente alla spalla di mia madre.

"Devo andare." Farfugliò Gail.

"Non puoi guidare in queste condizioni." Farfugliò anche mia madre. "Oh! Harlow, potresti accompagnare Gail a casa?"

La mia faccia si aggrottò al pensiero. Non avrei voluto veramente. Guardai verso Nick che era svenuto sul divano. Non avrei potuto incastrare lui.

"Posso venire io?" Sentii dire a Sammy dietro di me. I miei occhi si spalancarono. "Jack se ne è praticamente andato senza di me, emergenza a casa."

Emergenza... certo.

"Oh, è un'ottima idea." Se ne uscì mia madre un po' troppo felice. "In questo modo non dovrai guidare per tutta la strada da sola."

La maggioranza composta da mia madre, Sammy ed una Gail instabile ebbe la meglio. Così non ebbi altra scelta che accettare.

//

Non è inusuale essere amati da tutti! Non è insolito divertirsi con chiunque!

La hit classica di Tom Jones suonò dalle casse della macchina. Non ero esattamente dell'umore per cantare, ero impegnata a provare a tenere Nick al centro dei miei pensieri. Ma un Sammy ed una Gail molto rumorosi mi stavano incoraggiando a farlo.

"So che sai le parole, Harlow." Urlò Gail. Potevo sentire ancora l'odore della birra nel suo alito. "Sammy è un giovanotto simpatico, hai bisogno anche tu di divertirti!"

"Non è insolito vedermi piangere... voglio morire." Fu l'unica parte che cantai. Fortunatamente arrivammo subito dopo a casa di Gail. Sammy la aiutò ad entrare e le farfalle impazzirono nel mio stomaco. Saremmo rimasti solo noi due nella macchina.

Lui infilò le mani nelle tasche del giacchetto, mentre tornava in macchina.

"Quindi." Dissi rimettendo la macchina sulla strada. "Vivi sempre nella stessa casa?"

Lui sorrise. "Perché? Te la ricordi?"

"Sì, mi è tipo tornato tutto in mente."

"È carino." Ridacchiò. "A dire il vero abito un po' più lontano adesso. Casa più grande. Vivo a Jameson Lane."

"Jameson Lane? Abbastanza lontano da qua." Sbuffai.

"Lo so." Abbassò lo sguardo sulle mie cosce. Il vestito si era sollevato quando mi ero seduta. "Sei più in carne di quanto ricordassi. Ti sta bene."

"Um, okay, grazie." Non volevo mi vedesse arrossire. Sammy era definitivamente diventato un bel pezzo d'uomo e i miei ormoni stavano concordando. Ma essendo una donna fidanzata, adesso, i miei pensieri erano ben lontani dal lasciarmi sopraffare da questa attrazione. "Allora, che hai combinato in questo periodo? Aggiorniamoci."

"Uh." Batté le dita sul ginocchio. "La vita è stata... vita. Niente di speciale. Diplomato. Prendo lezioni online ora."

"Oh figo! Che stai studiando?"

"Produzione musicale."

"Sono impressionata." Annuii.

"Tu cosa hai studiato?"

"Design."

"Ha senso." Ammiccò. "Eri sempre così alla moda."

"Non di moda." Ridacchiai. "Di interni."

"Oh, mi dispiace. Quindi progetterai soggiorni e cucine... e camere da letto." Mise molta enfasi su camera da letto.

"Sì." Risposi imperturbabile.

Il viaggio in macchina continuò in silenzio, ma accesi velocemente la radio, alzando il volume. Partì una canzone rap e Sammy si prese la libertà di rappare a sua volta. Lo fece senza difficoltà e stava diventando un'eccitazione. Continuavo ad arrabbiarmi con me stessa perché ero devota a Nick e Sammy non avrebbe dovuto tentarmi così facilmente. Quando eravamo più piccoli, non gli facevo da babysitter così spesso come agli altri, ma era comunque quello che rimaneva più impresso. Era sempre il più felice quando arrivavo e non mi creava mai problemi. Di certo aveva una bocca furba a volte, ma non era mai stato un grosso problema. Ed ora... è praticamente un uomo. Un ragazzo di 19 anni con un fascino irresistibile ed un sorriso a cui era difficile dire di 'no'.

