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The game is on!

Prima che tutti potessero riprendersi da quell'ennesima e scioccante rivelazione, la signora Hudson entrò, bussando leggermente alla porta rimasta socchiusa.
-Cucù!-esordì.-Ecco qui il té che...!
Si interruppe, sgomenta, notando che nella stanza vi erano due ospiti in più del previsto.
-Oh, mi scusi, signor Holmes! E Lestrade! Non sapevo ci foste anche voi! Non vi ho visti salire, altrimenti avrei preparato due tazze in più... -fece, sinceramente rammaricata.
Mycroft respinse le scuse della donna con un vago cenno della mano.
-Non importa, signora Hudson. Non avremmo comunque avuto tempo. Infatti toglieremo il disturbo non appena mio fratello si degnerà di metterci al corrente delle sue scoperte...-disse, scoccando a Sherlock l'ennesima occhiataccia.

Il minore sbuffò, mentre la signora Hudson posava il vassoio del tè sul tavolino, tornando poi velocemente al piano inferiore, da cui era ben udibile il chiasso provocato dal vociare degli avventori e dalla musica; molto diverso dall'innaturale quiete che sembrava regnare, al momento, in quella stanza.
Rosie, intanto, fissava di sottecchi Cordelia, che sorseggiava il suo té lentamente, lo sguardo perso nel vuoto. Poteva ben comprenderla: aveva improvvisamente scoperto di essere non solo la figlia di un criminale, ma anche di una divinità. Non era certo una notizia facile da assimilare.
Lo zio, intanto, si era finalmente deciso a parlare: lei, perciò, si mise subito all'ascolto. Forse avrebbe trovato finalmente delle risposte alle sue domande.
-Come ti ho anticipato poco fa, Mycroft, il traffico d'oppio su cui mi hai chiesto di indagare è appena la punta dell'iceberg. È solo una delle attività criminali svolte da quella che non sono ancora stato in grado di stabilire se sia un'organizzazione o un solo uomo.-Fece una piccola pausa, per poi riprendere.-Ho altresì scoperto che una delle attività illecite che praticano è il traffico di opere d'arte. E che provengono tutte da Singapore. Lo stesso dicasi per l'oppio.
Si interruppe nuovamente, e il suo volto si incupì.
-Ma la cosa peggiore che ho scoperto è un'altra: a quanto pare, rapiscono ragazzi e ragazze innocenti, soprattutto di giovane età, e li usano come merce di scambio per compiacere ricchi commercianti d'oppio... o per portare più facilmente la droga oltre confine.
Rosie trattenne rumorosamente il respiro.
-... Zio, gli uomini che ci hanno aggredite... hanno detto che erano alla ricerca di nuove reclute.
Lui annuì con aria grave, e la ragazza sentì un fremito percorrerle la schiena, al pensiero di quello che sarebbe successo a lei e a Cordelia se lui e suo padre non fossero arrivati in tempo.
John, d'altro canto, era livido.
-Giuro che se mi ricapitano tra le mani...-ringhiò, le mani strette sulle ginocchia tanto da avere le nocche sbiancate.
-Credimi, John, è stato il mio medesimo pensiero.-Il capitano rivolse al suo primo ufficiale un mezzo sorriso, anche se aveva lui stesso un'espressione rabbiosa in volto.-Non l'ho fatto semplicemente perchè ho riconosciuto quello con la cicatrice. Sono almeno due settimane che lo pedìno.

Gettò un'occhiata all'orologio a pendolo presente nella stanza.
-Se i miei calcoli sono esatti, lui e i suoi disgustosi amici saranno al porto, a quest'ora. Proprio stasera, arriverà un grosso carico. E non solo di oppio...
Si alzò bruscamente dal divano, un luccichio negli occhi: aveva a malapena sorbito il suo té. Si rivolse poi al fratello, che era rimasto assorto dopo tutte quelle informazioni.
-Mycroft, ci vediamo domani nel tuo ufficio per discutere i dettagli della missione sotto copertura.
Lui lo fissò attonito.
-... Di che diavolo parli??
-Non ho tempo di spiegarti, ora. Il tempo sfugge. Te l'ho detto, ti spiegherò tutto domani!-tagliò corto, voltandosi poi verso Rosie.-Rosie, ti chiedo per favore di rimanere qui con Henry e con la signorina. Non. Uscite. Sono stato chiaro?
Lei, nonostante la delusione di non essere stata coinvolta, si ritrovò ad annuire, suo malgrado, ammettendo che quella serata era stata già fin troppo movimentata e densa di emozioni.
Il capitano scrisse poi velocemente qualcosa su un pezzo di pergamena, e si rivolse, per ultimo, a Lestrade, porgendoglielo.
-Graham, ho bisogno di tutte le informazioni possibili riguardo al nome scritto qui. E alla svelta.
L'ufficiale lo prese con una smorfia insofferente.
-Sherlock... Il mio nome è Gr-...!
-Non annoiarmi con questi futili dettagli, Greyson!-troncò però lui, con indifferenza, mentre infilava con un unico e fluido movimento la sua giacca nera e il cinturone.
Lestrade scosse la testa, esasperato.
-Ci rinuncio...-borbottò, mentre con un ultimo cenno di saluto usciva dalla porta, seguito poco dopo da Mycroft, che però prima scoccó al minore un'occhiata eloquente: la missione che gli aveva affidato doveva avere la precedenza, a prescindere da quella ragazza e dalla sua rivelazione, per quanto sorprendente e inaspettata.
Lui si limitò a ricambiare distrattamente l'occhiata, l'attenzione in quel momento rivolta verso il suo primo ufficiale.

-Avanti, John!-lo spronò infatti Sherlock, impaziente.-Cosa stai aspettando?? Un invito scritto??
Lui lo guardò un po' sconcertato.
-Bè... se tu vuoi che venga...-borbottò, con un pizzico di esitazione e ironia nella voce: dopotutto, il capitano non l'aveva coinvolto nell'ultimo mese.
-Ma è ovvio! Dove vuoi che vada, senza il mio primo ufficiale?-ribatté lui, semplicemente, sollevando appena le labbra in un sorriso. A cui il biondo si ritrovò, suo malgrado, a rispondere. Poteva già quasi sentirla: l'adrenalina, il brivido della caccia... il sangue che pulsa nelle vene... Era quella, la vita fatta per lui. Poteva forse non essere più un soldato della Marina Inglese, ma con capitan Sherlock Holmes era come se fosse ancora sul campo di battaglia.
Indossò anche lui la sua giacca e il cinturone, controllando che la pistola fosse carica.
-Fate attenzione entrambi!-si raccomandò Rosie, dando un rapido abbraccio sia al padre che allo zio, il quale ricambiò affettuosamente il gesto, sollevato di aver impedito a quella feccia criminale di mettere le sue grinfie su di lei. Gliel'avrebbe fatta pagare, poco ma sicuro!
-Dove andiamo?-La voce del suo primo ufficiale lo distrasse da quel pensiero.
-In una zona del porto alquanto isolata, John. Seguimi, ti guido io.-Si calcò il cappello sulla testa, in volto un'espressione feroce e determinata.-Il Gioco è cominciato!
E, con quelle ultime parole, marciò fuori dalla stanza, col suo fidato amico al seguito.

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