Sammy raggiunse la manopola del volume ed io quasi trasalii, pensando stesse per mettere una mano sulla mia coscia.

"Stai bene?" Ridacchiò abbassando il volume.

"sì." Mi schiarii la gola.

Sentii i suoi occhi fermi su di me, ma mantenni i miei incollati sulla strada vuota davanti a me.

"A cosa stai pensando?" Mi chiese.

"Uh." pensai. "Non lo so. Credo a quale cibo sia avanzato a casa che io possa mangiare stanotte mentre Nick dormirà."

"Mentre lui dormirà?"

"Sì, lui è un po' ossessionato con la salute." Feci spallucce. "Meno del 10% di grasso corporeo su di lui."

"Che c'entra questo con te?"

"...Credo niente."

Si leccò le labbra e guardò fuori dal suo finestrino. "Ho fame anch'io, adesso che l'hai detto."

"Sì? È a questo che pensi? Cibo?"

"Nah." Ridacchiò.

"A cosa stai pensando?" Chiesi in risposta.

"Onestamente." Disse, strofinandosi il mento. "sto pensando al perché la mia faccia non sia piantata tra le tue cosce in questo momento."

Persi quasi il controllo del volante e mi ritrovai a frenare bruscamente al semaforo rosso. Quasi non lo avevo visto.

"Sammy, ma che cazzo?!" Strillai. Lui rise e si spostò verso lo sportello del passeggero quando lo colpii sul braccio giocosamente. "Non è divertente."

"Cosa, ow!" Continuò a ridacchiare, credendo fosse un gioco. "non eri proprio tu quella che mi diceva sempre quanto fosse sbagliato dire le bugie?"

"Sì, ma c'è una differenza tra il non dire una bugia e l'omettere la verità."

"Comunque, perché sei così arrabbiata? Ti ha fatta sentire in qualche modo particolare?" Si morse il labbro inferiore.

Mi sistemai sul mio posto. Il cuore stava per esplodere. E tra le mie cosce... pulsava.

"Sammy." Sospirai. "Sono fidanzata. Sono fidanzata con un uomo meraviglioso."

"Ma..."

"Non c'è nessun 'ma'. È così. Sei senza dubbio attraente adesso, non posso negarlo. Ma non mi ha fatta sentire in alcun modo particolare. Scusa."

Il calore laggiù mi stava odiando per la bugia sfacciata. La verità era... che c'erano tonnellate di scenari che si stavano svolgendo nella mia mente che comprendevano anche lui. Sentii come se lui avesse più senso dell'avventura e fosse più audace di Nick. Odiai anche il tentativo di compararli e di contrastarli, ma c'erano dei fattori decisamente ovvi. Sammy mi guardava in modi in cui non credevo Nick mi abbia mai guardata. Ma era perché Nick mi guardava con amore e Sammy... mi guardava come se fosse stato pronto a rigirarmi su e giù e leccare fino ad asciugare ciò che aveva causato.

Quando arrivammo al vialetto di casa sua, lui non scese immediatamente dalla macchina.

"Potrei avere almeno un bacio della buonanotte?" Chiese.

"Sulla guancia." Sorrisi.

"Lo prenderò." Il suo sorriso si sollevò su un lato.

Si avvicinò e mi baciò sulla guancia. Ma la sua mano trovò la mia coscia ed il bacio continuò più del dovuto. Buttai fuori dell'aria. Le sue labbra lasciarono finalmente la mia guancia, ma lui rimase vicino.

"Buonanotte." Disse delicatamente, guardandomi negli occhi.

"Buonanotte." Sussurrai. Sperai non riuscisse a vedere l'agonia sulla mia faccia in reazione alla presa ferma che aveva sulla mia coscia.

Le sue labbra erano a pochi centimetri di distanza dalle mie, ma poi si tirò indietro e scese dalla macchina, camminò all'indietro per un po', continuando a guardarmi e poi si voltò entrando in casa. Io finii per darmi una botta sulla fronte e sulle guance, mettendo l'aria condizionata al massimo. Ero bollente ed arrabbiata. Con un po' di fortuna non l'avrei rivisto presto. Non credo riuscirei a fidarmi di me stessa vicino a lui almeno ad una settimana senza averlo visto.

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